In questi giorni si é fatto un gran parlare della quota 100 e di quanto la misura sia stata effettivamente efficace stando agli obiettivi che si era posta ad inizio sperimentazione, ossia liberare gli italiani dalla rigida Legge Fornero, concedendo loro una via d’uscita con 62 anni d’età e 38 di contributi, e garantire quel turnover generazionale a cui si ambiva da tempo. Diversi media hanno scritto che la quota 100 non ha né liberato posti di lavoro sufficienti all’ingresso delle nuove leve, né tanto meno ha mandato in pensione quanti si sperava, insomma sono rimasti diversi risparmi certificati dal non utilizzo della quota 100 e la misura é risultata sovrastimata in termini di utilizzo. Inoltre non ha permesso l’uscita dal mondo del lavoro per quanti, i precoci, hanno alle spalle ben più di 38 anni di contributi versati, ma sono stati bloccati dall’età anagrafica, non raggiungendo i 62 anni d’età previsti. Sulla questione ci siamo interfacciati con Claudio Durigon, noto ai più come padre della Quota 100, nel Governo precedente ove rivestiva l’incarico di sottosegretario al Ministero del Lavoro. Eccovi le sue considerazioni sulla lettura dei dati.
Riforma pensioni 2020, Durigon analizza i dati relativi a quota 100
“Negli ultimi giorni sono ricomparsi personaggi e congiunture che davvero hanno poco a che fare con buon senso e soprattutto nulla a che fare con la verità dei numeri, si sono sparse cifre e soprattutto si sono fatte valutazioni incomprensibili. La Professoressa Fornero, ad esempio, ha lanciato numeri su quante pensioni vengono retribuite mensilmente, tralasciando quello che invece dovrebbe essere il cardine di un programma di riforma: la suddivisione della previdenza dalla assistenza. Ha affermato con convinzione che la quota 100 sia stata rifiutata dagli italiani, capisco le difficoltà già avute in passato con la sua stessa riforma visto che i governi successivi hanno dovuto mettere mano alle salvaguardie degli esodati che sono costati poco meno della legge quota 100. Ma per spiegare meglio, ogni legge che si fa e corrisposta da relativa copertura finanziaria su relazioni Inps e ragioneria.
Ecco allora si può notare nella relazione della legge quota 100, che il numero di pensioni al 31 dicembre 2020 è di 327 mila. Se si verificano le richieste pervenute al 30 giugno 2020 ( mancano ancora sei mesi), siamo a quota 287394, dunque, circa il 90% ha presentato domanda. Non mi pare francamente un fallimento della misura, né tanto meno una fuga dall’utilizzo della stessa.
Riforma pensioni 2020, ultime su quota 100 e quota 41: cancellata la Fornero
“Tornando invece alla sostanza della legge voluta da Matteo Salvini, abbiamo ridato un diritto cancellato a malo modo dalla riforma Fornero, ma soprattutto finalmente abbiamo concesso anche l’opportunità ad alcuni giovani di entrare nel mercato del lavoro. Si sentono tante storie sul ricambio generazionale, i numeri istat pre covid, testimoniano una diminuzione sostanziale delle percentuali della disoccupazione in generale, ma soprattuto quella giovanile e anche questi sono numeri incontrovertibili.
E ancora manca, manca quel turnover della pubblica amministrazione, per la lentezza di questo governo.
Il covid ha cambiato e cambierà il lavoro, la fragilità dovrà essere presa in considerazione, per cui sarà necessario optare per formule di pensionamento che anticipino l’uscita dal mondo del lavoro, l’uscita con la quota 41, ad esempio, deve necessariamente essere il prossimo obiettivo per l’Italia, per poter garantire ai giovani un futuro. Non é ammissibile che chi ha 41 anni di lavoro sulle spalle, debba essere relegato sul posto di lavoro, i contributi li ha abbondantemente versati nel corso della propria vita lavorativa, si é privato della propria giovinezza, ora é giusto che si goda la meritata penbsione. Fuori luogo, se non follia pura, anche gli ultimi rumors che vedrebbero la possibilità di uscire con la quota 41 a fronte di un ricalcolo contributivo dell’assegno ultimo. Perché il futuro si garantisce dando un lavoro ai giovani e non risparmiando sulle pensioni mandando i lavoratori a riposo solo a 67 anni. “
Ringraziamo per il piacevole confronto Claudio Durigon e ricordiamo a chiunque volesse riprendere parte dell’intervista che é tenuto a citare la fonte, trattandosi di esclusiva per il nostro sito.
