Partiamo quest’oggi da una domanda che abbiamo messo a titolo stesso dell’articolo, la riforma delle pensioni e dunque le misure di uscita anticipata richieste dai lavoratori mi riferisco a Quota 41, ripristino opzione donna, Ape sociale, abbassamento età pensionabile, sono davvero possibili senza un ricambio generazionale? Lavoro e pensioni non sono forse una faccia della stessa medaglia? Solo agendo su entrambe, fa intendere anche il nostro esperto previdenziale il Dott. Claudio Maria Perfetto, seguendo su questo aspetto la linea di pensiero spesso espressa dal Prof. Cazzola e della Prof.ssa Fornero, sarà possibile aver un sistema in equilibrio. Se i giovani non entrano nel mondo del lavoro, non verseranno i contributi necessari a pagare le pensioni dei futuri pensionati, e considerando che il nostro sistema previdenziale é a ripartizione questo non potrebbe reggere, ed allo stesso tempo ‘come un cane che si morde la coda’ creando un circolo vizioso, come egli stesso ha detto in un precedente intervento, se gli anziani non lasciano il loro posto di lavoro, i giovani non potranno entrarvi. Per questo il ricambio generazionale, inteso in questi termini, risulta fondamentale.
Riforma pensioni, quanto è importante il ricambio generazione?
Dalla sua un nostro lettore Roberto, leggendo le considerazioni del Dott. Perfetto espresse pochi giorni fa, ha deciso di scrivere un commento facendo presente quanto sia difficile parlare di ricambio, relativamente a mestieri usuranti, perché oggi i giovani non intendono fare quei mestieri e dunque in molti ambiti non vi sarà il famoso ‘passaggio del testimone’, allo stesso tempo pur stimando il Dott. Perfetto ritiene che egli abbia una visione troppo ottimistica, quando parla appunto di ricambio, e che per questa ragione è a suo dire, ‘fuori dal mondo ’. Il nostro esperto dall’alto della sua preparazione ha colto ‘la provocazione’ del nostro lettore per dare una risposta a tutto tondo, che non potevamo non pubblicare. E spiega, qui sintetizziamo il fulcro del tragionamento, come per lui il ricambio generazionale vada inteso in termini più generali, ossia:”. Intendo non solo “sostituzione di lavoratori anziani con lavoratori giovani”, ma anche (e soprattutto) “sostituzione di ‘vecchi’ lavori con ‘nuovi’ lavori’”.
Così Il Dott. Perfetto: “Sig. Roberto lei ha ampiamente ragione. Ma davvero tanta, tanta ragione. Lei con me sfonda una porta aperta (quindi, la prego, stia attento a non perdere l’equilibrio).
In un certo senso, è vero, lo riconosco: io sono “fuori” dal mondo. Ed è proprio perché sono fuori dal mondo che riesco a guardarlo in maniera globale, a 360 gradi, e non settorialmente, a pezzetti (proprio come un cosmonauta dalla sua navicella spaziale osserva la Terra nella sua globalità e non suddivisa in continenti, nazioni, regioni, città, quartieri).
Vedo lavoro e pensioni tra loro collegati. Vedo economia e società tra loro connesse. Vedo lavoro umano e lavoro robotico tra loro in cooperazione. Vedo tutti questi collegamenti, connessioni, cooperazioni, orchestrati e armonizzati tra loro.
I giovani non faranno gli operai edili. Operai edili saranno robot capaci di scalare le impalcature quasi a passi di danza.
I giovani non faranno i postini. A questo ci penseranno i postini-robot (qualcuno di questi è in via di sperimentazione proprio qui a Milano dove vivo).
I giovani non faranno gli infermieri. A fare gli infermieri ci penseranno i robot (lei, sig. Roberto, li avrà certamente notati in televisione ai tempi della pandemia).
I giovani non faranno i giornalisti, o presentatori televisivi. A fare i giornalisti e i presentatori televisivi ci penseranno l’Intelligenza Artificiale e i robot androidi dotati di intelligenza artificiale.
I giovani si occuperanno di sviluppare i servizi digitali, di ingegneria robotica, di etica robotica, di sicurezza cibernetica, di tutto quanto attiene l’economia digitale. Il problema di oggi è proprio il gestire il passaggio della società attuale verso la società digitale. Il primo impatto veramente significativo, che potremo noi tutti toccare con mano, sarà l’avvento dell’euro digitale.
