Riforma pensioni 2021, ultime su post Quota 100 e convocazione: intervista a Proietti

Il tema della nuova riforma previdenziale pare ora interessare anche il Ministro del Lavoro e delle politiche Sociali Orlando che inizialmente aveva dato priorità ad altre tematiche quali gli ammortizzatori sociali e la perdita dei posti di lavoro causati dalla pandemia. Ora dopo mesi di pressing da parte dei sindacati, dato anche l’avvicinarsi della scadenza di quota 100, qualcosa pare muoversi, pare infatti che il Ministro Orlando abbia finalmente deciso di convocare le parti sociali per riaprire il tavolo di confronto sulla tematica previdenziale, si é ora in attesa di comprendere quale potrebbe essere la data. Nel mentre abbiamo deciso di interfacciarci con il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, ecco quanto é emerso da questa interessante intrvista.

Riforma pensioni 2021, riparte il cantiere previdenziale?

Pensioni per tutti: Dopo il pressing congiunto di Cgil, Cisl e Uil, pare che il ministro Orlando abbia deciso di convocarvi per stabilire una data d’inizio dei lavori sul ‘cantiere previdenziale’, può dirsi soddisfatto in tal senso?

Domenico Proietti: Si certo, grazie all’azione della UIL e di tutto il sindacato il tema della Previdenza sta finalmente, dopo mesi di ‘vuoto’, tornando al centro del dibattito politico, il Ministro Orlando ha annunciato la prossima convocazione di un tavolo con le parti sociali per approfondire questi temi.

Pensioni per tutti: Quali sono i punti su cui farete maggiore pressione al fine di superare la quota 100 ed arrivare entro il 1 gennaio 2022 ad un’equa riforma delle pensioni?

Domenico Proietti: E’ il momento di lavorare per prevenire lo scalone che sarà determinato dalla fine di quota 100, ma soprattutto per reintrodurre strutturalmente una flessibilità di accesso alla pensione più diffusa intorno ai 62 anni.

Riforma pensioni 2021, No proposta Tridico dai 62 con contributivo e 67 retributivo, ecco le idee

Pensionipertutti: Ma cosa ne pensa della proposta di Tridico di dividere la pensione anticipata in 2 parti, una basata sul contributivo fruibile già dai 62 anni e la restante parte retributiva dai 67 anni? Potrebbe essere questa la soluzione per evitare lo scalone?

Domenico Proietti: In tal senso pur comprendendo il teorico esercizio di fantasia del Presidente Tridico giudichiamo estemporanea la sua proposta di dividere in due fasi la percezione della pensione, prima quella contributiva poi quella retributiva. È una proposta che come lui stesso ha notato determinerebbe importi esegui ai futuri pensionati e che quindi non risponderebbe alle necessità reali dei lavoratori e delle lavoratrici.

Pensioni per tutti: Dunque su quali misure punterà la Uil per raggiungere l’obiettivo di flessibilità in uscita senza penalizzare eccessivamente donne e giovani?

La UIL porterà il tema di una stabile flessibilità di accesso alla pensione al tavolo con il governo, ma sono molti i temi che rimangono ancora aperti.

Bisogna rafforzare l’Ape sociale una misura che si è dimostra utile per molti cittadini, ma che deve essere ulteriormente potenziata, soprattutto in questo periodo nel quale un ampliamento delle categorie gravose meritevoli di tutela e l’inserimento delle categorie dei lavoratori fragili, inabili al lavoro e di quelli maggiormente esposti al rischio covid aiuterebbero nella gestione dell’attuale crisi.

Crediamo che sia necessario, inoltre, incominciare da subito a progettare un meccanismo che tuteli le future pensioni dei giovani con una misura che tenga in considerazione i periodi di formazione e di disoccupazione. Molto importante per garantire una pensione serena ai lavoratori è la previdenza complementare che dovrà essere rilanciata e sostenuta, da una parte, infatti, chiediamo che si usi la leva fiscale per sostenere l’investimento previdenziale con un ripristino dell’aliquota agevolata dell11%, dall’altra è necessario sostenere le adesioni con un nuovo semestre di adesione informata, un semestre che coniughi il meccanismo del silenzio assenso ad una campagna istituzionale di comunicazione.

È, poi, doveroso varare una misura in favore delle donne sanando tutte le disparità di genere ancora presenti nel nostro sistema previdenziale e valorizzando ai fini previdenziali il lavoro di cura anche al di fuori del rapporto di lavoro, che è svolto in particolare dalle lavoratrici.

Infine, è necessario agire per restituire potere di acquisto ai pensionati ed alle pensionate, con una piena rivalutazione degli assegni e con l’estensione ed il potenziamento della quattordicesima

Solo affrontando in modo organico, lungimirante e “previdente” questi temi si potrà riportare equilibrio sociale nel nostro sistema previdenziale dopo anni nei quali si è perseguito solamente l’equilibrio di bilancio.

