Riforma Pensioni quota 100, ultime news, Brambilla: ‘In arrivo una Fornero bis’

Il futuro della quota 100 ed in generale delle pensioni è sempre più incerto, e tra fake news e riforme si fa fatica a capire cosa succederà dopo il 2021. Alberto Brambilla, presidente del centro studi e ricerche Itinerari previdenziali ha ribadito in un’intervista al quotidiano ‘La Verità’ il rischio che nei prossimi anni possa esser fatta una riforma ancora più dura di quella che fu la Fornero. Inoltre Brambilla smentisce la notizia uscita ieri del sorpasso in Italia dei pensionati rispetto ai lavoratori attivi. Su questo punto è intervenuto per fare chiarezza anche Roberto Ghiselli della CGIL che parla di notizia totalmente falsa.

Pensioni 2020 e quota 100, Brambilla teme una riforma più dura della Fornero

Brambilla come prima cosa nell’intervista smentisce i dati sui pensionati e sui lavoratori forniti dal CGIA di Mestre: “Affermare che i pensionati hanno superato i lavoratori attivi è una fake news. I lavoratori dipendenti erano nel 2019 23 milioni e mezzo contro 16 milioni e 200.000 pensionati. E’ vero che a causa del Covid il numero dei dipendenti è un po’ calato e che per effetto di Quota 100 il numero dei pensionati è invece lievemente cresciuto, ma siamo a 22 milioni e 400.000 lavoratori contro 16 milioni e 400.000 pensionati. E comunque chi è uscito dal lavoro con quota 100 con un anticipo di due anni poi non peserà sulle prossime statistiche. Il rapporto tra pensionati e lavoratori attivi si è un po’ deteriorato, ma da qui a dire che c’è stato il sorpasso ce ne corre. Bisogna stare però attenti a cosa succederà nei prossimi mesi”.

Brambilla riferendosi alla cassa integrazione dice: “Mi preoccupa che ci bruciamo 4 miliardi ogni mese e credo che si stia buttando molto fumo negli occhi per far dimenticare che stiamo spendendo montagne di quattrini in assistenzialismo puro. Se quei soldi venissero investiti nel creare posti di lavoro l’argomento pensioni perderebbe qualsiasi forza propagandistica.

Infine sulla riforma delle pensioni Brambilla dice la sua: “I penso che dovremmo premiare chi resta a lavoro più a lungo. Con l’allora ministro Roberto Maroni facemmo il super bonus e sarebbe ora di riprovarci. Ma non si può pure penalizzare chi vuole andarsene. Invece mi pare sia in arrivo una Fornero bis ancora più dura”. Come se ne esce?: “Dicendo la verità e smettendo di giocare con le pensioni e creando occupazione. Se continuiamo con l’assistenzialismo e a far circolare notizie che spaventano l’Europa rischiamo sul serio” conclude Brambilla.

Riforma Pensioni 2020 ultime novità: Ghiselli (CGIL) contro le Fake news

Oltre a Brambilla, anche Roberto Ghiselli, segretario confederale della CGIL è intervenuto per commentare i dati dell’ufficio studi della CGIA di Mestre: “È del tutto priva di fondamento l’affermazione per cui il numero di pensionati in Italia a maggio avrebbe superato il numero dei lavoratori occupati. I pensionati italiani sono poco più di 16 milioni, gli occupati, come gli ultimi dati Istat rilevano, oltre 23 milioni. E questo anche considerando l’impatto di Quota 100 – le circa 150 mila pensioni liquidate nel 2019 sono state la metà di quelle previste – e il calo delle persone occupate registrato negli ultimi mesi a causa del Covid 19“.

Ghiselli inoltre mette in mostra dati che spiegano la tenuta del sistema previdenziale italiano anche nei prossimi anni: “La verità è un’altra. Pur considerando gli effetti ancora incerti, nella durata e nell’intensità, di questa crisi, il sistema previdenziale italiano è più che in equilibrio e lo sarà anche nei prossimi anni, confermando nel 2035, secondo le previsioni della Ragioneria Generale dello Stato, la stessa incidenza sul Pil del 2020. Fra l’altro, come si evince dal Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2020 della Corte dei Conti – prosegue – rispetto alle previsioni dei documenti ufficiali dello Stato del 2015 la spesa pensionistica nel 2019 è stata inferiore di 8,806 miliardi, l’età media di pensionamento è aumentata dai 61,1 anni del 2011 ai 63,9 del 2019 e il numero annuo di pensionamenti è passato dai 425 mila del triennio 2008-11 ai 363 mila del triennio 2016-18“. Dati che secondo Ghiselli: “Rafforzano la richiesta del sindacato al governo di riaprire il tavolo per una riforma previdenziale basata su maggiore flessibilità in uscita, sul riconoscimento del lavoro gravoso, di cura e delle donne, sulla tutela dei lavori poveri e discontinui.

