Stanno facendo riflettere ed al contempo preoccupare le parole pronunciate dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone che ha preso parte, intervenendo, alla riunione del Consiglio EPSCO il10 marzo a Bruxelles.Il confronto ministeriale ha puntato l’attenzione sulle sfide demografiche connesse all’invecchiamento della popolazione e sull’importanza, dunque, di andare verso l’elaborazione di politiche che abbiano come obiettivo il potenziale della popolazione più anziana per garantire un futuro più equo e competitivo. Il Ministro Calderone ha sottolineato l’importanza di promuovere l’invecchiamento attivo facendo anche riferimento al lavoro, ossia, parlando di scelta di promulgare o meno la permanenza dei lavoratori anziani nel mondo del lavoro, da intendersi come scelta premiante per gli individui e la collettività. Spesso si é sentito parlare di bonus per chi desidera restare di più al lavoro, ma a fronte della disoccupazione giovanile e dei nostri, sempre più, lettori che vorrebbero trovare il modo per poter accedere alle misure di pensionamento anticipato, sempre più risicate, sembra stridere un pò il discorso sull’invecchiamento attivo, ottimo in altri ambiti, nel socale, ma meno sulla possibilità di restare al lavoro. Carmelo Barbagallo, Uil, é intervenuto sulle parole della Calderone, i dettagli.
Riforma pensione 2025, i pensionati preoccupati relativamente all’invecchiamento attivo
Se é straordinario che gli anziani, essendo ormai la nostra una popolazione prevalentemente anziana, possano essere coinvolti maggiormente, avendo esperienza ed un vissuto alle spalle da trasferire anche ai giovani, e dunque siano davvero una sorta di ‘patrimonio culturale’ che certamente va salvaguardato e promosso per l’utilità nei confronti della collettività, dall’altro sentire parlare di permanenza sul mondo del lavoro, ha fatto preoccupare i futuri pensionandi che stanno cercando in ogni modo di uscire dal mercato del lavoro, per fare entrare i propri figli ed i giovani in generale. Il turnover generazione sarebbe fondamentale, quindi sentir parlare continuamente di bonus e libere scelte invece di promuovere misure di uscita anticipata pare stridere con le esigenze della stragande maggiornaza degli anziani che altro non desidererebbe che essere messa a riposo, proprio per potersi godere la vita e la propria pensione, maturata con tanti anni di versamenti contributivi. In tanti sperano che queste esternazioni del Ministro non facciano venire in mente di aumentare ulteriormente l’età di pensionamento, perché finché si lascia libera scelta se restare o meno al lavoro, vada, ma far passare il messaggio che gli anziani posso ancora dare molto anche lavorativamente parlando può essere un’ arma a doppio taglio.
Riforma pensioni 2025, Barbagallo su invecchiamento attivo: pensare a nuovi modelli di pensione e lavoro
Barbagallo, interviene sulle parole della Calderone: “Noi lo diciamo da anni ormai, tutti ci dicono che è una bella idea ma nessuno la applica. Bisogna pensare a nuovi modelli di lavoro e pensione. Le persone anziane che possono e lo desiderano devono poter svolgere attività a loro gradite, al servizio della società e delle imprese. Un servizio civile di anziani attivi, ovviamente con orari e mansioni flessibili.
I lavori socialmente utili fatti fare ai giovani hanno generato un esercito di precari. Ai giovani va dato lavoro stabile. Un servizio civile per gli anziani invece sarebbe anche un modo per aumentare il loro potere d’acquisto, falcidiato da anni di tagli”.
Voi come intendete le parole della Calderone, vi proccupano o ritenete, invece, possa essere una buona cosa puntare sull’invecchiamento attivo? Fatcelo sapere come sempre nell’apposizta senzione ‘commenti’ del portale.
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Poco tempo addietro, Rutte aveva dato il diktat ai governi europei; “Tagliare le pensioni per finanziare le guerre”…e come per incanto…et voilà, madame et monsieur
Va data stabilità ai giovani, inutile girarci intorno. Uno stage non paga contributi e non dà stabilità, al contrario di un apprendistato. Vanno aboliti il più possibile i contratti a termine. Vanno mandate in pensione le persone a 65 anni, per dare un ricambio generazionale che diversamente non si ha.
Dopo 41 anni o quasi 43 di lavoro, un lavoratore non deve assolutamente essere penalizzato, se vuol andare in pensione. Parimenti, se uno non vuole andarci pur avendo i requisiti, deve essere libero di farlo. Evidentemente per la rediviva ministra è una cosa difficilissima, anche in tempi di IA!!
Lavoro partime pagato ai pensionati su base volontaria è un’ottima idea!
Fate lavorare i giovani prima di tutto, basta pretendere dagli anziani!