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Pensioni anticipate 2023, cosa succede dopo la caduta del Governo Draghi?

Nonostante il voto di fiducia incassato in Senato il Governo Draghi è ai titoli di coda, e le dimissioni del Premier arriveranno nelle prossime ore, aprendo così a nuove elezioni anticipate. Cerchiamo di capire le tempistiche necessarie e quali saranno le prossime tappe prima di arrivare ad un nuovo esecutivo, che dovrà in fretta e furia chiudere la legge di bilancio e garantire soluzioni a diversi problemi, tra cui quello delle pensioni anticipate per il 2023. Senza una riforma, si tornerà in toto alla Legge Fornero, e come si può immaginare la caduta del Governo non aiuterà a risolvere la situazione entro fine anno.

Ultime novità Pensioni anticipate: Draghi lascia, le tappe e le date delle prossime elezioni

Le tempistiche che ci porteranno a nuove elezioni sono brevi, ma non brevissime. Facendo alcuni calcoli si dovrebbe andare al voto il 25 settembre o, più probabilmente la settimana seguente il 2 ottobre. (Il 25 coincide con la festività del Capodanno ebraico e questo fa preferire la data di ottobre). La costituzione detta i tempi per le elezioni: “le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti”. Va ricordato anche che la data del voto deve essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale “non oltre il 45/mo giorno antecedente quello della votazione”.

Dando per scontato che si scioglieranno le Camere nel prossimo fine settimana, si potrebbe già votare il 25 settembre, se si considera il termine dei 60 giorni Difficile ipotizzare di andare alle urne 45 giorni dalla fissazione della data delle elezioni perchè vorrebbe dire una campagna elettorale brevissima e fatta ad agosto con elezioni poi l’11 settembre.

Il problema che si pone ora per effettuare le riforme è che chiudere la legge di bilancio entro fine anno diventerebbe praticamente impossibile. In questo caso, dopo il voto di ottobre, si ricorrerebbe quasi certamente all’esercizio provvisorio di bilancio, ovvero una misura prevista dalla Costituzione in caso il Parlamento non sia in grado di approvare la nuova Legge di bilancio entro fine anno. Questo darebbe una proroga fino a un massimo di quattro mesi per la nuova finanziaria, cosa che pare una certezza: calendario alla mano, tra insediamento, consultazioni, incarico, lista e giuramento dei ministri il nuovo governo non sarebbe operativo prima di dicembre.

Pensioni anticipate 2023 ultime notizie post Draghi: i lunghi tempi per la riforma

Spiace dirlo, ma visto quanto spiegato sopra, nuove modifiche per le pensioni anticipate sembrano un miraggio entro fino anno, poco dovrebbe cambiare nei prossimi mesi. Nel suo discorso alla Camera Draghi ieri ha toccato anche il tema delle Pensioni, lanciando una via che potrebbe esser quella da percorrere con il prossimo esecutivo: “C’è bisogno di una riforma delle pensioni che garantisca meccanismi di flessibilità in uscita e un impianto sostenibile ancorato al sistema contributivo“. Certamente molto dipenderà anche da chi salirà a palazzo Chigi e quali partiti formeranno l’alleanza di Governo.

Difficile quindi pensare a Quota 41 che la Lega ha usato spesso in campagna elettorale, più probabile invece qualche meccanismo di uscita anticipata con ricalcolo contributivo e penalizzazioni per ogni anno di uscita anticipata, che potrebbe trovare l’appoggio anche del PD e di altri partiti minori di centrosinistra. Rischia invece di saltare la proroga di Opzione donna. Il fulcro della questione probabilmente passerà per le mani di Fratelli d’Italia, favorito numero uno alla vittoria delle prossime elezioni.

