Si torna a parlare di riforma delle pensioni e di quota 100 anche oggi domenica 8 dicembre, con le parole di Claudio Durigon che difende la misura e spiega come quota 100 abbia creato molti posti di lavoro. Tommaso Nannicini invece pensa al futuro, e chiede che si pensi al 2022 quando questa misura andrà ad esaurirsi e ci sarà bisogno di altro. Vediamo le loro parole e tutte le ultime novità sulla riforma delle Pensioni!
Riforma Pensioni e quota 100, parla Durigon: ultime oggi 8 dicembre
L’ex sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon in un intervista sul quotidiano Libero spiega che “Posso dire con sicurezza che dei 217mila occupati in più su base annua registrati dall’Istat a ottobre, sono più i contratti da quota 100 che quelli del reddito di cittadinanza”. Il deputato del Carroccio difende nuovamente varata durante il governo Lega-5 Stelle e continua ribadendo che: “Tra Ape social, Opzione donna e lavoratori andati in pensione con la misura fortemente voluta dalla Lega, si superano le 230mila unità. Ed è la migliore risposta a chi sostiene che Quota 100 andrebbe abolita” .
Pensioni e quota 100, ultime notizie da Nannicini
Dopo le parole degli scorsi giorni, Tommaso Nannicini torna a parlare di quota 100 e lo fa in un intervista alle Formiche.net, in cui dice: “Quota 100 andrà a esaurirsi nel 2022, ma serve un intervento che anticipi il problema oggi, perché nel 2021 avremo persone identiche che andranno in pensione una a 62 anni e una a 67, il problema esploderà. Serve una riforma complessiva che la superi senza aspettare che il problema generazionale marcisca per altri 3 anni. Ma vedo veti politici molto, ma molto miopi”.
Il Senatore del PD ha poi voluto anche spiegare come quota 100 impedisca nuove manovre in legge di bilancio: “Al Senato ho presentato emendamenti per uscire più velocemente da Quota 100 e per rimodulare l’Iva sui beni di lusso, in questo modo si sarebbe potuto ottenere un miliardo da una parte e due miliardi dall’altra, da investire su giovani, donne e natalità”.
Riforma Pensioni 2020, le parole di Marcello Pacifico dell’Aniaf
Marcello Pacifico, Presidente nazionale dell’Anief, ha detto che”A distanza di otto anni dalla riforma Monti-Fornero, le rigidità imposte da quel provvedimento non hanno avuto uguali in diversi altri Paesi a noi vicini”, riferendosi anche alla situazione attuale in Francia. Poi continua: “Se prendiamo come riferimento il prossimo anno, l’età pensionabile dei lavoratori italiani figura all’apice. E seguendo il canovaccio della Fornero, nel corso dei prossimi anni l’età di pensionamento salirà ancora, raggiungendo e superando i 70 anni. In Italia bisognava incentivare il trattenimento in servizio, dando facoltà a chi è più in forze e a chi è più motivato di rimanere. Non certo ritardando coattivamente chi ha versato regolari contributi anche per 40 anni e oltre, applicando pure decurtazioni incostituzionali”. Fateci sapere il vostro parere qui sotto e tornate a trovarci per tutte le ultime sulla Riforma delle Pensioni!.
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Il sig. Carlo scrive: “3) quando l’individuo decide di andare in pensione ( Lui non altri, perchè cari signori quelli sono soldi miei non vostri !!!! ) si fa un semplice calcolo tot versato tot di interessi tot di aspettativa di vita e zac viene fuori la pensione. Poi se mi piace lavorare e sto bene magari lavoro fino all’ultimo se invece faccio un lavoro pesante e non ne posso più magari vado in pensione prima ma queste sono decisioni personali”, come non essere d’accordo con lui, è la soluzione più flessibile, più sostenibile e più equa possibile e in parte esiste già, si chiama opzione donna, ovvero la possibilità di lasciare il lavoro a partire dai 58 anni e almeno 35 di contributi versati, basterebbe un piccolo restyling, quindi estenderla a tutti e abolire il requisito dei 35 anni di contribuzione e andrebbe affiancata anche dalla quota 41 per chi ha già questo requisito prima dei 58 anni e zac, è fatta.
Quota 100 è il miglior provvedimento che un governo abbia mai varato negli ultimi vent’anni
Quota 100 per sempre con il solo calcolo contributivo . Con ogni età 41 anni solo con calcolo contributivo .
Ma che siano 38 o 40 o 41 ma vi sembrano pochi?
Ridateci i ns versamenti . Non sono pensioni assistenziali ma coperte dai versamenti . Qualcuno pare che se lo dimentica spesso .
Guardate cosa n Francia cosa stanno facendo e loro vanno in pensione a 52 anni qui da noi non si muove nessuno perché ormai siamo un popolo sfiduciato che si è arreso a tutto .. ci hanno addestrati a non ribellarci mai ..tanto non cambia niente il bello che questi sono pagati da noi per fare i nostri interessi e far funzionare una nazione.. fanno tutto opposto interessi che fanno sono solo i loro
NANNI, troppo comodo il tuo discorso, non è che siamo sfiduciati o ci siamo arresi a tutto, è perchè siamo un popolo del menga che ognuno pensa per se, quindi non si fa nient’altro che lamentarci e finisce lii. Mentre gli altri vedesi Francia in tutte le occasioni dove vi è problema vanno in piazza, ma non per passeggiare. Quindi in sostanza la colpa è sola nostra
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Nanncini sei proprio un fenomeno !!! Von i tuoi provvedimenti vorresti reperire risorse per le tue monili intenzioni , peccato però che vorresti farlo a spese di chi ha versato contributi previdenziali per una vita !!! Torna alla Bocconi e riprendi a studiare perché i casi sono 2 o a tante lezioni ” hai bruciato ” o spesso era assente il professore
È uno scandalo di questo paese che ci siano persone disoccupate con 41 di contributi versati che non possono andare in pensione, costrette a versare i contributi mancanti senza avere nessun sostegno per vivere.Priorità assoluta aiutare gli esodati.
