In tanti si stanno chiedendo cosa avverrà dal 1 gennaio 2023 in poi, visto che ancora non sembrano esserci proposte tenute in particolare considerazione dal Governo o incontri fissati con i sindacati. Dunque i lavoratori soprattutto quelli prossimi alla pensione restano in attesa di comprendere quale sarà la loro sorte prevideziale post quota 102, verranno, si chiedono, prorogate almeno Ape social e Opzione donna? Sarà accolta l’idea della quota 41 per tutti o della flessibilità in uscita dai 62 anni con leggere penalizzazioni o la flesssibilità sarà possibile, come ha fatto intendere la Professoressa Fornero in una recente intervista rilasciata a Money.it, solo con il ricalcolo del contributivo puro? La discussione si é sviluppata anche sul nostro sito, abbiamo estrapolato tra i tanti un commento interessante che ha chiamato in causa anche il nostro esperto previdenziale il Dott. Claudio Maria Perfetto. A voi il ‘botta e risposta’ che fa emergere, a detta di Perfetto, quale sia l’unica soluzione possibile per riformare la legge Fornero, un’opzione eccessivamente ‘futuristica’o davvero l’unica lungimirante?
Riforma pensioni 2022: come superare la Fornero, agire sull’allargamento dei lavori usuranti?
Così il nostro lettore Lino: “Buongiorno Dott.Perfetto premesso che sono pienamente d’accordo con Lei quando afferma che la riforma italiana del sistema pensionistico debba essere inserita in un contesto EUROPEO di sostenibilità economica
Le chiedo questo: potrebbe essere una corretta revisione e quindi allargamento dei LAVORI USURANTI una valida soluzione per accorciare in molti casi i tempi dettati attualmente dalla Fornero senza scontrarsi con il rispetto dei parametri europei?
A tal proposito le faccio un esempio: Io sono un autoferrotranviere del settore ferroviario ove sono considerati lavori usuranti soltanto le mansioni del capotreno e del macchinista (accompagnamento treno).
Ma é mai possibile che i lavoratori dell’Infrastruttura Ferroviaria, vedasi il REGOLATORE DELLA CIRCOLAZIONE che deve assumersi grandi responsabilità per permettere ai treni di circolare in sicurezza impartendo i giusti comandi nei movimenti dei treni, il TECNICO DEGLI IMPIANTI DI SICUREZZA chiamato a solleciti interventi in caso di guasti ai passaggi a livello o deviatoi ed altre figure lavorative debbano essere efficienti fino a 67 non dalle 8 del mattino alle 14 ma 24 ore al giorno senza considerare l’aspetto atmosferico (neve o 35 gradi)? Lo stesso discorso sicuramente può essere fatto per tante altre realtà lavorative. La ringrazio per la risposta. Lino”
Riforma pensioni 2023, Perfetto: una sola soluzione per migliorare la legge Fornero
Così con la solita precisione che lo contraddistingue ha risposto il Dott. Perfetto, indicando nel corso del suo ragionamento una sola soluzione possibile per modificare la Riforma Fornero al fine di renderla meno rigida: “Sig. Lino, purtroppo, ad oggi, non esiste una valida soluzione per accorciare i tempi dettati attualmente dalla Fornero senza scontrarsi con il rispetto dei parametri europei.
La Riforma Fornero contiene in sé un meccanismo basato sull’aspettativa di vita che tende ad allungare la permanenza al lavoro. Con la pandemia tale meccanismo è stato temporaneamente congelato. Ma dal 2026 verrà riattivato. Si andrà in pensione ad un’età sempre più avanzata: 67, 68, 69, 70, 71 anni. L’età di pensionamento a 71 anni è la media stimata dall’OCSE per l’Italia.
I punti chiave su cui si fonda la Riforma Fornero sono due: tasso di natalità (ci sono sempre meno nascite) e invecchiamento della popolazione (si vive sempre più a lungo). Si è quindi destinati a lavorare sempre più a lungo.
Per poter lasciare il lavoro prima dei 67 anni (anche nella fascia di età 55-64 anni) è necessario far versare i contributi anche alla forza lavoro robotica. Non c’è altra soluzione per migliorare la Riforma Fornero, la quale non potrà essere né cancellata, né superata, ma al più potrà essere resa flessibile attraverso delle Opzioni (come Opzione Donna o la Proposta Tridico) o attraverso Deroghe (lavori usuranti).
In alcuni casi eccezionali è possibile andare in pensione prima dei 67 anni di età (in deroga alla Riforma Fornero): sono i casi contemplati appunto nei lavori usuranti. E qui entrano in gioco i giudizi espressi da commissioni appropriate che hanno il compito di definire cosa si intende per “lavoro usurante”. Ma non sempre i giudizi di “esperti” di tali commissioni collimano con i giudizi dei lavoratori “sul campo” riguardo a come debba essere definito un “lavoro usurante”.
Cosa ne pensate delle considerazioni del Sign Lino, potrebbe essere quella la soluzione, ampliare la categoria dei lavori usuaranti, oppure l’unica soluzione per evitare che il bilancio ne risenta dovrebbe essere davvero quello di puntare ad un visione differente che metta in campo azioni diverse come “ far versare i contributi anche alla forza lavoro robotica“? Fatecelo sapere nell’apposita sezione commenti del sito.
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Tante proposte per chi ha 63 o 62 anni. Possibile che nessuno pensa ai nati nel ’58? Possibile che chi come me rientra nel sistema misto deve veder annullati i propri diritti acquisiti?
I sindacati che fanno?
Quota 102 pura somma età anagrafica più contributi (60 anni età e 42 di contributi, 59 anni età 43 contributi, tanto ci andresti comunque con la Fornero) non è difficile e non costa miliardi
la verità è una solamente. .siamo governati da una banda di incapaci. .che non hanno le palle. .ci dicono l’EUROPA CHIEDE. .e allora noi del popolino dobbiamo dare,MA NOI DEL POPOLO E NON LORO GLI AVIDI POLTRONAI DORATI. .ma quando l’EUROPA elargisce(sempre poco) allora. .aspettate Dobbiamo VALUTARE,PONDERARE,ANALIZZARE,PENSARE E DISCUTERE.
E partono i teatrini vergognosi che solo i quello schifo di politici italiani sanno fare.
Ma le LORO belle pensioni d’oro nessuno gliele tocca. .non guadagnate ma RUBATE.
Ciao a tutti,un incazzato futuro pensionato che lavora da 43 anni.
41per tutti e sono già troppi altrimenti andiamo tutti a Roma e ci facciamo mantenere da tutta quella gente che sta al governo a grattarsi i coglioni
I sindacati devono essere uniti su queste 2 richieste : quota 41 a prescindere l età anagrafica ed il rinnovo per sempre di Opzione Donna senza alzare l età o gli anni contributivi.