Pensionipertutti: Il Piatto di proposte è molto ricco e potrebbe soddisfare molte categorie, ma per quanto concerne le risorse, non è che il rischio è quello di sentirsi dire, nonostante i risparmi certificati residui di quota 100, che non ve ne siano abbastanza? L’Ue non è mai stata troppo favorevole alla modifica della riforma Fornero

Domenico Proietti: Guardi vi è da dire che sempre grazie alla forte spinta sindacale, sono ripartiti i lavori della commissione che ha il compito di separare la spesa assistenziale da quella previdenziale e di rivedere i criteri di comunicazione di questi dati all’Europa.

Lo stesso Presidente dell’Inps Tridico ha recentemente ribadito quello che come UIL ripetiamo da anni: in Italia per pensioni si spende circa il 12% del Pil perfettamente in media con quello che avviene nei paesi della UE.

Grazie Domenico Proietti per questa interessante intervista ricca di spunti di riflessione.

Grazie a lei Dott.ssa Venditti per il piacevole confronto su un tema tanto caro ai nostri lavoratori.

21 commenti su “Riforma pensioni 2021, ultime su post Quota 100 e convocazione: intervista a Proietti”

  1. Come prima cosa, bisogna abbassare la scellerata uscita dei 67/68anni, ed contemporaneamente la proposta 41 e 62anni, altrimenti tutti i calcoli al ribasso saranno calcolati dai 67 in giù

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  2. Basta polemiche 41 anni di lavoro sono più che sufficienti è per poter vivere in pensione serve il sistema misto x tutti .
    Solo negli anni sessanta si incomincia a a lavorare a 14 anni e si andava a scuola di sera ora xche penalizzare quella generazione.Politici fate le cose x bene valutate i sacrifici fatti e liberate posti di lavoro per i giovani

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  3. L’importante è che quota 41 non sia calcolata con il contributivo ma con il sistema misto, altrimenti sarà una grandissima “fregatura”

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  4. Speriamo che dopo aver lavorato 40 anni ci lascino decidere a noi siamo prigionieri del lavoro e i giovani sono dissocupati.. e il ricambio generazionale… i politici non sanno cosa sia …

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  5. Ci vuole quota 41 ed è anche troppo.
    Non è possibile che a contribuire alla casse dello Stato e dell’Inps siano sempre quelli.
    Si parla tanto di ricambio generazionale, di dare la possibilità ai giovani di lavorare perché possano avere qualche prospettiva futura e intanto li si tiene a casa a spese dei vecchi.
    Per dare un futuro ai giovani bisogna farli lavorare e pagarli bene e tutelarli.
    A questo deve pensare il sindacato.
    Il lavoro deve essere pagato il giusto e chi ha lavorato tanto deve poter essere liberato.

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  6. Procediamo con gradualità poichè chi ci governa fa fatica a capire le molteplici richieste fatte.
    Quindi si inizi chiedendo:
    1) con 40 anni di contributi si deve lasciare il lavoro senza penalizzazioni e con il sistema misto, ottenendo una decorosa e meritata pensione. Se decidi di continuare ti penalizzo con una forte tassazione (40%) che serve a mantenere i giovani disoccupati.
    2) Possibilità di pensionamento dai 62 anni di eta con almeno 20 anni di versamenti. Ovviamente la pensione sarà calcolata in base a quanto spettante. Se minore della minima, verrà integrata con un fondo costituito da un contributo di solidarietà da prelevare dalle pensioni dei politici e dirigenti pubblici che percepiscono una pensione netta superiore ai 3000 euri netti mese. Prelievo da farsi mensilmente con un aliquota che va dal 10 al 25%
    Ottenuto quanto sopra, (entro direi settembre 2021), affrotiamo le altre questioni sempre con piccoli passi.

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  7. Scusate, io non ho capito una cosa. Quando il sindacato parla di flessibilità intorno ai 62 anni e subito dopo parla di lavoratori fragili e lavori usuranti, significa che una eventuale uscita intorno ai 62 anni riguarderebbe solo queste categorie? Se così fosse mi sembrerebbe molto riduttivo anche perché oltre una certa età tutti i lavori sono usuranti. Sono mesi che si leggono le cose più strambe a proposito di pensioni ma un pò di chiarezza non farebbe male.

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    • Sì, è proprio come hai capito: flessibilità solo a quelle che loro definiscono “fragili” o “usurati”.
      Ma il discorso è sempre quello: chi non è usurato dopo quarant’anni di lavoro, fosse anche dietro una scrivania?

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  8. Troppe proposte alla fine chi
    sarà penalizzato è chi ha lavorato più anni e contribuito di più.
    QUINDI, 62 ANNI DI ETÀ O 41 DI CONTRIBUTI, questa è unica Soluzione EQUA X TUTTI quelli che VOGLIONO ANDARE IN PENSIONE, gli altri CONTINUINO PURE.

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  9. per tutto il discorso giovani, ape sociale, separazione assistenza e previdenza, donne il tempo non c’è da qui al 31 dicembre 2021;mi sembra un discorso tanto generico senza entrare nel nocciolo della questione; proroghiamo di 1 anno quota 100 visto che i soldi ci sono e poi con calma affrontare tutti gli altri nodi che esistono e questo entro il 31 dicembre 2022

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  10. Nemmeno un cenno ai 41a prescindere dall’età anagrafica… Bene la colpa di una generazione che è entrata nel mondo del lavoro molto giovane spesso senza poter scegliere deve essere punita!

