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Riforma pensioni 2021, ultime Orlando: ‘ci sono le condizioni per aprire un confronto’

Le ultime novità sulla riforma pensioni 2021 giungono direttamente dalle ultime parole proferite dal Ministro del Lavoro e delle politiche sociali Andrea Orlando, finalmente dopo il pressing ripetuto da parte dei sindacati sulla necessità di riprendere, quanto prima, il tavolo di confronto tra Governi e parti sociali, in vista della scadenza di quota 100, qualcosa pare muoversi.

Il Ministro Orlando a seguito del question Time alla Camera ha detto che a breve, presumibilmente giugno, potrebbero esserci le condizioni per aprire un confronto con i sindacati sulla previdenza. Eccovi le sue parole ed i suoi ringraziamenti per essere stato interrogato sulle iniziative che il Governo ha deciso di mettere in campo in materia di pensioni.

Riforma pensioni 2021: Così Orlando risponde al Question time alla Camera

Inizia così il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali, facendo presente come stia proseguendo la riflessione ed il lavoro delle commissioni di studio relative alla classificazione e comparazione della spesa pubblica nazionale e quella sulla gravosità delle occupazioni : Ringrazio gli onorevoli interroganti per il quesito che pone il tema delle prossime iniziative del Governo in materia di pensioni. Le Commissioni di studio istituite presso il Ministero del lavoro, la Commissione sulla classificazione e comparazione, a livello europeo e internazionale, della spesa pubblica nazionale e la Commissione sulla gravosità delle occupazioni, all’interno delle quali vi sono i rappresentanti sia delle parti sociali che degli altri Ministeri coinvolti, dopo la riattivazione stanno proseguendo nella riflessione tecnica sul passaggio che è stato richiamato”.

All’esito di questo lavoro di approfondimento vi saranno, prosegue poi Orlando, gli elementi sufficienti per valutare il peso e la composizione della spesa previdenziale e di quella assistenziale. La fase dovrebbe concludersi nel mese di maggio, dopodiché sarà possibile avviare la fase di confronto con le parti sociali.

Riforma pensioni 2021, Per Orlando torna tematica prioritaria?

Orlando in occasione del Question Time alla Camera, ha difatto specificato: “All’esito di questo imprescindibile lavoro di approfondimento avremo gli elementi per valutare correttamente il peso e la composizione della spesa pensionistica e assistenziale, presente e futura, quindi, anche la questione che riguarda le future generazioni, e per supportare congruamente le politiche pubbliche di sicurezza sociale. L’orizzonte temporale rimane quello di questo mese di maggio per concludere questa fase e poi avviare un confronto con le parti sociali, con gli altri Ministeri interessati e in sede collegiale di Governo, al fine di individuare i percorsi più adeguati e con principi di condivisione per intervenire sul sistema pensionistico”. 

Poi la dichiarazione che lavoratori e sindacati aspettavano da mesi, ossia quelel che confermano le intenzioni del Governo di riaprire un tavolo di confronto sui temi previdenziali, perché finalmente vi sono le condizioni per farlo, giacché il lavoro sulla riforma degli ammoriziaatori e delle politiche attive per il lavoro sono ormai impostate.

Tutti sanno che inizialmente Orlando aveva detto fermamente che le pensioni non erano argomento prioritario data l’importanza di assicurare gli ammortizzaziori sociali ed il lavoro a quanti erano stati duramente colpiti dalal crisi pandemica in atto, ora che i lavori in questi ambiti sono già stati intrapresi ci si può finalmente dedicare alle pensioni: Oggi, dopo aver impostato il lavoro su riforma degli ammortizzatori e sulle politiche attive per il lavoro, possiamo dire che ci sono quindi le condizioni per aprire un confronto sul tema della previdenza – continua Orlando -. Credo che le proposte di intervento che saranno prossimamente individuate e condivise non possano essere più di carattere sperimentale e transitorio, ma dovranno essere orientate, in termini di sostenibilità ed equità e di una prospettiva di lungo periodo. Dovranno avere carattere strutturale”.

Erica Venditti

Mi chiamo Erica Venditti, classe 1981. Da aprile 2015 sono giornalista pubblicista Scopri di più

Questo articolo ha 38 commenti

  1. PIETRO62

    Pienamente d’accordo con la proposta di Don61.
    Chiediamo con forza ai sindacati la fermezza e di non retrocedere di un passo rispetto a queste proposte. Prepariamoci per ROMA, bandiere in spalla, megafoni alla mano e via tutti a Protestare e ci restiamo fin che serve.
    Ai sindacati dico prima di firmare qualsiasi accordo si chieda il parere ai lavoratori, gli unici che ne hanno diritto. Coraggio è giunto il tempo del fare!!!

