Riforma pensioni 2020, ultimissime Quota 99: non equa e penalizzante, ecco perché

Le ultime notizie sulla riforma delle pensioni al 25 gennaio 2020 giungono da alcune considerazioni in merito alla quota 99 con bonus mamma che abbiamo chiesto a Claudio Maria Perfetto, autore del libro l’Economista in camice oltreché di una rubrica di pensioni sul quotidiano web nazionale Il Valore Italiano. Il Sign Perfetto é un esperto informatico che si occupa altresì nei suoi scritti di temi come lavoro, pensioni, ricambio generezionale ritenendo che questi siano legati tra loro da un fil rouge.

Lo abbiamo contattato per chiedergli cosa ne pensa circa la proposta del sottosegretario al Lavoro Francesca Puglisi di istituire una quota 99 con un bonus mamma e se questa misura a suo avviso può essere considerata utile o meno nei riguardi delle donne. Eccovi la sua disamina, che qui vi riportiamo.

Pensioni 2020, proposta quota 99 non é condivisibile

Così Perfetto: “La proposta del sottosegretario al Lavoro Francesca Puglisi di istituire Quota 99 con un bonus riservato alle madri che lavorano non è condivisibile. La sua proposta stabilisce per Quota 99 due paletti: 64 anni di età anagrafica e 35 anni di contributi. Si cade nella stessa ambiguità semantica che affligge l’attuale Quota 100, in quanto non è una “quota” ma una “finestra”.  

Le “quote” sono ad assetto variabile, mentre le finestre sono ad assetto fisso, come lo è, appunto, la finestra 64 anni di età e 35 di contributi. Per essere una “quota”, Quota 99 dovrebbe consentire di andare in pensione anche alle donne che hanno 58 anni di età e 41 anni di contribuzione, come pure alle donne che hanno 61 anni di età e 38 di contribuzione. Da Quota 99, anche se fosse “quota vera”, verrebbero escluse le donne che potrebbero aderire a Opzione Donna.

“Oltre alla questione dell’ambiguità semantica, Quota 99 non è “equa”: non tratta equamente la donna madre e la donna non madre. L’intento di assegnare un “bonus mamma” che dà diritto a un anno di contributi in più alle madri per ogni figlio è giusto, e potrebbe essere l’equivalente del riscatto degli anni di laurea per coloro che, avendo deciso di continuare gli studi, non hanno potuto lavorare prima e quindi versare i contributi prima. Ma le lavoratrici madri godrebbero di questo vantaggio a svantaggio delle lavoratrici non madri le quali si vedrebbero cancellata l’Opzione Donna da Quota 99 e quindi vedrebbero impennarsi i requisiti di accesso alla pensione. Questo sbilanciamento tra madre e non madre non è equo.  Oltre a non essere equa, Quota 99 è penalizzante rispetto a Opzione Donna.

Riforma pensioni: meglio quota 99 con bonus madre o opzione donna?

Per il Dott Perfetto l’ultima misura proposta dalla Puglisi non solo non é equa perché discrimina una donna madre da una non madre, ma é altresì penalizzante rispetto ad opzione donna perché ne alza, e di parecchio, i requisiti di acecsso, relegando così al lavoro anche quante, pur consapevoli della grossa penalità inflitta da opzione donna, ricalcolo dell’assegno interamnete col contributivo, non hanno altre ‘vie di fuga’ e sono costrette ad accettare. Per loro verrebbe meno un’opportunità pensionistica importante. Eccovi le sue considerzioni: “Opzione Donna consente di uscire a 58 anni di età con 35 anni di contribuzione e con l’assegno pensionistico calcolato interamente con il sistema di calcolo contributivo: è la soluzione per la donna che è costretta a lasciare il lavoro per potersi dedicare alla cura della famiglia, soprattutto a quella dei propri genitori e suoceri. Quota 99, che andrebbe a sostituirsi a Opzione Donna, elevando i requisiti anagrafici e contributivi, non consentirebbe più a donne in stato di necessità di andare in pensione ed esercitare la cura dovuta ai propri familiari.

Infine sentenzia Perfetto: “La proposta anticipata dal sottosegretario al Lavoro Puglisi sembra essere una proposta “civetta”, lanciata per sondare le reazioni dei sindacati in vista del confronto che si aprirà il prossimo 27 gennaio. Qualunque possa essere stata la motivazione che ha dato origine alla Quota 99 più bonus donne vede in essa una proposta superficiale, frettolosa, raffazzonata. Certamente non all’altezza di un Governo alla guida di uno Stato“.

