Le ultime novità sulla riforma delle pensioni 2021 provengono da spunti di riflessione interessanti che sono giunti dai nostri lettori, che sempre più spesso dopo aver letto un nostro articolo ci rilasciano un commento confidando di vederlo pubblicato e di poter interagire direttamente con il politico/sindacalista a cui rivolgono la domanda. In questo caso le specifiche vengono chieste a Domenico Proietti a seguito dell’intervista rilasciataci pochi giorni fa in cui il segretario confederale della Uil ci esprimeva soddisfazione per l’istituzione delle due commissioni istituzionali la prima per separare assistenza e previdenza e la seconda, certamente più cara ai lavoratori, per individuare i lavori gravosi e permettere un’uscita anticipata dal mondo del lavoro che tenga in conto anche il mestiere svolto da ognuno e non uniformi tutti allo stesso modo. A tal riguardo differenti lavoratori, qui riportiamo due testimonianze, si rivolgono direttamente a Proietti per chiedere come si possa, anche solo pensare, di individuare i mestieri gravosi senza correre il rischio di fare altre discriminazioni tra i lavoratori stessi. Cosa rende un lavoro più gravoso dell’altro? Eccovi le loro considerazioni:
Riforma pensioni 2021: quali sono i lavori NON gravosi?
Tommaso, scrive rivolgendo la sua domanda direttamente a Domenico Proietti: “Mi permetta una domanda: quali sono i lavori ‘non gravosi’? Io ho lavorato tutta la vita in pubblicità, dietro ad una scrivania, davanti ad un computer, con uno stipendio mai adeguato. Con capi e capetti a cui obbedire, per 10, 12 o 14 ore al giorno, come fosse la normalità. Ho lavorato nei giorni di festa, anche il primo maggio, ho lavorato di notte, ho saltato i pasti, ovviamente soffro di riflusso gastro-esofageo; mi sono perso gli anni migliori di mio figlio quando era piccolo. Mai uno straordinario pagato, perché in pubblicità si fa così; se non vuoi te ne vai.
Ho lavorato con il terrore di non fare in tempo a rispettare i tempi di consegna. Tachicardia, palpitazioni, dolori al cuore sono la normalità. Una volta sono stato dal medico e quando mi ha misurato la pressione è sbiancato. Ho rischiato l’infarto mille volte, una volta davvero credevo di morire, schiacciato dallo stress. ‘E perché non te ne vai?’ E andare dove? Questo è il mio lavoro, mi piacerebbe anche, è quello che so fare. Ma l’ambiente è una schifosa galera.
Quindi, tornando a bomba: lavorare in pubblicità davvero non è considerato un lavoro gravoso?” Della stessa idea il Signor Mauro che si chiede come potrà una commissione e soprattutto in base a quali parametri stabilire la gravosità di una professione rispetto ad un’altra.
Riforma pensioni, ultime: dopo 10 ore al dì o 41 anni di lavoro, tutti sono gravosi
Mauro, scrive: “Salve come si possono giudicare i lavori gravosi?” e si interroga tra le righe chiedendosi: Cosa determina la gravosità di un mestiere? Uno che lavora in ufficio ad esempio generalmente non sarà considerato un lavoratore che svolge un lavoro gravoso, ma forse quasi un privilegiato rispetto a chi lavora in fabbrica. Ma con raziocinio, fa notare Mauro: “Se uno entra al lavoro la mattina alle 8:30 ed esce la sera alle 21-22, dopo 14 ore di lavoro, non è forse anche questo da considerarsi un mestiere gravoso per quanto svolto dietro ad una scrivania?”
Il nostro lettore pare interrogarsi dunque su quali parametri potranno poi identificare un lavoro gravoso rispetto ad un altro: le ore lavorate? L’ambiente in cui si lavora? Il lavoro stesso? .
Molti altri, i lavoratori precoci, invece, ci scrivono in privato per farci notare che dopo 41 anni di lavoro tutti ma proprio tutti i lavori devono essere considerati gravosi, sia passati dietro ad una scrivania che in fabbrica. 41 anni di contributi sono una vita, dunque, vada per la differenza tra lavori gravosi e non, fanno intendere i lavoratori precoci, ma non venga meno la battaglia parallela per ottenere la quota 41 senza se e senza ma.
Effettivamente sarebbe interessante cercare di comprendere meglio su cosa si baserà la commissione istituzionale sui lavori gravosi per decidere, confidiamo il segretario Confederale della Uil abbia voglia e modo, data la sua solita disponibilità, di accettare il confronto più che pacato dei nostri lettori, e di dirci la sua al riguardo.
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Dopo 40 anni tutti i lavori sono gravosi!
Lavoro come tecnica di radiologia in ospedale pubblico e dopo 41 anni di lavoro non posso andare in pensione perché negli ultimi 7 anni non ho fatto le notti e quindi andrò con 41 anni e 10 mesi.
Ma non è cosi, devo recuperare 7 mesi di aspettativa non retribuita perché non sapevo a chi lasciare mia figlia di 6 mesi, più tre mesi di finestra, andrò se tutto va bene a 42 anni e tre mesi di contributi, alla faccia di un occhio di riguardo per le donne……. Non ho parole ed ora ci si è messo anche il covid che spero mi permetta di vedere questa sospirata pensione. A 60 anni sei a rischio, ma non per continuare a lavorare negli ospedali…..
mi risulta difficile comprendere come sia stato possibile consentire di andare in pensione con 38 anni e 62 anni mentre la stessa cosa non è stata consentita ad un soggetto con 42 anni di servizio e 61 anni di età………
Io penso che dopo un 35 anni ,ogni lavoro diventi gravoso e, se mal retribuito, anche tedioso.
