Nei giorni scorsi abbiamo enunciato la proposta previdenziale di Cottarelli in favore delle donne al fine di incentivare la natalità troppo in calo, la quale ha fatto molto discutere sui social e sul nostro portale, a tal riguardo ci siamo confrontati anche con il Professor Giuliano Cazzola, giacché Alessandra Servidori, Consigliera Nazionale di parità presso il Ministero del lavoro, ha ricordato in un recente articolo a sua firma che la proposta Cottarelli ha proprio il pregio di rilanciare due progetti di legge addirittura datati 2008 (AC 1299) e 2010 (AC 3035) a firma Cazzola e Treu”.
Dunque la proposta rilanciata da Carlo Cottarelli é la strada giusta? L’editoriale di Cazzola in esclusiva per il nostro sito.
Pensioni anticipate 2022, l’editoriale di Cazzola sulla proposta Cottarelli
“Ha fatto discutere la proposta di Carlo Cottarelli di anticipare la pensione delle lavoratrici in rapporto al numero dei loro figli. Ciò allo scopo di incentivare la natalità ora troppo in calo. Si pensi che le persone che vanno in quiescenza in questi anni appartengono a coorti nelle quali nascevano 800mila figli ogni anno, esattamente più del doppio dei nati attualmente. E’ una riflessione questa che sarebbe opportuno fare perché al di là di ogni altra considerazione (il lavoro, il reddito, la continuità occupazionale, l’incremento dell’attesa di vita) si prepara un futuro nel quale si determineranno degli squilibri insostenibili tra anziani e giovani che potranno essere colmati solo da un saldo demografico ad opera dell’ingresso di lavoratori stranieri con tutte le difficoltà che la loro integrazione comporta.
In ogni caso il ciclo del declino demografico difficilmente può essere invertito soprattutto in un arco di tempo non infinito, perché la denatalità è frutto anche di un approccio culturale all’esistenza che non si converte con misure di carattere economico. E’ una favola che i giovani non si sposano e non fanno figli perché non hanno lavori stabili. Quell’aiuto che ricevono dalle famiglie come persone singole non verrebbe a mancare se vivessero in coppia per loro conto. La proposta di Cottarelli potrebbe far pensare a quel film a episodi del 1963 ‘’Ieri, oggi, domani’’ in cui una popolana di Napoli (interpretata da una bellissima Sofia Loren) che campa vendendo sigarette di contrabbando, si fa ingravidare in continuazione dal marito (Marcello Mastroianni) per evitare l’arresto e il carcere, incompatibili con la sua condizione di salute.
Pensioni anticipate donne: l’idea di Cottarelli non é nuova ed é valida
Ma sull’idea di Cottarelli non è il caso di scherzare. Innanzi tutto perché non è nuova. Alcuni anni or sono in Germania fu il Governo Merkel ad introdurre una forma di pensionamento di vecchiaia anticipato, senza penalizzazioni economiche, purchè il soggetto interessato fosse in grado di far valere 63 anni di età e 45 di anzianità contributiva. Un ulteriore beneficio venne applicato alle lavoratrici in rapporto ai figli avuti prima del 1992: anche loro avrebbero potuto accedere ad un pensionamento anticipato definito in modo specifico nel loro caso. D
a noi anche adesso l’ipotesi è oggetto di discussione. Nella piattaforma dei sindacati per la (contro)riforma delle pensioni, è previsto quanto segue: “il riconoscimento di 12 mesi per figlio per anticipare l’età della pensione oppure a scelta della lavoratrice incremento del coefficiente di calcolo della pensione; nonché la valorizzazione dei lavori di cura a fini pensionistici’’.
