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Riforma pensioni 2020, ultime: possibile riscatto buchi contributivi pre 1996?

A seguito degli incontri tra Governo e sindacati, l’ultimo tenutosi in data 14 ottobre, ed a seguito delle ultime interviste che ci hanno rilasciato Proietti (Uil) e Ghiselli (Cgil) in cui si confermano le intenzioni del sindacato nei confronti del Governo di richiedere una maggiore flessibilità in uscita dai 62 anni e la quota 41 per i precoci, oltre alla proroga, ormai data per certa almeno per un anno,dell’ape sociale e dell’opzione donna, sono intervenuti i lavoratori che chiedono vengano sanata quella che reputano come una grande ingiustizia ancora vigente nel nostro sistema previdenziale. Ossia l’impossibilità ad oggi di riscattare i buchi contributivi pre 1996, ecco le considerazioni di Alberto,a cui fanno eco diversi commenti. Insomma la questione pare effettivamente interessare diversi lavoratori, che chiedono si possa fare qualcosa in tal senso, giacché il riscatto, pagato di tasca propria di 1 /2 anni, permetterebbe a molti di poter accedere anche solo alla quota 100 e di liberare posti di lavoro. Eccovi le considerazioni dei nostri lettori.

Riforma pensioni, lacuna da sanare su riscatto buchi contributivi: l’ultima proposta

Alberto, dice rivolgendosi ai sindacati che hanno riaperto il cantiere previdenziale portando proposte al tavolo di Governo: “Buonasera, leggo da molto tempo buone intenzioni da parte di tutti e abbiamo capito che ci vogliono “trattenere” al lavoro fino allo sfinimento, ma di fatto non si risolvono neanche piccoli problemi, porto un esempio, è mai possibile che non si possano tappare buchi contributivi prima del 1996 ?- non dico di vincere tutte le guerre ma qualche battaglia la devi portare a casa altrimenti quale funzione ha un sindacato?

Poi Alberto dà un suggerimento al sindacato: “Propongano l’eventualità di poter sanare a stralcio 1/2/3 anni di vuoti contributivi, figurativi se volete, vedrete che chi ha oggi 40 anni di lavoro alle spalle lascia il posto a nuove leve senza bisogno di far quote X Y . Un saluto da una partita iva che dopo 43 anni prenderà(forse) 1100 euro”. Dalla sua Gianluca, un altro nostro lettore, fa presente di aver provato ad informarsi in tal senso senza ottenere grandi soddisfazioni in merito, da parte dell’Inps.

Riforma pensioni, testimonianza: quando il riscatto, mancato, permetterebbe l’accesso a quota 100

Gianluca, rivolgendosi alla tematica portata in luce da Alberto aggiunge: “Alberto, io sto cercando di riscattare dei buchi contributivi per l’anno 1997 (senza quei mesi mancherò quota 100 per poco). Purtroppo a detta del patronato sembra che la legge sui lavori discontinui permetta di riscattare periodi fra lavori a tempo determinato. Io provengo da un licenziamento per fallimento dell’azienda con contratto a tempo indeterminato e successivo lavoro a tempo determinato presso un’altra azienda.

Risultato, l’Inps non riconosce il riscatto. Sempre il patronato mi ha detto che per periodi precedenti al 1996 non c’è niente da fare. Stiamo parlando di riscatti, lavoratori che sarebbero disposti a pagare di tasca propria i contributi, mah“. Sulla questione interviene anche Marco, che fa una disamina più generale sulla questione, ve la riproponiamo.

Riforma pensioni: concedere il riscatto dei contributi ante 96 sarebbe vitale

Marco avvalora quanto detto dai suoi compagni: “Concordo con Alberto, è assurdo che sia preclusa completamente la possibilità di riscattare i buchi contributivi prima del 1996, la logica di non favorire chi trae vantaggio dal calcolo retributivo o misto non regge. Basterebbe vincolare la possibilità di riscatto dei buchi contributivi all’accettazione del ricalcolo con il metodo contributivo. Naturalmente chi accetta il ricalcolo deve avere la possibilità di versare solo il minimo previsto per legge e non i contributi calcolati il base alle ultime retribuzioni.

L’aspetto che non è ancora entrato nella testa dei governi, o forse fanno finta di non capire, è che i contributi versati sono soldi dei lavoratori, accantonati per altro senza possibilità di scelta, non sono a disposizione dello stato, come non lo sono i soldi sui conti correnti o i patrimoni privati. Siamo in una fase storica in cui è sempre più difficile raggiungere il limite imposto di anni contributivi e le persone perdono il lavoro sempre più tra crisi finanziarie e sanitarie. Chi è in difficoltà avendo versato soldi, spesso tanti e per tanti anni, deve poter rimanere dignitosamente in piedi con i frutti del proprio passato lavoro e non con elemosine di stato. E se gli anni di pensione saranno di più, che facciano pure i calcoli, non vogliamo un centesimo in più, solo i nostri soldi indietro.

E poi basta con la storiella che i soldi non ci sono, ogni giorno si sente parlare di miliardi a decine, continaia, migliaia. Chi ha lavorato tutta la vita è stanco, anziano e sa che costruire qualcosa costa fatica e sudore, per tale motivo non si sogna neanche di andare a spaccare vetrine, non rappresenta un rischio per il governo e per la società. Dobbiamo pensare che sia questo il motivo di tanta indifferenza?”