Salve, ho 62 anni di età e 35 anni di contributi non vi nascondo di essere stanco del mondo del lavoro e vorrei andare in pensione ma pare che non esistono scappatoie. Mi sono sempre chiesto se il modo o metodo giusto sarebbe quello di andare avanti n pensione con un minimo di 30anni di contribuzione ed uscire dal lavoro con il maturato. Esempio avere 35 anni di contributi (come me in questo caso) fare i conteggi del maturato e lasciare il lavoro. Credo sarebbe una oppuortunita per chi lascia e chi cerca lavoro. Sarà una utopia la mia idea ?
Credo che sia corretta una flessibilità in uscita, dopo i 60 anni tutti i lavori possono diventare usuranti per tanti motivi, di salute, gestione famigliare, ad es per recarmi al lavoro percorro 600 km in auto alla settimana
e non ho alternative.
Non avendo riscattato la laurea dal costo proibitivo non potrò usufruire dei 41 anni e 10 mesi entro iil 2026. Quindi le alternative sono opzione donna con una penalizzazione troppo elevata per noi donne che comunque dobbiamo portare avanti una vita decorosa a volte senza il supporto di un marito.
Oppure si va in pensione a 68 anni, età troppo avanzata per affrontare una routine lavorativa abbinata ad una quasi seconda attività lavorativa per la gestione casa e famigliare.
E nel frattempo ora stanno andando in pensione con quota 100 amici uomini quasi coetanei a 62 anni. Non posso accettare che in tutti questi anni siamo stati così presi in giro, quando ho iniziato la mia attività lavorativa si andava in pensione con 19 anni di contributi poi tutti a 35 anni e non mi serviva riscattare gli anni di laurea, comunque dal costo troppo elevato con gli interessi da pagare e senza alcuna agevolazione fiscale.
68 anni sono troppi, opzione donna è troppo penalizzante e i 41 anni di contributi per chi si è laureato e non ha riscattato non portano ad anticipi significativi rispetto all’età prevista dalla Fornero. Quindi uscita flessibile dai 60 anni con penalizzazion decrescenti, però non come opzione donna, agevolazioi per le donne come il riconoscimento di anni di contributi aggiuntivi per ogni figlio.
uomo sta andando in pensione a 62 anni ed io che ho 60 anni donna con tanto lavoro a casa da svolgere posso andare solo a 68?
Brava, le donne hanno un carico di lavoro maggiore, parità un accidente, siamo un walfare in sostituzione dello stato, ci occupiamo di figli e anziani molto di più degli uomini.
CHE SIA RICONOSCIUTO
Faccio presente al dott.che il congelamento della prospettiva di e stato congelato fino al 2026 prima della pandemia dalle forze politiche lega e M5S ,anzi sarebbe da prolungare proprio a causa della pandemia,visto che si vociferava che avremmo perso 2 anni di vita,come mai si parla sempre dell’adeguamento Europeo per l’ aumento dell’ età pensionabile quando in fatto di stipendi siamo il fanalino di coda di tutta Europa.
OPZIONE DONNA!!!!!ASSOLUTAMENTE!!!!!!!
Vorrei tranquillizzare chi ha 62 anni. Bisogna pazientare che cominci la campagna elettorale del 2023 e vedrete che le stesse forze politiche oggi silenti o contrarie ad un anticipo del pensionamento proporranno l’esatto contrario per prender voti. Ora preferiscono invece prendere i soldi del PNRR. Gli sfortunati siamo noi, che, pur avendo raggiunto i 64 anni, non siamo entrati presto nel mondo del lavoro. Quindi no quota 100 né quota102. La soluzione migliore è la proposta di Triddico: a 63 o 64 anni in pensione con il contributivo ,MA SOLO FINO A 67 ANNI. A 67 ANNI POI PENSIONE BASATA SUL CALCOLO MISTO (contributivo più retributivo).
Da quanto ho potuto leggere sull’ape social non è affatto conveniente ai fini retributivi, anzi è molto penalizzante per chi vi aderisce. Esempio: la quota mensile lorda non può essere più di 1500 euro, niente tredicesima e se non sbaglio prima che si arrivi all’età di vecchiaia il familiare non può accedere alla reversibilità e chissà cos’altro. Quindi attenzione, informatevi bene prima di aderire. Ah, dimenticavo,se ci fossero i requisiti non spetterebbe neanche la quattordicesima.
Perché i sindacati non fanno una cosa molto semplice ossia chiedere di esportare anche in Italia il sistema pensionistico Francese voglio vedere come fa l’Europa a dire di no a noi ma di permetterlo ai Francesi. Vi ricordo che in Francia l’età massima è di 62 anni ma tante categorie ci vanno molto ma molto prima. Avete idea di cosa faccia un carpentiere montatore meccanico? Lavora in quota a 40 50 e oltre metri di altezza e quasi sempre ci si arriva arrampicandosi su scale alla marinara o quando va meglio per i ponteggi portandosi dietro anche l’attrezzatura immaginatevi a doverlo fare a 62 63 o addirittura a 67 anni , e si perché questa categoria non rientra nei lavori usuranti, però ci sono le maestre d’asilo, gli infermieri ecc. Complimenti
Buonasera Sig.Agostino, io ritengo che il lavoro di un infermiere rientri eccome in un lavoro usurante, anche se al momento viene considerato solo , gravoso, vogliamo parlare di quanti infermieri sono al servizio dei pazienti ogni giorno dedicando tempo, pazienza , dedizione e vogliamo considerare anche il periodo della pandemia, quanti infermieri non potevano staccare dal proprio turno per mancanza di personale , per salvare vite da questo virus, per non parlare di quanti infermieri sono morti per mettere la propria vita a disposizione dei pazienti…peccato che terminato quel periodo la gente non ricorda più nulla , tutto cade nel dimenticatoio…come sempre del resto .
Hai ragione Agostino questi sigg.non sanno nemmeno cos’è un carpentiere e lo paragonano ad un bidello senza togliere nulla alla categoria, ma che provino a svolgere determinate mansioni ad una certa età con i rischi che comporta nel farlo.
Siamo in mano a dei burattinai senza scrupoli che pensano solo ai loro guadagni.
Lei ha perfettamente ragione riguardo a certe categorie di lavoratori, ma creda anche avere sezioni da 28 bambini dai 3 ai 5anni , come sono adesso i bimbi….raggiungere degli obiettivi, e relazionarsi 2 volte al giorno con i genitori è altroché usurante psicologicamente, per cui ritengo che alcuni lavori sono sia fisici che ” Mentali”ma sempre usuranti sono!
tutti i lavori sono usuranti dopo i 60 anni; gli infermieri di adesso sono coadiuvati dagli OSS rispetto a quelli di 40 anni fa, anche i carichi di lavoro degli insegnanti sono diminuiti nel corso dei decenni e poi sono tutti laureati e questo ha portato ad un aumento di stipendio che si rifletterà sulle future pensioni. Tutti però si lamentano sia degli stipendi che delle pensioni.
