In molti continuano ad interrogarsi su quale sarà il post quota 100, su quali misure metterà in campo il Governo per indirizzarsi verso una nuova riforma delle pensioni dal 2022, mentre in tanti temono ci si fermi all’ampliamento dell’Ape social visto il lavoro certosino che ha effettuato la Commissione Lavori gravosi presieduta dall’ex Minsitro del Lavoro Cesare Damiano.
Su questo ci siamo confrontati con il Professor Giuliano Cazzola, il post quota 100 passerà solo dalla super ape sociale? Le sue interessanti considerazioni in questa intervista in esclusiva:
Riforma pensioni 2021, l’intervista esclusiva al Prof Giuliano Cazzola: cosa accadrà post quota 100?
Pensionipertutti: Cesare Damiano, ex Ministro del Lavoro e Presidente della Commissione per i lavori gravosi, ha redatto un articolo sul Quotidiano Nazionale Economia e Lavoro, in cui spiega nel dettaglio come è stato costruito l’indice dei lavori gravosi ed usuranti. Ritiene utile il lavoro fin qui svolto dalla Commissione e soprattutto reputa l’ampliamento delle categorie dell’Ape social possano rappresentare una soluzione per andare incontro a quanti chiedono una nuova riforma pensioni post quota 100?
Prof.Giuliano Cazzola: Cesare Damiano è una persona seria e nel suo articolo sul QN ha spiegato il lavoro, giunto al primo step, della Commissione da lui presieduta. Non è stato un lavoro facile, perché mentre esiste una ricca e consolidata letteratura, anche con riferimenti internazionali, sui lavori usuranti e particolarmente usuranti, il criterio del ”disagio” lo abbiamo inventato noi. Tanto che, anni fa, quando se ne parlò con gli esperti dell’Istat, poco ci mancò che svenissero seduta stante. Comunque nel 2017 questa ”furbata” consentì di sbloccare una situazione complessa sul piano politico e di trovare, col pacchetto Ape, una via d’uscita che non mettesse in discussione la riforma Fornero.
Mi pare di capire che si stia andando verso una soluzione che anch’io avevo indicato come possibile dopo la scadenza di quota 100. Si cerca di andare verso un allargamento delle figure professionali accessibili all’Ape sociale e a qualche aggiustamento all’interno dei possibili utilizzatori circa il requisito contributivo da accompagnare a quello anagrafico di 63 anni.
Pensionipertutti: Ma non sono un po’ troppe le categorie individuate?
Prof .Giuliano Cazzola: Dalle parole di Damiano (che sono poi le stesse dette – se ho capito bene – da Roberto Ghiselli in una intervista a pensionepertutti) c’è consapevolezza di aver esagerato nell’individuare le categorie e i sottogruppi. Tanto che ambedue si rimettono alla disponibilità di risorse e alle scelte che farà il governo con le parti sociali, se ho ben capito lungo una graduatoria predisposta dalla Commissione con criteri di priorità.
Riforma pensioni 2021: cosa identifica un lavoro gravoso rispetto ad un altro?
Pensionipertutti: A suo avviso non si rischia di creare una sorta di diatriba tra chi vi rientrerà e quanti resteranno fuori, alla fine molti lavoratori asseriscono che i criteri non siano equi in quanto qualsiasi lavoro dopo tanti anni stanca.
Prof. Giuliano Cazzola: I pericoli ci sono. Io li riconduco alla deriva del ”lavorare stanca”. Il criterio del disagio scorre su di un piano inclinato, che include poco alla volta nuove figure che hanno dovuto cedere il passo ad altre, ma che si mettono in fila aspettando che arrivi il loro turno. Damiano è uno specialista di questa tattica. L’ha usato con successo nel caso degli esodati, gestendo direttamente almeno 8 sanatorie ed insistendo anche per la nona dall’alto del suo prestigio personale. Ho seguito da vicino, in dissenso con lui, il suo metodo d’approccio. Individuate in linea di massima le situazioni da tutelare (anche con qualche eccesso) ha agito in profondità estendendo ad ogni sanatoria i requisiti per essere inclusi.