Nel mio piccolo, quando ero deputato e vice presidente della Commissione Lavoro della Camera, presentai nel luglio del 2008, un pdl delega (C 1299) in tema di pensioni che alla lettera e) dell’articolo 1 indicava tra i criteri:
“Il riconoscimento di agevolazioni alle lavoratrici madri, anche stabilendo che i periodi di astensione dal lavoro per maternità e puerperio valgono il doppio fino a un massimo di anni due;
Poi nel 2010 presentai io alla Camera, Tiziano Treu al Senato il medesimo ddl (sempre di delega) che conteneva alla lettera d) dell’articolo 1 un criterio ancora più articolato:
“Il riconoscimento di agevolazioni pensionistiche alle lavoratrici madri. In particolare: per le lavoratrici che possono accedere, in costanza di rapporto, agli strumenti obbligatori o volontari di astensione dal lavoro per maternità e per puerperio, la valutazione doppia, ai fini della maturazione del requisito di anzianità contributiva, dei periodi di astensione effettivamente goduti, fino a un massimo di due anni; per la generalità delle lavoratrici
madri, il riconoscimento, per ciascun periodo di sospensione lavorativa entro due anni dall’evento del parto, di una contribuzione figurativa di base per la durata massima di sei mesi per ciascun evento“.
Quegli atti, nel loro insieme (la tutela delle madri era solo un aspetto) furono discussi, ritenuti interessanti, ma restarono sulla carta. Come volevasi dimostrare“.
Chissà se la proposta di Cottarelli o quelle dei sindacati verranno prese invece in maggiore considerazioni o resteranno nuovamente sulla carta, certamente vi terremo aggiornati al riguardo. Nel mentre ringraziamo il Prof Cazzola per averci dedicato del tempo e ricordiamo a chiunque volesse riprendere parte delle sue affermazioni che trattandosi di esclusiva é tenuto a citare la fonte.
Io capisco che ad alcuni preferiscono andare il più tardi possibile, anagraficamente, in particolare per gli uomini che non hanno niente da fare a casa e non vogliono sentirsi un peso in famiglia, ma la gran parte delle donne, persone molto fragili e pieni di dolori, vogliono andare in pensione quanto meno a 41 con un gruzzolo di euro. Le donne purtroppo non hanno difficoltà di manifestare il loro pensionamento. Ma purtroppo il gentil sesso una volta in pensione dovranno occuparsi della loro casa e famiglia a tempo pieno, anche se per loro il pompo pieno per la famiglia era quando escono dal lavoro. Perciò chiedo a voi governanti di pensarci prima di fare delle minchiate perché ci sono più lavoratrici umili e non quelli che portano il brillante alle mani. Pensate alle vostre madri, sorelle, zie, nonne ecc……
La freccia del tempo punta sempre in avanti. Mai indietro.
Non ha senso riprendere soluzioni avanzate nel passato, in determinate condizioni storiche, per poterle eventualmente applicare (sia pure adattandole) al tempo presente con condizioni storiche decisamente differenti. Questo vale a maggior ragione nel periodo post-Covid.
Tutti si concentrano sul fatto che non nascono bambini. Questo è un problema sia per il lavoro che per le pensioni perché sono entrambi legati alla nascita di bambini.
Bene: cambiamo modo di pensare! Agganciamo lavoro e pensioni a qualcosa che non dipenda dalla nascita di bambini!
Stiamo assistendo al proliferare di robot nel mondo del lavoro. Abbiamo già: robot-infermieri, robot-camerieri, robot-pizzaioli, robot-poliziotti (a cui non potevano che dare il nome di Robocop, ovviamente), robot-farmacisti e anche (poteva mai mancare?) robot-cani.
Agganciamo, allora, lavoro e pensioni ai robot che suppliscono alla mancanza di nascita di bambini.
E qui si alza il sipario su una meraviglia: se 1 donna genera un bambino in 9 mesi, 9 donne non possono generare 1 bambino in 1 mese. Ma 9 donne possono generare (in senso di costruire, assemblare, o come lo si vuole chiamare) 1 robot in 1 mese (questo pensiero è giusto per far capire agli economisti tradizionali che occorre cambiare modo di pensare all’economia).
Mi domando e dico (come dicono a Napoli): è proprio così difficile per gli economisti tradizionali pensare in termini di economia digitale?