Riforma pensioni 2021, la soluzione migliore resta la proposta Tridico?

Le ultime novità sulla riforma delle pensioni riguardano il post quota 100, il famigerato ‘scalone’ per alcuni problema reale per altri, vedi nostro precedente articolo, un problema creato, ma di per sé inesistente. Su tale dibattito é interventuo con la solita maestria che lo contraddistingue il Dott. Claudio Maria Perfetto, esperto previdenziale ed autore del libro l’Economista in camice, che all’interno di un dettagliato commento, a cui abbiamo deciso di dar voce, fa una disamina accattivante che ben sintetizza la situazione attuale relativamente alle varie discussioni su quel che potrebbe accadere post quota 100.

Il tema delle pensioni é complesso e deve scontrarsi con più fattori, tra questi come egli stesso precisa: “l’ “equità intergenerazionale”, la “sostenibilità finanziaria”, le “raccomandazioni del Consiglio europeo e dell’Ocse” e per ultimo, ma non per questo meno importante, le “aspettative dei lavoratori”. Vi lascio alle sue parole, nella speranza che possano essere terreno fertile per un buon dibattito civile tra i nostri lettori.

Riforma pensioni 2021: Vi sarà o no lo ‘Scalone’ post quota 100?

Così Perfetto: “È opinione largamente diffusa, e da molti condivisa, che allo scadere di Quota 100 si creerà lo “scalone” di 5 anni (dai 62 anni della Quota 100, ai 67 anni della legge Fornero). Il cosiddetto “scalone” è certamente una criticità da analizzare (se non lo fosse, non se ne parlerebbe affatto). Ma è una criticità che va analizzata all’interno della normativa vigente: la legge Fornero.

La norma che regola le pensioni è la legge Fornero: concepita nel 2011, entrata in vigore nel 2012, e in vigore tuttora. Mai cambiata, mai superata, mai cancellata, mai abolita. Ci sono delle “deroghe” alla legge Fornero. Una di queste deroghe è la “Quota 100”. Quota 100 è stata definita sin dal suo concepimento una misura sperimentale e della durata di tre anni. A quel tempo era tutto chiaro a tutti, e a nessuno era venuto in mente che si sarebbe potuto creare il “problema scalone”.

In base all’opinione di molti, e da molti condivisa, Quota 100 è una misura iniqua, che non ha portato quel ricambio generazionale che ci si aspettava, ed è pesata sul bilancio dello Stato più del dovuto (una spesa relativamente alta se si pensa che solo “poche” persone, rispetto ad una platea molto ampia degli aventi diritto, hanno aderito a Quota 100).

Riforma pensioni 2021, ultime: come andrebbe sostituita quota 100? Con una nuova norma in ‘deroga’

Quota 100, precisa Perfetto, andrebbe dunque sostituita con un’altra norma (sempre in “deroga” alla legge Fornero, la quale rimane per il Governo la linea guida da seguire) ritenuta “più equa” e in grado di soddisfare le aspettative dei lavoratori. Tale norma potrebbe essere una di quelle proposte dal Presidente dell’Inps Pasquale Tridico:

1) “quota 100”, con 64 anni di età e 36 di contribuzione con il metodo di calcolo interamente contributivo (questa misura è ritenuta la più equa in termini intergenerazionali);

2) anticipo della quota contributiva di pensione a 63 anni, e riconoscimento anche della quota retributiva della pensione al raggiungimento dell’età di vecchiaia a 67 anni (questa misura è ritenuta la meno costosa per lo Stato).

È noto a tutti oramai che il Governo Draghi non rinnoverà la Quota 100 (62+38) alla sua naturale scadenza del 31/12/2021. Non la rinnoverà, perché ci sono sollecitazioni da parte del Consiglio europeo e dell’Ocse, che raccomandano di ridurre la possibilità di uscite anticipate rispetto ai 67 anni di età (al fine di ridurre il rapporto “spesa pensionistica/PIL” in modo da favorire altre spese sociali), e di aumentare il tasso di occupazione degli anziani (perché molti studi scientifici — così si sostiene — affermano che l’aumento del tasso di occupazione degli anziani favorisce l’aumento del tasso di occupazione giovanile).