Pensionipertutti: Dalla sua quindi la Super Ape sociale sarà la via maestra per riformare il nostro sistema previdenziale o crede che Draghi opterà per altro al fine di ridurre lo scalone una volta che quota 100 sarà andata definitivamente in pensione?
Prof. Giuliano Cazzola: Per quanto mi riguarda aspetto che si pronunci Draghi. Ha parlato per la prima volta di pensioni nel sette mesi che presiede il governo durante l’ultima conferenza stampa, annunciando misure per ridurre lo scalone una volta archiviata quota 100. Draghi conosce i problemi, sa che sulle pensioni siamo sempre sotto esame, ma è anche in grado di persuadere i critici delle mediazioni che sarà costretto a fare. I sindacati, comunque, con la loro piattaforma possono tappezzare le pareti degli uffici.
Pensionipertutti: Che poi vi è davvero la volontà politica, si iniziano a chiedere in tanti, di superare la riforma Fornero? Perché in fondo in questi anni vi sono state misure tampone, ma la legge Fornero nessuna l’ha abolita, nonostante qualche slogan in tal senso.
Giuliano Cazzola: Del resto nei dieci anni che ci dividono dalla riforma Fornero sulle pensioni è stata dopata e sobillata a suon di menzogne l’opinione pubblica, si sono adottate misure che hanno lasciato il segno, anche se dovessero essere superate. Le pensioni sono come gli elefanti che – a quanto si dice – hanno una memoria lunga.
Ringraziamo per la solita disponibilità al confronto il Prof Giuliano Cazzola e ricordiamo a chiunque volesse riprendere parte dell’intervista che, trattandosi di esclusiva, è tenuto a citare la fonte.
In Germania le pensioni (deutsche rentenversicherung) sono mediamente più basse che in Italia, ma solo perché la percentuale dei contributi versati ammonta nella quasi generalità dei casi al 19,5% dello stipendio contro il 33% circa da noi. Al momento in Germania si va in pensione a 65 anni e 6 mesi anni (dal 2021 a 66 e per i nati dopo il 1963 a 67 anni) e vige un modello a tre pilastri. Il primo di questi pilastri è costituito dalla pensione statale, il secondo è costituito da pensioni integrative alle quali cui lo Stato contribuisce con un supporto economico ed è rivolto ai lavoratori dipendenti. Il terzo pilastro è invece costituito dalle pensioni private, a libera scelta del lavoratore. A differenza che in Italia, la pensione in Germania è da sempre legata ai contributi versati, metà a carico del lavoratore metà a carico del datore di lavoro e il sistema di calcolo è sempre stato quello contributivo, il che porta a concludere che l’importo della pensione è mediamente più basso che in Italia, meno del 50% della retribuzione.
L’età della pensione in Germania
In Germania, come detto, si va oggi in pensione a 65 anni e 6 mesi (l’età è in aumento) o, in alternativa, con 45 anni di contributi. Ma si può uscire anche in anticipo, con le dovute eccezioni per chi svolge lavori usuranti o nelle forze armate o di polizia.
Sono solo tutti ladri capaci solo di parlare e fottere i soldi a chi a lavorato più di 40 anni non sanno nemmeno cosa vuol dire lavorare
Giusto commento di Sergio, come si fa a votare PD e Cinque Stelle che sono apertamente e visibilmente contro i lavoratori, nessuna proposta seria per mandare in pensione le persone ad un’età dignitosa. Chi li vota o prende il reddito di cittadinanza o è un beby pensionato di vecchia data.
commento un po’ lunghetto: ricapitoliamo: il problema grosso è il debito pubblico che ha superato il 150% rispetto al PIL; draghi vuole ridurlo colpendo stipendi (non rinnovando i contratti); e pensioni (i soldi del ricovery found glieli danno se rimane la legge Fornero); qualcosa deve fare visto che quota 100 scadrà ma pochissimo e non una cosa generalizzata per tanta gente ; la RITA si perchè non vedi un cazzo per 5 anni e ti devi arrangiare con pensioni integrative; e poi dice : non ci sono i soldi; ma i soldi ci sono ma c’è sempre il debito pubblico: lo stato si mantiene facendo debiti e almeno 1/3 sono in mano a grandi fondi d’investimento stranieri; e l’evasione fiscale? appena ha parlato di delega fiscale il partito d’opposizione ha subito protestato e anche salvini tanto per chiarire; e i sindacati? grande manifestazione il 13 novembre assieme agli edili: ma intanto almeno 10 persone sono già morte la settimana scorsa; concludendo: siamo nella merda più totale saluti ai gestori del sito
Sembra una situazione matematicamente logica. 40/ 41/ 42 anni di fior fior di contributi? Allora vai in pensione, se vuoi, a prescindere dall’eta che sicuramente è intorno ai 60 anni o più. Il resto lo si considera in equilibrio tra eta e contributi.
