Il prossimo tavolo di confronto al Ministero del lavoro tra Sindacati e Governo è previsto per venerdì 13 marzo. Aspettando quella data, Orietta Armiliato del Comitato Opzione Donna Social, ha ricordato in un post ‘A beneficio di coloro che non hanno contezza, quelli che sono i capitoli introdotti dalle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL nella piattaforma unitaria presentata al Governo, sul tema pensioni“. Vediamo di seguito il suo post, estratto dal documento integrale pubblicato sul sito CISL.
Pensioni anticipate ultime notizie: le richieste della piattaforma Unitaria
‘Dopo i positivi interventi di modifica della legge Fornero introdotti in questi anni grazie all’iniziativa sindacale, occorre continuare a cambiare il sistema previdenziale in coerenza con le proposte sindacali unitarie, al fine di eliminare gli aspetti iniqui del sistema, e quindi agire su:
✅Flessibilità: è necessaria una flessibilità in uscita a 62 anni, superando le attuali rigidità. In questa direzione “quota 100” è una strada utile sapendo che da sola non risponde appieno all’esigenze di molti lavoratori, come ad esempio le donne, i giovani, il lavoro discontinuo, intere aree geografiche del Paese. “Quota 100”, inoltre, non deve penalizzare i lavoratori sul calcolo né avere altri vincoli o condizioni d’accesso. Vanno tutelate, in modo strutturale dal punto di vista previdenziale, le categorie che rientrano nell’Ape sociale. Devono essere eliminati i vincoli che rendono molto difficile andare in pensione con il metodo contributivo poiché condizionano il diritto alla pensione al raggiungimento di determinati importi dell’assegno (1,5 e 2,8 volte l’assegno sociale).
✅Si conferma la richiesta dei 41 anni di contribuzione per andare in pensione a prescindere dall’età.
✅Procedere speditamente alla separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale così da poter giungere ad una corretta rappresentazione della spesa pensionistica italiana’.
Pensioni anticipate, le richieste su donne, precoci, gravosi ed esodati
Gli interventi sulle pensioni degli ultimi anni hanno penalizzato in modo particolare le donne e anche raggiungere i requisiti previsti da quota 100 sarà difficile per molte lavoratrici. E’, quindi, necessario sostenere le lavoratrici sul fronte previdenziale con misure adeguate, come con il riconoscimento di dodici mesi di anticipo per ogni figlio.
✅Il lavoro di cura non retribuito, perché svolto dalle famiglie e in prevalenza dalle donne, è una voce fondamentale del welfare informale del nostro paese. E’ ora che venga pienamente riconosciuto anche a livello previdenziale e pensionistico.
✅Adeguamento per aspettativa di vita: è necessario eliminare l’attuale meccanismo automatico applicato ai requisiti di accesso alle prestazioni pensionistiche .
✅Lavori gravosi e usuranti: i lavori non sono tutti uguali, alcuni incidono, più di altri, pesantemente, sull’aspettativa di vita dei lavoratori e pertanto le risposte previdenziali per tali categorie dovranno continuare a tener conto delle specificità professionali, considerando il lavoro che svolgerà la Commissione preposta, dando risposte a coloro che sono stati esposti a sostanze pericolose come l’amianto.
✅Pensione contributiva di garanzia per i giovani: senza lavoro non c’è pensione e la priorità per i giovani deve rimanere il lavoro di qualità. I lavori precari, a part time e poco pagati, saranno insufficienti a garantire una pensione dignitosa. CGIL-CISL-UIL richiedono la creazione di una pensione di garanzia, collegata ed eventualmente graduata rispetto al numero di anni di lavoro e di contributi versati, che consideri e valorizzi previdenzialmente anche i periodi di discontinuità lavorativa, i periodi di formazione, i periodi di basse retribuzioni nell’ottica di assicurare nel futuro un assegno pensionistico dignitoso.
✅Previdenza complementare: bisogna rilanciare le adesioni, attraverso un nuovo periodo di silenzio-assenso e una adeguata campagna informativa e istituzionale. Il Governo e il Parlamento devono incentivare fiscalmente le adesioni; riportare la tassazione degli investimenti dei fondi pensione ad una aliquota non superiore all’11%; promuovere le condizioni perché i fondi investano in economia reale, prediligendo il sostegno alle infrastrutture e allo sviluppo.