Voi cosa ne pensate in tal senso , potrebbe essere importante portare a casa ‘questo risultato’? Fateci sapere a quanti servirebbe questa possibilità, il riscatto dei contributi ante 1996, per poter raggiungere la pensione, qualora mai il Governo decidesse di permetterla. Scrivetecelo come sempre nall’apposita sezione commenti del sito.

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Erica Venditti

Mi chiamo Erica Venditti, classe 1981. Da aprile 2015 sono giornalista pubblicista Scopri di più

Questo articolo ha 12 commenti

  1. giorgio

    se diamo la possibilità di riscattare sino a due anni di buchi contributivi si ottengono due risultati:
    1) anticipare di due anni i requisiti Fornero (da 43 a 41);
    2) fare costare meno la riforma che è ritenuta troppo onerosa.
    non capisco a questo punto perchè non si fa…..

  2. Veronica

    Buongiorno, sì sono più che d’accordo, avevo anch’io sollevato il problema diversi post fa (purtroppo la cosa mi tocca da vicino avendo quasi tre anni di buco prima del 1996). Sono un po’ meno d’accordo con il ricalcolo dell’assegno con il sistema contributivo, considerando quanto questo penalizzerebbe chi già è disposto a mettere mano al portafoglio pur di sanare la propria posizione contributiva (ma forse sono io che ho capito male…). Non poter coprire i buchi contributivi antecedenti il 1996 è veramente una insopportabile discriminazione! Riusciranno almeno a portare a casa questo? Grazie ancora a Erica e a Riccardo per questo spazio!

    1. Andrea Nisi

      Vorrei riscattare buchi 1982-1983-1984 per raggiungere prima pensione anticipata

  3. Veronica

    Certo che sono d’accordo, ho sollevato il problema diversi post fa (purtroppo ho circa tre anni di buco prima del 1996). Un po’ meno d’accordo con il ricalcolo dell’assegno con il sistema contributivo, considerando quanto questo verrebbe a costare (ma spero di aver capito male…). Non poter sanare i buchi contributivi antecedenti il 1996 è
    veramente una insopportabile discriminazione. Riusciranno almeno a portare a casa questo?

  4. giorgio

    la possibilità di riscattare periodi ante 1996 tra un rapporto di lavoro a tempo determinato e un altro e a pagamento dovrebbe essere un diritto sacrosanto. Del resto posso capire che si voglia penalizzare la “negligenza” di non avere chiesto a suo tempo l’indennità di disoccupazione e i relativi contributi figurativi ma basterebbe (come penalizzazione) il fatto di rendere la richiesta “onerosa”

  5. Monica

    Buongiorno.
    Finalmente si pone in campo la questione di poter riscattare periodi di buco previdenziale ante 1996.
    Anche io non capisco perché non si possano pagare di tasca propria i periodi contributivi che mancano per raggiungere un requisiti pensionabile.
    E’ importantissimo anche quanto specificato:
    Naturalmente chi accetta il ricalcolo deve avere la possibilità di versare solo il minimo previsto per legge e non i contributi calcolati il base alle ultime retribuzioni.
    Altrimenti diventerebbe talmente oneroso che non sarebbe possibile pagarlo.
    Bisogna pensare poi ai malati oncologici che si vedono negare la possibilità di sconto di anni contributivi mentre a qualche categoria di lavoratori (carabinieri,) scontano 5 anni e se ne vanno in pensione sani.
    Resto in attesa di ulteriori notizie su questo fronte, cercate di portare avanti la vostra battaglia.

  6. Claudio

    Sono un lavoratore precoce che purtroppo non riesco a beneficiare, ho fatto l’artigiano per sei mesi da luglio a Dicembre del 1982 che purtroppo l’azienda x cui lavoravo è fallita così purtroppo non sono riuscito a versare i contributi. Fatta domanda x riscattare i 6 mesi mi viene risposto purtroppo non è possibile perché ero titolare dell’impresa.

  7. Paolo

    Salve mi chiamo Paolo io ho provato ha richiedere contributi non versati dal mio ex datore di lavoro ma lavorati sono esattamente 38 settimane dal 1982 al 1986 queste farebbero si che avrei potuto avere i 18 anni prima del 95 ma per ben tre volte fra i 50 e i 56 mi hanno respinto la domanda (INPS) alla quarta volta a 57 stessa domanda accettata. Dove è la sorpresa che sona andati avanti per ben 7 anni così è aumentata la percentuale tra età lavorativa e anagrafica e mi hanno chiesto la bellezza di 130000 centotrentamila euro. Allora io dico come si fa a chiedere per 38 settimane una somma così spropositata . Grazie per chi mi vorrà rispondere in merito

  8. Giuseppe

    Buongiorno sulla ultima movimentazione della mia pensione di vecchiaia e reversibilità c’è scritto dal 28/10/2020 Tipo movimentazione DT – Ricostituzioni ‘batch’ per tasse. Sapete dirmi cosa vuol dire?
    Grazie

    1. Erica Venditti

      Approvo per comprendere se altri sanno darle risposta o hanno ottenuto dicitura analoga

      1. Andrea

        Gradirei riscattare buchi contributivi dal 82 al 86 per complessivi 2 anni e 8 mesi. Lavoravo in nero e studiavo per migliorare opportunità di lavoro. Ora non è possibile .

  9. DanieleT

    Ma se l intenzione è liberare posti di lavoro mettano obblighi e doveri alle aziende per le assunzioni…altrimenti è tutto contradditorio…

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