Certo se pensiamo che con due legislature i signorotti al Governo prendono una pensione culmulabile con altre di ” forse” veri sltri lavori…diciamo che fa irritazione che gli stessi debbano decidere le date e modalita altrui. E si effetuano le penalizzazioni anche se si ha vesato slmeno 40 di contributi sonanti. Quasi vergognoso. Spero si mettano una mano sulla coscienza, se ne hsnno una.
In mancanza di nuovi maestri, di nuove guide al momento non ci resta che affidarci a quelle che ad ora e per molti anni, seppur non sempre in modo coerente alla loro missione, ci hanno rappresentato: i Sindacati.
Le sole forze che al momento possono interloquire con il governo nella speranza che sappiano dimostrarsi, questa volta: il nostro punto fermo sull’obbiettivo comune delle pensioni.
Strano mi appare, da pensionato, anche il non leggere tra i commenti e nelle discussioni le parole che girano nei posti di lavoro riguardo alle richieste sindacali! Ma se ora, in questo frangente, ci si perde o ci si divide, se non dimostreremo di avere maggior coscienza di noi lavoratori il rischi saranno grandi.
Lasciamo perdere al momento le frasi improprie del dottor Cazzola che ben sappiamo essere talvolta esagerato; ricordo che in passato, seppur per la durata di un momento, non aveva denigrato quota 100 mentre ora da rinsavito “Fornarino” arriva a considerare tappezzeria le idee dei suoi Ex colleghi.
Il problema reale che si frappone tra le nostre ragioni e quelle del governo, credo sia chiaro a tutti chiamarsi: Europa! Le sue politiche, almeno direi quelle errate che spero passate, ma anche il nostro debito pubblico (stranamente insostenibile nel 2011 ma sostenibile ora).
Da italiani convinti europeisti ora siamo, in buona parte, diventati freddi e ITALIANI distaccati . Curioso è constatare quanto lontana e matrigna ci appare oggi l’Europa nel momento in cui un suo massimo rappresentante “ITALIANO” potrebbe dare nuova linfa a qualche disgrazia che ci potrebbe riguardare; ora sono le (PENSIONI) negli anni a venire potrebbe essere la (CASA).
Ma a chi ora, NON ELETTO, ci governa è bene rammentare, rifacendoci ad una frase di Steinbeck:
“Nell’anima degli affamati i semi del furore sono diventati acini, e gli acini grappoli ormai pronti per la vendemmia.”
E i Francesi, maestri in vendemmia, ci hanno insegnato, solo l’altro ieri, qualcosa!
LAVORI GRAVOSI, facile fare liste per chi non ha mai lavorato. Sono tutti gravosi, tranne i loro. Un piccolo artigiano che gestisce pochi dipendenti e da sempre combatte con tasse e balzelli vari, clienti che non pagano, combatte contro una pandemia e nel caso di Firenze, anche con il comune che obbliga a cambiare i furgoni euro 4 pena il non passare più per viali e vie centrali facendo sborsare come minimo 20.000 euro per un furgone nuovo. Non è gravoso tutto questo?? Ma perchè Damiano, Cazzola e compagnia cantando non fanno mai riferimento ai ladrocinii perpetrati a quelli che lavorano davvero?
Non s’interrogano mai su quanto sono ridicoli?