Le modalità di stima dei lavori gravosi è sbagliato, la Commissione ha lavorato male anzi era meglio se non avesse lavorato per nulla, manca equità e realismo.
Gentile Redazione, sarebbe bene che tutti sapessero che Mario Draghi, come aveva documentato Il Fatto già qualche anno fa, è andato in pensione nel 2006, quindi a 59 anni, dopo una carriera fatta di dottorato di ricerca negli Stati Uniti, ricercatore a Trento, direttore esecutivo nella Banca mondiale , passaggio in Goldman Sachs poi prestigiosi incarichi nell’amministrazione pubblica fino a diventare Governatore della BCE.
Assumendo che abbia riscattato la laurea, – proseguiva il Fatto – ottenuta nel 1970, si tratta di circa 40 anni di lavoro che sommati ai 59 di età lo portano a quota 99. L’assegno pensionistico gli fu liquidato dall’Inpdap, l’ente previdenziale dei funzionari pubblici poi accorpato all’Inps, e consisteva in 14.843,56 euro mensili lordi, per un importo netto di 8.614,68 euro. Questa condizione speciale di “quota 99”non gli impedisce però di continuare a perseguitare ultra sessantenni ormai sfiniti dal lavoro con l’unico vero obbiettivo di accompagnarli ad una prematura dipartita con gran ristoro e sollazzo per le casse INPS.
Grazie per l’ospitalità.
È ASSOLUTAMENTE NECESSARIO CHE CHI HA GIÀ 41 ANNI DI LAVORO ED È DISOCCUPATO DA TANTI ANNI POSSA “FINALMENTE” ANDARE IN PENSIONE SENZA PENALIZZAZIONI ! IL LAVORO NON LO TROVERÀ MAI PIÙ ! SIAMO DA DA SEMPRE DIMENTICATI DA TUTTI !!! (NON SIAMO STATI NEANCHE DEGNATI DEL BONUS DA 200 EURO POICHÈ ORMAI DA TROPPO TEMPO FUORI DAL MONDO DEL LAVORO ..) RIPETO : I DISOCCUPATI DA ANNI CON 41 DI CONTRIBUTI ALLE SPALLE DEVONO ACCEDERE ALLA PENSIONE SENZA PENALIZZAZIONI ! È URGENTISSIMO, NON CE LA FACCIAMO PIÙ COSTRETTI A PAGARE UNA MONTAGNA DI CONTRIBUTI VOLONTARI .. PER INSEGUIRE DELLE IMPOSSIBILI “PENSIONI ANTICIPATE” !! AL SOTTOSCRITTO LO STATO HA GIÀ CHIESTO PROSCIUGANDOMI 130000 EURO DI CONTRIBUTI VOLONTARI ( RIPETO CENTOTRENTAMILA EURO.. FRA L’ALTRO CIFRA FOLLE ED “ESPLOSIVAMENTE CRESCENTE” POICHÈ OGNI ANNO INDICIZZATA ALL’INFLAZIONE !) UN VERGOGNOSO E INDECENTE FURTO DI VITA E DI DENARO !!
SINDACATI AIUTOOO ! MA DOVE SIETEEE ???
ALMENO PER QUESTI LAVORATORI DISOCCUPATI DA ANNI, MA GIÀ CON 41 DI CONTRIBUTI, FATE IN MODO DI FARLI ACCEDERE ALLA PENSIONE SENZA PENALIZZAZIONI ANCHE SE NON HANNO LAVORATO UN ANNO PRIMA DEL 19° ANNO DI ETÀ !
Ape social e’ assurdo che una persona con contratto intermittente non ci rientri.Questa dovrebbe essere una pensione di accompagnamento per persone in difficoltà lavorative e poi mi metti il paletto delle 78 settimane negli ultimi tre anni lavorativi ed escludi le persone con contratto intermittente.
Io 59Anni da poco DISOCCUPATO e SENZA ALCUN A ORISOWTTIVA, 38Anni versati. MA QUOTA 100 ERA ed È PIÙ CHE SUFFICIENTE. MA QUANDO FACCIAMO UNA BELLA RIVOLUZIONE CONTRO IL SUSTRNA MALATO?
Se hai una certa quota di accumulo di pensione integrativa puoi accedere alla RITA che fornisce un anticipo della liquidazione spettante in situazione normale. E’ riservata ai lavoratori disoccupati e molto più remunerativa dell’Ape sociale. Chiaro che anticipando il ritiro dall’integrativa si erode il capitale…
Riprendo questa affermazione del dr. Perfetto: “L’elemento cruciale su cui occorre concentrarsi è aumentare il volume dell’occupazione”. Giustissimo!!…Ma qualche problema c’è: le aziende robotizzano essenzialmente per “razionalizzare” il costo del lavoro, quindi per ridurlo in tutti i modi possibili. Temo che le imprese accolgano con estrema freddezza l’ipotesi di far versare i contributi alla forza lavoro robotica. Al di là di pur apprezzabili ed anche condivisibili proposte tecnicistiche in questo campo, la questione previdenziale italiana si presenta come una questione eminentemente “politica”. Purtroppo però, mentre i tavoli tecnici languono, gli attori “politici” sembra che dormano. Occorre dare una scossa ad una situazione che si sta trascinando nell’indifferenza di tanti…e che pare interessi soltanto coloro che da questo “sonno” prolungato rischiano di restare penalizzati! Suvvia non raccontatecelo: 41 e/o 62 si può fare! Teniamo sempre accesa una fiammella di speranza.
FORZA ALEX61
SONO D’ACCORDO
QUOTA 41 CHE I SINDACATI CI SOSTENGANO!!!!!
Giorgio
Sig. Alex61, le aziende mirano ai profitti che realizzano tramite le vendite dei loro prodotti.
Per vendere i loro prodotti le aziende hanno bisogno di chi li acquista.
L’inflazione erode il potere di acquisto dei salari, per cui le famiglie riducono la loro spesa per consumi.
L’automazione e la disintermediazione fisica (croce e delizia dell’era digitale) riducono l’occupazione umana, e pertanto i consumi subiscono una ulteriore contrazione.
I Robot e le App consumano prevalentemente energia, e non già i prodotti che le aziende vorrebbero vendere.
Conclusione: a fronte del crollo dei consumi, saranno proprio le aziende a proporre aumenti salariali e imposte da applicare agli automi, al fine di stimolare i consumi, la produzione, le vendite dei loro prodotti e quindi aumentare i propri profitti.
Buongiorno
Avremo tempo a sufficienza per assistere alle discussioni politiche e alle soluzioni necessarie qualora fossimo di fronte ad una mancanza di CONSUMATORI, ad una abbondanza di SFRUTTATI e ad una progressione silenziosa di una E’LITE ristretta sempre più potente in quanto a capitali!