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ale, è proprio come dici tu!!!!!!!!!!!!!!!!!
…..Cari signori lettori, è inutile continuare a dire le stesse cose da anni, non cambia niente e non cambierà nemmeno con i prossimi governanti che verranno, anche perché da parte mia ormai non me ne frega un beneamato CAISER ….visto che i 41 li ho passati e a ottobre sono 42 ormai mi conviene fare gli ultimi 10 mesi. Auguri a tutti voi …….tranne tutti i politici che SCHIFO!!!
Per i nostri Politici i nostri contributi sono a disposizione dello stato e quindi ne fanno uso a loro piacimento.
In pratica noi prestiamo soldi allo stato/Inps e a dispetto di tutti i presupposti in essere è chi riceve il prestito che decide quando iniziare a restituirlo.
A questo punto si potrebbe andare in Banca e chiedere soldi e siamo noi a decidere quando e come restituirlo cambiando anche le regole a mio piacimento.
Un ultima cosa ma avete notato che le leggi sulle pensioni si basano su parametri quali anni di versamenti ed età che centrano poco su quanto ammontare hai versato. Basiamoci invece su quanto hai maturato e poi a secondo dell’importo permetti di andare in pensione.
Mi piacerebbe leggere un grafico che spiegasse nel dettaglio chi ha usufruito della quota 100. Sarebbe interessante sapere quante sono le persone che, ancora in attività, cioè con un lavoro e quindi con uno stipendio assicurato, abbiano lasciato l’impiego con soli 38-39 anni di contributi sapendo che il loro reddito pensionistico mensile sarebbe stato di molto più basso. Un vecchio articolo del Sole 24ore economia, stimava la perdità anche del 30% per chi anticipava di 5 anni, quasi 1/3 della pensione massima. Facendo i conti della serva e ipotizzando una pensione netta di 1350 euro, il taglio di 1/3 significa 450 euro con il risultato che nelle tasche del nuovo pensionato entrerebbero 900 euro nette. Ecco spiegato perchè la quota 100 non abbia ottenuto un maggior successo ! Perchè con 900 euro è difficile campare ed è meglio arrivare quindi a 41-42 di contributi e ricevere un assegno più alto. Ci sono stati però dei lavoratori in attività che hanno accettato lo stesso un assegno cosi basso e la spiegazione plausibile è che probabilmente potevano permetterselo avendo magari altre entrate o nella peggiore delle ipotesi …. continuino a lavorare ma in nero. Cosa che a questo punto gli garantisce un doppio reddito: quello da pensione e quello da lavoratore non in regola ( e che non paga più tasse e contributi). Complimenti Durigon, proprio una bella riforma.
Per quanto mi riguarda, sono appena entrato in pensione, con la Fornero e con 43,2 anni di contributi e in questo anno e mezzo ho dovuto assistere al pensionamento di 2 persone che hanno iniziato a lavorare dopo di me e che sono andate via prima di me e questa cosa è immorale sotto tutti i punti di vista.
Dubito molto che passando da 38 anni di contributi di quota 100 a 41 o 42 anni un lavoratore prenda 350 euro al mese di più di pensione. 3 anni di contribuzione in più non rendono così tantoi a vita ! Il 30 % di cui parla di perdita è valido per l’opzione donna inquanto il calcolo viene fatto tutto sui contributi e si perde la quota retributiva.
