Riforma pensioni, ultim’ora: il Mes mette davvero a rischio quota 100?

Riceviamo e pubblichiamo la disamina precisa e puntuale di Claudio Maria Perfetto, esperto previdenziale che da tempo si presta a scrivere articoli per il nostro sito oltreché per il Valore Italiano e per Adnkronos. Oggi le sue considerazioni riguardano la possibilità che il MES, Meccanismo europeo di stabilità, possa mettere a rischio, dunque interrompere prima della naturale scadenza fissata al 31/12/2021, la misura di uscita anticipata quota 100.

Un timore questo che molti lavoratori hanno, sebbene in fondo confidino che la quota 100, a detta loro unico spiraglio di luce per i lavoratori più anziani prossimi alla quiescenza, a fronte soprattutto del nuovo contesto economico determinatosi a seguito della pandemia Covid 19, resti intoccabile. Eccovi le sue considerazioni.

Se L’Italia accetta il Fondo Salva-Stati alle attuali condizioni quota 100 scomparirà

Il Mes è il Meccanismo europeo di stabilità conosciuto anche col nome di Fondo Salva-Stati. È un’organizzazione creata nel 2012 con lo scopo di aiutare i Paesi dell’eurozona in difficoltà economica.
La Grecia ha fatto ricorso al prestito Salva-Stati; per riceverlo ha dovuto accettare le condizioni espresse nelle “Policy conditions attached to loans”: (i) tagliare la spesa pubblica attraverso la riduzione dei costi della pubblica amministrazione per migliorarne l’efficienza; (ii) aumentare i profitti attraverso le privatizzazioni; (iii) riformare le tasse; (iv) ricapitalizzare le banche.

Detto in altri termini, le condizioni erano: (i) tagliare gli stipendi degli statali, le pensioni e la sanità; (ii) vendere ai privati il patrimonio dello Stato (imprese e immobili); (iii) aumentare le tasse; (iv) dare i soldi alle banche. Il controllo del rispetto delle condizioni avveniva sotto la sorveglianza della “Troika” (termine russo che significa “terzetto”): Commissione europea, Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale.
Qualora l’Italia fosse disposta ad accedere al Fondo Salva-Stati alle attuali condizioni (che sarebbero le stesse condizioni accettate a suo tempo dalla Grecia) sarà inevitabile che Quota 100 scompaia assieme al Reddito di cittadinanza, misure che venivano osteggiate già nel 2018 dai “falchi” dell’eurozona (tra cui Austria e Olanda) perché avrebbero fatto aumentare il debito pubblico italiano. Per tale motivo i falchi avevano l’intenzione di chiedere che venisse avviata nei confronti dell’Italia la procedura di infrazione.

L’Italia ritiene il Mes uno strumento non adeguato per fronteggiare i problemi legati all’emergenza Covid-19, problemi che riguardano peraltro tutti i Paesi dell’eurozona e non solo l’Italia. L’Italia propone quindi di utilizzare il Mes in modo differente da come è stato concepito.

Riforma Pensioni e Mes, regole light: quota 100 fino a fine 2020

Attingendo ai fondi del Mes (700 miliardi di euro) ma senza le rigide condizionalità che lo caratterizzano. Dal canto suo l’Olanda sarebbe favorevole all’utilizzo del Mes (come è strutturato oggi) con condizioni light, ovvero: concessione di una linea di credito senza le attuali stringenti condizionalità, purché i soldi vengano spesi per l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus (ovvero per gli ospedali e per le cure); ma con le attuali stringenti condizionalità qualora i soldi venissero destinati per spese differenti da quelle sanitarie per l’emergenza.

Con il Mes light è possibile che il Reddito di cittadinanza non venga toccato (già ora il Governo è nelle condizioni di dover sostenere le famiglie con erogazioni extra), mentre per Quota 100, se si riconoscerà l’esigenza di reperire fino all’ultimo euro per distribuire aiuti a famiglie e a imprese, si potrebbe decretarne lo stop già alla fine del 2020.

Riforma Pensioni novità: Quota 100, sopravviverà con l’autofinanziamento

Ci sarebbe una terza possibilità, una terza via, alternativa al Mes rigido e al Mes light : quella dell’autofinanziamento, realizzabile trasformando il patrimonio immobiliare dello Stato in moneta digitale di Stato (gestita dalla Cassa depositi e prestiti) circolante solo in territorio italiano e parallelamente all’euro. In tal modo l’Italia non avrà la necessità di chiedere prestiti al Mes, o alla Bce, o ai mercati internazionali.