Aumenti salariali e tassazione dei robot sarà la scelta sufficiente del capitale oppure la visione, forse eccessivamente pessimistica, raccontata in “TECH-GLEBA SENZA ALTERNATIVE” di P. Barnard ha qualche ragione d’essere.
Saluti.
Come già scritto e lo ribadisco a gran voce io nel momento che raggiungo i 2132 bollini che sono 41 anni di lavoro dal giorno successivo me ne sbatto i co…..ni e faccio e decido io del mio futuro.
Come anche questo già scritto, in un modo o nel’ altro si cade in piedi.
Stavolta però voglio illuminare sia il dottore che la professoressa.
Ma secondo voi io il giorno successivo a questo ambito traguardo raggiunto con fatica sudore serietà impegno e professionalità tutte queste cose secondo voi dove vanno a finire.
Ve lo dico io perchè tanto non ci arrivate.
Vanno a finire nel b..o del mio c..o.
In poche parole se volete pagarmi altri 22 mesi di lavoro in questo modo oppure nel libro paga della NASPI fate pure io aspetto.
Sappiate che in questi 22 mesi oltre che a lavorare con il c..o carico a manetta con il PDMI e poi la pensione sarà ancora più alta grazie alle vostre idee di risparmio che equivalgono a far andare il riscaldamento a casa proprio con le finestre aperte.
Ringrazio il Signore tutti i giorni perchè al mondo ne esistano di persone come voi
Dice bene il dott. Perfetto, il nodo cruciale è aumentare il volume dell’occupazione anche se il perseguimento di tale obiettivo sembra assolutamente una chimera. Il settore pubblico che a fatica tenta di rinnovarsi, anche a causa della gerontocrazia che lo connota, continua ad essere una voragine nel bilancio dello stato; le aziende private sono penalizzate dall’altissima contribuzione di cui si devono far carico e per questo assumono col contagocce mentre molte di quelle che vorrebbero farlo devono fare i conti con il mismatching professionale (mancanza di figure professionali richieste) o territoriale (lavoratori che pur essendo idonei non accettano spostamenti a causa degli stipendi non abbastanza remunerativi per sostenere i maggiori costi di vitto e alloggio. Pertanto che si fa? Si continuano a tenere in servizio persone che a una certa età, nella migliore delle ipotesi, non hanno più l’entusiasmo originario (per non parlare degli acciacchi fisici) e che non liberano i propri posti per i giovani. Questi ultimi non si sposano o non fanno progetti di vita, non generano figli, non comprano case e via discorrendo. Un quadro desolante insomma… La bacchetta magica ovviamente non ce l’ha nessuno ma continuare per questa via condurrà all’autodistruzione. Sono necessarie visioni illuminate che sappiano guardare al futuro e non certo atteggiamenti sparagnini e recessivi. Nella storia dell’umanità è noto che le più grandi fortune sono nate in concomitanza delle grandi recessioni grazie alla lungimiranza di chi ha saputo guardare oltre; in Italia invece si continua a programmare nel breve periodo, difendendo i propri orticelli con campagne elettorali permanenti.
Sono deluso, amareggiato e scoraggiato, sono del ’60, lavoro dal 1984, con problemi agli occhi ma costretto a stare dietro un monitor 8 ore al giorno; dover restare al lavoro per altri 5 mi atterrisce…sempre che siano 5 visto che dal 2026 magari aumenteranno l’aspettativa di vita e vedrò di nuovo l’asticella scattare in avanti.
Togliete la Fornero e Brunetta, fanno più danni dell’uragano Kathrina
Purtroppo si va definendo che la legge Fornero resterà almeno fino al 2026,
possono dire tutto quello che vogliono ma 43,1 anni di contributi sono tanti .
Diteci chi lavorerà cosi tanto ,Caro Amato Governo
Fra tutti i lavori usuranti, comprese le maestre del’infanzia( cosa assolutamente vera) , nessuno hai nai considerato gli insegnanti di sostegno che hanno a che fare con bambini/ ragazzi autistici o altre patologie ……
parole sante maria Rita; te lo dice uno che ha fatto 13 anni di sostegno consecutivi dal 1990 al 2003; è stata veramente dura, soprattutto con molti colleghi 8per fortuna non tutti); tieni duro e forza
Ape sociale esclude un lavoratore autonomo o libero professionista senza cassa , disoccupato da anni ma non riconosciuto tale dallo stato perché non ha percepito la disoccupazione
Per cui con 63 anni di età, 33 di contributi non si ha diritto all ape sociale , nonostante disoccupato da 10 anni se non si ha percepito la naspi
Ma che cavolo di regole sono?
Chi è disoccupato a 63 anni , non solo non trova lavoro, ma non ha mai percepito disoccupazione in quanto appunto autonomo, non ha diritto né ai pensionamenti anticipati , né al reddito di cittadinanza se ha ereditato una quota di seconda casa, né ha diritto a niente , non viene riconosciuto dallo stato
È assurdo, danno i soldi a chi già li ha
Ho 41 snni fi contribjti e 62 anni di età quando andrò in pensione? Grazie
donato, vorrei dirti l’anno prossimo ma……………………………………… bisogna aspettare le ultimissime novità ed è una peggio dell’altra o per meglio dire nessuno parla perchè la patata non è più bollente, è proprio sparita ed è diventata cenere; forza e coraggio (dimenticavo salvo pensione integrativa ma anche lì son c………………………..i; saluti a te e ai gestori del sito
Si e’ pensato di piu’ al reddito di cittadinanza che al lavoro, se tutti avessero lavorato e pagato le tasse sarebbe tutto più facile. il problema e’ che in Italia abbiamo una classe politica vergognosa, incapace di mettere mano alla gigantesca evasione fiscale.
E alla Fornero suggerisco di farseli lei 40 anni di lavoro……magari in miniera.
Ma un pendolare che regala 3-4 ore al giorno della propria vita di viaggio, oltre ai costi non dovrebbe aver riconosciuto almeno un anno in più di contributi ogni to’ … fammi dire 5 anni di lavoro?
Inoltre ritengo doveroso dare una possibilità di uscita dal lavoro dignitosa economicamente con 35 anni di contributi o dopo i 60 anni di età.
Perfettamente d’ accordo sul versamento dei contributi da parte delle apparecchiature robotiche ma non ci si dimentichi mai che ogni donna è usurata da un lavoro doppio fatto per decenni. Tutte dovrebbero rientrare nel novero di lavoro usurante con un minimo di attenzione in più per le mamme (per le quali il lavoro è triplo)
Mi ricordo che la professoressa Fornero….a Forrest su Radio1….il giornalista gli faceva una domanda….”perché non andate a prendere i soldi dall’evasione fiscale?”….e lei zitta ….una volta….due volte….finché il giornalista ha richiesto ……lei ha risposto “in Italia non si può contare su questo perché in parlamento non vogliono fare le leggi”…questa è una matematica..servono questi soldi …dove li prendo….li prendo dai soliti ….sicuri affidabili morti di fame dei lavoratori dipendenti…..Purtroppo gli economisti non parlano di evasione….non esiste…quindi non si mette in calcolo.