  2. sergio

    dico solo al governo di darsi una mossa o tra qualche mese scoppierà una bomba sociale di proporzioni inaudite, è mai possibile che si dovra’ lavorare in eterno per pagare le pensioni a chi ha avuto la fortuna di andarsene a 57-58 etc anni in poi in pensione- e la staffetta generazionale come pensano di attuarla?

  3. Bruno

    Mandateci in pensione siamo stufi delle chiacchere in governo monti ci ha condannati all’ergastolo.basta ridateci la nostra vita buffoni.

  4. Salvo

    Noi comuni mortali, possiamo fare tutte le considerazioni che vogliamo, ma alla fine i nostri commenti non vengono nemmeno ascoltati e non valgono nulla.
    Per poter valorizzare i nostri concetti e le nostre proposte al fine di renderli realizzabili, occorrono fatti e non parole. E solo allora, cioè quando capiranno finalmente cos’è la paura forse qualcosa si muoverà nel verso giusto.
    La storia ci insegna che le cose si ottengono a volte con le lotte, se poi le lotte hanno risvolti pacifici (ce lo auguriamo sempre) o violenti, allora dipende tutto da loro.

  5. Don61

    Finalmente il Ministro Orlando si è degnato di interessarsi a noi.
    Anche se dal suo discorso si intuisce che non ha le idee chiare sul come procedere e quindi si rifugia in frasi come “sostenibilità nel tempo e prospettive di lungo periodo” spero che ascolti una volta per tutte la voce dei lavoratori, di quanti hanno sudato 40 anni di lavoro e che ora vogliono ritirarsi (e come fai a dargli torto son 40 anni). Del resto se ci pensate questi lavoratori sono tra i più sfortunati, hanno iniziato a lavorare da giovani, (perdendosi la gioia della gioventù), si sono visti sfumare sotto gli occhi la promessa di andare in pensione a 35 anni e piano piano sono stati portati a 43,1 (42 anni e 10 mesi + 3 di finestra). Ma non basta, resteranno anche fra quelle classi di lavoratori che avranno dato moltissimo all’italia, poichè le generazioni seguenti difficilmente raggiungeranno i 40 anni di versamento. Non trovate anche voi che questa sia una grande ingiustizia?
    Pertanto dico al Ministro di darsi una mossa e di far approvare entro ottobre 2021 almeno queste richieste:

    -1) Dal 1/1/2022 si può andare in pensione a qualsiasi eta con 40 anni di versamenti – senza penalizzazioni e senza ulteriori ritardi, calcolo sistema misto, rivedendo i parametri di trasformazione alla luce di quanto accaduto per effetto della pandemia, riconoscendo una decorosa pensione -.
    -2) Possibilità di uscita al compimento di 62 anni di età.
    -3) Agevolazioni per donne, gravosi e disoccupati oltre i 60 anni.

    Coraggio Ministro! I lavoratori ora la osservano.

  6. PAOLO

    quota 100 per un altro anno; 40 anni bastano e avanzano; 62 anni bastano e avanzano; così mi fottono 1 anno; basta che non siano 2; ( ho appena compiuto 61 anni)

  7. Antonio

    I sindacati fanno solo delle belle chiacchiere cercando di difendere gli interessi dei sempre
    minori iscritti.
    Quota 41 per pochi eletti e senza donne che con carriere discontinue non matureranno mai i 41 anni di contributi.
    Ok proposta Tridico dai 62 ai 67 con contributivo e poi misto.
    Si a a quota mamma 6=12 mesi per figlio
    Si APE e Opzione donna
    Saluti
    E

    1. clo

      opzione donna? ma lo sai quanto tolgono? quasi il 40% è un capestro non è una opzione senza considerare che quella ti prendi e quella rimarrà per tutta la vita

  8. Dany

    Quando dicono che quota 41 costerebbe troppo, mi fanno ridere.
    Con la pandemia, al 31/12/2020 l’INPS ha risparmiato un miliardo e 200 milioni di euro di pensioni (tra pensionati decduti e pensionandi deceduti). Proiettando questa cifra su 10 anni, l’INPS risparmierebbe 12 miliardi !!
    e non abbiamo contato tutti i morti del 2021.
    Dunque quota 41 é fattibilissima.

  9. Dany

    Quandi dicono che quota 41 costerebbe troppo, mi fanno ridere.
    Con la pandemi, al 31/12/2020 l’INPS ha risparmiato un miliardo e 200 milioni di pensioni (tra pensionati decdeuti e pensionandi deceduti). Proiettando questa cifra su 10 anni, l’INPS risparmierebbe 12 miliardi !!
    e non abbiamo contato tutti i morti del 2021.
    Dunque quota 41 é fattibilissimo.

  10. Paolo

    Semplicemente ,Stefano ha detto la cosa più giusta concordo in pieno ……..

