Le ultime novità sulle pensioni di oggi 1 luglio 2019 riguardano un nuovo scontro tra Ensarco ) (Ente nazionale di assistenza per gli agenti e i rappresentanti di commercio) e la Federcontribuenti. Quest’ultima ha lanciato nei giorni scorsi una proposta per riformare l’Ensarco e non penalizzare più chi versa soldi in questa cassa previdenziale senza ottenere nulla in cambio e ha chiesto la riduzione da 20 a 5 anni dei minimi contributivi per ottenere la pensione . Nella giornata di oggi tramite un comunicato l’Ensarco ha replicato e spiegato la sua posizione.
Ultime novità Pensioni oggi 1 luglio: le richieste della Federcontribuenti
In Breve, la Federcontribuenti nel suo appello ha chiesto di cambiare l’Ensarco con parole piuttosto dure: “La previdenza Enasarco, in Italia rappresenta un caso unico di ingiustizia nell’ambito previdenziale. Nessuno altro ente di previdenza complementare è obbligatoria tranne l’Enasarco e così, i rappresentati e gli agenti di commercio sono obbligati a versare i contributi verso due enti, l’Inps e l’Enasarco senza però avere garanzie da quest’ultima rischiando di pagare contributi a fondo perduto. Succede che un lavoratore dopo aver versato 19 anni di contributi Enasarco non se li veda riconosciuti ai fini pensionistici”. Infatti servono 20 anni per maturare il diritto alla pensione assieme al raggiungimento dell’età pensionabile”.
Poi conclude: “Perche’ chi ha versato anche oltre 15 anni di contributi Enasarco alla fine deve perdere tutto? Perché la somma versata non può confluire all’INPS? Questa truffa nei confronti di chi ha lavorato e versato puntualmente – un minimo di 434 euro di contributi annui – deve finire”. Vediamo ora la risposta arrivata oggi.
Pensioni 1 luglio 2019 ultime novità da Ensarco: la risposta alla Federcontribuenti
La replica è prontamente arrivata tramite un lungo comunicato stampa che ci è stato inviato, in cui l’Ensarco spiega la sua posizione: “Informiamo i lettori che la stragrande maggioranza delle questioni sollevate non sono in alcun modo di competenza della Fondazione Enasarco, riguardando esclusivamente aspetti fiscali o sindacali, come ad esempio la proposta di adeguamento di provvigioni minime reali o la previsione di un reddito minimo annuo garantito per l’iscrizione all’Ente. In altri casi si tratta di aspetti già disciplinati dalla legge o dalla Fondazione in maniera analoga a quella auspicata dal “manifesto” come ad esempio la parificazione dei poteri ispettivi tra funzionari Enasarco e ispettori INPS o le sanzioni per periodi di prova usati per eludere la contrattualizzazione.
Riguardo invece la proposta di ricongiungere la contribuzione Enasarco con quella INPS, si rinvia all’attuale normativa nazionale, che consente la totalizzazione ed il cumulo solo per i versamenti contributivi non coincidenti. Tale requisito, per i contributi Enasarco, non può mai concretizzarsi, stante l’obbligo ex lege di doppia contribuzione. Non riteniamo di dover commentare invece la proposta di riduzione da 20 a 5 anni dei minimi contributivi per l’ottenimento della pensione.
Quanto infine alla questione dei “silenti”, la Fondazione Enasarco è già intervenuta per introdurre, in presenza di determinati requisiti, misure specifiche in favore di chi non ha raggiunto i 20 anni di contributi, ma l’Ente non potrà mai intervenire in contrasto con i principi di solidarietà e sostenibilità, posti a tutela di tutti i contribuenti e richiesti dalla legge”. Il comunicato ufficiale è molto lungo e continua entrando nel dettaglio punto per punto. Per chi fosse interessato ad approfondire, qui trovate il comunicato completo.
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questi sono i soliti accordi politici fatti a suo tempo in un’ Italia che doveva dare il massimo contributo allo sviluppo economico di questo Paese…
Invece cosa succede anche nei nostri giorni…si ripetono le stesse concessioni senza controllare eventuali anomalie ai danni di tanta gente…
Paolo
Solo in Italia penso possa accadere una cosa del genere. Non ho parole ma ritengo che L Italia non abbia un grande futuro se le istituzioni permettono una cosa del genere. Per questo motivo si va a votare sempre di meno in quanto rassegnati
Sono d’accordo con quanto detto da Ferdinando. In Italia il diritto alla pensione per poter avere indietro i propri soldi versati con tanta fatica è puramente UTOPIA. Ho 67 anni con 20 anni di contributi ma non posso neanche richiedere la PENSIONE ANTICIPATA in quanto non raggiungo QUOTA 92. Devo aspettare di compiere 70 anni per fare domanda di Pensione Anticipata con la decurtazione del 5+5% per i due anni di anticipo. Tutto ciò è un SOPRUSO. Questa è DEMOCRAZIA?!
Sicuramente, oggi piu’ che mai, le pensioni integrative sono utili e, spesso, per i nostri giovani, rappresentanto l’unica alternativa praticabile per arrivare ad un importo pensionistico che non li costringa ad una vecchiaia di miseria. Cosa di cui tanti di questi giovani non sono ancora consapevoli. L’Enasarco offre una pensione integrativa che affianca i contributi Inps obbligatori dell’agente e rappresentante di commercio. In pratica e’ un doppione dell’INPS. Ma allora perche’ non accrescere gli importi obbligatori da versare all’INPS e rendere facoltativa l’adesione a questo Ente di tutti gli agenti e rappresentanti di commercio? Perche’, al limite, non sostituire l’Enasarco, eliminando il suo obbligo di versamento dei contributi, con ulteriori vantaggi sui piani pensionistici bancari o postali privati? Questi ultimi, quanto meno, non si possono disperdere nelle vicende impreviste della vita; saranno tutti tuoi per sempre, fino all’ultimo centesimo e, anzi, fruttano interessi e determinano, fino al massimale di circa 5.140 euro l’anno, un credito annuo verso l’Erario di circa il 24% di tale importo. Ricordo, per chi non lo sappia, che per molti professionisti non esiste l’obbligo di iscrizione all’Enasarco, se il mandato non comprende la chiusura e stesura di ordini di acquisto ma solo la promozione e la propaganda dei prodotti del preponente “fonte Enasarco”. Un esempio sono gli Informatori Scientifici del Farmaco a P.IVA.