Il partito di Giorgia Meloni però non ha mai preso posizioni chiare sulla riforma delle pensioni, e tra le poche indicazioni che ha dato sull’argomento, ecco una dichiarazione della Meloni (futuro premier?): “Abolire pensioni d’oro, modificare storture e dare risposte ai più deboli e ai giovani sono priorità FDI. Governo Draghi, Pd e sinistra lavorano per rendere più difficile andare in pensione a chi ha lavorato una vita e se ne infischiano di chi una pensione forse non la vedrà mai”.

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Stefano Rodinò

Classe 1981, ho studiato scienze politiche ad indirizzo Comunicazione Pubblica. Scopri di più

Questo articolo ha 21 commenti

  1. PRECOCE DEL 60

    Senza draghi forse si farà una riforma con quota 41 x le coperture forse si fanno problemi quando si Aumentano gli stipendi politici e statali??????

  2. Kartesio

    PROMETTONO ANCORA QUOTA 41 – ORMAI E UN FETICCIO –
    FORSE A QUESTO PUNTO PORTA MALE.

    Indro Montanelli tipico italiota del suo tempo affermava: gli italiani non hanno memoria.
    Facciamo una sintesi degli ultimi 11 anni delle norme previdenziali in sostanza della monti-fornero.
    Fu varata dalla professoressa fornero piangendo ……… facciamo una sintesi per quanto possibile, autunno 2011.
    Era il 2011 l’allora pdc dopo aver fatto cu-cu e fatto attendere la merkel credo a Berlino in piedi all’aperto ad un incontro internazionale scendendo dall’auto con il telefonino all’orecchio (… mi ha chiamato erdogan… dixit) che manco Cetto la Qualunque, non voleva muoversi da palazzo Chigi. Poi lo spread a 600/700 punti e dicono arrivò una lettera dalla BCE (forse sottoscritta anche da Draghi) dove lo consigliarono di fare delle riforme (una di queste era quella delle pensioni) poi malgrado delle fiducie al parlamento con la collaborazione di improvvisi “responsabili” es.: razzi, fu pregato da napolitano di togliersi da Palazzo Chigi. Arrivò l’algido monti con il loden, nominato da napolitano senatore a vita, e la fornero piangente che in quindici giorni fece la stramaledetta monti-fornero adottata con metodi, lontanissimi dalla sue convinzioni (era in quota pd) …. ma invece di piangere sarebbe stato più logico per lei dimettersi da quel governo del loden vestito e mantenuto a vita, che di quella riforma, ne ha fatto motivo di vanto personale in Italia ed in Europa, sventolandola come uno scalpo.
    Riforma giustificabile negli obiettivi, infame nel metodo e nei tempi con parametri in uscita in aumento progressivo, quasi automatico, senza la necessità di passare dal parlamento.
    In seguito fecero quota 41-contributi per i lavoratori precoci se e ripeto solo se invalidi almeno al 74%, se assistenti parenti invalidi, se disoccupati, se licenziati o in grado di farsi licenziare o lavoratori con lavori gravosi. Tutto sommato non so valutare se abbastanza fortunati o abbastanza sfortunati. Poi dovevano fare degli aggiustamenti della stessa legge, lo disse quasi in diretta video, l’energumeno tascabile di dalemiana memoria in una seduta quasi deserta del senato o della camera non ricordo e nei banchi del governo c’era il sereno enrico nipote di gianni braccio destro dell’unto del signore, già giubilato dal suo allora segretario di partito, dopo le elezioni del 2013, che non proferì parola. La fornero dichiarò non so a quale giornalista, che in quei 15 giorni (autunno 2011) era tempestata di telefonate dal ministero delle finanze allora ad interim con la presidenza del consiglio, che la sollecitava a tagliare il più possibile e fare presto, che si era sentita sola e nessuno della sua area politica …. allora il pd di bersani …l’aveva contattata. Probabilmente era troppo preso a smacchiare il giaguaro, politicamente tramortito ed è riuscito a rianimarlo, non accorgendosi che all’interno del pd ma alle sue spalle, aveva il poi segretario del pd, poi senatore semplice, poi italo-vivente (ancora purtroppo). L’atteggiamento di quest’ultimo verso i pensionandi era di minimizzare e deridere, con il suo sorriso beota, utilizzò le risorse disponibili = 10 miliardi di euro per dare 80 euro al mese ai lavoratori dipendenti, ma non a tutti e in seguito dopo qualche mese, il pd prese il 40% all’europee.