Con quota 100 si perde qualcosa ma si guadagnano 5 anni e 3 mesi di vita ..e non è poco
Era un articolo che può trovare ancora sul web, poi si parlava dell’anticipo massimo cioè 5 anni. Non lo dica a me che si guadagnano anni di vita. Ho dovuto fare 43,2 obbligatori.
Quota 41 per tutti senza limiti di età e senza decurtazioni ulteriori è il minimo che si possa fare alla scadenza della quota 100. Non si può accordare solo ai cosiddetti precoci (chi ha 12 mesi di contributi all’età di 19 anni) o solo ai lavori usuranti. Anche fare l’impiegato negli ambienti odierni è fonte di grande stress anche se questo pochi lo capiscono !
Rispondo a Ale.
Hai ragione.
Ma, da nato nel 60 e con 41 di contributi (quindi già quota 101) , come posso solo chiedere quota 41 per il 2021?
E di diplomati nelle mie condizioni ne conosco centinaia. Quota 102 arriverebbe a giugno prossimo.
Tanto prima non c’è possibilità.
Non voglio penalizzazioni però!
Il resto sono sfumature….p
BASTA fare cassa solo sulle nostre pensioni!!! e lo ribadisco…è una vergogna sentire poi stipendi da milionari! e noi a fare la fame!!!
Dal 2021 come linea generale:
Quota 41/42 di contributi e/o quota 102/103 libera da vincoli d’età. Il tutto senza penalizzazioni!
Altrimenti l’anticipata Fornero così come è!
I casi particolari da definire.
Non perdete tempo in elucubrazioni fantasiose.
E poi un po’ di rivolta sociale!
Mi mancano comunque le riflessioni del situazionista Clyde.
41 o 42 non sono proprio la stessa cosa..ci stanno 365 gg in mezzo. Ora c è una quota 100..sia quel che sia ma non chiedo certo una quota 102 o 103 !! Non capisco questa forma di concessione del proprio tempo di vita..
41 per tutti senza penalizzazioni non è un furto assolutamente. È più che onesto. Anche troppo! Non sono i 35 o 37 di altre categorie o i vitalizi di chi se li tiene stretti, o le migliaia di euro con pochi mesi di lavoro..
Rispondo a Ale.
Hai ragione.
Ma, da nato nel 60 e con 41 di contributi (quindi già quota 101) , come posso solo chiedere quota 41 per il 2021?
E di diplomati nelle mie condizioni ne conosco centinaia. Quota 102 arriverebbe a giugno prossimo.
Tanto prima non c’è possibilità.
Non voglio penalizzazioni però!
Il resto sono sfumature….
Durigon può fare tutti i calcoli che vuole e tutte le considerazioni che vuole, resta il fatto che con la sua proposta di quota 100, molti lavoratori sono andati in pensione avendo lavorato meno e versato meno contributi. Quale sia il motivo che abbiano iniziato tardi a lavorare e abbiano pochi contributi, poco importa al ragionamento, l’inps non fa calcoli ipotetici. Possono essere stati mantenuti dai genitori, possono aver lavorato in nero e quindi non aver mai pagato tasse sul reddito ( noi le paghiamo e sosteniamo la sanità e lo stato), noi abbiamo pagato i contributi che servono per pagare le pensioni a chi è andato prima di noi. Chi non era in regola nel lavoro ha avuto qualche sostegno dallo Stato, arrivando a guadagnare sommando, di più di chi era in regola. Tra i quota 100 meritevoli di pensione ci sono però persone che un lavoro stabile lo avevano ancora e anche un reddito. Ancora adesso non capisco come si è potuto permettere che questi ultimi abbiano avuto la possibilità di scelta di risparmiarsi 5 anni in più di lavoro e di versamenti rispetto ai milioni di italiani che sono ancora soggetti alla Fornero. E tutto questo per ben tre anni. Durigon, Lei non ha proprio cambiato nulla, la Fornero per milioni di lavoratori è ancora li. Lei si è solo comprato il voto di 300.000 persone. xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx
Franco Giuseppe ho cancellato l’ultima parte del commento perché offensiva e non pubblicabile, rinnovo alla moderazione dei toni nei confronti di politici, sindacalisti , etc…IL RISPETTO VIENE SEMPRE PRIMA DI TUTTO
Sono francamente deluso cara Erica, non era affatto e particolarmente offensivo o maleducato quello che ho scritto. Rispetto ? Il rispetto è una condizione che bisogna meritarsi e con la quota 100 è stato proprio lui a mancare di rispetto ad una numerosa e onestissima platea di lavoratori, molti di più di quelli che lui ha omaggiato con il regalo pensionistico. Rispetto vuol dire non prendere in giro l’interlocutore e lui con queste continue interviste pare gongolarsi mentendo. La riforma Fornero è ancora li e attualmente è l’unica legge pensionistica ancora in vigore a cui milioni di lavoratori sono ancora soggetti, altro che i suoi 300.000 della quota. Anch’io esigo rispetto e non prese in giro.
