In questi giorni non si parla d’altro che di riforma pensioni e possibili misure post quota 100, il pressing dei sindacati per avere un incontro col Governo sembrava aver convinto il Ministro Orlando sull’importanza di un confronto al fine di riaprire il cantiere previdenziale e giungere pronti con misure eque e condivise dai lavoratori al termine della quota 100 al 31/12/2021.
Domenico Cosentino, esperto previdenziale, con cui ci siamo interfacciati stamane, fa però presente che qualcosa non torna anche nelle richieste dei sindacati, se non si punta subito, come punto cardine nel prossimo tavolo di confronto tra parti sociali e Governo alla divisione tra spesa assistenziale e spesa previdenziale, viene meno ogni ragionamento sensato sulla prossima riforma delle pensioni. Quali misure potranno essere proposte e popi accettate se non si sfata il mito che le risorse non ci sono perché la spesa pensionistica é tra le più alte d’Europa? La spesa previdenziale é assolutamente in linea, la quota 41 sarebbe possibile e anche doverosa, ma se non si parte da qui, divisione assistenza previdenza, continueranno a dirci, dice fermo, che le misure non sono attuabili perché troppo costose. Poi ci dice di aver pubblicato attraverso la sua pagina facebokk e su diversi gruppi di nicchia che parlano di previdenza, le sue considerazioni sul post quota 100 e quota 41. Ve le riproponiamo, senza null’altro aggiungere. Nel mentre ringraziamo Cosentino per il tempo dedicatoci e le precisazioni fatte.
Riforma pensioni 2021, post quota 100? Quota 41 ma …..
Così Cosentino in un post di ieri parlando della misura che le é più cara, ossia la quota 41, post quota 100, ha cercato di far comprendere a cosa si potrebbe nuovamente andare incontro, ossia un rifiuto secco da parte del Governo, solo perché non si punta sull’azione primaria ossia divisione della spesa previdenziale da quella assistenziale: “Probabilmente ciò che sto per dire non incontrerà molte simpatie. Condividere le giuste aspettative di chi ha lavorato 41 anni e auspica un meritato riposo, significa sicuramente acquisire molti consensi, ma è necessario essere realisti. Premesso che io sono stato uno dei primi a sostenere 41 anni per tutti, quando altri professavano la sola flessibilità di uscita, ritengo che difficilmente si può arrivare a tale risultato se viene imposto/preposto senza una radicale riforma del sistema previdenziale.
Affinché possiamo chiedere con forza 41 anni per tutti dobbiamo preliminarmente chiedere di distinguere e correttamente individuare il costo annuo della previdenza dal costo dell’assistenza. Solo in tal modo la percentuale del costo pensioni risulta parametrata a quella degli altri stati europei. Stranamente la commissione incaricata ad individuare le mansioni usuranti si è riunita la settimana scorsa mentre quella relativa alla spesa previdenziale ancora no“
Riforma pensioni 2021, quota 41 é doverosa così come la divisione tra spesa assistenziale e prevideziale
Così l’esperto previdenziale, Domenico Cosentino, nel suo ultimo post di pochi minuti fa ha chiarito ulteriormente la sua posizione: “Ora più che mai, in una sorta di sfiducia generale che attraversa il nostro Paese diventa necessario e fondamentale procedere verso una seria e strutturale riforma del sistema previdenziale. Una riforma però che dia sicurezza, che sia concreta e che perduri nel tempo, basta provvedimenti a scadenza, sperimentali, basta con le logiche del ‘di anno in anno’ .
In un contesto di insicurezza generale come quello attuale, non è proprio possibile ipotizzare ancora provvedimenti tampone o che fungano da correttivi rispetto ai precedenti. Ape sociale, opzione donna o altre misure sono sì importanti ma devono essere inseriti in un programma complessivo che porti ad una vera riforma delle pensioni. Ora tralasciando quelli che sono i vari aspetti dei provvedimenti che possono essere considerati più o meno giusti o equi, su una misura resto convinto: la quota 41 rappresenta, a mio avviso, la soluzione al problema previdenza e sono altresì pronto a fare ogni azione di lotta e di manifestazione al fianco di quanti la stanno richiedendo con forza.