    Non fu fatta alcuna modifica alla fornero-monti, se non quota 41 per determinate categorie di lavoratori se precoci.
    Poi si arrivò al 2013 – elezioni politiche.
    Salvini e la Lega ed i 5s nei loro programmi per i pensionandi erano pensionamento con 41 anni di contributi per tutti e/o quota 100 (somma età anagrafica + contributi).
    Alla fine Salvini si è affibiato la quota 100 62 anni di età + 38 anni di contributi per tre anni, (poi 102 forse 104) giocando con le barchette nel Mediterraneo e sputando verso la Commissione Europea e mettendosi la maglietta con la faccia di Putin, in Polonia recentemente gli hanno rinfrescato la memoria. I 5s hanno istituito il Rdc e congelato la progressione (per aspettativa di vita) dei contributi con un provvedimento ministeriale di Di Maio I° governo Conte, fino al 2026.
    Il RdC costa 10 miliardi l’anno.
    Elettori, pensionandi attuali a breve periodo o meno attuali a medio periodo, guardate in rete chi votò favorevole (nome per nome e partito nel quale erano stati nominati) alla legge monti/fornero del 2011 giustificabile negli obiettivi infame e subdola nei metodi decisi, decisa ed adottata in 15 giorni, ricordatevelo quando si voterà nuovamente per le politiche……
    FATEVI UN’IDEA
    Leggete il loro programma se ci sarà ancora quota 41, ricordatevi che c’era anche nel 2018. Il più bugiardo è stato l’unto dal signore riguardatevi Porta a Porta pre elezioni 2018. Gli altri hanno scelto l’omertà.
    Salvini ogni tanto spara quota 41 per tutti…. ma lo diceva anche nel 2018 insieme ai 5 stelle, a Fedriga ….. poi hanno fatto quota 100 e reddito di cittadinza vedi sopra che forse è stata utile per coloro che hanno iniziato a pagare contributi a 25 anni. Inserendosi nel mondo del lavoro forse dopo un’iter di studi superiore alla scuola superiore (24+38=62 anni) e con soli 38 anni di contributi, chi gli aveva, e con montante sufficiente per una pensione dignitosa.
    Per chi ha cominciato a lavorare a 15, 16, 17 anni, magari all’inizio senza contributi (situazione molto diffusa) e non sono abbastanza invalidi e/o malati e non fanno lavori definiti gravosi (pochi….) se la sono presa in saccoccia.
    Quota 41 (di contributi previdenziali) attualmente è solo per i lavoratori precoci solo se con lavori gravosi) e/o invalidi minimo al 74% o se licenziati o dimissionabili con naspi per 24 mesi e/o altre categorie più meno sfortunate (se ci arrivano vivi).
    E’ anche per forze armate, carabinieri, polizia, guardia di finanza, forse vigili del fuoco e qualche altra categoria aggregata ma non pubblicizzata.
    Fin dall’inizio dividi et impera e chi maneggia armi per professione è meglio non farseli nemici.

    FACCIANO 42 ANNI DI CONTRIBUTI PREVIDENZIALI PER TUTTI.
    Si basi l’uscita dal lavoro sulla effettiva contribuzione, sganciandola dall’età, se questa consente una pensione d’importo dignitoso e congruo.
    Si pensi a rivedere i criteri relativi alle aspettative di vita.
    Perché ad oggi è apparso chiaro che individuare per legge come e quando si può vivere, non lo può certo decidere la politica con una legge ed un algoritmo da discutere nel merito e nel metodo, ma bensì una unica legge che sovrintende tutti indistintamente.

