Il quadro sulle pensioni anticipate 2019 e sulla manovra in generale che si sta delineando, fa emergere ulteriori dubbi sulla fattibilità delle misure annunciate dall’esecutivo prima in campagna elettorale e poi nel contratto di governo, infatti i primi passi indietro emergono, abbastanza chiaramente, dalla nota congiunta rilasciata al termine del vertice avente per oggetto la Legge di Bilancio/Manovra Finanziaria. I dettagli al 28/11
Pensioni 2019 ultimissime: si taglia non è questione di decimali
Ove si conferma che “non è una questione di decimali”, riprendiamo la sintesi da Il Sole 24 Ore: “si lascia intravedere l’intesa raggiunta: la pezza d’appoggio per tagliare il deficit arriverà con le relazioni tecniche sulle proposte di riforma che hanno più rilevante impatto sociale (reddito e pensioni, appunto), “al fine di quantificare con precisione le spese effettive”.
“Le somme recuperate saranno poi riallocate – precisa nel comunicato il Governo – privilegiando la spesa per investimenti, con particolare riferimento a quelle necessarie a mettere in sicurezza il territorio e a contrastare il dissesto idrogeologico”. Cosa ne pensano i sindacati di questa ‘retromarcia’ annunciata tra le righe dai vicepremier Salvini e Di Maio ? Corretto agire sulla manovra, mettendo mano ai ‘cavalli di battaglia’, per arrivare alle Europee senza sanzioni o ingiusto nei confronti di chi ‘nel cambiamento’ ci aveva creduto e rimarrà deluso dalla nuova strategia del Governo? Lo abbiamo chiesto a Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil, e a Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, che ci hanno rilasciato in esclusiva per pensionipertutti le loro dichiarazioni.
Pensioni anticipate 2019, Ghiselli: regna la confusione più assoluta
-Come ‘giudica’ la retromarcia del Governo per andare incontro all’Unione Europea, giusta? prevedibile? A suo avviso cosa cambierà nella manovra, su cosa si taglierà nel comparto pensioni?
“È impossibile fare qualsiasi ipotesi. I rappresentanti del Governo stanno dicendo una cosa e il suo contrario, segno di una confusione assoluta. Di concreto c’è che sta emergendo lo scarto tra le esorbitanti promesse elettorali e le cose possibili. Con l’Europa è giusto negoziare ma per avere margini per investimenti e lavoro, non per mance elettorali a pioggia”
Questo Governo, secondo lei, ha peccato di presunzione volendo procedere da solo su un tema tanto delicato come la legge di bilancio? Avrebbe forse potuto arrivare al confronto con l’Europa più forte?
“Se si fosse scelta la strada del confronto con le parti sociali, sulla base delle proposte presentate dal sindacato, probabilmente si sarebbero individuate soluzioni più serie ed il Governo sarebbe stato più forte nel confronto con l’Europa. Ci auguriamo inoltre che dopo tanto clamore non sia la previdenza a pagare. In questo caso oltre alle risorse da mettere in campo il punto è come utilizzarle.
Su cosa il Governo avrebbe dovuto intervenire per poter dire di aver davvero ‘abolito/superato’ la riforma Fornero?
” Per noi centrale è la flessibilità in uscita con una particolare attenzione per giovani, donne , precoci, gravosi ed esodati. Anche con gradualità ma avendo ben chiaro l’obiettivo. Limitarsi ad una quota 100 raffazzonata, con l’introduzione di alcuni paletti insormontabili, sarebbe una presa in giro. Altro che abolizione della Fornero!”
Pensioni anticipate 2019, Proietti: altro che abolizione Fornero, si peggiora quello che di buono c’é
-Proietti, lei come ‘giudica’ la retromarcia del Governo per andare incontro all’Unione Europea, giusta? prevedibile? A suo avviso cosa cambierà nella manovra, su cosa ‘si taglierà’ nel comparto pensioni?
Guardi se davvero le indiscrezioni circolate in queste ore rispondessero al vero non solo si correrebbe il rischio di non smontare affatto la legge Fornero sulle pensioni, ma le dirò di più, si andrebbe inevitabilmente a peggiorare quanto di buono é stato fatto negli ultimi due anni per reintrodurre una flessibilità di accesso alla pensione intorno ai 63 anni.
-A Quale misura si riferisce in particolare?
Sto pensando alla possibile non proroga dell’ape sociale che priverebbe purtroppo dal prossimo gennaio 2019 di una positiva risposta i lavoratori disoccupati, quelli con una grave disabilità, chi assiste familiari disabili e chi svolge una delle 15 categorie ritenute gravose.
–La quota 100 invece la ritiene una buona misura di uscita anticipata o crede possa alimentare, come sostengono i lavoratori precoci, ulteriori e beffarde discriminazioni tra persone che hanno la stessa quota?
Qui tocca un altro tasto dolente, frutto di un mancato confronto tra Governo e parti sociali, la quota 100 è stata mal strutturata, la reintroduzione delle finestre, per dirne una, non solo subordinata ad ulteriori requisiti ma rappresenterebbe altresì un ritorno al passato. Di fatto archivierebbe quota 100 che stona con il suo nome non essendo affatto la mera somma tra età anagrafica e contributiva. La misura discrimina fortemente quei lavoratosi, pensi ai precoci, ma non solo, che a parità di quota, ma con differenti rapporti tra età e contribuzione, si vedrebbero procrastinare nel tempo l’accesso alla pensione. Questa già non è affatto l’abolizione della Riforma Fornero, si immagini se si procedesse, come pare, con retromarce ulteriori.
-Quale potrebbe essere la soluzione più indolore per il Governo per uscire da questo ‘impasse’, non solo con l’Europa, ma anche con i lavoratori?
La Uil invita il Governo ancora una volta ad aprire il confronto con le parti sociali onde evitare il ripetersi di errori marchiani che si sono fatti tutte le volte che non ci si è confrontati con i rappresentanti dei lavoratori.
Il governo ci sta prendendo per i vogliono……….
I sindacati,da vari anni ,non contano più niente..servono solo per la dichiarazione dei redditi..per il resto,fanno l’interesse dei padroni.
Personalmente sono stanca di chiacchiere
di chiacchiere
Dopo mesi ci hanno preso in giro e non si sa nulla
Che proroghino l’ape social per tanti che ne hanno il sacrosanto diritto
Come al solito ora i sindacati vorrebbero mettere mano a quello che non hanno SAPUTO o VOLUTO FARE quando c’era il precedente governo. Se non devono fare nulla di buono, come fatto in precedenza, è meglio che rimangono a GUARDARE e BASTA.