Pensioni 2021: perché é così complesso parlare di nuova riforma?

Come si può notare, le dinamiche intorno alle pensioni sono piuttosto complesse, fa notare il Dott. Perfetto, e coinvolgono più aspetti, tra questi quattro i principali: l’ “equità intergenerazionale”, la “sostenibilità finanziaria”, le “raccomandazioni del Consiglio europeo e dell’Ocse” e per ultimo, ma non per questo meno importante, le “aspettative dei lavoratori”.

Pertanto, rimanendo nel quadro di riferimento della legge Fornero, che è la normativa vigente in ambito pensionistico, parlare di “scalone da evitare” (per andare incontro a una parte di lavoratori) sembra riduttivo rispetto alle dinamiche che sono in gioco e agli obiettivi da raggiungere (che coinvolgono inabili al lavoro, tutti i lavoratori e i pensionati).

Il Dott Claudio Maria Perfetto termina il suo intervento con una punta di ironia utilizzando sempre una metafora quando si parla di scalone: “La mia opinione è che lo “scalone” non è affatto una “bufala” come si potrebbe pensare, ed ha invece una sua consistenza. Una consistenza che un buongustaio della ragione definirebbe simile a quella d’una delicata “mozzarella”.

Ringraziamo come sempre il Dott. Perfetto per dedicarci tutto questo tempo nella scrittura di commenti che paiono, per la precisione , ogni qual volta degli editoriali e confidiamo possano essere spunto di riflessione. Se volete lasciarci la vostra opinione relativamente alle sue parole, vi leggiamo come sempre nella sezione ‘commenti’ del sito.

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46 commenti su “Riforma pensioni 2021, la soluzione migliore resta la proposta Tridico?”

  1. LA PROPOSTA DEL SIG.TRIDICO E’ DA CESTINARE…..
    DOPO AVER VERSATO 42 ANNI DI CONTRIBUTI INDIPENDENTEMENTE DALL’ETA’ E DAL TIPO DI LAVORO (USURANTE O NON USURANTE) LA PENSIONE E’ UN DIRITTO SACROSANTO PER TUTTI….42 ANNI DI LAVORO SONO UNA VITA….

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  2. La “cara europa” (cose ed istituzioni varie), la quale ci “raccomanda” caldamente di smantellare quota 100 per riformarle in senso peggiorativo, ( ho tralasciato volutamente gli studi” della banca d’Italia e Fornero vari) chissà perché, contestualmente, ci vorrebbe imporre ( parole loro) più accoglienza e più reddito di cittadinanza! La risposta è fin troppo semplice. Queste ultime due voci di spesa sono esclusivamente a debito e pertanto ti possono tenere sotto il giogo del controllo finanziario, il quale poi implica quello giuridico. Nel caso delle pensioni c’è in gioco una torta miliardaria che fa gola a troppi ( fornero e banche in primis), perché i lavoratori dipendenti e pensionati sono le categorie che fanno il bilancio dello stato per almeno l’80 per cento…e la elementare, caro Watson…

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  3. mi spiegate perche quelli nati nel 1960 come me
    sono sempre quelli che non rientrano mai in nessuna quotae in nessuna forma di uscita dal lavoro?
    Ma dopo aver lavorato 42 anni non si potrebbe dire basta o scegliere ?
    chi è nato il 31 dicembre del 1959 va in pensione con quota cento e 38anni di lavoro chi è nato il primo gennaio del 1960 deve lavorare 43 anni ..
    complimenti alla mente che ha generato questa porcata
    buona vita al Re

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  4. Certo che la Fornero ne sa una più del Diavolo.
    Ma dove l’ha scovata questa bestialità. Non è che per giustificare le sue vecchie porcate L’ha fatta scrivere sotto dettatura?.
    Non capisco come sia possibile che lasciando un anziano al lavoro si favorisce l’inserimento di un giovane. Ho lavorato per 10 aziende nella mia carriera e mai una volta ho visto accadere questo?
    Ma di cosa stiamo parlando? Non è che vuol giustificare la sua presenza al lavoro, visto ormai che dovrebbe essere pensionata anche lei?