Bonus 200,00:
a luglio mi verrà corrisposto il bonus di 200,00. Capite che c’è qualcosa che non quadra.
Il bonus spetta anche se oltre al reddito di pensione o dipendente si hanno altri redditi, quindi non si guarda quello che si va a dichiarare con la dichiarazione dei redditi (reddito complessivo) ma quello del cud. Quindi a me spetta anche se percepisco redditi per affitto di immobili. Io non lo voglio e non ritengo giusto percepirlo.
Viene rilasciato dall’inps.
Ma le casse dell’inps sono così fiorenti?
Alberto
Anche io come Lino sono un REGOLATORE CIRCOLAZIONE TRENI di RFI e vi posso assicurare che dopo 41 anni di servizio usando completamente l’attenzione mentale, altro che lavoro usurante, quindi in pensione velocemente.
Buongiorno a tutti, sono circa 37 anni che svolgo l’attività di geometra presso un’azienda privata come assistente tecnico di cantiere, operando e soggetto insieme a tante altre maestranze del settore nei vari periodi stagionali. La mia funzione viene inquadrata come impiegato di concetto e quindi paragonata ad un impiegato che si troverebbe al chiuso dietro ad una scrivania, chiedo a persone esperte in materia ed a politologhi se è giusto tale equiparazione e non considerare tale prestazione come lavoro usurante considerando che in ufficio per svolgere attività di concetto mi occupa pochissimo tempo della giornata lavorativa.
I tecnici privati e pubblici che vanno nei cantieri estate e inverno, sui ponteggi, controlli e misure. Capi cantiere etc. Anche donne dove ad una certa età dopo i 35 e 58 età può bastare. Con questi caldi non é sano rischiare sui ponteggi.
Buongiorno a tutti,ho un solo appunto da fare ed è quello che dopo un ragionevole periodo di contributi e dopo aver raggiunto una certe età le persone avrebbero diritto di sapere quando potranno usufruire del loro denari….la società corre gli unici che non si adeguano sono i nostri amministratori.Aggiungo che abbiamo necessità soprattutto noi occidentali di gente giovane nel mondo del lavoro.
Quota 103 a partire dai 62 anni, senza penalizzazioni.
Non vedo altre soluzioni.
Buongiorno, sono una donna anno 1963.
Come forse molti di voi sapranno anche quest’anno ci stiamo mobilitando per far prorogare opzione donna per il 2023 anche perché non passerà strutturale.
Noi siamo già consapevoli che la nostra sarà solo contributiva ma nonostante questo ogni anno dobbiamo attivarci. Molte di noi hanno esigenze famigliari tipo dover pagare badanti o babysitters e nei giorni che noi abbiamo il riposo lavorativo dover fare le badanti perché le badanti stesse sono di riposo. Perciò non ci fermiamo quasi mai.
Noi non chiediamo niente di più o niente di meno di quello che contributivamente ci aspetta ma ogni anno ci tocca attivarci e sperare che anche nel 2023 si possa accedere.
Senza cambiamente perché ogni anno bisogna attivarci per non fare aumentare i requisiti anagrafici. Ora sono 58 per le dipendenti 59 per le autonome. Ma ci provano sempre proporre 60 e 61. Io credo che OD sia una opzione giusta difatti I nostri famigliari ci sostengono con le nostre iniziative. Perché vedono le cose direttamente.
Le leve su cui si può agire per realizzare la sacrosanta flessibilità in uscita (almeno dai 62 anni, assolutamente no a 64!) sono veramente tante. L’INPS potrà contare su maggiori risorse se:
1. A pagare i contributi saranno anche le macchine, in base ad una stima sull’incremento di produttività e sulla riduzione di risorse umane impiegate.
2. Salario minimo da subito! In questo modo si aumentano i salari ridcendo nel contempo l’evasione fiscale e contributiva.
3. “Pace contributiva” per consentire al lavoratore di riscattare in maniera volontaria TUTTI i periodi scoperti da contribuzione e finora non riconoscibili (ad esempio gli anni fuori corso all’università, quelli in attesa del primo lavoro e i periodi tra lavori diversi non coperti da altre forme di tutela previdenziale
Se in questi modi si aumenta il gettito INPS sarà più facile concedere ai lavoratori il diritto di scegliere LIBERAMENTE quando uscire e con quale importo di pensione, anche con le dovute penalizzazioni
Buonasera dott. Perfetto. Mi aiuti. Sono entrato nel sito INPS e precisamente nella sezione : La mia pensione futura. In questa sezione c’è la possibilità di fare il calcolo della propria pensione sia con il sistema misto che con il sistema contributivo. Ho fatto i 2 calcoli e con mia grande sorpresa ho notato che nel sistema contributivo i contributi partono dal 1996 ( riforma Dini). Ma mi domando : ma negli anni di contributi precedente al 1996 non c’è anche una parte relativa al contributivo?. Quegli anni vengono cancellati? Se fosse così sarebbe un furto. Spero di sbagliarmi.
Sig. Rino, posso dirle che gli strumenti di simulazione forniti dall’INPS sono affidabili (io li ho usati spesso per il calcolo della mia pensione). Bisogna però sapere usare bene tali strumenti, impostando correttamente i parametri di ingresso (FLPD, Gestione Separata), verificando che il numero di anni di versamenti contributivi sia corretto, specificando la data di pensionamento.
Nessun anno viene cancellato. Dell’INPS ci si può fidare ciecamente.
Vale la pena chiedere all’INPS l’Ecocert (la certificazione dei contributi versati).
Se nutre delle persplessità, può affidarsi ad un Patronato, che le farà la simulazione correttamente e a titolo gratuito.
Oltre la durata della vita media, bisogna considerare anche la qualità della stessa in termini di salute. Ci sono lavoratori che convivono con cure particolari per andare avanti. Coloro che hanno combattuto con tumori, trapianti etc… e vivono con continue terapie e controlli, vanno tutelati anche nel poter anticipare la pensione. La possibilità di una contribuzione figurativa di 2 mesi l’anno per chi ha una invalidità superiore al 74% con un massimo di 5 anni totali di anticipo (30 anni di invalidità), non aiuta più di tanto quanti vedono compromessa la loro salute a pochi anni dalla pensione…
Purtroppo sì, conta più l’età anagrafica di quella contributiva. Chi come me è nato nel 1960, inizi anno, pur avendo più anni di contribuzione rispetto ai 38 richiesti da quota 100 e 102 si è visto superare da chi ha versato meno. Ora giusto che loro siano andati in pensione ma noi quando, o dobbiamo continuare a pagare per tutti?
