In questo articolo abbaimo deciso di lasciare ampio spazio alle precisazioni di Orietta Armiliato, Amministratrice del CODS, relativamente all’azione collettiva che si intende fare contro l’INPS per un’interpretazione restrittiva della legge su opzione donna, restrizione che sta creando non pochi problemi alle licenziate, che invece dovrebbero essere tutte ricomprese. Molte donne stanno provando, perché questo é il primo passo per poter accedere alla class action, fanno sapere gli avvocati che seguono la causa, a presentare le domande di pensione ai Patronati, ma stanno riscontrando difficoltà nel farlo, dal momento che viene loro detto che sarebbe certamente rigettata in quanto ad oggi non possiedono i requisiti e quindi di lasciare perdere. Le precisazioni essenziali di Orietta Armiliato che si é interfacciata con i legali per dare una risposta puntuale alle tante donne che non sanno come muoversi nei soliti meandri della burocrazia.
Pensioni anticipate 2025, opzione donna: precisazioni da Armiliato
Così si legge sulla pagina del CODS in un post pubblico diffuso pochi minuti fa: “Dai moltissimi commenti postati é emerso, rispetto alla mancata volontà di presentare le vostre domande di pensione da parte dei Patronati poiché i requisiti richiesti dalla legge che regolamenta l’istituto #opzionedonna e/o circolare più o meno riduttive od interpretative divulgate da parte dell’INPS, non consentirebbero l’accesso alla misura, abbiamo chiesto spiegazioni ai vertici delle organizzazioni alle quali i diversi patronati riferiscono.
Ora, é un’ovvietà rilevare che per poter intentare ricorsi a seguito di rigetto da parte di chicchessia, siano essi ricorsi amministrativi o di altra natura, é necessario essere in possesso di una certificata mancanza di accoglimento della richiesta inoltrata.
La risposta che abbiamo ricevuto é la seguente:
I patronati evitano di fare domande che determinano una eventuale responsabilità del patronato stesso, a causa delle possibili richieste di risarcimenti del danno. Atteso che le domande si possono e si devono fare, la suggestione é quella di sottoscrivere, da parte del richiedente, una dichiarazione di responsabilità che riferisca ai motivi sopra indicati
Pertanto, coloro che intenderebbero ricorrere a seguito di reiezioni a causa di “N” motivi (discrimine, incostituzionalità etc) ma hanno difficoltà ad inoltrare la propria domanda online, individualmente, utilizzando lo strumento residente nel sito istituzionale INPS, possono ricorrere a questo tramite“.
Confidiamo le donna prendano il coraggio necessario e proseguano in questa lotta per prendere inmano i loro diritti.
Fateci sapere, di quante desiderano intentare la causa, chi é riuscita a presentare domanda, nella solita sezione commenti, grazie.
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La mia domanda è stata respinta ad ottobre 2023.
Ho tempo sino ad ottobre 2026 per un’azione giudiziaria. Spero di fare in tempo.
Motivo del rigetto : dipendente da impresa per la quale non risulta attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale…
Licenziata nel 2017 da piccola impresa, unica dipendente.