Mi sembra l’ennesima presa per le terga. Ma si rendono conto dell’ingiustizia sociale che c’è sui precoci? Oggi chi ha versato più contributi deve stare al palo con i 42+10+3 e prendere anche una pensione più bassa. I politici poi non si chiedano come mai l’affluenza alle urne è così bassa. La risposta sta nel fatto che la gente non ne può più di soprusi e ingiusizie
Ma il prof Damiano si è ginformato come si lavora nei cantieri navali d’italiano prenda vision personale grazie Antonio
Buongiorno a tutti, proprio non si sa più cosa pensare per prendere in giro la gente.I lavori gravosi vanno sicuramente tutelati , detto questo pongo la solita domanda riferita al balzello delle quote e numeri vari.Diciamo che fanno una riforma con uscita a 63 anni , ma dico, le persone che al momento tengono 41,42,43 anni di servizio e 59, 60, 61 anni di età quando si pensa di mandarli in pensione ?
D’accordissimo con Marina
Se danno la pensione di 1.500 euro a chi ha lavorato per più di 40 anni, non possono dare i vitalizi di 10.000 euro al mese a chi ha passato per caso a Monte Citorio una sola settimana… ma lo prevede la legge, ci sentiamo rispondere….
Il paese Italia non si smentisce mai;
Assistenzialismo e mancanza di meritocrazia Lo
Sta mandando in “malora”lo dimostra anche il fatto
Che sta riprendendo l’esodo dei giovani all’estero,
Io Dico semplicemente che dopo 40 anni di contributi
Si deve andare in pensione.
Il dibattito sulla pensione anticipata non può e non deve fermarsi solo ai lavori usuranti/gravosi.
Siamo tutti d’accordo che per molte mansioni serva una riduzione degli anni di contributi e un abbassamento dell’età per accedere alla pensione, ma il ritorno alla Legge Fornero come unica opzione e la conseguente penalizzazione che verrà innescata per tutti con lo scadere di Quota 100, richiede con urgenza la revisione dell’attuale normativa pensionistica, in modo da permettere a TUTTI i lavoratori (tanto più se dipendenti salariati, siano essi operai o impiegati) la possibilità di accedere in forma anticipata alla pensione.
40 anni di lavoro sono di per sé logoranti e alienanti, ciò non toglie che chi invece se la sente possa decidere di proseguire fino al termine massimo previsto, ottenendo così il massimo dell’assegno pensionistico.
Non è solo che il “lavorare stanca”, come semplicisticamente afferma il Prof. Cazzola, ma dopo un tot numero di anni il lavoro, in particolare quello salariato di operai e impiegati, diventa alienazione. Per maggiore chiarezza ecco come viene riportato il termine dal Treccani nell’accezione che ci interessa:
“d. … lo stato di estraniazione, di smarrimento dell’uomo che, nell’odierna società e civiltà tecnologica, e nell’organizzazione dei ritmi della vita, si sente ridotto a oggetto, e pertanto colpito nella propria identità e strappato alla propria autenticità. In partic., con riferimento all’attività lavorativa, senso di indifferente e quasi ostile estraneità al proprio lavoro, provocato soprattutto dalla mancata conoscenza delle sue effettive finalità, oltre che dal carattere macchinoso e ripetitivo, rigidamente predeterminato nei suoi modi e nei suoi ritmi, che ha spesso il lavoro, spec. nelle fabbriche.”
Oggi però il lavoro cosiddetto impiegatizio, soprattutto nel settore privato, ha con il tempo assunto le stesse caratteristiche negative proprie del lavoro in fabbrica, diventando sempre più logorante per le tempistiche, lo stress, le richieste sempre più alte a tutti i livelli, oltre che frustrante perché la meritocrazia non viene praticata. Dunque, Gentile Prof. Cazzola, ci risparmi perle del tipo:
“I pericoli ci sono. Io li riconduco alla deriva del ”lavorare stanca” e “I sindacati, comunque, con la loro piattaforma possono tappezzare le pareti degli uffici.”
Continuate pure a perseverare diabolicamente nella vostra opera di macelleria sociale, ma statene certi che ormai a questa finta democrazia non ci crede più nessuno, le cabine elettorali resteranno sempre più vuote (e mi sa anche le culle…). Voi politici per assicurarvi un “cadreghino” vi dovrete votare fra di voi, ma del resto non avviene già così?
Un grazie ai curatori del sito per lo spazio messo a disposizione.