Ringraziamo il Signor Perfetto per la sua disponibilità al confronto e ricordiamo a chiunque volesse riprendere parte delle sue considerazioni che trattandosi di un’esclusiva per il nostro sito é tenuto a citare la fonte. Voi, dal canto vostro, condividete o meno la disamina sulla quota 99 e sul bonus mamma? fatecelo sapere nell’apposita sezione commenti del sito.

6 commenti su “Riforma pensioni 2020, ultimissime Quota 99: non equa e penalizzante, ecco perché”

  1. Come di consueto il pensiero del sig. Perfetto, scusate il gioco di parole, è perfetto. Infatti fa molto bene a sottolineare che le “quote” di cui si parla ultimamente non sono quote bensì finestre. Magari fossero quote!!! Sarebbero certamente improntate a maggiore equità, infatti al lavoratore che ha alle spalle più anni di contributi necessiterebbe un età inferiore mentre ai lavoratori più anziani sarebbero richiesti meno contributi per accedere alla pensione. Il problema è stabilire quale sia la quota giusta per lasciare il lavoro. Oggi tra finestre e quote è una giungla. Abbiamo la finestra opzione donna (58+35=93), la finestra 100 (62+38=100), la finestra di vecchiaia (67+20=87) e le quote 42 e 10 mesi per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne, più la quota 41 per i precoci impegnati in lavori gravosi e usuranti. Inoltre si aggiungono le proposte “civetta” di finestra 99 (64+35) e finestra 82 dei sindacati (62+20). Non male vero?
    Per me si dovrebbe eliminare tutte queste finestre e quote e unificarle in un’unica quota “vera”. Quota 96. Che nasce dal fatto che chi ha 41 anni di contributi (chiesti a gran voce dai precoci) e ha iniziato a lavorare in giovanissima età (comunque non prima dei 14 anni perché stava ancora sui banchi di scuola a terminare il ciclo obbligatorio) si potrebbe teoricamente pensionare a 55 anni e appunto 55+41=96. Così ad esempio il 60enne con 36 anni di contributi lascerebbe il lavoro e il 64enne con 32, oppure a 58 con 38 e così via. Per le donne si potrebbe prevedere uno sconto per ogni figlio e magari introdurre agevolazioni per le persone impegnate nella cura degli anziani.

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    • Ma pensate veramente che la prossima riforma sarà più vantaggiosa per il lavoratore rispetto all’attuale come queste ipotesi fantasiose tipo quota 96 fanno credere ? Io NO, se faranno qualcosa sarà migliorativa rispetto alla Fornero e peggiorativa rispetto all’ attuale ‘Quota 100’.
      Penso che non si debbano alimentare aspettative diverse al riguardo fatto salvo che ognuno è libero di pensarla come vuole e di sognarne una a suo uso e consumo. In ogni caso fino a fine 2021 nessuna forza politica vorrà decidere nulla in proposito.

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      • Secondo me quota 99 è discriminante per le lavoratrici non mamme. Quota 100 si dovrebbe mantenere sino al 2021 ma dovrebbe intendersi la somma degli anni di lavoro con l’età anagrafica, a partire da 60-40, 61-39, 62-38, 63-37, 64-36. Calcolando età anagrafica + contributi versati da un minimo di 36 anni ad un massimo di 40, senza penalizzazioni! Se guardiamo indietro negli anni il massimo di quelli lavorativi era 35 anni. Se osserviamo altri paesi come ad es. la Francia, il max dell’età lavorativa è 62 estendibile a 64, non di più! Secondo me è necessario lasciare anche spazio ai giovani dai 25 in su. Pensiamoci bene e riflettiamo!

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  2. bravissimo il dottor Perfetto .la verita’ e’ che con i trucchetti miseri vogliono la uscita a 64 anni anziché a 62 anni !!!

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  3. C’ è anche un lato di sensibilità umana da considerare: Molte donne che non hanno figli è perchè magari non possono averli per vari motivi di salute e fisici. Avrebbero voluti averli e magari si sono anche sottoposte a terapie molto invasive senza successo. Oltre a questo dispiacere, le puniamo anche con un allungamento degli anni lavorativi. Siamo un popolo di sadici ?

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    • Signor Franco Giuseppe, non si tratta di essere sadici con le donne che non hanno avuto figli, ma eventualmente un riconoscimento del lavoro di cura che, mi creda, è tutt’altro che gioia eterna!
      Comunque noto che i politici in generale si scagliano contro quota 100 perché a loro dire ingiusta, penalizzante e insostenibile per il bilancio dello Stato, ma poi propongono ricette che vanno ben oltre ai parametri (anche finanziari) della Quota 100!

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