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  5. Sono deluso … sento tutti gli attori di questa riforma essere d accordo sul fatto di non tornare alla legge Fornero. Ma sento solo proposte di anticipare l eventuale pensione di anzianità ovvero passare dagli attuali 67 ai 62 63 con 20 30 35 anni di contributi con penalizzazioni varie. Ma ci siamo dimenticati tutti di chi ha più penalizzato la legge FORNERO … Chi nel 2011 credeva nella pensione dopo 40 anni e si è ritrovato ad oggi a 43,1 … qualche proposta di abbassare anche questa uscita non c’è?

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  6. Francamente trovare delle covarianze non significa automaticamente poter affermare che vi siano correlazioni positive.
    Un working paper della Banca d’Italia redatto in periodo di tendenza dello Stato Italiano e di pressioni europee ad aumentare l’età pensionabile personalmente non mi basta per rassicurarmi dal punto di vista scientifico. Sono più daccordo sul fatto che da anziani siamo più di rallentamento se non di ostacolo alla produttività generale necessaria. Possiamo essere invece utili nel badare i nipoti favorendo l’incremento della natalità, altro elemento oggi sotto il limite di sostenibilità.
    La proposta Tridico è vantaggiosa per il solo stato ente ma non corrisponde ad un proposta che tenga conto di tutte le dinamiche in gioco assoggettando a queste la dinamica contabile, pur necessaria ma non assolutizzabile. Non passiamo scaricare sulle generazioni future gli errori di oggi ma, in ceteris paribus ( a parità di condizioni parità di trattamento), non possiamo scaricare neanche sui pensionandi di oggi i molteplici errori del passato, passato in cui eravamo anche noi giovani. Mi piacerebbe poi che si parlasse di numeri, la proposta Tridico come impatta su un range stipendiale che va da 1.200,00 a 1.800,00 €/mese? Personalmente i ragionamenti senza numeri mi dicono poco.

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  7. Perché non aggiungere al dottor Tridico la seguente domanda:

    Perché non dare un poco di trasparenza ad altri numeri, ai più di noi oscuri, su quanto succede alle pensioni visto che ad ora ci siamo infarciti la testa coi quasi 400 mila pensionamenti permessi da quota 100, metodo giusto o sbagliato che sia stato quale anticipo di cinque sulla pensione di vecchiaia o di anzianità.

    Poiché non trovo notizie alla domanda di quali siano i numeri e i costi nei fatti per quanti accedono, o per le previsioni di accesso a prepensionamenti e a scivoli esistenti a partire dal NUMERO MAGICO RICORRENTE dei 62 anni di età (la stessa di quota 100); ricordo che col funerale dell’ambo 62-38 restano vive tre ulteriori misure che definiamo: di accompagnamento alla pensione che sia anticipata o che sia di vecchiaia esse sono:

    1) Isopensione;
    2) Fondi di solidarietà;
    3) Contratti di espansione.

    In particolare questi ultimi, limitati al momento a società con più di 100 dipendenti ma che, si vocifera, nel breve potrebbero essere estesi fino a quelle con 50 dipendenti.

    Sarà un inizio di uscite in massa o sono già iniziate?

    Tre modi diversi nei costi, tra quelli totalmente a carico delle società, a quelli che invece si vedono spalmati in parte su INPS ovvero sull’uso di Naspi.

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    • Ti rispondo con la mia esperienza di dove lavoro io, cioè una multinazionale italiana dell’it, con 12000 dipendenti per il mondo, in Italia circa 10000.
      Il contratto di espansione non l’hanno nemmeno considerato, perché ritenuto costoso…
      Io ci avevo avevo sperato quest’anno, ma niente.
      Lo devono rendere più appetibile per le aziende, sennò è come se non esistesse!