    Occorre rimodulare le uscite partendo da chi oggi ha più versato e 42 anni di contribuzione previdenziale da lavoro (ancor più se dipendente) sono una vita.
    Il lavoro dipendente ed il tempo lavoro regolarmente retribuito e contribuito (vedi l’ultima recita a favore di telecamere e microfono dell’energumeno tascabile di dalemiana memoria) è stato ed è ancora disprezzato, sfruttato, compresso e sommerso dal dopo guerra fino ad oggi.

    Salvini con quota 100 ha fatto il contrario ha ridotto l’età anagrafica da 67 e 62 anni e gli anni di contribuzione addirittura sotto i 40 anni di contributi (38) e solo per tre anni. Poi aveva promesso i 41 anni di contributi per tutti. Quel poi non è ancora arrivato.

    Chi ha o aveva 41-42 di contributi previdenziali e 59-60 o 61 anni è stato/è costretto a lavorare ancora
    Inoltre spesso sono lavoratori precoci, ma i primi anni non gli sono stati pagati i contributi previdenziali non abbastanza invalidi, non abbastanza malati e negli ultimi 10 anni non hanno svolto lavori gravosi perché hanno cercato di migliorare nel tempo la loro occupazione e non hanno parenti invalidi da assistere.
    Sarebbe stata più onesta una quota 100 (somma tra contributi ed età) per tutti se l’importo della pensione corrispondente dia un reddito mensile di almeno 1.200,00 Euro netti e lasciare questo perimetro per un tempo congruo.
    Nota bene: 1.100,00 euro al giorno è quello che super mario guadagna e continuerà a guadagnare al giorno.
    La 5s Catalfo Ministro del lavoro del governo Conte 2, mai vista in televisione, detronizzato dalle manovre del vivente-italico, che ora nessun gruppo politico o leader vuole alleato e spero nessun governo futuro lo cerchi sarebbe destinato come i precedenti il suo compreso al fallimento, dopo l’algido loden-vestito il responsabile più pervicace contro i pensionandi, in particolare la Commissione Lavoro aveva pronte alcune modifiche, minime, esempio per i lavoratori precoci “normali” o quasi ogni anno, di contributi prima dei 18/19 anni di età valeva 15 mesi, poco, uno sconto di 3/6/9 mesi massimo, ma meglio del nulla dell’attuale ministro pd Orlando degno ex-compagno di merende dell’attuale vivente-italico, più preoccupato di mantenere il reddito di cittadinanza ed i voti che questo consente.
    Si facciano controlli, serviranno anni ….. ma l’alternativa sono stipendi da fame ….. o in nero magari con la complicità dei percettori di reddito di cittadinanza che da vittime del sistema squallido ed infame diventano complici (e chi rifiuta offerte di lavoro ….probabilmente lavora in nero) dovrebbero essere pedinati, filmati e in qualche modo puniti loro e chi li paga in nero……… a spese di chi le tasse ed i contributi gli paga o gli ha pagati per 42-43-44 anni.
    Se il pd riaggancia ancora, il senatore semplice con i voti del pd, poi italo-vivente si ricordi che tutti i governi che lo hanno visto coinvolto, sono implosi, compreso quello del gesuita-con il cuore da banchiere a capo del governo dei “migliori” che voleva tutti dentro al governo chiamato d’unità nazionale …… o di omertà nazionale.
    Enrico stai accorto. Peraltro Grillo all’incontro in streaming (ancora in rete) con l’attuale ancora vivente-italico, l’aveva descritto in pochi secondi fin troppo elegantemente.
    Ricordo che …gli ha detto testualmente: “Matteo tu dichiari delle cose ……. poi ne fai delle altre”.
    Il pluivincitore di primarie interne al pd, non ancora senatore semplice, dopo aver promesso 80 euro mensili ai lavoratori (nei fatti non a tutti) 10 miliardi l’anno il costo, ottenne il 40% alle Europee 2014 ?, twittò “enrico stai sereno” e lo ritrovammo a Palazzo Chigi, con Alfano, Verdini. Intervistato qualche anno dopo disse: il governo Letta era fermo, io ho triplicato il pil (che passò dal 0,1 al 0,3 per cento).
    Ricordo ancora una triste e quasi deserta seduta non ricordo se Camera o Senato, ripresa dalle telecamere, nei banchi del governo (nei fatti già giubilato) presente solo il sereno enrico, e l’energumeno tascabile interveniva, ripeto in un aula quasi deserta, chiedendo: ma non dovevamo incontrarci per sistemare la legge fornero-monti ???? Non ebbe risposta.
    Peraltro anche un altro matteo ha dichiarato e promesso cose e ne ha fatte altre parzialmente e male, giocando con le navi. Che il problema sia nel nome.
    No, forse no ….. c’è un altro che viene ciclicamente rivitalizzato, il giaguaro di bersaniana memoria … che voleva smacchiarlo, no, non si chiama matteo e grazie ai suoi amici (del giaguaro) è tornato in auge, ha rispolverato a favore di telecamera una mezza risma di carta di fogli a4, …. forse ha ristampato il programma elettorale del 2008 e del 2018….. ed ha promesso pensioni per euro 1.000,00 mensili alle “nostre” mamme………mah! la mia e se non ricordo male anche la sua non ne hanno più bisogno.
    Ma gli i italiani non hanno memoria.

