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Pensioni, ultimissime: Ok uscita dai 63 anni, ma via vincolo ‘superi 2,8 quella minima’

Le ultimissime novità al 14 giugno 2019 giungono da un ‘analisi approfondita fatta da Cesare Damiano circa l’ttuale sistema previdenziale, la quota 100, dice, non ha affatto cancellato la Legge Fornero, che vige, ma risulta solo incipriata. Nella sua ultima nota stampa, Damiano ribadisce che se si vuole davvero guardare al futuro, come ha affermato Elsa Fornero nella sua recente intervista, é necessario rendere meno rigido il sistema previdenziale, come si era iniziato a fare con le quote, ma soprattutto devono cambiare i paletti di accesso alla pensione dai 63 anni.

L’uscita anticipata dai 63 anni é un bene, ma dal momento che il futuro sarà fatto da sistema contributivo e non più retributivo, puntualizza Damiano, va eliminato il vincolo ingiusto che prevede che per l’accesso alla quiescenza anticipata si debba avere una pensione che valga almeno 2,8 quella minima, come previsto dalla Legge Fornero. Ecco le parole del dirigente del Partito Democratico ed i suoi suggerimenti per una riforma più equa.

Pensioni il futuro é un sistema contributivo

Cesare Damiano, a proposito delle parole sulle pensioni rilasciate in un’intervista dall’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero, ha voluto dire la sua: Se vogliamo guardare al futuro, come afferma Elsa Fornero, bisogna rendere meno rigido il sistema previdenziale figlio della sua riforma, come avevamo fatto con Prodi inventando le ‘Quote’. Il dirigente del Partito democratico spiega che coloro che hanno iniziato a versare i contributi dal 1996 avranno una pensione calcolata, purtroppo, interamente col sistema contributivo, ragione per cui la riforma pensionistica andrebbe pensata in tal senso, perché alcun vincoli imposti oggi per l’accesso alla pensione anticipata, non possono più risultare idonei per le nuove generazioni.

Spiega infatti: “Il futuro è fatto di sistema ‘contributivo’ e non più ‘retributivo’. Proprio in virtù di tale cambiamento sostanziale “bisogna togliere, come chiediamo da tempo, il vincolo che pretende di avere una pensione che valga almeno 2,8 quella minima per poter andare in pensione a partire dai 63 anni, come previsto dalla legge Fornero.” Se questo aspetto non verrà modificato, elidendo tale paletto per l’accesso alla quiescenza, ci troveremo dinanzi ad una misura che sempre più risulterà: “ingiusta, vessatoria ed anacronistica, che non ha niente di moderno e che non guarda al futuro dei giovani”. Poi il riferimento ultimo, nella nota per l’agenzia stampa LaPresse, va a quota 100.

Pensioni con quota 100, Fornero vige, solo incipriata

Il parere di Cesare Damiano é critico circa la misura tanto osannata come ‘rivoluzionaria’ e risolutiva da parte del Governo attuale, che a suo dire, invece, introducendo la quota 100, non ha fatto altro che ‘incipriare, e per giunta solo temporaneamente, la Legge Fornero, senza cambiarla in realtà in aclun modo sostanziale.“Purtroppo, l’attuale Governo, che ha parlato a più riprese di cancellazione della legge Fornero, l’ha solo incipriata un po’ con la ‘Finestra 100’, che dura solo tre anni ed è rivolta a una precisa platea: lavoratori che hanno la possibilità, con una carriera continuativa di altri tempi, di arrivare ai 38 anni di contributi”.

Queste critiche sono effettivamente condivise da donne, precoci ed esodati, che allo stato attuale, sono rimasti fuori dalla misura Quota 100 e sono assolutamente consapevoli che la legge Fornero é più che mai vigente. Per questo, a gran voce, le donne chiedono la proroga dell’opzione donna almeno per le nate del 61, giacché difficilmente raggiungo i 38 anni richiesti, i precoci la quota 41 per tutti, affinché venga meno il paradosso che chi ha lavorato di più, solo perché anagraficamente più giovane, debba ancora lavorare, gli esodati, dalla loro, chiedono, invece, la fine di un calvario che dura da troppi anni e che certamente potrà essere sanato solo con la nona ed ultima salvaguardia.