Preliminarmente resto dell’idea che il Governo debba procedere con la separazione e la corretta individuazione della spesa per l’assistenza rispetto alla spesa per la previdenza ed inoltre deve essere chiarito quanto lo stato incassa sulle pensioni in termini di tassazione IRPEF. Alcuni potranno pensare che si tratta di una questione secondaria, invece non è affatto così, perché solo dividendo la spesa assistenziale da quella previdenziale si ha la certezza della spesa e la possibile eccezione governativa.Quando si sente rispondere dagli obiettori della Quota 41 che creerebbe un ulteriore buco della spesa previdenziale ad oggi già al 16% , potremmo contestare con i dati e non con le parole che si tratta solo di falsità, la spesa pensionistica è assolutamente in linea con quella dell’Ue.
Chiaro che se si mischiano le spese delle ‘mele’ con quelle delle ‘pere’ è poi facile rispondere in modo sconsiderato. Nella scaletta delle priorità governative e anche dei sindacati che l’hanno inserita solo al 4° posto nell’elenco delle proposte presentate al Governo la separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale non è prioritaria e la cosa mi lascia un po’ basito, si deve assolutamente partire da qui. Detto cio’ ci rendiamo disponibili ad ogni tipo di manifestazione che vada verso la richiesta della quota 41 per tutti e della separazione tra previdenza ed assistenza, confermo la mia piena disponibilità ad ogni iniziativa”
Cosa ne pensate con le considerazioni di Domenico Cosentino, le condividete? Fatecelo sapere nell’apposita sezione commenti del sito.
Tutto inutile, il governo farà quello che vuole l’Europa. Ok facciano quello che vogliono io ho 41,5 anni di contributi. Mai fatto mutua ma da ora fino ai 42 e 10 mesi al lavoro mi vedranno poco e quel poco sicuramente sarà solo x occupare una scrivania. Che mi licenziano, meglio mi faccio 2 anni di naspi e vado in pensione. Come prendere x i fondelli i politici e le loro teorie strane. Non sarebbe meglio assumere al mio posto un giovane motivato? No é meglio tenere un vecchio che non lavora. Questa è la teoria dei ns grandi politici italiani ed europei. Auguri a tutti
devono separare chi a versato e chi non ha versato: capire i motivi di entrambi.
Tu non hai versato ma viaggi in SUV e godi di buona salute nulla.
Tu non hai versato per motivi diversi e documentabili..la minima.
Tu hai versato tutto quello che ti e’ stato chiesto scegli tu quando vuoi andare in pensione: soglia minima 56 anni, 62 anni la massima.
Questa e’ una possibile riforma delle pensioni.
Le eccezioni: APE,ISOPENSIONE,QUOTA DONNA con penalita’ ai politici prenderle.
Auguri a tutti
Mi sembra che 41 anni di contributi siano tantissimi, per cui mi sembra giustissimo andare in pensione senza penalità dopo aver lavorato una vita, liberiamo i posti lavorativi per i giovani, solo che ne sento parlare da tantissimo tempo senza aver ottenuto nulla.
Parole parole, parole….. sono anni che sentiamo le stesse cose è ora di prendere in mano la situazione. Le 5 cose da fare:
1) Dividere la spesa pensionistica, da quella assistenziale, per capire i veri costi. Se i vertici dell’ INPS, non sono in grado di farlo in tempi brevi è meglio che cambino mestiere – li sostituiamo velocemente.
2) Mandare in pensione tutti coloro che hanno maturato 40 anni di versamenti – senza penalizzazioni – ma obbligandoli. Se però vogliono rimanere al lavoro, allora li penalizziamo con il 40% dello stipendio e creiamo un fondo per i giovani disoccupati.
3) Dare la possibilità di uscire dal mondo del lavoro al raggiungimento di 60 anni di eta con un minimo di 20 anni di contributi. In questo caso il lavoratore percepirà una pensione commisurata a quanto versato. Se tale pensione risulta inferiore alla pensione minima, non verrà comunque integrata.
4) Rivedere il calcolo della pensione. Non si può accettare che un lavoratore che va in pensione oggi dopo 40 anni di versamenti prenda meno di uno che ci è andato 10 anni fa con 35 anni di versamento. (A rigor di logica dovrebbe prendere di +) a parità di contributi versati.
5) Ridurre stipendi e pensioni dei Politici e di tutte le persone che lavorano nel pubblico impiego ad un massimo di 5000 euro netto mese. Estendere le stesse condizioni per la pensione anche ai politici.
tutti a Roma A RIBALTARE I FARABUTTI
41anno bastano e avanzano. IN QUESTO MODO SI DA L’OPPORTUNITÀ AI GIOVANI DI LAVORARE E AGLI ANZIANI DI RITIRARSI.ANCHE PERCHÉ SE CONTINUIAMO COSÌ CI SARANNO POCHE PERSONE CHE IN FUTURO POSSANO AVERE 41ANNO DI CONTRIBUTI, DI MEDIA OGGI INIZIANO A LAVORARE A 30ANNI!!