Ma io non potevo pubblicare la sua frase finale, avrebbe potuto innescare le ire dell’onorevole, la rilegga era piuttosto offensiva. Il resto é stato tutto pubblicato, non sono contro i toni accesi. Mi spiace Franco devo cercare di tutelare il sito, non era contro di lei.
Eh, ma cosi non verrà mai a sapere quello che davvero pensano di lui quelli che lui stesso non ha rispettato. Si rende conto di quante persone hanno votato Lega credendo che davvero avrebbero approvato i 41xtutti ? Ci ha portato rispetto ? No. Perchè mai dovrei portare rispetto ad un personaggio che critica la Fornero per gli esodati quando lui se ne è fregato altamente regalando invece la pensione ad altri ? Seimila esodati erano troppo pochi voti da accalappiare, meglio spendere di più per 300.000. I 6000 esodati per lui possono morire anche di fame. I precoci ormai sono cosi pochi che nemmeno loro portano voti, che si facciano 43 anni di lavoro. Vede cara Erica, per quanto sopra, Durigon non è una persona degna del mio rispetto e non ha nulla di onorevole, nemmeno la carica di cui si fregia. Erica, non pubblichi questo mio commento, ma le sarò grata se glielo spedisse.
Giuseppe questo é pubblicabile, dai toni accesi, ma pubblicabile.
Trovo una cosa vergognosa che si possa andare in pensione a 62 anni con una penalizzazione del 3 % per ogni anno prima di arrivare ai 67. Già dobbiamo fare i conti per andare in pensione con il calcolo contributivo… Mi sembra che si stia tirando troppo la corda.
Buongiorno,
La prof. Fornero, non ha motivo di fare l’affermazione in oggetto.
Se anni fa fosse entrata in una azienda come operaia o impiegata, avrebbe avuto dei colleghi che le avrebbero dato modo di capire:
1) Cosa ha combinato con la sua riforma (esodati, ecc.)
2) Che ESISTONO MOLTI LAVORATORI desiderosi di andare in pensione, anche, con la quota 100
Purtroppo questi signori della sfera politica, sentendosi più importanti di chi gli paga lo stipendio di statale, si sentono in diritto di pontificare.
E’ ora di girare pagina con la solita demagogia.
La pensione, si ricorda, NON E’ UN REGALO, ma è la RESTITUZIONE DEI SOLDI VERSATI con ANNI e ANNI di LAVORO.
42 anni di lavoro e 62 anni di età DEVONO BASTARE, diversamente non riconoscere il diritto della pensione, entro certi termini, è UN FURTO LEGALIZZATO!!
Cordiali Saluti
“La pensione, si ricorda, NON E’ UN REGALO, ma è la RESTITUZIONE DEI SOLDI VERSATI con ANNI e ANNI di LAVORO.”
VERISSIMO ! BRAVO. Una affermazione che dovrebbero tutti i politici e superesperti di economia imparare a MEMORIA.
Il grosso problema è che i soldi che noi versiamo sono utilizzati anche per altri scopi e in modo errato , e ci cambiano continuamente le regole, in peggio, perchè continuano ad utilizzare i nostri soldi per fare altro rispetto che pagare pensioni in base al versato e dimostrare così che non ci sono più soldi per le pensioni !