Grazie a lei Veronica per il commento puntuale
Invece dimmi quale è la logica che dovrebbe mandare prima in pensione chi ha pagato meno “rate”… mi spiego; la pensione io la vedo come un mutuo al contrario prima pago e poi piano piano mi ridai il montante più gli interessi che ho versato, è risaputo che un “debitore” estingue il suo debito quando ha pagato tutte le rate, ma perché qualcuno ne dovrebbe pagare 41 e alcuni “solo” 38… perché il mutuo lo ha chiesto più tardi ? perché ha raggiunto una certa età? Non credo che nessuna banca sarebbe d’accordo. Ovvio che la mia è una “provocazione”, ma come ho scritto in altri miei post le due cose devono essere slegate una cosa sono gli anni di contribuzione, e non è accettabile sentire dire che 41 42 o 43 siano considerati “anticipata”, se mai anticipate sono le uscite con meno anni legate all’ età anagrafica. Perciò per quanto mi riguarda e credi che come a me anche ad altri “opinionisti” di questo sito, si decida una quota contributiva (41 41.6 42) ma che sia uguale per tutti e per chi vorrà lasciare prima di detta quota, farà i suoi conti se gli conviene a seconda dei vari casi di penalizzazione e con eventuali bonus ( donna usuranti disabili fragili ecc ecc) se no uscirà alla quota anagrafica che potrebbe anche essere variabile 62 63 64 65 questo lo deciderà lui a patto che la sua pensione gli dia da vivere (1.5 o 2 volte la sociale) perché sarebbe controproducente mandare in pensione lavoratori anticipatamente e doverli sovvenzionare per farli arrivare a fine mese. Discorso che vale per entrambe le uscite. Credo in un pensionamento dignitoso.
Scusi ma lei con le sue str….te cosa ci si dovrebbe tappezzare. Vuole rispetto ma non lo fa con i Sondacati e soprattutto con noi Lavoratori, e non casualmente ho detto NOI.
MA CHE CORAGGIO CI VUOLE !!! Sono disoccuparo ho 60 ANNI e già 41 ANNI di contributi per i quali lo Stato mi sta chiedendo ancora 130000 Euro di Contributi Volontari !!! E qualcuno mi PROSPETTA l’Ape Social a 63 anni ? SINCERAMENTE È VERGOGNOSO, INDECENTE e OSCENO chiedere una montagna di soldi e poi restiure una miseria ! Se poi muori prima dei 67 anni ancora meglio ! ROBA DA USURAI E STROZZINI ! COMPLIMENTI ! VOGLIO PROPRIO VEDERE I SINDACATI QUANDO SI SVEGLIERANNO !
Ricordo a coloro che pensano che avendo più anni di contributi abbiano il diritto di andare in pensione prima che loro avranno pensioni più alte e tra l’altro con molti anni di retributivo, cosa volete di più? la medaglia ad honorem? siete stati fortunati a lavorare da giovani mentre magari altri studiavano o non volevano assoggettarsi a logiche clientelari, ma poi la pensione anticipata e quella di vecchiaia non sono alternative a ognuno il suo. Riguardo poi al fatto che, a parità di lavoro, un lavoratore a 58 anni con 40 anni di servizio sia più logoro di una persona a 64 anni con 35 anni di servizio dico solo: un minimo di serietà, grazie!
Gentile parassita, (che brutto nickname che si è scelto), ricordo a Lei che, se chi ha più contributi avrà la pensione più alta è perchè ha lavorato e versato di più, semplice no ? Nulla vieta a chi, dopo essersi fatti fare il conteggio, di continuare a lavorare e versare altri contributi in modo di avere un assegno pensionistico più alto, semplice no ? Trovo davvero incomprensibile le lamentele in tal senso di chi, dopo aver accettato un’opzione di anticipo pensionistico, si lamenti poi dell’assegno basso. Si ricordi che milioni di lavoratori sono tuttora costretti ad arrivare ai 67 della vecchiaia o ai 43,1 dell’anticipata. Chi ha scelto di lavorare da giovane e chi invece ha continuato a studiare hanno pari diritti, infatti gli anni di laurea possono essere riscattati pagando i relativi contributi come li hanno pagati chi ha lavorato. Stesso discorso sul logoramento lavorativo: se gli anni pesano ….. anche il lavoro pesa sul logoramento. Il suo commento, in generale, è sbagliato nel tono e nei fatti.
deduco che non ci ha capito nulla!