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      • Buongiorno.
        Grazie per il commento al post, che ho fatto con intento provocatorio, che mi permette di spiegarne la ragione.
        Sono un pensionato in attesa che anche la consorte possa pensionarsi nel 2022 con 62 anni e 11 mesi e con 42,1 anni di versamenti (quindi Pensione Anticipata). La agitazione della consorte è palpabile per due cose: teme le decisioni del governo ma anche quelle del datore.
        Abbiamo fatto delle simulazioni per vedere le differenze tra ipotesi di pensione con sistema misto e con totalmente contributivo; il risultato dice che da 1870 euro lorde si passerebbe a 1.500 euro lorde.
        La società dove lavora è privata, nelle mani di una Private Equity straniera il cui obbiettivo è riportarla in utile per poi vederla.
        Ci lavora da 30 anni e iniziano a circolare “voci” mentre qualcuno di alto livello scappa e qualcuno di nuovo arriva. Qualche operaio in età avanzata tra i circa 90 dipendenti, vuoi imbeccato vuoi che si propone, accetta suppongo un piccolo incentivo che chiamano SCIVOLO (sono già 3 da inizio anno) e lascia il posto. Grazie a un licenziamento concordato che suppongo essere “per giustificato motivo oggettivo”, tale da permettere l’accesso alla NASPI, il Fondo si toglie qualche eccedenza che poi, eventualmente, può essere coperta in modi meno costosi (lavoro interinale).
        Ora perché dico questo: è stato un massacro mediatico per i costi di quota 100, e va bene; ma questi “sistemucci” per ridurre il personale per non ricorrere mai all’ISOPENSIONE costano poco? Si … a loro! Ma costano comunque alle casse INPS!
        Se questa divenisse una regola il: “Metodo Naspi” … e se tra un poco uscissero in molti magari con contratto di espansione permesso fino ai 50 dipendenti sulle Pensioni Anticipate, in cui la Naspi viene usata “a sconto” dell’assegno e dei contributi al datore.
        Mi piacerebbe conoscerne i costi.
        Saluti

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  8. Non passa giorno, che giunti alla nostra età, non si abbia notizia, di persona coetanea o addirittura più giovane, che stia male o sia addirittura. deceduta. La questione è semplice, dobbiamo riprenderci il diritto alla vita! Chi vuole lavorare anche fino a 90 anni sia libero di farlo ma arrivati a 60 anni si deve scegliere, ASSOLUTAMENTE!

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    • Mi sembra una buona proposta 60 o 41 di contributi anche con penalizzazioni ma purché si possa scegliere quando poter andare, più resti al lavoro meno vieni penalizzato.

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  9. E’ semplicemente ridicolo fare ragionamenti astrusi relativamente al fatto che i lavoratori anziani favoriscano l’occupazione giovanile. E’ chiaro che la Banca d’Italia approvi certi studi. Le major del tabacco e del petrolio hanno condotto studi che fino a qualche tempo fa dicevano che i loro prodotti a momenti erano salutari. Ci vuole semplicità, prendiamo esempio dal Giappone, un popolo che si è rialzato dalla disfatta della guerra ed è diventato una grande potenza. In pensione a 60 anni, tutti! Poi si fanno i conti su quanto hai versato. Da noi basta che “loro” mantengano i privilegi, degli altri chi se ne frega.
    Ieri l’incontro con i sindacati, Landini il giorno prima ha fatto un sacco di dichiarazioni relativamente a tutto quello che avrebbe voluto dire, poi, in un’ora, affrontato il tema degli infortuni sul lavoro è stato liquidato. Ma quando affrontano il tema delle pensioni se il 31 ottobre devono riferire a Bruxelles????
    Homo homini lupus.

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  10. E Basta 40 anni di lavoro sono sufficienti.
    L’aspettativa di vita è diminuita di 1 anno e 2 mesi
    I soldi ci sono Basta Non sprecarla come dare i soldi della cassa integrazione covid-19 alle aziende che non avevano bisogno
    Mauro

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  11. Coniugare le raccomandazioni dell’Europa e maggiore equità con un sistema a quote incrementali; 60+42, 61+41,5, 62+41, 63+40,5, 64+40, 65+39,5, 66+39, 67+38,5 per esempio. Chi ha iniziato prima a lavorare contribuisce un po’ di più ma godrà anche la pensione qualche anno in più di chi ha iniziato a lavorare più tardi ed ha contribuito un po’ di meno. È solo un esempio ma si potrebbe valutare tra le possibilità di maggior flessibilità anche se mi sembra che quest’ultima sia purtroppo solo una nostra speranza.