Scusate a completamento del mio precedente commento volevo solo aggiungere alcune considerazioni.
Tutti, io compreso, parliamo di quota 41 come baluardo per i lavoratori precoci, benissimo, giusto però mi domando, magari dico una solenne stupidaggine, ma da qui a qualche anno quanti lavoratori potranno arrivare a 41 anni di contributi ad età relativamente giovani?Mi spiego, secondo me fra qualche anno avremo un problema diverso, molti ultra 62enni faranno fatica ad arrivare a 38 anni di contributi se teniamo conto di quota 100, probabilmente anche oggi abbiamo lavoratori con carriere talmente discontinue che sarà grasso che cola se arriveranno a 62 anni (età esemplificativa) con 30?32?33?anni di contributi. Quindi avere una flessibilità forse sarebbe utile per tutti poi sarà ognuno in base alle proprie esigenze a decidere cosa fare. Un’ ultima cosa, personale, io sono fra quelli che per pochi mesi non potrà accedere a quota 100, ho iniziato presto ma negli anni 1991/96 ho avuto diversi buchi contributivi e sono quelli che mi stanno presentando il conto adesso. Chiedo, perchè è così difficile riscattare i periodo di vuoto contributivo fra un lavoro e l’altro?Nel mio caso licenziato per fallimento dell’azienda. Per chi è disposto a pagare di tasca propria eventuali buchi non dovrebbe essere facilitato l’accesso?Sicuramente ci sono norme da rispettare ma trovo ridicolo che se voglio coprire con i miei soldi alcuni periodi, l’ Inps non me lo permetta. Poi un altro aspetto riguarda le penalizzazioni, già abbiamo un tasso di sostituzione che si aggira intorno al 70/75% in più il ricalcolo ogni 2 anni circa, adesso si parla di penalizzare in caso di flessibilità a 62 anni del 2/3% per ogni anno da 62 a 67 anni, poi dovremo essere noi pensionati a pagare per andare in pensione.
Concordo con Gianluca.
La FLESSIBILITA’, ovvero la possibilità di andare in pensione ad un’età ragionevole (diciamo dai 60-62 anni), a scelta e senza vincoli di anni di contribuzione, è la PRIORITA’ più importante, per più ragioni, a cominciare dai buchi contributivi di tantissimi lavoratori per continuare con la contemporanea necessità di liberare comunque posti per i giovani e per arrivare alla recente consapevolezza, evidenziata dal COVID-19, della fragilità fisica di un 64-65enne che è costretto a restare sul luogo di lavoro.
Sulla penalizzazione legata ad una auspicabile prossima flessibilità, temo che non la si potrà evitare, anche per il solito argomento “l’Europa ci guarda con diffidenza sulle pensioni, mentre ci dà soldi con il Recovery Fund”.
Il 3% di taglio per ogni anno di anticipo è troppo oneroso per il pensionato, un 2% (che era la proposta Damiano) mi pare molto più ragionevole, un 1.5% (che era la proposta Boeri, che la ha definita sostenibile per le casse INPS) ancora di più.
Se fosse vero che il governo è partito parlando di 2.8-3%, credo che alla fine, dopo le sicure controproposte dei sindacati, si possa arrivare al 2%, non di più.
In questo modo, per esempio, un pensionato che anticipi a 64 anni avrebbe una penalizzazione del 6%, che mi pare non scandalosa e certo molto meglio di ogni “proposta indecente” che parla di ricalcolo tutto a contributivo (che sarebbe un vero furto).
Solo un paio di curiosità, secondo l’on. Durigon quota 100 (62 età+38 contributi) dovrebbe diventare strutturale continuando ad esistere anche oltre il 2021 ed essere accompagnata a quota 41 senza limiti di età per chi ha cominciato a lavorare in età precoce? Altra considerazione, nell’attuale governo 8del quale non fa più parte Durigon) si continua a parlare di eventuale flessibilità in uscita a 62 anni però si parla sempre di penalizzazioni (addirittura 2.8 o 3%)per ogni anno che manca per arrivare ai 67 anni messi dalla Fornero, sarei curioso di sapere cosa ne pensa Durigon.
