Per quanto riguarda le pensioni anticipate, è di queste ore la notizia che l’Italia è ancora sotto la lente di ingrandimento dell’ OCSE. L’ organizzazione ha previsto una diminuzione del PIL per il nostro paese e ha chiesto al Governo di non smontare la riforma Fornero, come potete leggere nel nostro precedente articolo di oggi. Dopo la pronta risposta di Di Maio, nella mattinata di oggi 21 settembre arrivano anche le parole di Cesare Damiano, che vi riportiamo qui di seguito.
Pensioni anticipate 2019, ultim’ora: Damiano risponde all’OCSE
Tramite la sua pagina facebook , Cesare Damiano ribadisce che la legge Fornero vada disfatta, ma bisogna farlo bene. Ecco le sue parole: “Quando si parla di pensioni spunta inevitabilmente l’Ocse, che chiede tutte le volte di ‘non disfare la riforma Fornero‘. Io sono sempre stato dell’opinione opposta: disfarla, ma bene“. Il dirigente del PD replica così alle parole della capo economista dell’Ocse Laurence Boone, sulla riforma Fornero.
Damiano poi continua: “Per questo bisogna incalzare il Governo con soluzioni di merito che evitino passi indietro. Ci sono troppe proposte in circolazione e basta spostare l’asticella dell’età o dei contributi di un anno per far cambiare di molto (miliardi) le risorse necessarie e le platee coinvolte. Tra Quota 100 che parte da 62 di età o da 64 anni, c’è la stessa differenza che passa tra il giorno e la notte. Le Quote le abbiamo inventate io e Prodi nel 2007: so bene quanto sia difficile trovare le coperture finanziarie. Poiché il Governo ha aperto la caccia alle risorse, dobbiamo evitare che questa passi attraverso la cancellazione delle normative che hanno funzionato.
Ultim’ora su Pensioni anticipate: Damiano su quota 41, esodati e Opzione Donna
Penso all’Ape sociale, che andrebbe resa strutturale ed estesa ad altre categorie di lavoro gravoso, non eliminata. Penso ai “precoci“, per i quali occorre fissare la possibilità di poter andare in pensione con 41 anni di contributi senza vincoli di età. Penso a esodati e Opzione Donna, che vedo dimenticati nelle dichiarazioni degli esponenti di Governo. Infine, giù le mani dagli 80 euro, che non vanno nelle tasche dei ricchi, ma nelle buste paga del ceto medio-basso del lavoro: quello che guadagna fino a poco più di 2.000 euro lordi mensili”. Infine conclude “Su questi argomenti di merito bisogna costruire la nostra opposizione al Governo.” Voi cosa ne pensate delle dichiarazioni di Damiano?
Vogliamo una legge che tuteli e donne! OPZIONE DONNA deve essere prorogata, possibilmente al 2023. Ci speriamo in tantissime
Per franco Giuseppe : non sono d’accordo con la tua analisi : ancorché la riforma prevede oltre alla quota 100, altresì 41 anni di c/ti indipendentemente dall’età, pertanto ove la riforma vada in vigore tu andrai prima di tuo fratello visto che bastano 41 anni di c/Ti indipendentemente dall’età!
Gentile Bruno, il suo commento giunge troppo in ritardo. Quota 41 è ormai caduta nel dimenticatoio e quindi con quota 62-36 mio fratello andrà prima di me. Inoltre quando eventualmente sarà approvata detta quota io non avrò ancora 62 anni ma 59 e 42 anni di contributi. Se la Fornero sarà cancellata dalle quote, dovrò attendere i 62 anni e avrò 45 di contributi che se ha una calcolatrice fanno 107. Saluti e non me ne voglia.
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Bravo Gastone: una sintesi chiara e razionale (anche se scomoda per taluni …!!)
Se il governo precedente non avesse messo i “paletti” all’uscita anticipata con 41 anni per tutti i “precoci” tutte queste menate non ci sarebbero…i saprei molto bene dove metterli ora quei paletti …scusate lo sfogo poco elegante, ma fra 10 giorni completo il 42° anno di INPS e rimango al “palo” ……. a questo punto speriamo che non tocchino nulla, mi ci sono quasi abituato…..mi mancano 15 mesi..
Bisognerebbe avviare una class action per stalking pensionistico congiuntamente nei confronti della ministra Fornero e di tutti i componenti del governo allora in carica. Bisogna semplificare le cose e non creare guerre tra poveri. Un lavoratore che inizia a lavorare e versare i contributi deve sapere con certezza quando andrà in pensione e quanto percepirà; quel lavoratore che comunque ha sottoscritto un contratto con l’INPS/Stato non può subire, durante la carriera lavorativa, continui cambiamenti di condizioni contrattuali unilaterali, per giunta sempre in negativo e man mano che si avvicina al traguardo della pensione ne viene allontanato con i soliti metodi truffaldini. Poi parlano di diritti acquisiti quando invece siamo di fronte a privilegi grandi come un grattacielo. Cosa serve redigere un contratto se una delle parti lo può cambiare a proprio piacimento senza che la controparte possa opporsi? Se di cambiamenti parliamo questi devono riguardare i nuovi lavoratori. Per me vale sempre un principio: un diritto é un qualcosa che ti sei guadagnato sul campo, un privilegio é invece un qualcosa di cui non avresti avuto diritto ma sei riuscito ad ottenerlo in qualche modo facendolo pagare alla collettività.