Cercando un ragionamento equilibrato e non egoistico io darei la possibilità di andare in pensione a tutti anticipatamente, anche abbassando i limiti di quota 100, per permettere anche a chi ha necessità per svariati motivi (salute, familiari etc) di poter uscire dal lavoro. Considerando poi anche la necessità di un ricambio generazionale per dare spazio ai giovani.
Io sono d’accordo e penso che sarebbe equa una riforma che
Contempli una età contributiva e anagrafica come quota 102 dove si potrebbe andare in pensione con una età anagrafica di 64 anni e almeno 38 di contributi.
ho già 41 anni di contributi, ho iniziato a lavorare nel 1979…
metalmeccanico, sono lavoratore precoce, sono stufo, sono scassato, ho un’invalidità pari al 67%, non sufficiente per “essere dentro” l’attuale quota 41…
ritengo che per una vero ricambio generazionale, quindi per dare la possibilità ai giovani di prendere il nostro posto e cercare di costruirsi un futuro, sia giusto e legittimo il meritato riposo per i maturi e le mature come me… spero che si trovi al più presto una soluzione alternativa alla c….ta di quota 100, voluta per questioni elettorali da qualcuno, che non ha avuto consenso ed adesione…
Umberto
Andare in pensione dopo aver lavorato per 41 anni è giusto e meritevole. Al contrario è ingeneroso e immorale non dare un’opportunità di meritato riposo e godersi le gioie della famiglia con moglie, figli e nipoti dopo un’intera vita passata a lavoro.
Anche io sono del 58 con 35 anni di contributi e63 di età insomma non ci vado mai in pensione
Ricordo che fino al 31/12/ 2021 si potrà andare in pensione con 38 anni di contributi calcolati con il sistema misto. Ora si propongono i 41 anni che sono 3 anni di lavoro in più! OK, mi raccomando però non facciamoci fregare! 41 per tutti e calcolo con il sistema misto NON CONTRIBUTIVO“!
Sono del 1958 con 32 anni di contributi, se approvano la legge 41 anni, quando vado in pensione quando sto già sotto terra?
Sono stanco, l’unica cosa che mi viene da dire è : Vergogna!!!!
no parole fatti….. e parlano di separare assistenza e previdenza da 10 anni senza far niente; quota 100 per 1 altro anno; e si affrontino tutti i nodi da qui a dic 2022; finitela……
Questo secondo molti sarebbe l’obbiettivo! Io penso che un compromesso tra quota 41 e quota 102 si auspicabile è equo considerando l’età anagrafica di 63 o 64 anni
Quota 41 e la cosa giusta tutte le altre opzioni sono solo un pagliativo per erogare meno spesa pensionistica annua.Ma visto che ho pagato per ,41 e sono stufo di sentire chiacchere da politici economisti e altri bla bla che facciano quota 41 altrimenti tutti i precoci a Roma
Dividere la spesa pensionistica, da quella assistenziale, è basilare, per capire, i veri costi che ha l’INPS, per quanto concerne le pensioni.
Detto questo, quota 41 senza penalizzazioni con il sistema misto! Uscita a 62 anni con minimo 20 anni di contributi senza nessun tipo di finestra obbrobriosa!
Per lavori usuranti e donne con figli qualcosa in meno!
Vorrei capire perchè cambiare quota 100 se questa esperienza risulta essere positiva sia per i lavoratori sia per le nuove generazioni sia per lo Stato che ha risparmiato quasi la metà dei soldi messi a disposizione x questa quota 100 .Non è forse meglio abrogare la riforma Fornero e lasciare quota 100 evitando perdita di tempo denaro battaglie sindacali etc etc.
Se come sembra quota 100 è stato un successo perchè cancellarla?
In fondo se le lacrime della Fornero vere o false che furono proponevano un malessere evidenziato ,proprio nel modo in cui lei stessa proponeva la sua riforma sciagurata e sapendo quindi di procurare del male a molti lavoratori ,probabilmente la sua intenzione non era quella voluta ragionevolmente da quelle persone che attendevano un riposo adeguato ai loro sforzi lavorativi ,mentre quota 100 a differenza è stata accolta è lo sarà anche in futuro x il popolo con un sorriso ed una energia positiva che è ciò che fa veramente bene a tuttttta la società.