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  12. “Molti studi scientifici — così si sostiene — affermano che l’aumento del tasso di occupazione degli anziani favorisce l’aumento del tasso di occupazione giovanile”.
    Si, e poi c’era la marmotta che incartava la cioccolata …

    Io sono appena andato in pensione a 64 anni , non con la “famigerata” Quota 100 ma con il “computo gestione separata”, calcolo tutto a contributivo.
    Così ho scoperto oggi che, come cita il Dott. Perfetto, ci sono andato con la misura “più equa in termini intergenerazionali”, il calcolo contributivo integrale, e che nessuno pertanto mi venga a contestare che ci sono andato a “soli” 64 anni! 😀

    Ma la cosa che mi fa piacere è che in ditta al mio posto hanno preso DUE giovani sotto i 25 anni, ai quali ho fatto un mese di training e passaggio di consegne.
    Uno forse l’avrebbero assunto comunque (ma, anche se ci pensavano da tempo, non l’avevano ancora fatto) ma assumerne anche un secondo è stato certamente fatto sulla spinta del mio pensionamento (che gli ho comunicato con grande anticipo).

    Perciò, li vorrei proprio vedere questi “studi scientifici” per cui più anziani restano al lavoro e più giovani trovano lavoro!
    Forse sul pianeta Vulcano …

    Lunga vita e prosperità!

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  13. Basta derubarci. Tridico vuole ridurci alla fame. Lavorare 38 anni per prendere meno del reddito di citradinanza per i prossimi cinque anni. Ma poi tutte le differenze ce li da con gli interessi. Sono soldi nostri che stiamo prestando allo stato in questo caso o no?

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  14. Come già detto lasciamo le cose come una volta i padri fondatori di questo paese hanno costruito .Ma vogliamo mettere i personaggi politici i personaggi ecomisti di una volta con quelli dei giorni di oggi. Io insisto in pensione la priorità c e la chi a versato centinaia e centinaia di contributi.Chi per mille motivi non ha contributi versati si accontenta di cosa passa il convento.Ci manca che oltre ai politici oltre ai sindacalisti nel mio libro Pago ci deve essere gente che ha lavorato meno di me

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  15. Ci può stare il discorso “esperienza affiancata al giovane” ma non tutti fabbrichiamo violini … non si renda ridicolo a sostenere certe tesi spero che lei sia sarcastico nel farlo e si renda conto di quanto sia comunque di nicchia un esempio del genere. Le aziende al giorno d’ oggi non possono nemmeno permettersi il lusso di pagare sia l anziano esperto che il giovane da formare, perciò credo che trovare una possibile uscita anticipata favorirebbe l inserimento di nuove forze e che dovrebbe essere la scuola a formare i “costruttori di violini”.

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  16. E una vergogna che dopo 42 anni di contributi non si più andare in pensione certo che voi parlate cari ministri seduti a fare dei discorsi e bello e noi in cantiere a spacarci la schiena e uno schifo

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  17. la FORNERO per giustificare le sue vecchie porcate e , come se non le bastasse, anche quelle attuali direbbe che il sole è verde etc; io, da docente, se l’anno prossimo vado in pensione, libero un posto che può essere utile a qualche giovane che adesso magari non lavora o che ha poche ore; semplice; almeno la proposta tridico dai 62 anni? altrimenti me ne vado con la RITA saluti ai gestori del sito

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  18. Rinnovo la mia proposta (fino ad oggi inascoltata da tutte le istituzioni):
    PER I SOLI DIPLOMATI, LA POSSIBILTA’ DI RISCATTARE, A TITOLO ONEROSO, L’ULTIMO ANNO DI SCUOLA (ovvero quello da quando si diventa maggiorenni ma si consegue il diploma solo a 19 anni).
    Sarebbe un modo per riequilibrare la discriminazione che hanno i diplomati rispetto ai lavoratori precoci.
    INOLTRE AGEVOLEREBBE LA TURNAZIONE ED IL RICAMBIO GENERAZIONALE SIA NEL SETTORE PRIVATO CHE PUBBLICO

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  19. La proposta di TRIDICO è la più sensata x mandare in pensione le donne con lavoro discontinuo ..decidono loro se rimanere o no..io penso sia giusto dare un cambio..fare entrare i giovani nel mondo del lavoro specialmente in quello tecnologico . La mente non è più elastica e veloce negli anni e pure la manualità..