Dal canto vostro cosa ne pensate del suggerimento dell’on Cesare Damiano circa la necessità di eliminare il vincolo che per poter accedere alla pensine dai 63 anni questa valga almeno 2.8 la pensione sociale? Togliendolo, a vostro avviso, si correrà il rischio di elargire pensioni troppo basse, o l’anticipo pensionistico, trattandosi comunque di una scelta del lavoratore, che fatti i suoi conti potrà cmq decidere di restare al lavoro, é giusto che sia reso accessibile ad una platea maggiore?

Erica Venditti

Mi chiamo Erica Venditti, classe 1981. Da aprile 2015 sono giornalista pubblicista Scopri di più

Questo articolo ha 12 commenti

  1. Salvatore

    Questo è l unico governo che. Sta facendo delle cose molto utili, per la povera gente e per chi non se la sente più di lavorare, con quota cento, anno ragione gli esodati ma, io mi chiedo non siamo mai contenti, prima con la legge Fornero nessuno che si lamentava, non è che i giornalisti sono di parte? Forza salvini e viva luigi di maio e dategli tempo di fare il loro lavoro, tanta gente lì ringrazia anche se c’è chi parla male, ma la legge Fornero chi la votata? Non certo salvini o di maio.

    1. Franco Giuseppe

      Gentile Salvatore, ho 42,1 anni di contributi versati e non me la sento più di lavorare come dice Lei, solo che a molti di noi NON è consentito scegliere se poter andare in pensione, viene consentito a chi ha solo 38 anni di versamento ma a noi no. Lo vuole capire che la quota 100 non è equa e giusta ?

  2. Salvatore

    Il sistema è quello contributivo, è assolutamente fuorviante discutere di anni di contribuzione. È necessario stabilire solo un’età minima alla quale accedere alla pensione.
    Ed anche un’età massima per consentire il ricambio generazionale nelle imprese.
    Per il calcolo della pensione si prende in considerazione quanto si è accumulato per la propria vecchiaia e quanti anni resterebbero da vivere in base agli indici di mortalità media.
    Che gli anni lavorati siano 5, 30 o 42 sono quindi irrilevanti in quanto la pensione è determinata da quanto si è versato e da quanto resterebbe da vivere, e non dagli anni di contribuzione.
    Attualmente vi sono lavoratori che hanno lavorato 30-37 anni, e che non possono accedere alla pensione fino al raggiungimento dei 67 anni di età….e per i quali l’aspettativa di vita è ovviamente inferiore rispetto a chi alla pensione può accedere a 60 di età, ed anche meno.
    Anche se potrebbero aver versato più contributi di coloro che di anni lavorati ne hanno 42 (e che hanno avuto la fortuna di un lavoro stabile appena diplomati).
    Eppoi, per quale motivo una persona, al raggiungimento dell’età minima, non deve ottenere anche una pensione di poche centinaia di Euro se ha versato i relativi contributi?
    Sono in ogni caso somme che ha accantonato per la sua vecchiaia!
    La norma che fissa gli anni di contribuzione minima è assolutamente iniqua, e sottrae al lavoratore o ai suoi stretti congiunti una parte della propria retribuzione che gli compete in quanto è stata versata per poterne usufruire nella vecchiaia.
    È una norma che penalizza tutti i lavoratori del mondo attuale, soprattutto giovani e stranieri che lavorano nel nostro Paese e che (giustamente) sono restii a versare dei contributi che potrebbero essere a fondo perduto.
    Una riforma globale del sistema pensionistico è necessaria, quello attuale, oltre che abbondare di rattoppi, non è equo e non è uguale per tutti, ha comportato e comporta delle disparità di trattamento (vedi tutti coloro che godono anche di pensioni di decine di migliaia di Euro mensili per contributi mai versati) e non si tratta solo di parlamentari.
    Un’indagine a riguardo da parte della stessa INPS porterebbe a risultati assai impopolari per tutti coloro che hanno usufruito dei vantaggi di una normativa che ha spartito privilegi per l’appartenenza a determinate categorie a danno del sistema e di tutti coloro (sfortunati?) che non hanno raggiunto i minimi previsti dalla legge per poter accedere alla cosiddetta pensione e rientrare nella disponibilità, sotto forma di rendita, di quanto versato.
    Una riforma necessaria, che detti poche regole, e che sia veramente rispettosa del principio di uguaglianza.