Sig. Eugenio, sono sbalordito. Lei è l’unico insieme a quelli che naturalmente ne hanno usufruito che ritiene la quota 100 una esperienza riuscita sia per per i lavoratori, sia per le nuove generazioni, sia per lo Stato. Praticamente tutti ritengono invero un flop la quota 100 della quale ne hanno usufruito solo la metà di quelli che ne avevano diritto. Ci fa capire meglio per quali lavoratori è stata positiva ? Per tutti ? Assolutamente NO ! La stragrande maggioranza del parco lavoratori ne è rimasta esclusa ed ha continuato a subire la falce della Fornero. Per i giovani disoccupati ? Non credo visto che il ricambio generazionale sperato non è avvenuto. Per lo Stato ? Nemmeno, in quanto sono stati spesi parecchi miliardi, meno di quelli previsti, ma sempre tanti senza aver risolto il problema principale: La Fornero è ancora tutta li. Il riposo agognato lo attendevano i lavoratori che avevano lavorato più anni, 41-42, non quelli che ne avevano 38. SOLO le persone che hanno usufruito della quota 100 hanno accolto con un sorriso ed una energia positiva questa legge iniqua. Le ricordo che la quota 100 ha consentito a qualcuno di NON arrivare alla pensione di vecchiaia a 67 anni e a qualcun altro di NON arrivare ai 43,1 della Fornero.
Ma guarda cosa ci tocca leggere !!!!!
Ciao Eugenio
non ti ci mando proprio perchè non si può ma lo sai che con quota 100 (62 + 38) i lavoratori precoci vanno in pensione con 47 anni di contributi??? Mentre te magari te ne vai con 38 anni di contributi, 9 anni in meno??? Magari a te non sta bene quota 41 perchè te hai 62 anni e 38 di contributi e ti toccherebbe lavorare altri 3 anni
Quota 41 per tutti è l’opzione più giusta!
41 per tutti e l’opzione più giusta speriamo bene.
O i vertici dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale dimostrano capacità e volontà nel formulare a sindacati e governo i numeri suddivisi tra: spesa per pensioni e spesa per assistenza, oppure ritengo che i lavoratori abbiano il diritto di pretenderne la rimozione.
Formulare poi una proposta assurda come il frazionamento dell’assegno pensionistico, denota scarso rispetto per chi ha affidato loro dei “prestiti a rendere” che l’attuale Presidente vorrebbe non restituire in toto ma protratti a perdere nel tempo.
Ma poiché: “è meglio avere in borsa che vivere di speranza”, penso di poter affermare che il vertice dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, al pari di quello dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro, non brillino ne alla luce delle stelle che li ha caldeggiati, ne tantomeno per gli interessi dei lavoratori.
Quota 41per tutti? Io sono del 1958 e quindi ho 63 anni. Per poter avere oggi 41 anni di contributi, nel 1980 avrei già essere entrato nel mondo del lavoro e regolarmente retribuito con busta paga. Mi chiedo : Ma quanti del 1958 a 22 anni già lavoravano? Solo i lavoratori precoci di manovalanza! Bisogna introdurre la flessibilità in uscita a 62 anni di età. Caso contrario non può esservi ricambio generazionale nel mondo del lavoro.!
Io sono del 1961, ho iniziato a pagare contributi, da artigiano, dal 1 gennaio 1980, a diciotto anni e nove mesi; contemporaneamente ho studiato e mi sono diplomato, a luglio 1981 (ho perso un anno per strada).
Per cui, ho sessant’anni compiuti e quasi 41 anni di contribuzione: se non cambia qualcosa dovrò lavorare ancora quasi due anni e mezzo.
Parole, parole, parole…per tenerci buoni. Poi non andrà così come sembrano chiedere al governo
.. e le scuse per non concedere non mancheranno.
Ma Baretta, Landini…e prima di loro Durigon, Fornero, Cazzola Ghiselli, Proietti, Salvini, fanno finta di non sapere o sanno e nascondono?
Esempio: Firenze. Nati nel 1960. Diplomati nel 1979 e da allora al lavoro. Solo io, caro Calogero, ne conosco centinaia (estendere ora all’Italia ibtera). Siamo tutti dei quota 101/102 con quasi 42 di contributi. Gente che l’università se l’e’ fatta lavorando, (non riscattabile)..
Mi dite quali proposte sarebbero adeguate per noi?
Q 41 = già superata
62 anni = avremo 43 di contributi (quindi anticipata Fornero)
Per noi la fregatura c’e già! Anche il gruppo Facebook “noi del 1960 e quota 100” che ci dice?