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  20. Si parla sempre di Pensione di vecchiaia ,pero anche vero che chi come il sottoscritto si vede andare in pensione lavoratori: prima con 15 anni di contributi, poi 20 anni, poi 35 anni, poi con 38 anni; ma noi che dobbiamo lavorare fino a 43,1 anni e un mese non li frega un C…o a nessuno …..siamo i figli della serva.

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      • Sig. Emilio, non hanno solo guadagnato sin da giovani, ma hanno anche lavorato e versato i contributi. Con i 62-38 anni della quota 100 non hanno lavorato 5 anni in più, non versano più contributi, ma l’assegno (della pensione ) lo prendono lo stesso. Se deve dire qualcosa …. la dica tutta.

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  21. Devo lavorare fino a 43 di contributi sono del 1965 mi avevano detto 35 ora 43 non sono troppi 8 anni in più di mio padre?
    Ora ne ho 39 di contributi non c’è lha faccio più fisicamente
    Grazie

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  22. Se non mi sbaglio, e vorrei una conferma da chi lo sà con certezza, la finestra dei tre mesi è stata introdotta con quota 100. Il minimo che si deve fare per la fornero è togliere questa finestra, dato che quota 100 non la rinnovano.
    Ad essere onesti anche l’ aspettativa di vita si è abbassata e quindi anche qui il minino è ritoccare la fornero a 42 anni e non 42 e 10 mesi. Questo è davvero il minimo da fare mantenendo i criteri dell’ EU. E’ possibile che almeno una parola su questo non esce dalle bocche del governo e/o dal ministro del lavoro di sinistra ?

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    • Confermo che la finestra è stata introdotta con il decreto 4/2019 (quota 100), quindi se non rinnovano la quota 100 la finestra deve decadere! Scommettiamo che ci fregano anche stavolta?

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  23. Cone si fa w dire che è equa la 64 + 36 !!!! …. perché io devo lavorare 43 anni e un mese, equo è qualcosa che non toglie è non dà niente in più o in meno a nessuno. Capisco che non si può trovare una riforma che accontenti tutti ma tra me e un 64 enne ballano 7 anni, ho raggiunto i 36 anni di contributi 5 anni fá e anche da questa prospettiva lo scalone c’è. Ma è così difficile pensare che una quota età e contributi deve valere per tutti è l unica cosa equa ? Se sei giovane lavori più anni ci può anche stare ma 7 anni sono un pó troppi. Non ci sono i soldi per la 41di contributi e 62 di età…. va bene (anche se è tutto da discutere), ma non trovo giusto gratificare alcuni a scapito di altri. Tra la 41 per tutti e i 43,1 della Fornero ci sono 2 anni , una via di mezzo no??? SINDACATI Un pó di sana trattativa 41,6 41,9 42 e 63 64 con una penalizzazione contenuta.
    Una volta si chiamavano tavoli di trattativa, oggi mi sembra così è è così resta.

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  24. Le soluzioni proposte daTridico e compagnia cantante prevedono sempre l’anticipo pensionistico sulla vecchiaia.
    Chi ha iniziato giovane, deve sempre fare fino in fondo la Fornero, senza neanche togliere la finestra d’uscita…
    Insomma cornuti e mazziati.
    Chi ha lavorato meno in pensione prima da chi ha più contributi con lo scalone completo!