Propongo ai governanti di tenere conto anche di noi, se si dovesse pensare ad un’altra quota per il prossimo anno ad es. quota 103 perché non partire da 63 con 40 anni, 64 con 39, 65 con 38 ?
Se la Fornero avesse lavorato 40 anni di lavoro effettivo forse non si accanirebbe così.
angela, speriamo ma la vedo dura; se già quest’anno quota 102 con i 64 anni; la Fornero che dice: solo situazioni estreme altrimenti lavorare, lavorare; altri con i 41 anni ma tutto contributivo; altri ancora parlano di legge elettorale da rimodificare per stare a Roma a non fare un c……………….o; speriamo ma……………………………………………………..; saluti a te e ai gestori del sito
I nati nel 1960 sono particolarmente perseguitati oltre che sfortunati. Nel mio caso, agli inizi del 2023 compirò 63 anni, avrò più di 41 anni di contribuzione, sono caregiver, la mia azienda è una PMI in crisi …. cosa altro aggiungere. Nel novembre 2024 maturerò i requisiti per l’anticipata contributiva “Fornero”. Anticipare di 12 mesi l’uscita dal lavoro nel mio caso o in casi simili al mio sarebbe un atto di giustizia oltre che una liberazione. Sono d’accordo nel prevedere delle quote che tengano nella giusta considerazione l’anzianità contributiva senza penalizzazioni assurde (103 62+41, 104 62+42, 104 63+41, 105 63+42). Ripeto, ci sono situazioni nelle quali anticipare anche solo di qualche mese può essere assolutamente risolutivo.
Concordo pienamente Angela, a questo la Fornero non ha pensato, il loro intentento è quello di fare versare piu’ contributi possibili nelle loro casse senza fare distinzioni di chi ha lavorato di più o di meno nell’arco della sua vita, ed è chiarissimo che l,eta’ incide moltissimo hai fini pensionistici.
Basta lavori usuranti, ogni lavoratore ha la sua usura. Io lavoro da commercialista e vedere redditi inesistenti o ridicoli e qualità della vita alta è usurante. Ma cosa cax fa la guardia di finanza?
I soldi per la riforma pensioni e per rispettare i dettami dell’unione europea ci sono basta fare una vera lotta all’evasione fiscale ed eliminare le spese militari.
Ragazzi di una volta che leggono queste pagine, state sereni. Saremo noi i nostri figli e nostri nipoti a pagare i danni passati. Non c’è volontà politica di fare altrimenti.
le pensioni si basano sul principio di solidarietà generazionale, solo che è a senso unico non c’è reciprocità tra chi gode con i propri diritti acquisiti e chi no, nessuno vuol rinunciare ad una parte della propria pensione retributiva (doppia rispetto agli attuali stipendi) alle baby pensioni e soprattutto alle pensioni d’oro.
State sereni e attende al lavoro la grande consolatrice. E’ questo che hanno pensato con la riforma Fornero. Adattatevi e zitti.
Io tifo Covid………. mors sua pensione mea
Buongiorno Alessandro.
In parte concordo in parte dissento.
In questi giorni ci dicono che i lavoratori italiani hanno avuto un decremento, un negativo del -3% sulle loro retribuzioni rispetto a +20% ./. + 30% di altri paesi europei nello stesso periodo preso in esame.
Niente di nuovo in tutto questo!
Questo avrà un impatto negativo (pensioni ancora più basse) su quelle a venire.
Stanno portando le retribuzioni a importi tali per cui non sarà più necessario delocalizzare.
Male che vada l’esercito di riserva del lavoro è già disponibile.
“Ma cosa cax fa la guardia di finanza?” Va bene!
Mentre il solo immaginare che degli “ex lavoratori” debbano pensare di rinunciare a parte di ciò che chiamiamo diritti acquisiti (mi riferisco alle pensioni retributive percepite con 40 e oltre anni di contributi) solo perché ora non si è capaci di ribaltare il tavolo, lo lascerei perdere.
Che lavoratori e pensionandi attuali abbiano più problemi che nel passato questo è sotto gli occhi di tutti.
Io cercherei di capire da dove si originano questi problemi prima di immaginare l’indire una possibile guerra tra lavoratori; questo perché ciascuno di noi avrebbe sempre una sua personale risposta , come personale sono le molte proposte pensionistiche che qui postiamo.
Le riporto un virgolettato, a mio parere chiarificatore, tratto da una raccolta di articoli contenuti nel libro “Prediche nel deserto” di P. Barnard. Pag. 277 (Operai siete dei polli).
“ i lavoratori ben pagati sono forti, acquisiscono pretese. I malpagati e i precarizzati sono invece deboli, spaccano i sindacati, e le grandi industrie fanno più profitti, ed esportano di più ”.
“Se poi esse licenziano, gli Stati s’indebitano con la Cassa Integrazione e altri ammortizzatori, e se si indebitano devono poi privatizzare i beni pubblici per pagare i debiti, e se privatizzano lo faranno a prezzi stracciati perché sono indebitati, e se i prezzi sono stracciati gli investitori compreranno a due soldi aziende e infrastrutture, poi licenzieranno e la ruota torna a giare su se stessa, con alla fine sempre tu, operaio a pagare il prezzo di tutto”.
Se è interessato all’intero articolo (risalente al 2011), digitandone il titolo lo troverà in diversi siti on line, e così troverà ben spiegata una, tra le molte, personali spiegazioni di quanto accade e non per la sola colpa del lavoratori.
PS. In questi giorno stanno parlando di intervenire sul cuneo fiscale (meno tasse da parte dello Stato) per lasciare più soldi in busta, tutto senza infierire sulle imprese.
Siamo certi che poi non ci chiederanno di pagare la sanità come avviene in altri stati europei?
Saluti.
Caro Wal52,
hai scritto molte cose interessanti, ma penso tua abbia frainteso la guerra tra i poveri che mi attribuisci.
Non penso che rimodulare le pensioni retributive, ancora oggi persone di mia conoscenza vanno in pensione con redditi praticamente pari allo stipendio, o tagliare, come evidenziato, le baby pensioni (mi pare oltre mezzo milione di pensionati) o le pensioni d’oro sia una guerra tra poveri. Pensioni senza alcun versamento contributivo hanno senso, la cosa che non riesco tollerare è che io dovrei lavorare fino a 67 anni (47 di contributi) e tutelare chi la pensione la prende da 50 anni e magari senza aver mai versato? Qualcuno mi sa spiegare a fronte di contributi bassi o inesistenti come facevano a vivere queste persone senza reddito?