Se convertono l assegno in contributivo allora tolgano l età minima!!
…troppo comodo mettere tutto ad un minimo come la carota al bastone…
BASTA fare cassa solo sulle nostre pensioni!!! che si convertano i loro vitalizi da politico che invece si tengono stretti e anzi fanno ricorsi su ricorsi!!! BASTA !! E’ la terza volta negli ultimi 15 anni che ci cambiano le regole a noi e loro si tengono le loro ben strette senza mai mollare nulla. NON SI RIDUCE NIENTE ..ci sono già gli indici di calcolo che ci fregano ogni 2 anni. Ma scherziamo?? Quelli che hanno lavorato prima del 1995 devono tenere il calcolo per quegli anni. Il risparmio si avrà per tutti quelli che da anni ormai hanno solo il calcolo contributivo, e mandando TUTTI i comparti di lavoro in pensione con lo stesso metodo, togliendo privilegi che sono ancora moltissimi ad avere, e non parlo solo di vitalizi che permettono a nipoti di un politico defunto di prendere la sua pensione .
Quale politico si ridurrebbe il vitalizio? Nessuno. Ma non dimentichiamo che quando si va a votare gli permettiamo di averlo quel vitalizio, sono i parlamentari più pagati d’Europa in un paese con un debito pubblico altissimo ed un Pil basso, c’è qualcosa che non quadra. Non dimentichiamo quei lavoratori statali che sono andati in pensione con 15 e sei mesi che gravano sulle nostre spalle senza aver fatto fatica si sa come lavoravano gli statali. Tutto è sulle spalle dei lavoratori delle aziende private che in mutande non hanno mai timbrato il cartellino per tornare a dormire.
Premessa: tutti i lavori, se lavori, sono usuranti, sia che si tratti di lavoro manuale che di responsabilità sopratutto quando ti viene scaricata da i Direttori.
Già 62 anni + finestra di sei mesi o tre mesi sono troppi. I sessantenni vivono con il terrore del Covid e i giovani colleghi se ne fottono di passartelo.
Quindi è ora di dire basta!
BASTA CON LE PENALIZZAZIONI
BASTA CON LA FORNERO
BASTA CON I LIBERISTI
QUOTA 100 NON SI TOCCA
Sig. Totuccio Condivido pienamente quanto ha scritto.
Attenzione questi se la faranno la quota 41 la faranno nel 2022 (ci credo poco) dunque per i precoci non servirà più ..anche perché di anni di contributi ne avranno 42/43 dunque basta parlare di precoci ci hanno fottuto e preso in giro per anni e alla fine dobbiamo andare con la fornero .. altro che balle
signor Nanni Lei ha documenti dell’inps precisi ? che descrivono quanti contribuenti inps avranno 42-41-40-39-38 anni di contributi previdenziali versati a fine 2020, 2021, 2022, fino al 2026? gli pubblichi qui …. visto che l’inps non lo fa.
Sarebbe interessante ….. per capire.
Condivido con Lei che i precoci normali, quelli che non hanno fatto 41 anni il minatore, i conciatori di pelli, chi non è invalido almeno del 75%, poi in che modo hanno deciso quali siano i lavori usuranti ?????, sono stati i più bastonati dalla fornero-monti……. e sono stati presi in giro ….. da tutti quelli che hanno votato la fornero ……. e da tutti quelli che hanno promesso di cambiarla…….
E’ probabile che i lavoratori precoci con 41 anni di cont saranno sempre meno ….. ma ce ne sono ancora …… e magari all’appello mancano 10-11-24- mesi di contributi.
Ripeto ….. quanti contribuenti inps avranno 42-41-40-39-38 anni di contributi previdenziali versati a fine 2020, 2021, 2022, fino al 2026? Perchè l’inps non pubblica i dati?