Sono ore di confronto e tensione tra l’Italia e gli altri paesi dell’EU per approvare il recovery fund. I Paesi frugali, con in testa l’Olanda chiedono garanzie al nostro paese, e tra le richieste rientra anche la riforma delle pensioni. Vediamo allora cosa ha detto il ministro Rutte e le considerazioni su questo arrivate da Cesare Damiano del PD, ma anche da Vittorio Feltri.
Ultime novità Riforma Pensioni: le richieste di Rutte e le parole di Cesare Damiano
Mark Rutte ha spiegato nella giornata di ieri che si dovrà valutare ogni singolo programma di riforme di ogni stato per decidere chi potrà accedere alle risorse, ed un punto importante è sicuramente la riforma delle pensioni: “In questi piani deve essere messo in chiaro cosa questi Paesi faranno, ad esempio, in tema di pensioni o mercato del lavoro“. Oltre ad una serie di richieste legittime come il contrasto all’evasione, alla corruzione e al lavoro sommerso, la priorità per l’Italia è quella della disciplina fiscale. La prima raccomandazione chiede infatti di “Assicurare una riduzione in termini nominali della spesa pubblica primaria netta dello 0,1% nel 2020 corrispondente ad un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6% del Pil”. Le entrate straordinarie dovranno poi essere impiegate per “accelerare la riduzione del rapporto debito/Pil”.
Cesare Damiano del PD, in una nota stampa ha risposto difendendo l’attuale riforma delle pensioni in Italia : “Le parole del premier dei Paesi Bassi, suonano ancora una volta poco rassicurati: da antiquato liberista, ha il chiodo fisso di colpire il welfare e soprattutto le pensioni degli italiani. Nel nostro paese abbiamo già dato e lo possiamo dimostrare, conti alla mano, riferendoci ai documenti ufficiali: la relazione tecnica del ministero dell’Economia dimostra analizzando le ultime quattro riforme previdenziali che nel periodo 2004-2050, grazie a questi interventi, si risparmieranno dalle pensioni 60 punti di Pil, pari a circa 900 miliardi di euro.
Inoltre, ha aggiunto, è ormai risaputo che il calcolo dell’incidenza della spesa pensionistica italiana sul Pil “è falsato: calcolare il 16 per cento dimenticando di specificare che si tratta di una cifra al lordo delle tasse e che i pensionati del nostro paese restituiscono allo Stato 50 miliardi l’anno significa fare una partita truccata finalizzata a costruire un alibi per un nuovo attacco alle pensioni. Mi auguro,he il governo tenga la barra dritta e che si riapra il confronto con le parti sociali sulle pensioni“.
Riforma Pensioni 2020 ultime oggi 19 luglio: il parere di Feltri sul Recovery Fund
Vittorio Feltri, ha scritto ieri un articolo sull’argomento, schierandosi dalla parte dell’Europa in questa battaglia. Per il giornalista di Libero infatti nel caso ritiene che non abbiano tutti i torti. “Intendiamoci, è ingiusto penalizzare i pensionati riducendo i loro assegni o mandandoli in quiescenza allorché sono vicini alla tomba. Il problema è un altro, molto più grave. La Previdenza sociale nacque e prosperò a lungo grazie ai contributi mensili versati dai lavoratori e dalle aziende. Lo scopo era assicurare a chi aveva cessato di sgobbare per raggiunti limiti di età un reddito dignitoso. Le casse dell’istituto reggevano tranquillamente. Poi è successa una cosa orribile. La politica ha gravato la Previdenza di altri fardelli che con le pensioni non avevano che fare, per esempio la Cassa Integrazione guadagni, il sostentamento minimale di coloro che non hanno mai pagato le cosiddette marchette infine il reddito di cittadinanza“.
Poi continua: “Ovvio che la Ue non vada troppo per il sottile, vede un bilancio che fa venire i brividi e pretende dal nostro esecutivo, in cambio di un sostentamento, la riduzione degli esborsi pensionistici. In pratica chiede che la Previdenza costi complessivamente meno di oggi, e pensa soprattutto a un particolare semplice: abbassare le pensioni e ritardare il momento della collocazione a riposo dei lavoratori“. Voi cosa ne pensate di questa battaglia tra UE e Italia per il recovery Fund? Fatecelo sapere nei commenti qui di seguito!
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E’ VERGOGNOSO PARLARE SEMPRE DI PENSIONI CHE E’ PRATICAMENTE UN SUSSIDIO PER CAMPARE DOPO TANTI ANNI DI SACRIFICI SOPRATTUTTO PER NOI DONNE CHE ABBIAMO CRESCIUTO I FIGLI RASSETTATO LA CASA CUCINATO E SOPRATTUTTO LAVORATO TANTI ANNI ED ORA DOBBIAMO ACCUDIRE ANCHE I NOSTRI GENITORI ANZIANI E CONTINUARE A LAVORARE PERCHE’ I NOSTRI CONTRIBUTI NON BASTANO MAI PER COPRIRE L’INNEFFICENZE E IL LADROCINIO DEI POLITICI END COMPANY.
SIETE UN BRANCO DI INCAPAGI FANNULLONI E CIALTRONI COMPRESI VOI GIORNALISTI CHE BUTTATE SEMPRE FANGO INVECE DI PARLARE DELLA MAGGIORANZA DI CORAGGIOSI ITALIANI CHE OGNI GIORNO SI ALZANO PER REALIZZARE LA VITA PROPRIA E DEI PROPRI FIGLI.
Non è tollerabile che stati esteri entrino nel merito di politiche welfare di stati sovrano. Stiamo scherzando ?? Cosa votiamo a fare se poi non sono i politici eletti che decidono ?