Scusa ma non vorrei mai arrivare alla guerra tra poveri, ma penso sia innegabile che ci siano molti privilegi che pagano gli ultimi sfigati. Ecco una limatina a questi privilegi ci potrebbe stare.
Poi sono il primo a dire che i soldi si trovano anche in altri capitoli di spesa, basta volerlo.
Io ho 38 anni di contributi e ad agosto faccio 60 anni di età anagrafica posso andare in pensione grazie.
La GdF, essendo ormai noto e pubblico che l’evasione è stratosferica, omette atti dovuti con conseguente danno all’erario. Basta vedere come dici tu “…redditi inesistenti o ridicoli e qualità della vita alta…”. Ovvero si inizi a censire i livelli di qualità di vita ed a verificare la congruenza dei redditi dichiarati. Poi non mi addentro tanto ne sai sicuramente più tu e la GdF.
QUOTA 41 senza limiti di età è un diritto per tutti i lavoratori.
I contributi noi li abbiamo versati!
Ludovico
pronto a scendere in piazza, già 41 son troppi
ma caro amico i sindacati trovano comodo tutelare chi i diritti acquisiti li ha maturati e lasciare nella cacca tutti gli altri.
Io non ho più tessere, più fiducia in nulla.
Nessun evidenzia che dal 2026 decade la possibilità della pensione anticipata, nemmeno l’INPS che propone la simulazione anche oltre tale anno.
mi sa che ci prendono per i fondelli in tanti
secondo voi un pendolare impiegato o operaio che si laza alle 6 e si fa 50 e 60 km ar al gg stando fuori 12 ore per 43 anni è considerato un lavoratore privilegiato non usurato ????? le commissioni non servono a nulla perche i politici non sanno nulla del lavoro reale !!!!!
👍
Io sono un pendolare operaio che si fa 300 km al giorno alzandomi alle4,30 del mattino e rientro a casa alle19,00 di sera se tutto va bene, più una figlia disabile da accudire, ho 60 anni e 38 di contributi, quanto potrò tirare avanti in queste condizioni? Ditelo alla Fornero . Che ha fatto una legge ingiusta e vigliacca.
Sono nata nel 1961 a novembre 2023 farò 41 anni e 10 mesi di contributi, posso andare in pensione 1 dicembre 2023. Grazie
rosa, vorrei dirti di si ma dimentichi un particolare: esistono le porte e purtroppo esistono anche le finestre di 3 mesi, personale scolastico no ma ha solo una data 31 agosto; comunque un patronato ti può dare certezze superiori; forza e coraggio saluti a te e ai gestori del sito
Far versare i contributi anche alla forza robotica, visto che questi hanno sostituito in certi campi la quasi totalità del lavoro manuale umano, penso che sia un punto di forza per poter ottenere l’uscita con 41 anni di contributi senza limiti di età.
Grazie al dott.Perfetto che sostiene i lavoratori in direttiva di pensione. Non si può lavorare una vita.
Michele
Purtroppo queste commissione di esperti non sono esperti in quanto non sanno cosa vuol dire essere usuranti…. basterebbe che venissero a fare una settimana di prova io parlo del mio settore macchinista delle ferrovie e si accorcerebbero cosa vuol dire fare un lavoro usuranti con alzate alle 330 di mattina o saltare il pranzo o la cena o finire alle 2 di notte…etccc quindi di che cosa parliamo se questi “esperti” non sanno cosa vuol dire fare determinati lavori
Cordialmente Donato
donato purtroppo per te le leggi sono cambiate in peggio; non ho fatto il macchinista delle ferrovie ma ho un amico d’infanzia che ha fatto questo lavoro per cui posso parlare a ragion veduta; i vecchi macchinisti e il mio amico ha 65 anni avevano un abbuono di 1 anno ogni 10; però poi è arrivata la legge Fornero; è riuscito ad andare in pensione se non ricordo male nel 2016 ; ha fatto però il genio ferrovieri e anche in quella fase gestivano la tratta Chivasso Aosta; forza e tieni duro; in bocca al lupo saluti a te e ai gestori del sito
Dal momento che siamo in tema, vorrei agganciarmi ad un’osservazione della Prof.ssa Fornero riportata nell’articolo a firma di Stefano Rodinò pubblicato il 4 luglio 2022 col titolo “Riforma Pensioni 2023, parla Elsa Fornero: ‘Flessibilità solo con il contributivo puro’”.
La Prof.ssa Fornero afferma: “Le uniche misure di flessibilità sostenibili sono quelle che prevedono un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno”.
A mio avviso, la flessibilità che si ottiene con il ricalcolo interamente contributivo dell’assegno è molto “debole” e favorisce solo chi ha salari medio-alti. Inoltre, si può diluire l’assegno quanto si vuole, anche introducendo forti penalità e trascurando il fatto che si andrà in pensione con un importo assai misero, ma se non c’è il lavoro che alimenta il versamento dei contributi con cui finanziare le pensioni, anche la flessibilità verrà gradualmente prosciugata.
L’elemento cruciale su cui occorre concentrarsi è aumentare il volume dell’occupazione.
La flessibilità di “andare in pensione quando si vuole” la si ottiene aumentando i volumi dei contributi. I volumi possono essere aumentati in due modi: aumentando l’occupazione umana (abbiamo un grosso bacino da cui potere attingere, circa tre milioni di italiani senza lavoro), oppure facendo versare i contributi alla forza lavoro robotica.
Pensare solo in termini monetari, ovvero solo in termini di sostenibilità finanziaria della Previdenza e del Bilancio dello Stato, potrebbe essere fuorviante e farci incamminare per una strada senza uscita.
Occorre pensare più in termini fisici, che in termini monetari, più in termini di lavoratori: se c’è un lavoratore che va in pensione, dovranno esserci due nuovi lavoratori in più che entrano nel mondo del lavoro (o un robot che lavori per due, per tre, per quattro persone e che versi i contributi per due, per tre, per quattro persone).
Senza questo caposaldo non c’è modo di realizzare alcuna Riforma Pensioni.
Sempre nell’articolo citato a firma di Rodinò, la Prof.ssa Fornero afferma: “non serve una controriforma”.
La Prof.ssa Fornero ha perfettamente ragione, non serve una controriforma. La Riforma Fornero è perfetta. Se così non fosse, non sarebbe duranta così a lungo. Ma nessuno ha ancora compreso che la Riforma Fornero (in quanto perfetta) contiene già in sé anche il suo miglioramento: lasciare andare in pensione i lavoratori anziani aumentando i versamenti dei contributi attraverso il versamento di imposta sul reddito da lavoro prodotto dagli automi.
Prima o poi si arriverà a questo. Ne sono ultraconvinto. E’ una necessità necessaria che in Economia Digitale venga contemplata la forza lavoro digitale (robotica) assieme alla forza lavoro umana tradizionale, proprio come in Economia Digitale è una necessità necessaria che venga contemplata la moneta digitale (l’euro digitale che sta studiando la BCE) assieme alla moneta tradizionale (l’euro cartaceo).