Comunque per una quota 41 senza penalizzazioni, col misto, lotterò anche io, ve lo concedo. Però non mi dite che i pensieri di Tridico sono genialata. Basterebbe un buon ragioniere per far meglio. Pensate sia lui a decidere?
E qualunque sarà il risultato, a diritto di pensione acquisito ne vedremo delle belle…da buon situazionista è possibile che, a modo mio, resti al lavoro fino a 67 anni, pari a quota 115!!!! ( o fino al licenziamento) ma mi voglio divertire…
Separando l’assistenza dalla previdenza, con una buona riforma potremmo fare a meno di qualsiasi esperto (Tridico, Cazzola…) e magari mandarli a piantare alberi, raccogliere pomodori…
Anche io la penso come il signor Calogero: qualsiasi tipologia di lavoro, ad una certa età, è logorante;
pertanto, flessibilità in uscita a partire dai 62 anni; in più, un riconoscimento a “tutte” le donne che dopo 7/8 ore di lavoro fuori casa (fabbrica, ufficio, ospedale, scuola), si occupano dell’andamento della casa e della famiglia, “lavorando” come “baby sitters, domestiche, badanti, infermiere, cuoche, stiratrici, sarte, maestre” ecc …
Perfettamente d’accordo! Dare priorità all’età anagrafica, sistema pensionistico tedesco docet …
Io sono del 1964 e nel novembre dell 80 ho iniziato a lavorare…..e lavoro ancora,sempre come metalmeccanico,un infarto tre by pass diversi stent ,protesi alle anche ….e lavoro ancora…70%invalidità, patente da rinnovare spesso,e faccio sempre l operaio come gli altri.aspettativa di vita?e chi lo sa?magari andare in pensione con 41,quando iniziai mi dissero che erano 35 da fare,si nei sogni.
Condivido pienamente tutto ciò che è stato ho detto finora. Uscita da lavoro con 41 anni di contributi è più che sufficiente oppure 62 anni di età, come è stato detto è ovvio che vogliono alzare l’asticella a più che non posso e anche se sei morto ti diranno che era troppo presto per lasciare il lavoro.
Quota 41 a prescindere dall’età è la riforma corretta,sono d’accordo di trovare una formula diversa per le donne che fanno maggiormente sacrifici per la famiglia.
Poi non sento mai parlare ,ho si fa finta di non sapere che quando si ha una certa età le imprese non gradiscono più la presenza e vengono continuamente esclusi e ti fanno sentire un peso.
Si può capire le imprese,perché a 60 anni non si riesce più ad avere i ritmi di uno che ha 30 anni.
Poi se si liberano posti di lavoro,penso che si recuperano soldi con il reddito di cittadinanza.
Poi tutte le persone che hanno perso il lavoro ed hanno una certa età e non riescono più ad inserirsi nel mondo del lavoro dovrebbero trovare una formula dignitosa di pensione per farli vivere.
Questa volta sindacati e politici che sostengono quota 41 devono portare a casa l’obiettivo è non per l’ennesima volta prenderci in giro,altrimenti non fare i gillet gialli della Francia, ma molto di più.
Grazie a tutti
Prorogare o rendere strutturale Opzione Donna
Finalmente qualcuno che dice le cose come stanno.
C’è da chiedersi come mai il sindacato, tutto, non punti i piedi per ottenere la separazione fra spesa previdenziale e assistenziale … e c’è anche da chiedersi come mai ciò non sia ancora stato fatto, quando da decenni se ne parla.
Io sono molto scettico riguardo al fatto che riforme sul modello di “Quota 41” o “62 anni” possano vedere mai la luce,
se prima non viene fatto ciò che Cosentino, a ragione, chiede.
Sarebbe anche interessante conoscere le opinioni dei sindacati, a riguardo.
Quota 41?e chi ci arriva specialmente noi donne proroga opzione donna
Si giusto separare le due pensioni quella assistenziale come in tutti gli stati va finanziata a parte dal governo
I 41 anni per tutti mi sembra la cosa più giusta 41 anni di lavoro sono tutta una vita .
Ma si pensa a tutte quelle donne che, durante il loro percorso lavorativo hanno dovuto licenziarsi per poter accudire i figli subendo gravi perdite contributive?
La donna non viene mai tutelata adeguatamente. Pensiamo anche all’assistenza agli anziani!!! Chi ci pensa? Per la maggior parte dei casi sono sempre le donne che , dopo una giornata di lavoro si ritrovano ad accudire casa, famiglia e genitori anziani.
Quando ci si penserà sarà sempre troppo tardi.
Firmato una lavoratrice mamma, moglie madre e figlia!!!!!