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    • Compio 62 anni il primo gennaio del 2022 come ben sapete quota 100 termina il 31 dicembre del 2021 Ho 41 anni e 3 mesi di servizio per quale motivo per un giorno dovrei aspettare altri 2 anni e 10 mes iper andare in pensione come me ci saranno anche altri ma la vita cosa è diventata un bussolotto un una lotteria perché non si fanno le cose con più equità! non un minimo di dignità e di senso della giustizia

      Rispondi
      • sergio, non so se hai letto 100.000 gavette di ghiaccio; è il libro di bedeschi sulla ritirata degli italiani in Russia; di 100.000 ne ritornarono indietro in 10.000; ci fu, ad un certo punto , una colonna che andava in una direzione ed un’ altra colonna che deviava di poco ma che deviava; non c’erano indicazioni nella steppa e una colonna prese la strada giusta e molti sopravvissero, dell’altra colonna morirono tutti; purtroppo è questione di fortuna e di sfiga; trova il lato positivo: l’anno prossimo , con 42 e 10 mesi, andrai in pensione; purtroppo noi del 1960 avremmo fatto qualcosa di brutto ? credo di no, abbiamo purtroppo a che fare con dei figli di p…………..na; io mi dovrò erodere pensione integrativa faticosamente accumulata in tanti anni teniamo duro

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  25. Dott. Perfetto potrebbe spiegarmi la frase “perché molti studi scientifici — così si sostiene — affermano che l’aumento del tasso di occupazione degli anziani favorisce l’aumento del tasso di occupazione giovanile”?
    Per quale magia economica/sociale dovrebbe avvenire questo? Se ho ben capito l’affermazione, più gli anziani rimangono al lavoro e più i giovani trovano occupazione.
    Forse si intende che a mano a mano che l’anziano diventa improduttivo per effetto dell’età le aziende devono affiancare loro un giovane e ovviamente pagarli entrambi?
    Mi sembra poco probabile, scusi tanto.

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    • Ah ah ah…. siamo ormai al tragicomico… l’aumento del tasso di occupazione degli anziani favorisce l’aumento del tasso di occupazione giovanile”? Ma per favore… ah sì …”perché molti studi scientifici” (???) Quali? Dell’università di un laurenado del Minnesota? Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere…e, con tutto il rispetto, come disse qualcuno: MA MI FACCIA IL PIACERE !!!

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    • Sig. Salvatore (primo) le do la spiegazione che mi chiede riguardo a ““perché molti studi scientifici — così si sostiene — affermano che l’aumento del tasso di occupazione degli anziani favorisce l’aumento del tasso di occupazione giovanile””.

      Per darle la spiegazione, mi permetta di proporle uno stralcio che riprendo dalla mia esperienza epistolare con la Presidenza del Consiglio dei Ministri (Governo Conte) e con la Prof.ssa Elsa Fornero.

      Il giorno domenica 11 ottobre 2020, alle ore 16:08 scrissi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri una lunga mail dove, tra l’altro, asserivo testualmente: “Occorre innanzitutto liberare i posti di lavoro oggi occupati dai sessantenni, una forza lavoro del tutto inadeguata a supportare la trasformazione digitale oggi in corso”.

      Nello stesso giorno, domenica 11 ottobre 2021 alle ore 19:12, la Prof.ssa Elsa Fornero mi scrisse una mail in cui mi diceva testualmente. “Consiglio vivamente la lettura di questo lavoro scientifico di Banca d’Italia”.

      Si trattava di un Working Paper (così si chiamano i lavori di natura scientifica che tendono a sollecitare una discussione informale prima di essere inviati ad una rivista scientifica) che mette in risalto l’effetto delle riforme pensionistiche su sostituzione giovani/anziani.

      Il Working Paper della Banca d’Italia, dal titolo: “Workforce aging, pension reforms and firm outcomes”, by Francesca Carta, Francesco D’Amuri and Till von Wachter, Number 1297, September 2020, è un testo di 68 pagine contenente formule (non molte per la verità) e corredato da molte tabelle e grafici, con una bibliografia recante 55 riferimenti.

      Nel Capitolo 8, Conclusions, gli autori del Working Paper riportano testualmente a pagina 21:

      “We find that an unexpected increase in the share of older workers leads to a positive impact
      on young and middle-age employment. An exogenous 10% increase in the number of old workers
      implies a 1.8% increase in the number of young and 1.3% of middle-aged workers.