Mi piacerebbe sapere perchè se ho versato mettiamo solo 12 anni di contributi raggiunti i 68 anni non posso avere la pensione ma non solo neanche la restituzione dei contributi versati ( con gli interessi ) , quelli sono soldi miei o no ?
Per essere onesti fino in fondo non è neanche giusto che esista il risparmio forzoso per la pensione, infatti nell’arco della vita uno potrebbe avere periodi dove farebbe fatica a versare la quota pensionistica magari perchè deve comprare casa ed altri dove potrebbe fare di più.
Quindi io vedrei l’INPS come un salvadanaio, bisogna togliere il discorso del sostituto d’imposta, il datore di lavoro mi dà lo stipendio senza operare nessuna trattenuta ( ci sono anche casi che il datore non versa e mi frega ) sono io che decido quanto versare nel salvadanaio e non ditemi che se non fossi obbligato non lo farei perchè non siamo cosi scemi come pensate e la badante non ci serve.
Non se ne può più sempre a parlare di pensioni ed ognuno inventa qualche nuova ricetta che scontenta sempre qualcuno.
La soluzione è banale ammesso che si voglia mantenere il risparmio forzoso di una quota di reddito per garantirsi un futuro quando non si potrà più lavorare e sarebbe:
1) ognuno versa i suoi contributi liberamente diciamo con un minimo di legge ma volendo anche di più.
2) questi vanno nel mio conto contributivo e maturano un tasso di interesse da definire diciamo
annualmente.
3) quando l’individuo decide di andare in pensione ( Lui non altri, perchè cari signori quelli sono soldi miei
non vostri !!!! ) si fa un semplice calcolo tot versato tot di interessi tot di aspettativa di vita e zac viene
fuori la pensione.
Poi se mi piace lavorare e sto bene magari lavoro fino all’ultimo se invece faccio un lavoro pesante e non
ne posso più magari vado in pensione prima ma queste sono decisioni personali che c’entra lo stato ?
Per le condizioni di favore che sappiamo esserci ( ed è scandaloso ) andrebbe rifatto il calcolo e detto
chiaramente la nuova pensione è tot punto. e non ciancino di diritti acquisiti che almeno si vergognino e
bisognerebbe perseguire chi ha fatto leggi pazzesche per avere voti.
Quota 100 e un provvedimento singolo ed iniquo nei confronti di chi ha versato 40 anni e oltre. Continuare a parlare di età anagrafica e lasciando stare quella contributiva, comporta una ulteriore diseguaglianza all’interno del mondo lavorativo/previdenziale. Un lavoratore precoce dopo 40 anni e oltre deve unicamente aspettare l’uscita dopo 43 anni. Un grave errore politico aver lasciato quota 100 così male impostata. Occorreva intraprendere 2 strade, La prima era cancellare Quota 100 salvaguardando quei casi legati ad accordi aziendali. Poi dal 2021 si ragionava su tutto il panorama previdenziale vasto variegato e spesso confuso con una.miriade di provvedimenti i quali spesso cozzano uno con l’altro. Così facendo si sarebbe intrapresa una strada verso un serio cambiamento delle regole, uniformando al meglio i provvedimenti. Secondo strada; mantenere quota 100 però rendendola selettiva ovvero andando a mirare a quei casi in cui il lavoratore di 62 anni e oltre si è trovato in stato d’accusa necessità oggettiva ( chiusure aziendali, casse integrazioni, mobilità, contratti di solidarietà ecc.). Di pari passo allargare quota 100 a chi ha versato più contributi pur avendo una età anagrafica inferiore. Queste secondo me le due strade da percorrere. Mantenere per altri 2 anni questa quota 100 così come avviata un anni fa, una regalia per alcuni e per altri nulla. Non va bene questo. Non è un segnale equo sulle uscite previdenziali anticipate.
Per il resto, tra 2 anni ci saranno lavoratori che dovranno fare 5 anni in più?
Ma scusate, i lavoratori precoci debbono fare pure loro 5 anni in più rispetto a chi oggi esce con 38 anni e 62 di età. Quindi?
Quindi è evidente come questa quota 100 oramai assestata da politica e sindacati, sia un grave errore politico e con costi a carico dello Stato per decine di migliaia di euro per ogni lavoratore aderente. Non è guerra dei poveri, ma ribadisco che questa quota 100 così impostata è e sarà un vero disastro.
Sindacati e politica su questi, molto evasivi elusivi nel produrre una idea complementare oppure alternativa. Da qui, concludo, i lavoratori precoci beffati illusi delusi da un totale silenzio verso chi lavora da 40 anni e oltre. Si sta perpetrando una ennesima ingiustizia di carattere socilae/previdenziale a carico di donne e uomini che hanno iniziato a lavorare a 14/15 anni in avanti. Così proprio non và.