  11. Bruno

    Ai sindacati dico: fate presto a fare la ri forma pensioni perché siamo già in ritardo. Poi riformate il sindacato perché esso viene usato per lanciarsi in politica o per fare carriera in azienda anziché tutelare i lavoratori.

  12. Bruno

    Non so se i sindacati riusciranno a fare finalmente la riforma pensioni ma sicuramente si dovranno riformare anche i sindacati affinché essi non lo usino come trampolino per lanciarsi in politica anziché tutelare i lavoratori.

    1. Flora

      Hai proprio ragione! I sindacalisti tutelano i propri interessi è quello dei padroni, hanno perso credibilità, nelle fabbriche eseguono le direttive delle aziende, prendono bei soldi i per andare via dalla fabbrica, mentre i lavoratori vengono licenziati. Tempo fa ci fu un’inchiesta su un sindacato che firmò la chiusura della fabbrica lasciando per strada famiglie e loro furono assunti dal loro sindacato. Se quota 41 anni è una buona cosa prepariamoci un loculo.

  13. Salvo

    Non illudiamoci
    Questa è gentaglia della peggiore specie.
    Se qualcuno di questi non riceve una bella lezione seria, che possa essere d’esempio per tutti, difficilmente cambieranno parere.
    E mi chiedo : ma non hanno timore che un giorno di questi , le pecore si possano trasformare in belve?

  14. Michele

    Credo che 62 anni sia l’età giusta per andare in pensione, adottare un sistema flessibile in uscita, dando la possibilità al lavoratore di poter scegliere se rimanere ancora z lavorare o smettere. Anche quota 41 potrebbe andare bene,anche se c’è da dire che per raggiungere 41 anni di contributi l’età sarebbe più alta , considerato che la generazione degli anni 60 ,ha iniziato a lavorare a 25 anni / 24 anni ,quindi andrebbe in pensione a 65/66 anni. Allora 62 ,con la flessibilità in uscita, potrebbe essere un’altra soluzione insieme a quota 41. I sindacati devono alzare la voce e fare come in Francia.

  15. Marcello

    A 62 anni e con 37-38 di contributi compreso lavori stagionali fatti da minorenne credo che siano più che sufficienti per andare in pensione.

  16. Bruno

    Non illudetevi dovremo aspettare il prossimo governo questo non farà nessuna riforma.

    1. Salvatore Rossi

      Purtroppo concordo..

  17. Danilo

    Alcune parole come sostenibilità nel tempo e prospettive di lungo periodo non mi fanno ben sperare in una soluzione dignitosa ed equa, ritengo che dopo 41 42. Anni il meritato riposo si debba coniugare con una pensione non da fame

    1. Veronica

      41, 42 anni? E magari con le penalizzazioni….ma stiamo scherzando? Siamo già tutti delle belle rane bollite?!

  18. Alessandra

    62anni perché le donne fanno fatica a arrivare a 41 anni di contributi

    1. Giannino

      Sarebbe ora di fare la riforma delle pensioni41 per tutti sarebbe giusto e senza penalità o 62 anni di eta ma la devono fare subbito non rimandare fate sapere quando fate tutto in che mese si dovrà definire le persone sono stanche di sentire chiacchiere

    2. Mirella Rotondi

      Pienamente d’accordo

    3. Veronica

      Giusto Alessandra, e per TUTTE le donne, che sono gravate da un maggior carico di lavoro, anche se non hanno figli.
      Semmai il distinguo andrebbe fatto fra le fasce di reddito, non fra chi ha o no avuto figli!

  19. Roberto

    Si, trovo positivo che si riprenda il confronto. Però mi pare che le premesse dichiarate dal ministro siano sempre le stesse. Lavori usuranti, giovani etc etc. Tutto a scapito di che ha versato più di 41 anni di contributi. Volete dirci come andremo in pensione dal 1/1/2022 ?? Cosa dobbiamo aspettare ??
    Questa è l’unica risposta che stiamo attendendo, non giriamoci intorno !!

  20. Stefano

    I commenti che si leggono sono egoistici e tutti d’interesse personale.

    No a quota 62! Non è giusto che chi a versato 20 miseri anni di contributi possa andare in pensione e gravare sulle spalle di tutta la società. Se proprio devono fare una riforma che sia quota 41, chi ha versato 41 anni di contributi se l’è più che meritata la pensione.

    Il sistema pensionistico passato era già totalmente sbagliato e controproducente per le nuove generazioni e per lo sviluppo economico del paese, basti pensare ai baby pensionati e al sistema retributivo (imbarazzante). Non è giusto mollare la patata bollente sempre alle prossime generazioni, anche noi vogliamo crearci il nostro futuro.