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  11. Ma io devo ancora capire in che modo i giovani sarebbero penalizzati.
    Dice madama Fornero che essi si troveranno da pagare un debito molto più grande di quello che abbiamo sostenuto e pagato noi anziani.
    Ma ragioniamo un attimo: i giovani oggi nella media, iniziano a lavorare attorno ai 24/25 anni (anche 28 qualcuno…). L’avessi avuta io l’adolescenza e la gioventù spensierata di questi giovani! Invece a me è toccato di andare a lavorare a 18 in maniera continuativa, ma prima tutte le estati a partire dai 12 anni (tutto in nero, ovviamente).
    Io ho pagato un debito insostenibile, non i giovani di oggi!

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  12. Fantasie, di concreto c’è solo aria fritta.
    E poi ancora con questa previdenza complementare: ma avete fatto qualche conticino con i più comuni simulatori ? Il risultato che restituiscono è sempre lo stesso: miseria al riscatto o peggio con la rendita vita. Vero è che dipende dai versamenti fatti, ma con le misere paghe dei lavoratori cosa si può mettere da parte se già è un problema riuscire a giungere fine mese per sopravvivere.
    Allora quota 100 e non se parli più.

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  13. Bene. Spero venga ripetuto come un mantra quel dato: 12% 12% 12%
    da parte di tutti, Governo, Fornero, Europa, Cazzola, pessimisti e ottimisti
    Perchè ancora qualcuno non lo ha ancora ben compreso, crede scrive e diffonde che le pensioni costano in Italia per oltre un 16% che è FALSO.
    QUINDI è CHIARO che su questo fronte NON SIAMO nè più BRAVI e neppure peggio DEI NOSTRI VICINI DI CONFINE.
    Anzi vedrei proprio il bicchiere mezzo pieno NEL NOSTRO CASO vista la situazione lavorativa ed economica dell’Italia rispetto a tedeschi o francesi.
    Immaginiamo se non avessimo 100 miliardi all’anno di evasione e altri 100 miliardi di gioco d’azzardo con un costo , attuale, delle pensioni sul pil del 12% analogo alla Francia, Spagna o Germania quanto immenso valore reale potrebbero avere i lavoratori con alle spalle 40 anni di attività nel poter scegliere di diventare futuri pensionati con regole certe, durature e non da morti, creando speranza per i giovani, ricchezza non solo economica ma anche e soprattutto sociale nel nostro devastato Paese.
    Sarei felice nel vedere lo stesso accanimento che si ha sul tema pensioni, quando si continua a vedere sforzi nel trovare modi , pensieri e idee solo al fine di togliere sempre qualcosa al lavoratore, che siano 100 euro al mese o altri 3 anni in più di lavoro rispetto a chi invece continua senza preoccuparsi tanto e con pochi patemi d’animo a partecipare a quei 100 miliardi annuali.
    E certo che lì è tutto un altro lavoro arrivare ad un risultato reale !

    Un sogno purtroppo rimarrà pari a quello del lavoro per tutti.

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  14. 62 anni con contributivo e 67 con misto è ridicolo! Sarebbero disposti i signori parlamentari ad andare in pensione a 62 anni anzichè a 67 avendo il 30-40 % di pensione in meno? E’ una chiara imposizione di età anagrafica a 67 anni!
    Intanto non mi risulta che i signori onorevoli vadano in pensione a 67 anni!
    E anche la disparità di trattamento con i neo-pensionati con quota 100 è troppo elevata, pertanto iniqua!
    Quanto alle risorse, capisco che sembra brutto a tutti dirlo, ma 110 mila morti per Covid hanno fatto risparmiare all’INPS un bel mucchio di soldi, ahimè! Senza contare l’anno e mezzo di aspettativa di vita in meno!

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  15. E per chi ha perso il lavoro a 58 anni e dopo due anni di Naspi non trova nulla, perchè nel privato a questa età non ti prende nessuno, che si può fare? Troppo giovani per andare in pensione, troppo vecchi per trovare lavoro. BUTTIAMO TUTTI IN DISCARICA? LA POLITICA DOV’E’? SOLUZIONI?
    Per quello che mi riguarda lavorerei anche fino a 67 anni a trovare lavoro. Ma il lavoro non si trova, sono spariti financo i lavori socialmente utili che prima aiutavano chi era in questa situazione.
    In attesa di un cortese riscontro, porgo cordiali saluti.
    gv

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  16. Buonasera tante belle parole ma la cosa dalla quale bisogna partire è la quota 41 a prescindere dall’età sulla quale tutti i sindacati devono convergere senza sconti, noi lavoratori precoci siamo stati fregati troppe volte. Quando ho inziato a lavorare si andava in pensione con 35 anni di contributi e con il retributivo ed adesso siamo arrivati a 43 anni con sistema misto, non rientriamo nelle categorie dei lavori usuranti, siami rimasti fuori dalla quota 100. Quando ancora dobbiamo sopportare??????

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