Esiste per esempio persone come il sottoscritto , con umilta’, un diplomino lo ha preso dopo 5 anni al serale… : lavorando….
Credo che il tuo nickname dica tutto
Io lavoro e pago tasse da 43 anni . Ho 63 anni ma mi mancano 15 anni di contributi perché allora non esisteva un fondo dove versarli. Quindi ho 28 anni di contributi e un montante di circa 490.000 euro e soprattutto ho 26 anni con sistema contributivo e soli 2 anni con retributivo.
Quindi perché non posso andare in pensione ? Devo stare ancora 4 anni? Tra le:altro con il rischio serio di perdere il lavoro
Infatti, un minimo di serietà sarebbe gradita.
“parassita” … nomen omen?
le faccio presente che negli ultimi due anni di scuola, la mattina frequentavo, il pomeriggio lavoravo e la sera studiavo. e mi sono diplomato con 60/60.
oggi ho 41 anni di contributi e 60 anni di età, e credo di avere tutto il diritto di andarmene in pensione in ragione di quanto ho versato e non di quando sono nato.
la serietà a cui richiama gli altri sembra le manchi …
definire la sua visione egoistica è solo un eufemismo. La linea guida per il pensionamento deve essere l’età anagrafica e non gli anni di servizio che le serviranno, per sua fortuna a ottenerer una pensione migliore. A parte che ho già detto che la pensione anticipata (si chieda umilmente perchè si chiama così) e quella di vecchiaia decorrono parallelamente e non sono alternative questa supremazia, da lei vantata, della contribuzione versata a danno di l’età anagrafica mi sembra un ragionamento da perfetto imbecille,
Tutti ci chiediamo quanto ancora dobbiamo aspettare per una decisione definitiva per evitare questo maledetto scalone Fornero- Draghi pensa forse di infischiarsene delle proposte sensate dei Sindacati , di Tridico e di qualche partito e non immagina forse la bomba sociale che scoppierà se tirerà diritto in barba ai tanti lavoratori che sono alla frutta per età e sfinimento – che prenda in seria considerazione la proposta dei sindacati di uscita a 62 anni o anche quella di Forza Italia di uscita a 62+35 con piccole penalizzazioni o ancora quella di Tridico con la doppia quota di uscita- devo sottolineare il vergognoso comportamento del PD e M5 stelle che spingono solo per ape social, alla faccia dei lavoratori che li votano pure. Dove sta scritto che si debba tirare avanti stremati , per pagare le pensioni a chi se ne sta beato in pensione da anni con uscite favorevoli del tempo addietro…. se questa è equità allora siamo fritti !!!!!!
41anni mi sembra doveroso uscire dal mondo del lavoro !!!
Credo che 41di contributi siano più che sufficienti a prescindere dall età,il governo cerchi di non prendere in giro i lavoratori,sono stufi di questo tira e molla , bisognerebbe fare come in Francia.
passate le elezioni, anche se non definitivamente perchè ci sono ancora ballottaggi nella capitale e in altre grosse città, vedremo cosa verrà fuori anche perchè entro il 15 presentazione bilancio all’europa e il 20 ottobre legge di bilancio in parlamento; momento cruciale ma non vedo nulla di buono all’orizzonte; speriamo che si accontentino di una semplice porcata invece di una grandissima porcata ; vedremo ;
D’accordissimo con Pietro62…
Voi non ci crederete ma a me mi stanno accontentando tutti;
a oggi ho 42 anni di contributi e non posso andare in pensione,
a oggi ho 61 anni compiuti con 42 anni di contributi e non posso andare in pensione,
purtroppo la quota cento mel’ha messa in quel posto;
quota 41 per tutti non si può fare che costa troppo:
quota 42 non è mai esistita:
stanno parlando di andare in pensione a 62 anni, devo aspettare ancora 1 anno.
tra 10 mesi raggiungo i famosi 42,10 mesi, e devo aspettare altri 3 mesi di finestra per andare in pensione.
purtroppo c’è ancora qualche bastardo che dice che ci vogliono 63 anni di età e 35 di contributi per andare in pensione.
io vorrei sapere che conti fanno i nostri politici senza distinguo di colore, come fanno a dire che 42 anni di contributi non sono sufficienti per andare in pensione mentre 35 anni di contributi se hai 63 anni di età bastano.