La nascita dell’euro digitale (che si prevede verso la fine del 2023) sarà l’anno di nascita della vera economia digitale.
Quando lei andrà in pensione, sig. Roberto, è molto probabile che nessuno prenderà il suo posto, perché magari i palazzi saranno costruiti con la “stampa 3d” e quindi ci sarà molto meno bisogno di manodopera umana.
Quando io parlo di “ricambio generazionale” intendo qualcosa di piuttosto esteso. Intendo non solo “sostituzione di lavoratori anziani con lavoratori giovani”, ma anche (e soprattutto) “sostituzione di ‘vecchi’ lavori con ‘nuovi’ lavori’”.
Società ed istruzione: come sono correlati tra loro? L’Economia informatica sarà un nuovo insegnamento a firma Perfetto?
Poi prosegue, parlando di un progetto davvero ambizioso cui sta lavorando e che ci auguriamo possa davvero essere preso in considerazione dalle Università Italiane:: “E qui entra in gioco un altro binomio, Società-Istruzione, che io (stando fuori dal mondo, come lei, sig. Roberto, giustamente osserva) osservo e sto realizzando come Progetto da presentare alle Università italiane (di tale Progetto ho già messo al corrente il Prof. Giuseppe Valditara, Ministro del Merito e dell’Istruzione, inviandogli una mail in data 6 luglio 2023 dal titolo “ECONOMIA INFORMATICA – PROPOSTA per un nuovo Insegnamento universitario”).
Il mio Progetto riguarda l’inserimento nelle Università italiane (Dipartimenti di Economia e di Informatica) di una nuova disciplina alla quale ho dato il nome di “Istituzioni di Economia Informatica con esercitazioni di laboratorio”: tale Insegnamento ha la finalità di formare nuove leve di giovani da inserire nel mondo del lavoro fatto di Economia Digitale e di Società Digitale.
Ritengo (e ne sono arciconvinto) che la nuova disciplina Economia Informatica incuriosirà e attirerà molti studenti e giovani che si staccheranno dal loro comodo e rassicurante divano familiare pronti a diventare finalmente adulti”
Forse, se ho ben inteso, le parole del Dott. Perfetto se questa disciplina entrasse nelle Università italiane andando a formare i nostri giovani adulti verso un campo del sapere che è il futuro, ossia l’Economia Digitale, probabilmente anche per loro sarebbe più facile immergersi nel mondo del lavoro e fare quella ‘benedetta’ transizione alla Vita Adulta che li porterà dalla zona di confort, la loro Famiglia, all’esplorazione del mondo, inteso come ‘taglio del cordone ombelicale’ e volo verso la ‘vita adulta’. Così potrebbe spezzarsi il circolo vizioso e divenire virtuoso, i giovani preparati e digitalizzati non avrebbero problemi ad essere inseriti nel ‘nuovo’ mondo del lavoro offerto da una società a sua volta sempre più digitale e gli anziani, potrebbero finalmente lasciare i loro ‘vecchi’ lavori e godere della meritata pensione.
Ringraziamo sempre il nostro esperto previdenziale per fornirci ottimi spunti di riflessione.
Cosa ne pensate voi al riguardo? Il Governo dovrebbe unire riforma pensioni e riforma del lavoro affinché la prima sia fattibile e fruibile in modo più strutturale? Fatecelo sapere nell’apposita sezione ‘commenti’ del sito
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Forse non sa che dal 1996 è tutto contributivo che è l’unico sistema che può aiutare la sostenibilità..si riceve in base ai contributi non ultimo stipendio..abbiamo mantenuto e stiamo mantenendo generazioni con pensioni retributive non sostenute da un montante contributivo adeguato
Condivido le parole do Peppe , anche se non serve a nulla la politica, visto che parlano di I.A , meglio cambiarli tutti, compagnia cantante. Per le pensioni, non è un problema pagarle , anzi possiamo dare un vitalizio come fanno i politici a tutti, basta dire la verità sulla truffa monetaria, si può inventarla dal nulla, basta riprendersi la sovranità monetaria. Informatevi. La truffa dell euro è tutta qui, uno stato non può più inventarsi la moneta da spendere dal nulla.
condivido pienamente, senza la sovranità monetaria il paese è morto.