  3. Negro Michele

    Sembra ovvio che non c’è stato nessun interesse politico a tutela dei lavoratori più in difficoltà contributiva in settori di lavoro con discontinuità come l’edilizia in cui la continuità di lavoro specie al sud e’ come un miraggio e arrivare ad’avere i 38 anni di contributi ci vogliono due vite ma gli anni passano uguale per tutti con la differenza che certi lavori non dà la possibilità fisica di lavorare fino a un’eta’ che la speranza di vita vincola per riforma io non ce l’ho con la Fornero perché lei stessa è stata una vittima di una politica malata incapace di affrontare e risolvere i problemi certo qualche faccia doveva. Pur avere l’allora riforma pensioni così anno messo quello della Fornero, ma sono più deluso dal nuovo governo che facendo cavallo di battaglia in campagna elettorale lo smontaggio della riforma Fornero e così non’e perché mandare in pensione chi ha un lavoro continuativo e sicuro non mi sembra una logica sociale di un governo che prometteva cambiamenti a sistemi non in linea con i bisogni delle fasce di lavoro precario e discontinuo creando emergenza di tutela da parte dello stato assente da decenni ai problemi di tali fasce sociali così mi o ci troviamo a rivivere ancora una volta i stessi metodi di un sistema politico basata sulla propaganda a discapito dei cittadini più deboli certo che bel governo del cambiamento

  4. Lina

    Buongiorno, a mio parere la riforma pensioni quota 100 è stata la riforma più ingiusta di tutte, possono andare in pensione gli uomini con 62 anni di età e 38 di contributi e continuano a lavorare le donne con 41 anni di servizio in lavori a turni come nel settore sanità. Le donne che allo stesso tempo sono madri, nonne, figlie e mogli. Ho capito che chi studia ed attua le riforme pensioni non ha mai lavorato!
    Qualcuno mi potrebbe spiegare per favore questa proposta del contributivo per tutti di Cesare Damiano visto che andrò in pensione l’ anno prossimo con 42 anni e 1 mese e con sistema misto? Grazie

  5. Walter

    Sarebbe giusto… Ma la cosa più giusta che non fanno e mandare in pensione chi ha 41 42 anni di contributi questo non è giusto

  6. Cloe

    63 anni, perso il lavoro con 36,5 di contributi.
    Si potrebbe aumentare almeno l’età per accedere a stages e tirocini?

  7. SANDRO SANTINI

    Quota 100 l’ennesima ingiustizia nei confronti d lavoratori che hanno perso il lavoro nei settori non tutelati commercio servizi- che si trovano senza lavoro 62/66 anni 34/37 anni di contributi penalizzati dalla naspi per he non puoi rifiutarla per accedere all’ape social o magari hai 65 anni ma solo 37 anni e ti manca un anno contributivo e non puoi accedere a quota 100. Ulteriore regalo a chi ha un lavoro garantiti e non usurante che come si è visto scavano voglia in quei settori di privilegio dia andare in pensione a 62 anni. Si doveva partire da chi l’esistenza e stata massacrata per essere stati licenziati nei settori non tutelati del privato commercio servizi edilizia distribuzione ecc

  8. Sandro

    Con quota 100 si è realizzata l’ennesima ingiustizia nei confronti di esodati disoccupati precari che sono fuori dal lavoro con l’età di 64/66anni che hanno 34/37 anni di contributi che hanno alcuni la miseria della naspi e per questo non possono accedere all’ape sociale né alla pensione.Regalo elettorale solo ad statali e dipendenti di settori forti: banche grandi industrie . Regalo a dipendenti che hanno avuto continuità contributiva e un lavoro poco usurante e come si e visto neanche una gran voglia di andare in pensione in anticipo Si è partiti da chi aveva un privilegio quello di lavorare per lo stato,non da chi l’esistenza è stata massacrata da un lavoro nel settore privato.Ribellarsi è giusto quando una legge è iniqua e crea ingiustizie.Ribellatevi gente.

  9. Gianfranco Mazzieri

    Sono decenni che questo ” sig. cesare damiano” fa proclami sul sistema pensionistico senza mai aver fatto nulla di concreto, chissa’ quanto ci e’ costato e quanto ancora ci costera’. Finche’ manteneremo certa gente, saremo sempre piu’ in miseria. Mi piacerebbe sapere a che eta’ lui e’ andato in pensione, quanto prende e cosa ha fattodi buono per averla

    1. Federico

      Vero sono anni che propone senza mai che qualche provvedimento sia stato preso. E continua a prendere in giro le persone,questo è il pd e perciò gli italiani si sono rotti

  10. salvatore castaldi

    Sarebbe giusto andare in pensione a 63 anni specialmente quelli che come me anno perso il lavoro e si ritrovano a 62disoccupati senza nessuna prospettiva di lavoro.

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