    PARLAMENTARI NOMINATI E STRAPAGATI, DECIDETE, DECIDETE, DECIDETE UNA COSA SOSTENIBILE, CHIARA ED UGUALE PER TUTTI.
    VOI SIETE PREOCCUPATI SOLO CHE IL SISTEMA REGGA IL VOSTRO STIPENDIO E IL VOSTRO VITALIZIO FUTURO.

    Molti di voi non solo i 5stelle, hanno la colla al sedere, italo-viventi e italo-forzuti dai quali perfino il loro capo-lista, senza il quale sarebbero nulla, prende le distanze.
    Guarda caso questa legislatura durerà fino a consentire, dopo 4 anni, 6 mesi e 1 giorno-di versamenti (versando € 3.000,00 mensili) esattamente il 25 settembre 2022, agli attuali parlamentari di ottenere un vitalizio di circa € 1.000,00 mensili a partire dai 65 anni di età, solo per aver partecipato a questa legislatura. Se ne fanno hanno un’altra la ritirano dai 60 anni di età ed ottengono un vitalizio mensile a vita di circa € 1.500,00 per 13 mensilità annue.
    Per noi comuni mortali servono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne o i 67 anni di età, PER ORA.

  3. Leonardo

    È evidente che con il sistema contributivo devono contare gli anni di lavoro e i relativi contributi versati e non l’età anagrafica, a meno che non si vogliano favorire alcuni a danno di altri.

  4. Salvo

    Ma che speranze avevamo con Draghi: contrario alla riforma previdenziale perchè voleva applicare a pieno regime la Fornero e cmq se qualche riforma si faceva ovviamente sarebbe stato peggiorativa .
    Quindi dico che ha fatto benissimo a lasciare e dimettersi visto che è stato un totale fallimento: un Killer (così è stato definito) per colpire l’economia italiana.

  5. Minerva

    “C’è bisogno di una riforma delle pensioni che garantisca meccanismi di flessibilità in uscita e un impianto sostenibile ancorato al sistema contributivo“. Disse chi prese la pensione a 59 anni con il sistema retributivo. Punto.

  6. Barbara

    ma se pensano a “qualche meccanismo di uscita anticipata con ricalcolo contributivo”, perché rischia di saltare Opzione Donna, che è già così?

  7. Don62

    Che circo che è l’Italia.
    Comunque il governo Draghi non ha fatto nulla di significativo per le pensioni, convocando tavoli e poi rimandando decisioni alla prossima volta..
    Adesso vediamo la Melloni cosa ci riserverà! Ma ovviamente si parlerà per il 2024… Che sfinimento!