Da quando ho sentito gli sproloqui di queste menti al governo, poco ci manca che mi venga l’ulcera. Noi precoci con già 41 anni di contributi, che manteniamo in pensione quelli che già sono andati, dobbiamo adesso mantenere anche quelli che andranno prima di noi e che hanno versato di meno? Non c’è niente da fare, l’Italia rimane sempre un paese mer….daviglioso.
Infatti, i nuovi cambiamenti, in un contratto peraltro OBBLIGATORIO per legge e da cui non puoi recedere, DOVREBBERO VALERE SOLO PER CHI INIZI A LAVORARE DA QUEL GIORNO IN POI; se lo Stato non riesce a garantire CERTEZZA NELL’ONORARE I CONTRATTI CHE STIPULA COI CITTADINI LAVORATORI, COME PUO’ POI PRETENDERE, INVECE, CHE I PRIVATI LI ONORINO? NON RISCHIA DI GETTARE CATTIVA LUCE SULL’ ATTENDIBILTA’ DELLE ISTITUZIONI CHE RAPPRESENTANO LO STATO? NON RISCHIA DI GETTARE NEL PANICO I CITTADINI SE, OGNI, GIORNO, OGNI REGOLA PUO’ ESSERE CONTINUAMENTE CAMBIATA E RIMESSA IN GIOCO, FINO AD ARRIVARE ALL’ASSURDO DEL “RICALCOLO RETROATTIVO DELLE PENSIONI E DEI VITALIZI GIA’ IN ESSERE” COSA CHE, DAI LIBRI DI DIRITTO, A ME RISULTA INCOSTITUZIONALE IN UNO STATO DI DIRITTO? E, SE POI QUESTO CHE IO RICEVO L’IMPRESSIONE COSTITUIRE UN ASSURDO GIURIDICO, COME ALCUNI MEDIA RIPORTANO PROVIENE ANCHE DA DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DELL’INPS, MI CADONO LE BRACCIA! POSSIBILE?
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Bloccare l’ADV sarebbe il minimo, dato che si sommano tutti i peggioramenti accumulatisi di volta in volta nel tempo! Indispensabile ma non sufficiente! Mi spiace per l’OCSE, che dovrebbe sapere che in Italia non c’è stato nessun referendum prima che il Governo decidesse l’entrata nell’Euro.
Riccardo, bloccando l’ADV non risolvi praticamente nulla. Monitorarla su dati reali magari ogni 5 o 6 anni anzichè ogni 2 non sarebbe sbagliato, ma questo non ha nulla a che vedere con la riforma della previdenza.
Si infoltisce la schiera di quanti osteggiano una revisione della Fornero, ora ci si mette anche l’OCSE insieme a tanti altri euro-burocrati; una considerazione: dov’erano questi signori quando si approvavano i vitalizi, le pensioni dopo una sola legislatura a 65 anni e dopo due a sessant’anni, la reversibilità degli stessi vitalizi, insomma, si sono svegliati tutti insieme dal lungo letargo proprio ora che si vuol ripristinare un pò di equità sociale; avanti tutta con quota 100 senza paletti e quota 41 per tutti, altrimenti sarà una caporetto per il governo
Franco Giuseppe, il tuo esempio fotografa perfettamente la possibilità nemmeno tanto remota di creare situazioni ingiuste in questa materia. Già l’opzione sui precoci del governo precedente ( 41 anni con un anno lavorato prima dei 19 anni ) creava una situazione poco corretta, questa volta a favore dei super precoci.
A questo punto, anche se oggettivamente sarebbe stato molto poco, era meglio bloccare l’ ADV per tutti, non ci sarebbero queste situazioni di differenti trattamenti e tutti avrebbero avuto il loro ( piccolissimo ) vantaggio
Quota 41 per tutti senza vincoli di età, mi sembra molto ragionevole.
C’è una confusione totale e si intravvede una ingiustizia galattica. Posso fare un esempio personale: Si può essere invidiosi del proprio fratello? Direi di no ! Eppure la quota 100 creerebbe questa situazione. Mio fratello è più grande di tre anni (61) ma ha meno contributi del sottoscritto, lui 37 io 41. Se passasse quota 100 con 62 anni, lui andrebbe in pensione il prossimo anno con 62-38 mentre io avrò 59-42. Ha iniziato dopo di me e versato meno ma andrà prima di me che mi sorbirò interamente la Fornero e andrò in pensione con 60-43,3 a fine 2020 con quota 103,3. Sublime poi il fatto che lui non ha fatto il militare mentre io ho servito la patria per 18 mesi mentre già lavoravo e perdendo tutti quei mesi lo stipendio. L’apoteosi dell’ignoranza di chi ci governa.
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