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12 commenti su “Riforma Pensioni quota 100, ultime news, Brambilla: ‘In arrivo una Fornero bis’”

  1. io il prossimo anno farò 62 anni di età e 40 di contributi. Non ho idea di come andrà a finire tutto il sistema paese italia. Ho già comunque deciso che quota 100 o non quota 100 e forse 1000 euro scarsi di pensione non mi interessa. Il prossimo anno io mi licenzio, non ne posso più. Andrò a fare il barbone, andrò a mangiare alla caritas. NON NE POSSO PIU’.
    credo che un essere umano a 62 anni di età non possa più fare lavori con grosso impegno fisico e mentale. puoi fare il politico, il sindacalista, se sei bravo l’artista. non certo in fabbrica alla catena di montaggio o su una ambulanza o in un reparto ospedaliero.
    Ci aspettano anni di vacche anoressiche (più che magre) tanti auguri

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  2. Ma se vogliamo far lavorare i giovani raggiunto una certa età si deve abbandonare il lavoro, poi non mi venite a dire che c è il calo demografico e non si fanno figli….

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  3. Tagliare lavoratori statali,ridurre forze armate,eliminare missioni all’estero,non mantenere immigrati clandestini, eliminare sprechi vari,eliminare reddito cittadinanza,disoccupazione programmata ,ed eventualmente far lavorare i disoccupati in lavori sociali in modo che producano servizi,senza andare oltre…..e potremo andare in pensione regolarmente e non con leggi vessatorie.ultima cosa che forse non sapete:la legge fornero non vale x militari,forze dell’ordine,pompieri finanzieri,ecc. Loro vanno in pensione con 35 anni di contributi,oppure ª scelta…….serena giornata

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  4. Sarebbe ora di fare chiarezza ,paghiamo esperti per fare cosa? A sessanta anni la gente deve andare in pensione,con 60anni e 40 di lavoro,poi se vogliono restare a lavorare ok, ma deve essere una scelta.una cosa molto brutta è il pagamento della liquidazione si deve aspettare 24 mesi ma siamo pazzi sono i nostri soldi già versati,secondo me è è anticostituzionale.

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  5. Riporto uno stralcio dell’articolo che ritengo condivisibile e dai cui partire per formulare il mio pensiero sulla futura riforma pensionabile. “Brambilla dice la sua: “Io penso che dovremmo premiare chi resta a lavoro più a lungo. Con l’allora ministro Roberto Maroni facemmo il super bonus e sarebbe ora di riprovarci. Ma non si può pure penalizzare chi vuole andarsene.”
    Aggiungo anche che con il covid la speranza di vita media si è certamente abbassata e quindi qualsiasi misura futura ne debba necessariamente tenere conto. Sappiamo bene che nulla cambierà fino a dicembre 2021, ma da gennaio 2022 bisognerà certamente trovare una misura che consenta ai lavoratori che hanno un numero elevato di anni di contribuzione di andarsene senza essere in alcun modo penalizzati e ormai la quota 41 mi pare già superata per via dell’aspettativa di vita che come detto poc’anzi si è certamente ridotta, ora sarebbe più opportuno una quota 40 o addirittura 39. Anche la flessibilità in uscita, nell’era pre-covid ipotizzata a 62 anni ora è superata e dovrebbe essere prevista a 60 anni. Stabilito ad esempio che si potrà lasciare il lavoro a 60 anni, si può prevedere una sorta di bonus/malus sui contributi raggiunti.
    Ad esempio se si stabilisce una quota 98 come punto di equilibrio al lavoratore che ha 60+38 anni avrà la pensione piena, se invece ci sarà chi ha 60 anni e 40 i contributi avrà un premio del 2% per ogni punto in più, quindi in questo caso un 4% in più, invece chi ha 60 anni e 35 di contributi un taglio del 6%.

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      • E chi ha 65 anni e 30 di contributi deve aspettare i ,67…io non ne posso piu…se siamo i Europa dovremo andare come gli altri paesi.. 62 snni

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      • Con le leggi attuali potrebbe già essere in pensione da un anno perché bastano 42 anni e 10 mesi, quindi 44 sono più che sufficienti. Con la mia idea di dare inoltre un bonus a chi si ferma di più al lavoro dovrebbe avere pure una maggiorazione del suo assegno, purtroppo però le leggi non le faccio di certo io, qui al massimo posso esprimere le mie idee.

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