L’autofinanziamento permetterà di fronteggiare l’emergenza sanitaria e di sostenere la ripresa economica, e sarà alla base della riforma delle pensioni senza la quale la ripresa economica non potrà avere corso.
La ripresa economica sarà lenta, a livello nazionale e internazionale, e questo comporterà un aumento del tasso di disoccupazione causato dalla perdita del lavoro per la chiusura di aziende e la riduzione della produzione, dal rientro in patria di giovani che hanno perso il lavoro all’estero, dalla permanenza in patria di giovani che non troveranno lavoro all’estero. Occorrerà favorire gli investimenti pubblici e l’occupazione (frenando la disoccupazione) per sostenere consumi e produzione, e ciò potrà avvenire favorendo il ricambio generazionale: occorrerà tener conto che andranno implementate soluzioni con tecnologie digitali il cui sviluppo ha avuto in questi ultimi tempi un’accelerazione senza precedenti (smart working, tele-scuola, robotica negli ospedali) e per le quali è più indicato l’impiego di trentenni che di sessantenni.

Per accelerare il ricambio generazionale occorrerà estendere Quota 100 a chi ha 57 anni e abbassare l’età di vecchiaia da 67 a 65 anni (forse meno), permettendo di andare in pensione a 65 anni senza altre condizioni. Oltre alle tre ipotesi fatte ve n’è una quarta: non ci sarà ricorso al Mes e, quindi, Quota 100 non è a rischio.

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13 commenti su “Riforma pensioni, ultim’ora: il Mes mette davvero a rischio quota 100?”

  1. Sono nella stessa condizione del Sig. Fanzini.
    Secondo me INPS avrebbe anche il vantaggio di incassare prima contributi che comunque pagherà dopo.
    Non sono un attuario ma mi sembra uno scambio equo.

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  2. Toccare quota100 significa distruggere tante famiglie che hanno lasciato il lavoro per questa legge che scade nel 2021.assurdo solo a pensare

    T

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  3. Buongiorno, bisognerebbe fare la pace contributiva lo stato incasserebbe parecchi soldi SONO DISPONIBILE a VERSARE subito i miei BUCHI CONTRIBUTIVI ma le leggi attuali non me lo permettono È una grande ingiustizia non aver concesso la pace contributiva anche a chi ha iniziato a lavorare prima del 1996. I quali, indipendentemente dalla propria volontà, si trova con buchi contributivi, e con sacrifici, si sarebbero potuti riscattare ho 34 anni di contributi più 5 anni di buchi contributivi, ho fatto un calcolo molto approssimativo basandomi sulla pace contributiva post 1996 dovrei versare dai 30.000 ai 35.000 € in più devo lavorare ancora 5/6 anni Ho iniziato a lavorare a 14 anni nelle imprese edili (a Genova) che utilizzavano molti lavoratori non in regola, la pace contributiva mi permetterebbe di andare in pensione a 62/63 anni anzichè a 67/68 anni, non voglio morire sul lavoro Grazie Cordiali Saluti Mauro da Genova

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  4. Condivisibile al cento per cento e mi chiedo come mai la conoscenza di persone come il sig.Perfetto non venga utilizzata a livello governativo.
    Probabilmente si esprime con troppa chiarezza e semplicita’ in materia pensionistica.
    Ancora grazie per i suoi articoli e grazie a pensionipertutti per riportarle.

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  5. Occorre mettere bene in chiaro che se salta Quota 100 a piangere non saranno solo gli aspiranti quotisiti.
    Ricordiamo anche le altre misure punitive imposte a suo tempo alla Grecia in campo pensionistico:
    – severa penalizzazione delle pensioni erogate prima del compimento dei 55 anni di età dei loro titolari, a prescindere dall’importo
    – taglio del 20% delle pensioni superiori a 1200 euro lordi mensili
    – ulteriore prelievo per contributo di solidarietà alle pensioni eccedenti determinati importi.
    Quindi, vedete bene come siamo tutti sulla stessa barca…..

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    • Molti quota 100 su quella barca non ci sono già più. A meno che non si cambi la costituzione italiana, i diritti acquisiti sono inviolabili, lo ha già pronunciato la corte costituzionale. Comunque se dobbiamo proprio piangere, mi sembra giusto che piangiamo tutti insieme. O qualcuno vuole piangere di meno ? Già vi sento ululare: ” Ma noi avevamo il diritto di quota 100 !! Se volete colpire qualcuno colpite quelli che andranno in pensione dal 2022″ Eh no, quella barca deve contenere tutti, ma proprio tutti.

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  6. Il M5S ha detto che non firmeranno mai per un ricorso al MES e questa è la miglior garanzia senza contare poi che sia il reddito che quota 100 erano punti del loro programma

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    • FRANCO, mi meraviglio che ascolta ancora questa gentaglia, oggi ne dicono una e ieri l’hanno cambiata ( ne abbiamo prove a iosa ). I punti fermi sono i loro stipendi, altro vi è l’ignoranza elevata alla terza. Comunque vedo che penda ancora dalle loro labbra. Buona fortuna.

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