✅Va garantito, come previsto dall’attuale normativa, il ripristino dal 1° gennaio 2019 della piena rivalutazione delle pensioni, necessario a salvaguardare il valore degli assegni pensionistici.Occorre definire un nuovo “paniere” per arrivare a un indice più equo della rivalutazione delle pensioni e recuperare parte del montante perso in questi anni.
✅Bisogna continuare ad estendere la quattordicesima per le pensioni in essere.
✅Esodati e opzione donna: è necessario risolvere i problemi ancora aperti per i lavoratori cosiddetti “esodati” e prorogare la sperimentazione di “opzione donna”.
✅Tfr e Tfs devono avere trattamento uguale tra settore pubblico e settore privato.
✅Riforma della governance degli enti previdenziali: è necessario definire una governance duale con una precisa ed efficiente ripartizione tra gestione e indirizzo strategico e di sorveglianza per contrastare le preoccupanti derive aziendaliste.
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Giusto Dario, questione che ho sollevato anch’io diverse volte. Sembra abbiano fatto questa regola (impossibilità di riscatto dei periodi di mancata contribuzione prima del 1996) proprio per restringere la platea di accesso alla quota 100. Peccato che sia più probabile avere buchi contributivi proprio all’inizio della propria carriera lavorativa… Dare invece la possibilità di ripianare al 50% del costo eventuali mancati versamenti aiuterebbe molto anche le donne…. Come giustamente dice lei, tutto ciò ha il sapore di incostituzionalità!! E i nostri sindacati cosa ne pensano di questa assurda regola?
A me fanno ridere questi pagliacci di politici .
Sento dire che se andiamo in pensione con 41 anni i nostri figli e nipoti ne pagheranno le conseguenze.
Ma mi vogliono spiegare i contributi che io ho versato dove sono andati a finire.
La risposta è fin troppo semplice.
PS. Sindacati complici politici, VERGOGNATEVI.
Attenzione le elezioni si avvicinano.
Potrei andare in pensione se solo potessi riscattare 1 anno di un periodo che ero senza lavoro. Ma la bella idea di non poter fare riscatto di chi ha cominciato prima del 96 mi farà aspettare. Che senso ha dire aiutiamo ad andare in pensione se poi ci sono questi vincoli. Chi ha cominciato nel 96 può riscattare quello che vuole al 50% ? E’ costituzionale tutto ciò ?
Probabilmente non faranno quasi niente delle finte richieste dei sindacati (si sono già accordati prima) e quelli che pagheranno il prezzo più alto sono i precoci che hanno cominciato a lavorare a
14 15 16 e 17 anni vedrete se non sarà così.
Da parte governativa sono venute finora poche proposte serie, tipo quella di Cesare Damiano, e molte irricevibili (Quota 102, ricalcolo tutto a contributivo ecc.).
Adesso vediamo se i sindacati sanno e soprattutto vogliono fare il proprio lavoro o se si inchineranno a questa classe politica che odia gli italiani (e non solo i pensionati e i pensionandi).
Pietro Ichino (giornalista e politico PD) fa degli esempi matematici da applicare ai normali pensionati dicendo ( Ilsussidiario.net) che per anticipare l’età pensionabile è necessario , per essere a costo 0 per l’erario , che la rendita sia ridotta di 1/3.
Mi chiedo : perché non fa questi esempi per le pensioni dei suoi colleghi politici , che nessuno di loro ha versato quanto riceve !!!
Perché le incassano loro.
I sacrifici devono sempre essere messi a carico del popolo, da che mondo e mondo.
Ma dove vive lei??
Pietro Ichino non si smentisce mai …
Ho 63 sono disoccupata ho lavorato e versato 32 anni di marche vorrei poter percepire la pensione prima di 67 anni prima della Fornero potevo andare a 60 anni a ottobre ne compio 64 penso di aver già perso abbastanza spero in un futuro che arrivi al governo un bel dittatore .