Penso che sia un diritto decidere quando andare in pensione e nessuno dovrebbe decidere per noi visto che ci assumiamo noi gli oneri di questa nostra scelta. Ma non trovò giusto penalizzare chi per propri motivi decide di lasciare il lavoro soprattutto per le donne che hanno avuto una vita lavorativa penalizzata dal lavoro di cura della famiglia e affini. Credete che la maggior parte delle donne abbia la forza di attendere la legge fornero per lasciare il proprio lavoro? Basta quote e basta opzione donna che mortifica il giusto compenso per le donne lavoratrici. Decidere un’età fattibile con le casse dell’INPS e lasciare che chi ha lavorato possa godere della giusta pensione maturata senza tagli e altre decurtazioni. Grazie
Buongiono Dott. Perfetto, mentre !eggevo la sua analisi mi è venuta un’idea, perché questa teoria non applicarla in ambito politico e mandare in Parlamento i nostri rappresentanti con intelligenza artificiale?
Almeno, così, tra parlamentari, ministri, sottosegretari, commessi e portaborse risparmieremmo un mare di soldi!!
Salve, io direi una pensione strutturale a partire minimo dai 62 anni di età ma facoltativa, così uno può decidere di andare in pensione con qualsiasi anni di contributi, ovviamente più contributi ci sono meglio è ( a nessuno conviene andare in pensione sotto i 40 anni di contributi).
Lungi da me salire in cattedra per far capire determinati concetti ma quando alcuni di loro sono di facile interpretazione e qualcuno continua a porre gli stessi quesiti riguardanti una problematica (in questo caso l’uscita dal lavoro) credo ci si debba arrendere. Con questo non sto affatto giustificando l’operato dei politici di turno anzi tutt’altro ma prendere atto che mancano venti miliardi nelle casse dello stato per la manovra di bilancio (non milioni) dove il MEF pretende il massimo rigore non credo si debba avere una laurea in economia per capire il perchè difficilmente verranno fatte modifiche importanti all’attuale e vigente legge Fornero con mio e vostro sommo dispiacere. Questo per giustificare (qualora ce ne fosse bisogno) senza nessuna vena polemica il mio sfogo sull’analfabetismo funzionale. Colgo l’occasione per ringraziare il Dottor Perfetto(non me ne vogliano gli altri componenti della redazione) sempre esaustivo ed educato nel commentare e rispondere alle domande alle quali lo sottoponiamo nei suoi articoli. P.S. Spero di non aver scritto invano.
in Italia abbiamo assistito a manifestazioni/proteste per cose assurde; persone che spaccano tutto, imbrattano i monumenti, fingono di piangere perchè a ferragosto ci sono 33 gradi e gridano l’allarme climatico, ecc, ecc; e nessuno protesta per avere il diritto sacrosanto della pensione, dopo aver lavorato e versato contributi per circa 40 anni (che sono tanti, troppi).
Naturalmente ringraziamo i sindacati (INESISTENTI)
La pensione non è un regalo di Dio abbiamo pagato dei contributi. Quando si scrive qualcosa bisogna ricordarselo.
Grazie Dott. Perfetto.
Purtroppo temo che anche se il futuro sara’ come descritto i tempi saranno molto lunghi e nel frattempo non so se le casse dell’INPS terrano senza penalizzare i prossimi pensionati.
Salve, leggendo l’articolo ho pensato che forse se anche un’azienda dovesse sostituire l’uomo con i robot potrebbe continuare a versare i contributi ( e qui servirebbe l’intervento dello stato perché sicuramente le aziende sarebbero contrarie) in modo da poter continuare a pagare le pensioni future. Abbiamo bisogno di regole certe per le pensioni in modo da poter programmare il nostro futuro.
Metà dei commenti è cancellato. Fate vobis io mi sono stufato.