Inutile stare a filosofeggiare come la maggior parte dei vostri intervistati che , nella vita hanno lavorato ben poco e sono stati strapagati (penso a Cazzola a Fornero & c.).
Dopo un bel pò di anni, un mestiere che non porta soddisfazioni deve finire e basta!
E per favore, non tiriamoci la zappa sui piedi con assurde e non più arrivabili quote 41 e 102. Chiunque superi i 60 anni di età, e non intenda proseguire a lavorare, dovrebbe essere libero di andare in pensione, in base a ciò che ha versato.
Concordo pienamente col suo pensiero. Penso che al compimento dei 60 anni di età, ogni lavoratore dovrebbe avere la possibilità di andare in pensione, percependo una cifra in base ai contributi versati.
Anna
Perfettamente d’accordo, come più volte scritto in alcuni commenti
che mi sono stati pubblicati!
L’ aspettativa di vita è aleatoria che dipende da molte variabili, non è una
costante assoluta!
Salve Amici continuo a notare che nessuno ricorda chi è disoccupato. Io per esempio ho 59 anni e ben 39 e mezzo di contributi versati, senza lavoro da quasi 3 anni grazie al “jobs act”.. (ma nonostante tanti contributi versati ancora “troppo giovane” per la pensione) A oggi tutte chiacchiere per quota 41. Esiste solo “l’Anticipata” della Fornero dopo 42 anni e 10 mesi e per “inseguirla” dovrò versare allora una montagna di Contributi Volontari. Tutti si preoccupano giustamente delle proprie attività che in questo momento “rallentano” o si fermano, ma di noi nessuno parla mai, non percepiamo nulla e visto il momento potrà andare solo peggio! Covid o non Covid, noi purtroppo non esistiamo. DIMENTICATI!
Grazie comunque dell’attenzione.
Gentile Dott.ssa Erica non smetterò mai nel mio piccolo di ringraziarla per il servizio che ci offre, corredato dalla sua professionalità e capacità soprattutto.
Come vede i commenti si stanno diradando (non parlo dei miei) e penso che la ragione sia abbastanza evidente.
Tutti gli spunti, interviste, pareri che Lei offre quasi quotidianamente purtroppo (non per causa sua) stanno delineando un quadro abbastanza avvilente – diciamo così – su quello che sarà il post quota 100. La “Fornero” non è mai stata superata. Ci siamo illusi che comunque dopo la temporanea “finestra per pochi” sarebbe stata messa in campo una ipotesi di superamento strutturale ma soprattuto reale per le persone del famigerato scalone. Come Lei ben sa ero scettico e adesso ne sono assolutamente certo che qualsiasi “riforma” verrà effettuata sarà se possibile peggiorativa. Per cui, continuando a ringranziarLa per l’impegno profuso, trovo veramente inutile dover commentare il parere di personaggi (tutti quelli che Lei meritevolmente continua ad ospitare) che continuano a martellarci dello stesso messaggio: sindacalisti che si nascondono dietro ai soliti discorsi fumosi di rivendicazioni a cui non credono loro stessi o opinionisti (come definirli) ex ministri o ex consulenti di ministri che si prodigano a spiegare che in pensione ci si dovrà andare il più tardi possibile….anzi meglio (in un discorso puramente economico) evitare di essere in vita nel momento in cui a 70 o perchè no 80 anni si dovrebbe riscuotere il primo assegno.
Mi piacerebbe confrontarmi con questi personaggi su esodati, lavori gravosi, quota 41 ecc. ecc.. Ma ho capito che avrei le solite non risposte. Non certo da Lei, ma dai personaggi di cui sopra.
Le rinnovo la mia stima e continuerò a leggere i suoi comunque preziosi articoli
Un caro saluto
Grazie di cuore Antonio perla stima, il nostro scopo é cercare di supportarvi sempre con notizie inedite, ma posso comprendere la sua ‘frustrazione’ e me ne rammarico. A presto, Erica
i lavoratori che lavorano su strade a fare scavi,ASFALTI,FIBRA sono lavori gravosi gravosi
e no che ci fanno contratti METALMECCANICI
Bisognerebbe subordinare il pagamento dei contributi all’ Inps in base alle erogazioni delle pensioni: ”Pagare moneta, vedere cammello”.
Troppo facile prendere i soldi e poi ?
A dicembre 2021 farò 42anni e 10 mesi lavoro tra artigiani e piccola industria ho guidato camion e mulatti sotto acqua caldo e freddo sempre con qualifica da operaio complimenti ai nostri ministri e sindacati che ci tutelano…..perché questo non è lavoro USURANTE!!! COMPLIMENTI!!!! Per le vostre decisioni siete unici…..ma certamente è più facile togliere poco a tanti che togliere tanto a pochi…..naturalmente è inteso a quei personaggi che hanno più di 80 anni e prendono 20/30 Milan euro di pensione….che se ne fanno poi di sti soldi forse che mantengono figli e nipoti?AUGURI CARI VI UGURO TANTA SALUTE 😎
Sono un invalido civile al100/ non posso lavorare non posso svolgere mansioni da solo mi sono chiesto quando mi verranno accreditati i soldi 650€ essendo con isei o io prendo ancora 286 di pensione
Ma facciamo lavorare tutti questi giovani a casa senza lavoro ,e lasciamo a casa tutti quelli che hanno già 41 anni di Lavoro usiamo la semplice logica come una volta io sono entrato nel mondo Lavoro ed uno più anziano e andato in pensione (all’ora con 35 anni di contributi) I Giovani i veri protagonisti…..