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Riforma pensioni 2021, entro quando il riconoscimento del lavoro di cura domestico?

In attesa di comprendere cosa succederà grazie al continuo pressing delle parti sociali che hanno ottenuto da Draghi la promessa di un tavolo di confronto già dai primi di dicembre per lavorare insieme ad una riforma pensioni post quota 102, che ricordiamo avrà valenza solo per un anno, colpisce il significativo post scritto dall’amministratrice del CODS, Orietta Armiliato. Tra le richieste fatte dal sindacato vi é anche il riconoscimento del lavoro di cura svolto dalle donne ai fini previdenziali, perché opzione donna non può bastare ed é certamente una misura penalizzante.

Nel post scritto sulla pagina ufficiale Facebook Armiliato evidenzia come debba partire dalle donne stesse il riconoscimento del lavoro di cura che svolgono, perché sarebbe anche ora di comprendere che nulla di quello che le donne fanno d’abitudine deve essere dato per scontato a causa di vecchi retaggi cultrali che si trascinano fino ai giorni nostri. E’ tempo che siano le donne stesse a svegliarsi e a chiedere venga loro riconosciuto il sacrificio fatto per la famiglia, perché é proprio questo dedicare del tempo dentro casa, che porta le donne ad avere, generalmente, carriere maggiormente discontinue che portano poi , inevitabilmente, a pensioni basse. Le sue considerazioni affinché anche la politica comprenda l’importanza della valorizzazione del lavoro di cura delle donne ai fini previdenziali.

Riforma pensioni 2021: valorizzazione lavoro di cura delle donne, se non ora quando?

Così Armiliato: “Lo fate tutti i giorni. Mille volte al giorno da quando aprite gli occhi e spegnete la sveglia a quando li chiudete dopo averla impostata e … … non ve ne rendete neppure conto!Avete rinunciato alla vostra carriera lavorativa ed a molto altro, per accudire famiglia e figli e/o avete perso il posto di lavoro per questo…avete stirato quintali e quintali di panni, avete scaricato milioni di migliaia di lavatrici, avete riempito e spinto centinaia e centinaia di carelli al supermercato, avete atteso sotto la pioggia battente bimbi che uscivano dalla palestra ai quali arrivati a casa avete preparato la merenda e lavato gli indumenti utilizzati per fare sport, avete trascorso notti insonni quando erano ammalati e giornate successive dove in fabbrica o in ufficio o in negozio vi cadeva la testa per il sonno, avete sfornato pizze, appiccicato cerotti, lavato stoviglie, aggiustato biciclette, scolato spaghetti e preparato pranzi di Natale e torte di compleanno mentre uscivate da una riunione o vi mettevate le cuffie prima di prendere servizio alla catena di montaggio, o alla macchina da cucire o iniziavate il turno in ospedale.Siete corse all’uscita dal lavoro in farmacia a ritirare la ricetta ed i farmaci per la suocera che non riesce a camminare, mentre al cellulare davate una dritta alla collega in difficoltà che faceva lo straordinario, avete raccattato mutande e calzini in giro per casa, avete pagato bollette alla posta e controllato estratto conto bancari, cambiato la biancheria del letto, del bagno e avete passato aspirapolvere, cambiato la sabbia del gatto, pulito pavimenti, organizzato la dispensa, gli armadi e le vacanze, corretto compiti, portato a spasso il cane, gettato sacchi di spazzatura, preparato aerosol per la vostra mamma affetta da bronchite e cambiato centinaia di pannoloni e pannolini….e ancora non avete capito che tutto questo NON é scontato?

Non é conclamato, assodato, accertato, verificato, appurato, provato, stabilito che dobbiamo essere NOI DONNE a farcene carico, oltre a contribuire al mantenimento della famiglia? Eggià perché spessissimo il mutuo dell’appartamento lo si è potuto accendere perché c’era anche il vostro reddito magari piccolo perché derivante dall’impiego part-time obbligato, sia chiaro, non scelto per quanto sopra detto, e poi oggi?

Ecco, oggi dopo tutto questo, non riuscite a pensionarvi perché non arrivate a raggiungere la contribuzione richiesta dalle norme vigenti: ci vogliamo una buona volta sganciare dal giogo che ci hanno messo nel tempo funzionale solo a colmare le carenze di un sistema bacato, di un welfare inesistente che non ha costruito asili nido, baby parking, parità salariale e diritti per le donne equiparati ed equiparabili a quelli degli uomini?

Eppure…in molte, nonostante le analisi, gli studi, gli articoli, le proposte e quant’altro, non hanno ancora compreso appieno che cosa si intenda quando si parla di 💢LAVORO ORDINARIO DI CURA DOMESTICO💢 Dunque, impariamolo in fretta ed insegmolo a chi ancora non lo sa, senza perdere neanche un minuto!Rendiamocene conto NOI per prime ed una volta per tutte, perché certe assunzioni, da parte proprio delle donne non si debbano leggere né sentire più: incominciamo almeno da lì”.

Altreattanto interessanti e ricchi di significato i singoli hashtag inseriti al fondo del post. La correlazione tra vita sacrificata per colpare un welfare assente e la pensione che si fatica a raggiungere é chiaramente evidente, ora non resta, come dice Armiliato. in primis che le donne si sgancino da questi modelli culturali che le fanno sentire inadeguate se non compiono sempre e solo loro questi compiti, e secondo che si rendano conto che qualora decidano di adempiere in prima persona quantomeno ‘pretendano’ che questi compiti vengano riconosciuti anche a livello previdenziale, come ogni lavoro che si rispetti. Perché di scontato non c’é proprio nulla, ed il lavoro di cura deve essere riconosciuto e valorizzato, oggi più che mai, affinché anche le donne possano accedere alla quiescenza con maggiore serenità in virtù dei sacrifici fatti nel corso della vita lavorativa.

Di seguito l’elenco usato: #ledonnesonoincredito #ilwelfaresiamonoi #rendiamoceneconto #lapensionenonéunamancetta #lapensionenonéunbusiness #lapensionenonéunamarchetta #paidcarework. Condividete le parole dell’Armiliato? Fatecelo sapere nell’apposita sezione ‘commenti’ del sito.

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Erica Venditti

Mi chiamo Erica Venditti, classe 1981. Da aprile 2015 sono giornalista pubblicista Scopri di più

Questo articolo ha 5 commenti

  1. Gio'

    Draghi ha già fatto sapere che, gli anticipi pensionistici, slitteranno al 2023. Peccato che ci saranno le elezioni. Continuano a prenderci in giro i ricchi signori. Loro si che hanno pensioni favolose e anticipate. Ha ragione quel signore che dice che siamo un Paese di pecoroni. In Francia bloccherebbero tutto a tempo indeterminato. Purtroppo le rivoluzioni non possiamo farle noi vecchietti. Al massimo con carta e penna. Penso che i giovani preferiscano i monopattini e la PlayStation.

  2. Silvia

    Condivido totalmente quanto scritto dalla Sig.a Orietta Armiliato in quanto avendo 62 anni , disoccupata e con solo 28 anni di contributi desidererei poter andare in pensione prima possibile.

  3. Simonetta

    Sono pienamente d’accordo con quanto scritto

  4. Gabriella Palanza

    Grande Orietta Armiliato

  5. Giorgia

    Condivido assolutamente ogni parola della signora Armiliato.
    Io ho lavorato per 15 anni a tempo pieno e per altri 18 part time per seguire figli, famiglia e genitori.
    Mi auguro che il governo finalmente pensi al fatto che il lavoro di cura va tutelato anche perché è sociale non solo personale

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