Anch’io inizio a stufarmi di ripetere sempre le stesse cose: non esistono complotti, siamo un giornale online indipendente, quindi nessuno cancella nulla, a meno che non vi siano insulti gratuiti, per il resto SE CI DATE TEMPO, SIAMO PUR SEMPRE IN 2, SIAMO AL 14 AGOSTO, PUBBLICHIAMO TUTTO!IN casocontrario potete sempre candidarvi per avere gli accessi e moderare voi i commenti, così non vi sarenno più attese. Noi vi leggiamo, facciamo articoli che risaltano la vostra voce, ma dovete darci tempo. Perdonateci se siamo poco efficenti, facciamo l’impossibile.
Anche se a qualcuno dà fastidio, continuerò a ripetere come un disco rotto, che la pensione deve essere flessibile e facoltativa. Senza costi aggiuntivi rilevanti per INPS. Purtroppo pochi lo capiscono e continuano con ste “quote” che sono costose e discriminanti.
Tutti vorrebbero andare in pensione in maniera flessibile a qualsiasi età, ma pochi accettano il calcolo contributivo…bisogna capire che con questa situazione Inps che già paga milioni di pensione retributive e miste per importi non sostenuti da sufficiente contribuzione individuale bisogna scegliere..se si va prima si prende meno .. qualche correttivo potrebbe essere aggiunto ma la base può essere solo il contributivo.
Se no con le quote ci si schianta
L’unica vera Riforma è abbassare l’età pensionabile per tutti a 62 63 anni anche con qualche penalizzazione sino ai 67 anni, il resto sono solo chiacchiere!!
Pensioni equivalenti all’ ultimo stipendio….
I costi della vita non diminuiscono andando in pensione, anzi aumentano le esigenze: spese mediche, eventuale badante, casa di riposo, ecc….
Forse che dal 1996 è tutto contributivo che l’unico sistema che può aiutare la sostenibilità..si riceve in base ai contributi non ultimo stipendio..abbiamo mantenuto e stiamo mantenendo generazioni con pensioni retributive non sostenute da un montante contributivo adeguato
Io lavoro da 41 anni, ho cominciato in regola nel 1979 a 14 anni oggi ne ho quasi 59, sono invalido al 55% e ho l artrite reumatoide degenerativa, come potrei lavorare ancora 5 anni o più, quindi grazie a chi spinge per 41 per tutti.
Mi fa rabbia leggere che solo gli invalidi al 74% hanno agevolazioni per la pensione
Quota 41per tutti
Il cambio generazionale è la strada giusta , insieme ad aiuti aziendali .
Altrimenti rischiamo di collassare tutto il sistema .
Buongiorno, per fortuna abbiamo avuto il Signor Salvini e la Lega che, si sono interessati per fare questa legge, altrimenti i cittadini andavano in Pensione a 90 anni, specie se avessero governato PD e movimento 5 Stalle.
In effetti in campagna elettorale hanno promesso quota 41 per tutti
Infatti come vediamo è stata tolta opzione donna e quota 41 per tutti non verrà fatta.
Peccato che il felpato non conta niente e la carciofara decide.
Dimostra il contrario.
Far diventare quota 103 strutturale x tranquillizzare un po tutti e programmare eventualmente quota 41 libera da un certo anno esempio 2026 o2027..oppure dai 62 anni possibilità con lieve penalizzazioni es.1 – 1,5 ogni anno fino ai 67 anni non vedo altre soluzioni possibili
Concordo
Evitiamo di tenere la gente sulle spine
Già.
Non è corretto tenere la gente sulle spine da anni
Ricambio generazionale.
Non si può arrivare a 67 anni.. soprattutto per certi lavori
Caro giuseppe; buona la tua proposta; quota 103 partendo da quanti contributi? perchè se parti da 41 anni è una cosa, se parti dai 39 è un’ altra; sai qual’è il problema? per chi comanda praticamente esiste solo la legge Fornero e poi casi molto particolari; chi comanda vuole che la gente non si faccia calcoli ma i calcoli li vogliono fare loro e decidere loro; tutto qui; saluti a te e ai gestori del sito
Buonasera! Penso che la Riforma delle pensioni e la Riforma del lavoro siano un binomio inscindibile. Grazie di cuore a tutti!
concordo con Don; grazie dott. Perfetto; saluti ai gestori del sito
Per il futuro questa é la strada, e bisogna solo ringraziare persone come il dott. Perfetto per il suo tempo dedicato a questi studi.
C’è sempre da imparare!