    E non cominciate a tirare in ballo la classica storia: “se non ci mandate in pensione non si liberano posti di lavoro”. Se vi dobbiamo mandare in pensione per poi vederci tartassati di tasse per pagarvela è meglio che continuate a lavorare e a guadagnarvela. I “giovani” preparati e che hanno voglia di lavorare il lavoro lo trovano, anche senza il vostro sacrificio di uscita ANTICIPATA.

    Non fate l’errore dei vostri nonni, non votate chi fa i vostri interessi pensate anche ai vostri figli!

    1. Lea

      Io penso che quota41 e flessibilità in uscita a 62, siano necessari in questo momento di crisi, in effetti quando finirà il blocco dei licenziamenti sarà l’assistenza a pagare e non la previdenza. Far uscire i lavoratori più anziani con i loro contributi penso sia giusto. Bisogna essere un over sessantenne e perdere il lavoro per CAPIRE. Sono felice che ci siano molti giovani che hanno voglia di lavorare, visto che negli ambienti di lavoro se ne vedono pochini, in compenso le piazze, le spiagge, e le discoteche sono piene. Chi ha versato20 anni di contributi li ha VERSATI, e chi non ne ha versato manco uno è ora che cominci a VERSARNE o lo vogliamo mandare direttamente in pensione, così se ne può andare al mare più tranquillo.

    2. Antonio

      Mi spiace, ma ritengo giusto lasciare un mio commento.
      La visione egoistica mi pare essere proprio quella di chi avendo iniziato a lavorare precocemente certamente raggiungerà i 41 anni di contributi anche in questo caso precocemente rispetto a chi il lavoro non ha avuto la fortuna di trovarlo c’ è poi chi ha continuato negli studi ma il lavoro non lo ha trovato lo stesso.
      Io penso che occorra un briciolo di onestà per condividere un numero do anni di contribuzione di almeno 36/38 anni e una età anagrafica di 62/64 anni.
      Questo rendeeebbe equo un sistema pensionistico. Occorre tenere conto anche della proposta che il ministro Brunetta sta portando a vanti proposta che ancora una volta favorirebbe il personale della PA con uno scivolo a partire dai 62 anni di anzianità.

    3. Mirella Rotondi

      e chi a 41 anni di contributi non ci arriverà mai perché ha,perso il lavoro in un’età critica? Ho 59 anni e 37 di contributi. Sono vecchia per reinserirmi nel mondo del lavoro quante porte chiuse i faccia,ho visto, per la,mia età. Io xhe faccio? Aspetto 8 anni per avere quello che ho versato. Sicuro che sia,giusto?

    4. Maria Rosa

      Sono pienamente d’accordo di riprendere in mano la riforma pensionistica ma non penalizzando chi ha tanti anni di contributi. Ritengo che 41 sia un numero corretto di anni per poter lasciare il lavoro a prescindere dall’età anagrafica è “peccato” aver iniziato presto a lavorare? E poi vi lamentate che i giovani fanno fatica a trovare lavoro?

    5. Veronica

      Beh insomma, egoisti? Io ho incominciato a lavorare a 19 anni, con uno “stipendio” di 400.000 lire. Qualche bravo datore di lavoro non mi ha pagato i contributi per un totale di 3 anni. Ho dovuto ingoiare il rospo di vedermi cambiare in corsa le normative per il pensionamento, che prevedevano 55 anni di età e 35 anni di contributi. Ritengo di aver già fatto il mio sacrificio! Non è giusto che le malefatte precedenti le debbano pagare tutti quelli della nostra generazione….noi siamo cresciuti senza alcun tesoretto e ci siamo dovuti conquistare tutto, a partire dal tetto sulla testa, che non abbiamo ereditato dai nostri genitori, perché non avevano una casa di proprietà…! Anche questo dovrebbe essere tenuto in considerazione, non vi sembra?

  21. Carlo

    Concordo pienamente sulla proposta di Don62.
    Chiediamo forza ai sindacati per non retrocedere di un passo rispetto a queste proposte, e soprattutto prima di firmare di chiedere anche ai lavoratori; cosa che si tende ad evitare.
    Grazie

  22. Nicola

    Io penso che quota 41 sia sacrosanto specialmente chi lavora nel settore privato. Credetemi e pesante. E se le aziende vogliono gli aiuti economici darli in cambio di assumere a tempo indeterminato. Solo così si può sbloccare il lavoro x i giovani. E non con la decontribuzione………

  23. Don62

    Era ora!
    Entro quest’anno devono essere definite le regole nuove per bene e senza più ulteriori ritardi!

    Dal 2022 quota 41 e uscita disponibile dai 62 anni di età, per donne e gravosi 2 anni in meno.
    Il tutto senza penalizzazioni, con il misto e senza finestre.
    Coraggio!

    1. don60

      Sperem !!!

    2. Bruno

      Condivido pienamente.,e completamente.

      1. Tiziana Nardi

        Giusta proposta

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