  8. stefano

    Quando la lotta si fa dura i duri iniziano a giocare…ma quando. La caduta del Governo comporterà nessuna riforma e nel 2023 si andrà in pensione solo con la legge Fornero quindi mettiamoci pure il cuore in pace. Comunque vorrei ricordare che l’unica forza politica che non votò la legge Fornero fu la Lega.
    Ora inizia la campagna elettorale e inizieranno le mille promesse sulla riforma delle pensioni, ci diranno che andremo in pensione tutti a 55 anni, che si abbasserà l’età pensionabile, che le pensioni saranno più ricche per tutti. Bene prepariamoci a prenderlo ancora in quel posto…negli ultimi anni ogni volta che hanno messo mani alla riforma delle pensioni è stato sempre peggio. Speriamo solo che vinca in modo netto almeno uno dei due schieramenti politi così non cin saranno alibi su un’eventuale riforma e si potrà capire chi è alo fianco dei lavoratori e dei pensionati.

    1. Antonio

      D’accordo e proprio perché non credo alle ricette che ci proporranno, io non andrò a votare!!

  9. matteo

    Draghi o non Draghi per i lavoratori sarà comunque la solita batosta! Partiti e sindacati in tutti questi anni hanno dimostrato di non aver alcuna intenzione di affrontare i problemi creati dalla Legge Fornero che per fare un favore a finanza e banchieri ha rovinato dall’oggi al domani la vita di milioni di lavoratori!
    La flessibilità in uscita resterà un sogno! Aspettiamoci un drammatico peggioramento della Legge Fornero sotto la spinta della inevitabile speculazione finanziaria! E i sindacati anche questa volta stapperanno anche lo chempagne per festeggiare l’inc….ta dei lavoratori?

    1. Antonella Peci

      Probabilmente hai ragione.. Ma la flessibilità in uscita è un po’ che ci viene promessa.. Ora con la probabile vittoria del centro destra passerà quota 41..e chi non li avrà fino a 70 anni che farà.. I suoi contributi verranno usati per foraggiare la costosissima quota 41??? Aiuto!! Serve flessibilità in uscita.

  10. Teodora Moira

    Buongiorno! Desidererei ringraziare, immensamente, tutte le Istituzioni e la Redazione di Pensioni per Tutti. Spero che il futuro Governo Italiano e i Sindacati, diano vita ad una riforma delle pensioni equa, proficua e duratura a tutela di tutti i pensionati.

  11. Teodora Moira

    Buongiorno! Desidererei ringraziare immensamente tutte le Istituzioni e la Redazione di Pensioni per Tutti. Spero che il futuro Governo Italiano e i Sindacati diano vita ad una riforma delle pensioni equa, proficua e duratura a tutela di tutti i pensionati.

  12. Alex

    Abbiamo la classe politica più scandalosa di tutta Europa.
    Avremo le elezioni e come al solito ci saranno le solite promesse………… e una mini leggina tappabuchi per tenere tutti buoni per un po’.

    1. Raffaele

      Buongiorno a tutti. La mini leggina Egregio Alex può essere la quota 41 per tutti calcolata con il contributivo, mi auguro sinceramente che non facciano niente se deve essere così .Nella sua forma rude preferisco la Fornero, almeno è stata chiara nelle cose senza prendere in giro la gente.
      Buon Lavoro

  13. Rino

    Dispiace per le modalità in cui è caduto il governo. Il parlamento ha evidenziato la scarsa capacità dei ns rappresentanti. Il popolo è stato umiliato. Al di là di questo posso dire che il governo Draghi guardava con disgusto le ns problematiche pensionistiche ,forse mal consigliato dalla Fornero. Speriamo che i prossimi rappresentanti siamo più lungimiranti. Ma un obbiettivo sarà comunque raggiunto: avremo un parlamento dimezzato. E vaiiii.