Forse la matematica è veramente una opinione.
fino al 31/12/2021 possono andare in pensione con 38 anni di contributi ed io con 42 anni di contributi in pensione non ci posso andare, forse non sono italiano come glia altri.
gradirei un’opinione da parte di qualcuno che sappia fare i bene i conti, politico, sindacalista, commercialista, basta che sappia contare almeno fino a 42.
” I sindacati, comunque, con la loro piattaforma possono tappezzare le pareti degli uffici. ”
Vorrei sommessamente far notare all’esimio Prof. Dott. Pres. General Cazzola, che i sindacati rappresentano le istanze dei lavoratori nell’ambito di un sistema democratico,
mentre la sua arrogante affermazione mi suona come uno sberleffo nei confronti di quegli stessi lavoratori di cui sopra.
Forse un pò di umiltà e rispetto nei confronti delle persone non guasterebbero.
Si dice che i giovani pagheranno le nostre pensioni,,,ma perché??la mia pensione me la sono pagata io versando in anteprima 41 anni di contributi.inoltre sento poco citare di quante persone che hanno versato per anni e poi purtroppo se me vanno molto presto , e tutti quei versamenti che fine fanno??
Va bene Ape Social per gli invalidi a 62 anni con qualsiasi contribuzione, oltre a favorire l’occupazione dei giovani, anche per questa categoria finalmente si definisce una situazione angosciante.
I sindacati stanno facendo la loro parte, anche se in misura ridotta e sottovoce. Non sono certamente il sindacato di un tempo.
I sindacati hanno motivato bene le loro richieste, ora devono trovare il modo di farsi sentire utilizzando tutti gli strumenti a loro disposizione. Se serve anche ricorrendo alle piazze bloccando tutto il mondo del lavoro. Solo così possono sperare di ottenere 80% delle richieste.
Definire le proposte sindacali carta per tappezzeria mi sembra decisamente irrispettoso.
I sindacati hanno motivato bene le loro richieste, poi si può non essere d’accordo!
Io, per esempio, sono d’accordo con le proposte sindacali.
Ridicolo criticare chi ha versato 41 anni di lavoro, è giusto che a 41 ma secondo me anche a 40 la pensione sia meritata.
Arrivare a 40 anni veri di versamenti è tanta ma tanta roba , e non si deve fare pagare a queste persone tutte le altre porcherie che girano
Rendiamo strutturale L’ape sociale abbassiamo l’età di accessibilità da 63 a 62 .
Distinti saluti
Francesco
L’ape sociale va bene a chi non ha i 41 anni di contributi. Permettimi di insistere, prima bisogna garantire la pensioni a questi, poi apriamo le danze anche all’ape.
Non meritano nemmeno le parolacce questi pusillanimi.
Ma non capiscono che la gente è stanca di sentire parlare di loro?
Ma come vogliono capirlo.
Per forza con le maniere forti e risolutive?
A voi che curate questa rubrica, perché non pubblicate veramente quello che pensa la gente di questi disonesti?
Magari pensano che sono i salvatori della patria senza rendersi conto che la gente li toglierebbe dalla circolazione.
Abbiate pietà di costoro. Rappresentano un sorriso un sorpruso.