Dott. Perfetto, lei ha assolutamente ragione! Il problema è che in Italia gli economisti (ma è così in tutti i campi) sono in maggior parte come la Prof.ssa Fornero, ancorati a teorie e ad una visione dell’economia novecentesca. E’ proprio questa gerontocrazia che non lascia spazio a favore di economisti più giovani in grado di introdurre finalmente visioni innovative. Occorre dare più spazio ai giovani!
E’ certo che oggi il problema sia questo!
Leggevo in questi giorni un articolo su la Repubblica “Il denaro facile ha allargato i divari, prepariamoci a guerre civili e globali”.
https://www.repubblica.it/economia/2022/06/15/news/ray_dalio_prepariamoci_a_guerre_civili_e_globali-354093962/
Certo sarebbe meglio parlare di Robotica e di teorie economiche pensate da giovani menti magari sul come salvare le nostre e le loro pensioni; ma qualcuno inizia a vederci qualcosa di peggio in arrivo e i fatti che viviamo da inizio anno sembrano confermarlo.
Speriamo che l’articolista o, meglio, il suo intervistato si sbagli e che ci si debba limitare a discutere di drammi minori come le perdite d’impiego e di diritti causati dalla robotica … poi si sa, forse e per l’ennesima volta, sarà questa imputridita spesa pubblica ad essere chiamata a salvarci per l’ennesima volta.
dott. Perfetto, chiarissimo il concetto; ma Draghi li capisce questi concetti? se ha nominato la Fornero sua consulente mi sa tanto che è lontano anni luce da questi concetti; speriamo che qualcuno glielo faccia capire altrimenti siamo…………………………………………..; saluti a lei e ai gestori del sito
Mi sembra giusto dott.Perfetto far pagare i robot , tuttavia l’azione a mio avviso andrebbe accompagnata ad un cambio sostanziale anche del metodo usato per il sistema pensioni.
Dovrebbe essere a capitalizzazione .
Se lavoro, mi pago i contributi della mia pensione.
Questo attuale sistema a ripartizione non lo vedo più adattabile alla nostra epoca e sicuramente nel futuro.
Lei scrive infatti” ma se non c’è il lavoro che alimenta il versamento dei contributi con cui finanziare le pensioni, anche la flessibilità verrà gradualmente prosciugata.”
Portato al limite il sistema, non mi sembrerebbe giusto parlare di “pensioni” in un mondo dove 1 milione di robot lavorano e un milione di persone se ne stanno a casa.
I contributi dei robot dovrebbero essere usati per l’assistenza e per far trovare lavoro a chi non lo ha o lo ha perso.
Il mondo lo vedo in futuro certamente pieno di robot ma lo vedrei anche e ancora fatto per far lavorare le persone, occupandole mentalmente e fisicamente, magari con altri modi, giornate lavorative rispetto all’attuale regolamentazione del mondo del lavoro.
Quelli che potranno lavorare, perchè non sostituiti dai robot, si pagheranno i contributi per il proprio futuro, decidendo la propria flessibilità entro una cifra minima di sostentamento che permetta di vivere per gli anni che rimangono.
Mi perdoni dottor Perfetto faccio mie le sue due frasi “Occorre pensare” mi spiace ma questi benpensanti non ne hanno la capacità occupano certe posizioni per un qualcosa che va molto al di là della meritocrazia e che non posso scrivere per evitare possibili querele la seconda”la riforma Fornero è perfetta” Si per fare cassa o macelleria sociale sarebbe più corretto definirla così basterebbe essere meno ipocriti e affermare che del popolo a chi governa non interessa anche perché questi raccomandati non sono in grado di creare occupazione in quanto non in grado di svolgere certe funzioni. Ne vedremo delle belle caro dottor Perfetto ma questo da persona colta come lei è non ha bisogno del sottoscritto per ricordarglielo. Mettiamoci il cuore in pace si lavorerà sono a settant’anni e oltre creando danni incalcolabili al paese.
Gent. dot. Perfetto mi sfugge sicuramente un passaggio , se ritiene mi chiarisca. Se un lavoratore va in pensione ne occorrono 2 che entrino. Ma parecchi dal contenitore pensionati escono e guardando i manifesti poco lontano dal mio ufficio anche ad età piuttosto distanti dall’aspettativa.
Sig. Stefano 1961, facciamo il ragionamento più semplice che esista.
Vi è un’isola abitata da due sole persone: 1 lavoratore e 1 pensionato.
Il lavoratore produce cibo e vestiario per sé e per il pensionato (che non produce nulla).
Se il solo lavoratore esistente va in pensione, avremo zero lavoratori e 2 pensionati.
Per poter “mantenere” i 2 pensionati, occorrono 2 lavoratori che producono cibo e vestiario per sé e per i 2 pensionati. Perciò, se 1 lavoratore va in pensione, divenendo pensionato, occorre 1 lavoratore che rimpiazzi il lavoratore andato in pensione più 1 lavoratore che mantenga il lavoratore appena pensionatosi.
Se non si interviene nella creazione di nuovi posti di lavoro, la sola cosa che si può fare è di mantenere i lavoratori più a lungo al lavoro.
E’ vero che alcuni pensionati escono dal “contenitore” pensionistico, perché muoiono; ma escono più lentamente dal contenitore rispetto a quanti ne entrano nel contenitore. Se così non fosse, non ci sarebbe il “problema” pensioni.
Per poter bilanciare il flusso di lavoratori entranti nel contenitore pensionistico con il flusso di pensionati uscenti dal contenitore pensionistico (perché muoiono), occorre ritardare l’entrata dei lavoratori nel contenitore. Ovvero, occorre aumentare l’età per andare in pensione.
Ogni lavoro può essere usurante; chiedere a chi fa front office nel pubblico o nel privato da oltre 30 anni, con davanti persone che cambiano continuamente ma hanno la comune caratteristica di essere incaz..ti con la struttura che tu rappresenti. Occorre assolutamente flessibilità in uscita.
Come un insegnante di scuola media con classi di alunni nell’età più complicata!!! Non è lavoro usurante no? Tutti i lavori diventano usuranti dopo i 60 anni!!!
maria flora; ricordo tantissimi anni fa che, parlando con una collega, venne fuori il discorso delle età dei ragazzi e lei insegnava alle superiori; mi disse: ma chi te l’ha fatto fare a insegnare alle superiori? io risposi: non avevo scelta: dopo 13 anni di sostegno alle medie quella era l’opportunità e solo quella;
ricordo sempre la frase: mille volte meglio le medie delle superiori; e comunque alla fine mi mancheranno i ragazzi ora che finisco ma la pensione la vedrò nel 2027; forza e coraggio e tieni duro; saluti a te e ai gestori del sito