      Mia traduzione: “Troviamo che un aumento inaspettato della quota di lavoratori anziani porta a un impatto positivo sull’occupazione giovanile e di mezza età. Un aumento esogeno del 10% del numero dei lavoratori anziani implica un aumento dell’1,8% del numero dei giovani e dell’1,3% dei lavoratori di mezza età”.

      In pratica, il “lavoro scientifico” che mi ha consigliato di leggere la Prof.ssa Fornero afferma che un aumento del numero di lavoratori anziani ha come effetto un aumento del numero di lavoratori giovani.

      Questo può anche essere vero in alcuni settori (in particolare nell’artigianato, nella costruzione dei violini, per esempio) dove l’esperienza dell’anziano conta moltissimo; ma nella trasformazione digitale che stiamo attraversando l’esperienza dell’anziano non conta proprio nulla, e anzi rappresenta un ostacolo per la transizione digitale che verrà portata avanti solo dai giovani.

      Anzi, desidero fare mie proprio le parole che gli autori del Working Paper intendono confutare: “A larger presence of older workers may hamper firms’ productivity and future growth since older workers, even if more experienced, may be less innovative and less willing to take risks than younger cohorts.

      Mia traduzione: “Una maggiore presenza di lavoratori anziani può ostacolare la produttività delle aziende e crescita futura poiché i lavoratori più anziani, anche se più esperti, possono essere meno innovativi e meno disposti a correre rischi rispetto alle coorti più giovani”.

      Sono più che convinto che un aumento del tasso di occupazione degli anziani ostacolerà la produttività aziendale e la crescita futura (lasciamo perdere la crescita del PIL al 6% prevista per il 2021! Non si può costruire una cuccia per cani e poi dire, visto che bravi architetti che siamo?)

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      • Questo la dice lunga di come siano farlocchi gli studi che ci propinano per sostenere leggi inadeguate, truffaldine e indecenti ! VERGOGNAVERGOGNAVERGOGNA

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      • E’ altamente probabile che gli estensori del suddetto Working Paper della Banca d’Italia non abbiano in famiglia figli e nipoti stravaccati sul divano con il RdC. Quando alcune cose si vedono dall’alto delle loro posizioni è facile pensare che anziani e giovani possono convivere nello stesso mondo di lavoro, anche se in quel mondo di lavoro, i loro figli e nipoti, non ci sono entrati per merito propri. Capisci a me’. P.S. Quindi non è l’Europa che ci chiede di ritardare l’uscita dal lavoro ma gli studiosi della Banca d’Italia !!!!

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      • Le pensioni sono saltate, questo fattore nessuno lo può opinare, tutti i variopinti tentativi di giustificare il solito ” facciamolo pagare ai più deboli” perché di questo si tratta, lasciano il tempo che trovano, come la sua analisi che tra l’altro se la poteva risparmiare, detto questo oggi, il governo ma nemmeno il il padreterno vogliono emanare una legge equa per tutti che possa mettere in condizioni il cittadino/assicurato di poter scegliere quando, come e se andare in pensione. Saluti
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      • Grazie dott.Perfetto, ora ho capito meglio il suo pensiero e sono d’accordo sulle sue conclusioni. Trovo che la Fornero utilizzi uno studio ad hoc, generalizzandolo in maniera errata, in quanto è vero che potrebbe riguardare “artigiani come i costruttori di violino”, ma non certamente il restante 99,9 % dei lavoratori.

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        • Mi aggrego ai ringraziamenti per la spiegazione ma sono d’accordo con chi afferma che la ex ministra Fornero era in mala fede nel giustificare una manovra devastante per due generazioni di lavoratori (cioè quelli vicini a maturare i requisiti pensionistici) basandosi su dati puramente statistici e fra l’altro rilevati in contesti economici del tutto diversi dal nostro.
          Veramente chi da ancora credito a questa “economista” i cui frutti li godremo a lungo, è (per dirla educatamente) un ingenuo!

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