“I sindacati, comunque, con la loro piattaforma possono tappezzare le pareti degli uffici.” E questa è democrazia… ma come ci si può permettere di scrivere certe cose. Il fascismo è forse tornato. Attenti a tirare troppo la corda… io sono un moderato ma mi fa molto male leggere certe cose, e anche il cane più docile può girarsi e mordere. Chiedere di andare in pensione con 41 anni di contributi non è chiedere la luna e come scritto su altri post tra 41 e 42.10 + 3 c’è in mezzo il mondo e un tavolo di trattativa non è un “così è è così sarà” ripeto solo IL FASCISMO si comportava così. Giusto non andare più a votare e stracciare le tessere del sindacato se non ci sarà una costruttiva trattativa posta a ridurre la Fornero anche solo in parte ma per tutti, non solo un piccolo contentino
giusto per farci tacere. Se 10 anni fa tutti eravamo coscienti che ci voleva un intervento rigido oggi non è così se ci sono I soldi per un Rdc che per alcuni versi non ha senso, ci vuole anche un occhio di riguardo per chi ha per oltre 40 anni portato acqua al mulino. Non chiedete di essere veri Italiani ed avere attaccamento allo Stato solo quando fa comodo, ogni tanto un riconoscimento a chi se lo merita. Se vi si girano contro anche quelli chi vi hanno sempre sostenuto la vedo dura andare avanti. E mi rivolgo a tutti gli attori di questa commedia.
Esatto. E tenga presente che il tizio che dispensa perle di saggezza con il… altrui, usufruisce di due rendite che gli portano in cassa, circa 9.000 euro al mese! Pertanto ‘sto “signore” dovrebbe avere la decenza di tacere.
Incominciate ad aggiustare le pensioni esistenti come i precoci,i disoccupati ormai over 58/59/60 che vogliono andare in pensione e hanno avuto come ultimo contratto un contratto determinato scaduto e ha 41 anni non può andare perché non licenziato, come legge mi sembra davvero discriminatorio e ridicolo…..una vergogna italiana
E’ mai possibile che in italia si pensi sempre a salvaguardare chi ha dato meno a scapito di chi ha contribuito integralmente? Mi pare evidente che chi vanta 40 anni di contributi debba andare in pensione prima di chi ne ha lavorati meno (diciamo dai 30 ai 39) anche se quest’ultimo ha un età superiore. Ma come al solito in italia si cera la strada dei favoritismi, di accontentare qualche amico, di favorire qualche conoscente a scapito dei soliti noti – tutti quei lavoratori che hanno avuto la doppia sfortuna di nascere nel periodo dei baby boom e di aver contribuito totalmente alla crescita del nostro paese iniziando a lavorare da raggazzini. Tutte le mazzate le vogliamo dare sempre a questi..sono loro il “capro espiatorio”.
Quindi ricapitolando: prima si manda in pensione chi ha lavorato + anni diciamo dai 40 anni.
– poi si inizia ad analizzare le situazioni di coloro che hanno 63 anni e che non arriveranno mai a 40 anni di contributi e così via.
Chiedo è tanto difficile da accettare?
Pietro62 Assolutamente daccordo !! E’ una vergogna che chi paga di piu, in termini di contributi, sia trattato peggio della m… pazzesco !!
Dici bene Pietro62.
Da noi funziona così: a tirare la caretta sono sempre quelli, gli altri si accomodano sopra e si fanno trasportare.
Finalmente un commento corretto e, soprattutto, sensato ! Non capisco neanch’io per quale motivo si stia cercando in tutti i modi di favorire chi ha pochi contributi a discapito di chi, invece, ne ha maturati tanti (dai 40 in su). Molti si lamentano perchè non possono collocarsi a riposo avendo 30 anni di versamenti o poco più dimenticando forse che, DA SEMPRE e in mancanza di un’adeguata contribuzione, si va in pensione con quella di vecchiaia. Capisco le situazioni particolari, capisco le esigenze individuali, capisco tutto…ma non capisco per quale motivo devono rimetterci quelli della nostra generazione i quali, appunto, si sono accollati l’onere di incrementare le casse dell’INPS per decenni senza ottenere nulla in cambio…
Siamo stanchi di sentire pagliacciate e di assistere a continue discriminazioni tra categorie di lavoratori. In italia quando non si sa come affrontare un problema si costituisce una commissione ad hoc, così i tempi passano e facciamo credere ai cittadini che qualcuno studia il problema, in realta lo si sta solo rimandando… Ma volete continuare a prenderci in giro?
Tempo e denaro buttati al vento per far credere ai lavoratori di aver fatto qualcosa per loro. Domanda da quanti anni è stata costituita questa commmissione?, quanto è costata? e cos’ha prodotto?
Fatemi capire Grazie