Siamo completamente allo sbando
Cominciamo ad abolire i Vitalizzi dei Politici e degli ex Politici (compresi quelli spettanti per eredita’ ai loro coniugi e famigliari)
Giustissimo hai ragione
caro Feltri,
i lavoratori si guadagnano quella misera pensione lavorando e sgobbando tutti i giorni e parlate e discutete che volete abbassarla, parlate voi con tutti i soldi che rubate ed i politici che si grattano i cosidetti zibedei tutti i giorni prendono a fine mandato migliaia e migliaia di euro di pensione per fare cosa i danni.
Vi dovete vergognare, cominciamo ad invertire le pensioni a noi quelle dei politici a loro quelle dei lavoratori, è ora di finirla branco di vagabondi ed è ora che stiate a casa perchè siete una brancata di incompetenti e fannulloni
Ma si…. Fateci andare in pensione a 70 anni, con il bastone ed il catetere… Non stanno bene di testa!
L’Italia, come pure ogni altra nazione dell’Unione europea, detiene un potere che non è sottoposto ad alcuna autorità superiore. Nessuna nazione può dire ad un’altra nazione cosa questa debba o non debba fare. Né è obbligata a fornire spiegazioni di come viene gestita la politica interna.
Tutte le nazioni dell’Unione europea si sono impegnate a raggiungere i seguenti obiettivi: “rendere la vita delle persone migliore, più semplice e più sicura”. Il Patto di stabilità e di crescita è uno strumento importante per realizzare tali obiettivi. Pertanto, tutte le nazioni della Ue sono vincolate dal Patto, ovvero impegnate a fare in modo che il rapporto tra il disavanzo pubblico (deficit) e il Pil non superi il 3% e che il rapporto tra debito pubblico e Pil non superi il 60%.
Premesso ciò, il governo italiano non è obbligato a fornire spiegazioni di come gestisce le proprie faccende interne né al premier olandese Mark Rutte, né agli altri capi di Stato né ai primi ministri. Il governo italiano è invece impegnato a rispettare il Trattato europeo e quindi il Patto di stabilità e di crescita (ancorché questo sia stato al momento sospeso data l’attuale situazione emergenziale).
Il premier olandese Rutte evidenzia che “In questi piani deve essere messo in chiaro cosa questi Paesi faranno, ad esempio, in tema di pensioni o mercato del lavoro”. Ebbene, cosa c’è che non va? Gli italiani sono i primi a voler sapere dal governo italiano cosa intende fare con le pensioni e il lavoro, e sollecitano quanto prima la riapertura dei tavoli tra governo e sindacati!
Il premier olandese Rutte evidenzia che occorre anche affrontare il contrasto all’evasione, alla corruzione e al lavoro sommerso (ma ci sarebbe da aggiungere anche l’elusione fiscale che avviene grazie al fatto che l’Olanda è uno dei paradisi fiscali con sede in Europa). Ebbene, cosa c’è che non va? Gli italiani da tempo chiedono al governo italiano, anzi lo esigono, che vengano contrastati l’evasione, la corruzione, il lavoro sommerso!
La difficoltà che il governo italiano ha sedendosi al tavolo con i rappresentati dei Paesi della Ue deriva dal fatto che non ha una visione, una strategia, un piano di azione in grado di rilanciare l’Italia e soprattutto tale da convincere i Rappresentati dei Paesi dell’Unione europea. In altre parole, l’Italia non gode di sufficiente credibilità!
Se il governo italiano avesse questi come:
– visione: “la disoccupazione generazionale dovrà sparire dalla nostra società” (perché la disoccupazione è il cancro della nazione);
– strategia: “stimolare nuovi consumi attraverso l’occupazione di nuovi giovani favorendo il ricambio generazionale attraverso il pensionamento di quanti più lavoratori possibili” (non c’è altro modo per stimolare i consumi: né tagliando il cuneo fiscale a favore di lavoratori e imprese, né abbassando le tasse, né abbassando l’Iva, perché, date le aspettative negative che nutrono per il futuro famiglie e imprese, le maggiori entrate fluirebbero in risparmi e in profitti e non nell’economia reale – consumi e investimenti);
– piano d’azione: “istituzione dell’Iri – Istituto per la Ricostruzione dell’Italia – in cui lo Stato entra in società con le aziende private nei settori telecomunicazioni, infrastrutture, energia, trasporti” (per digitalizzare l’Italia, mettere in sicurezza ponti, autostrade, gallerie e scuole, sostituire fonti di energia inquinanti con quelle meno inquinanti, costruire treni Hyperloop a levitazione magnetica per il trasporto ad alta velocità di merci e passeggeri);
ebbene, se il governo italiano avesse tutto questo in mente e domandasse ai Paesi seduti attorno al tavolo Ue se ci sono obiezioni, la risposta sarebbe… un assordante silenzio.
dico solo due cose così d’istinto, primo, non è giusto che a pagare sia sempre pantalone, secondo, tutti questi signori che parlano dovrebbero fare lavori di fatica con orari impossibili e allora mi saprebbero dire quando vorrebbero andare in pensione. Si dice che per conoscere bene una persona bisogna camminare un miglio con le sue scarpe, giusto perchè loro sembrano così convinti su cosa è meglio per noi.
56enne, sfortuna con il lavoro. Sgobbo da mattina a sera e NON TOLLERO che nessuno mi tocchi il mio dovuto, soprattutto se non viene cambiata la Costituzione e si puniscono gli evasori e gli amici del quartierino. ESIGO che venga riscritta togliendo i soldi a chi ne ha già tanti e non meritati