  14. Alex61

    A maggior ragione in questo periodo di imminente campagna elettorale, il tema della riforma del sistema previdenziale diventa senza dubbio una “patata veramente bollente” per tutti coloro che si trovano coinvolti. Dai lavoratori, ai sindacati, e specialmente ai partiti. Chi la maneggia maldestramente rischia davvero di “scottarsi le dita”. Quindi attenzione!! La vaghezza di promesse indefinite o scuse di vario genere, per questo target di elettori, penso che non pagherà più di tanto. Chiarezza e flessibilità (62 + 41) rappresentano pilastri irrinunciabili!

    1. Libero

      E quindi Lei si fiderebbe delle promesse di qualche partito in campagna elettorale? Ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah….

    2. Antonella Peci

      Sono d’accordo soprattutto flessibilità in uscita.. Diversamente qualcuno non uscirà mai dal lavoro. Comunque anche quota 41. 41 anni sono una vita di lavoro. Entrambe le misure.

  15. Alfio_Primo

    Son tuti bravi a fare i Signori con i soldi degli altri. Vero è che non c’è alcun partito che abbia a cuore il problema delle pensioni e che tutti quanti hanno accettato passivamente la riforma Fornero. Poi ognuno ha cercato di svincolarsi con dei distinguo ma realmente nessuno si è opposto (sia chi stava al governo e chi all’opposizione e in questi 10 anni non s’è fatto nulla di concreto per rimodulare tale riforma. Si è parlato mlto di scalini e scaloni di 5 anni confrontandosi sempre con le quote, ma nessuno ha sollevato il problema che dai 35 anni di contributi ai 43 e 1 mese ci sono ben 8 anni di duro lavoro in più. Come li definiamo questi? e badate bene che la pensione anzichè aumentare (con 8 anni in piu di contributi e 8 anni in meno di pensione) è diminuita. Quindi di cosa parliamo?

    1. Luca L.

      Discorsi di questo genere sono del tutto infondati. Prima di tutto, chi ha il sistema RETRIBUTIVO – o MISTO con oltre 18 anni di lavoro al 31.12.1995 – non dovrebbe parlare di soldi propri: nel corso della sua vita lavorativa ne ha versati MOLTI DI MENO rispetto a chi – a parità di lavoro – ha versato con il CONTRIBUTIVO. E non si capisce proprio perché – a parità di anni lavorati – questi lavoratori dovrebbero ricevere il 10-20% in più di pensione rispetto a chi al 31.12.1995 aveva meno di 18 anni di lavoro, senza almeno controbilanciare con anni di lavoro in più.

      Perché sta tutto qui il problema: una intera generazione di pensionati, a partire dal 1973 arrivando fino a pochi anni fa, ha ricevuto molti più soldi di quelli che gli sarebbero spettati con la propria contribuzione, anche tenendo conto di inflazione e tutto il resto. L’errore – grave, a mio parere – da parte dei lavoratori più giovani è stato quello di non protestare contro i lavoratori più anziani affinché la riforma Dini del 1995 non fosse applicata a TUTTI INDISTINTAMENTE, non con classi di lavoratori che hanno strappato – soltanto a proprio beneficio – un piccolo scalino di 6-12 mesi, con il risultato che per non far fare al massimo 1 anno in più a quei colleghi eogisti, ora ci troviamo a dover fare da 5 a 10 anni in più.

      Per cui, oggi sono contrario ad ogni riforma che tagli 1-2 anni in più ad alcuni colleghi, perché so che questo significherà non solo rischiare di fare anni in più per me stesso (andrò in pensione tra 5 anni con la Fornero e non voglio trovarmi nel 2027 con anni in più a causa di sconti fatti oggi a qualcuno), ma significherà mandare tanti altri colleghi più giovani a 70 anni.

      Questa è la realtà che ci circonda e della quale si deve tenere conto, se non si vuole fare solo gli affari propri, anche perché oggi i giovani sono spesso gente in gamba e non escluderei che quando avremo 70-80 anni non trovino il modo di farcela pagare (e non saprei dare loro torto, a questo punto).

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