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Pensioni anticipate 2019, ultim’ora: Tria in dubbio su quota 100 e rdc, ennesimo rinvio?

Se da un lato il Presidente del Consiglio Conte e il Ministro del Lavoro vanno confermando il varo del decreto per la giornata di domani 17 gennaio, assicurando che ‘non vi saranno rinvii’, dall’altro aleggia il timore, a poche ore dall’arrivo al Consiglio dei Ministri della riforma delle pensioni, che possa saltare nuovamente il tutto.

Infatti come riporta Repubblica.it non ci sono novità sulla bollinatura del decreto da parte della Ragioneria di Stato, i rinvii della scorsa settimana, pare infatti, siano dipesi già da questo. I dubbi sulla fattibilità economica della manovra delle pensioni 2019 ora arriverebbero dal Ministro dell’Economia Giovanni Tria, che avrebbe espresso le sue perplessità in merito alle coperture sul reddito di cittadinanza e quota 100.

Pensioni 2019, i dubbi del Tesoro sulla riforma: ennesimo rinvio?

I dubbi sulle coperture derivanti dal Tesoro effettivamente parrebbero confermati dalle ultime notizie che stanno giungendo in questi giorni da Oxford Economics, per il 2019 le previsioni di crescita sarebbero scarse, appena dello 0.3%, sebbene il Governo nella Ldb 2019 per il prossimo anno abbia previsto una crescita pari all’1%. Chiaro che se le previsioni fossero corrette, i dubbi di Tria sarebbero più che legittimi, in quanto per l’esecutivo reperire le risorse necessarie per poter garantire la prosecuzione delle misure, in primis quota 100 e reddito di cittadinanza, non sarebbe certo cosa facile. Occorrerebbero più di 10 miliardi di euro, da reperire per il prossimo anno.

Gli stessi vicepremier Di Maio e Salvini nei giorni scorsi avevano fatto notare che i continui rinvii non erano determinati da nessuno problema specifico, ma semplicemente dalla necessità di fare bene da subito un decreto che rispettasse ogni aspetto, anche i vincoli di bilancio, al fine di minimizzare il più possibile i margini di errore. Quindi dati i nuovi impedimenti economici emersi e gli evidenti dubbi del Tesoro non é da escludersi che vi sia l’ennesimo slittamento sui tempi del maxi decreto. Tutto dipenderà dal via o meno da parte del Ministro dell’Economia e della Ragioneria di Stato. Solo a quel punto la riforma potrà finalmente essere approvata dal Cdm. I continui rinvii alimentano agitazione ed ansia, donne ed esodati, oltre ai precoci, che attendono almeno la conferma sullos top dell’adv per le anticipate e per i precoci dal 2019, si stanno chiedendo cosa verrà effettivamente confermato delle varie bozze circoalte nelle ultime ore.

Pensioni 2019, su donne, esodati, stop adv: si attende decreto giovedì

Grande dunque l’attesa del decreto che regolerà il comparto pensioni e nello specifico chiarirà i requisiti di uscita non solo con la quota 100, ma definirà anche la proroga dell’opzione donna: saranno comprese o meno le nate del 60? conteranno o no i 5 mesi di adv che scatteranno dal 2019? per quanto durerà la proroga? 1 anno? strutturale? tanti i dubbi che attendono conferme. Idem per gli esodati, vi sarà o meno la risoluzione del dramma di 6.000 famiglie che attendono equità e giustizia sociale attraverso la nona e definitiva salvaguardia? Sarà comfermata e reso restroattivo dal 1 gennaio per i precoci e le anticipate lo stop dell’adv dal 2019?

Difficilmente si apriranno canali per la quota 41, nonostante l’ultimo confronto dell’altra sera tra un precoce e il Ministro Durigon su rete 4. I precoci, lo ricordiamo hanno detto di essersi sentiti presi in giro da un Governo che non ha mantenuto la promessa della quota 41 per tutti, e chiedono almeno le modifiche di accesso alla quota 100, che per loro possa divenie 41+59 anziché 38+62. Verranno ascoltati? Nelle bozze ultime nulla continua ad emergere in tal senso, mentre pare confermata per 1 anno la proroga dell’ape sociale. Che idea vi siete fatti a tal riguardo, temete di più l’ennesimo rinvio o di leggere i contenuti del decreto e di rimanere nuovamente delusi? Fatecelo sapere attraverso un commento.

Erica Venditti

Mi chiamo Erica Venditti, classe 1981. Da aprile 2015 sono giornalista pubblicista Scopri di più

Questo articolo ha 14 commenti

  1. pucci albina

    A seguito della richiesta che ti ho fatto il 22/01/2019 cerco di esere più chiara sono una donna assunta il 02/11/78 e con la riforma fornero sarei andata in pensione nel 2020. Ora sempre con la riforma fornero dovrei andare a 41,10 +3 (a luglio 10 mesi e penso a ottobre i 3 mesi).
    dopo la finestra di agosto quando è la prossima finestra?
    grazie.

    1. Erica Venditti

      Le finestre sono semrpe trimestrali

  2. Albina Pucci

    Avendo il governo tolto i 5 mesi per l’aspettativa di vita ed ho la possibilità di uscire prima dal lavoro a tutt’oggi ho 41 anni e due mesi
    in quale mese del 2019 sarò fuori grazie

    1. Erica Venditti

      Dovrà prima arrivare a 42 anni e 10 mesi dopodiché dovrà aggiungere 3mesi per la finestra mobile. Facendo due conti veloci se oggi ha 41 anni e 2 mesi, arriverà a 41 e 10 mesi nel mese di settembre. Poi andrà in pensione nella prima finestra utile, 3 mesi dopo ossia dicembre 2019. Consideri che non mi ha fornito molti dati precisi, dunque la prenda come indicazione di massima. Se avesse trovato utile la risposta e trovasse interessante il sito le chiederei gentilmente di sostenerci attraverso una donazione, al momento abbiamo pensato a due modalità: accedere a questo link : https://paypal.me/ericavenditti , oppure con un bonifico bancario su Istituto Bancario: Fineco Bank IBAN: IT82D0301503200000005830165 intestato a: Erica Venditti. Si tratterebbe, nel caso le fpsse possibile, di un piccolo gesto , ma che per noi varrebbe molto e ci permetterebbe di continuare a dedicare il giusto tempo a tutte le categorie più disagiate.

  3. Giorgio

    Buffoni.. buffoni… buffoni!!!

  4. Enzo

    Ragazzi a breve ci saranno le europee quindi vedrete che faranno quota 100 quota 41 per tutti opzione donna nona e decima salvaguardia e blocco ADV come promesso precedentemente è molto importante crederci nuovamente buona serata a tutti

    1. Annamaria

      Ma dai ma dai ma dai…ma bastaaaaaa.. ma che schifo è….e sto menagramo di Martina.. ma bastaaaa…e ci rimettono i giovani…i giovani ci rimettono perchè i padri e le madri occupano i loro posti che oggi dovrebbero passare a loro…ho sempre votato a sinistra ma sono schifata dalla sinistra…ció che ha scritto Baricco su Repubblica lo scorso venerdí é una disamina lapalissiana di come le elitès hanno fallito, di come ha fallito alla grandissima la sinistra e il nodo delle pensioni è stato quello di scavarsi una fossa…Martina stai zitto…voi…gli immigrati…i giovani…tutte scuse…se volete aiutare i giovani trovate la maniera per non mettervi di traverso e far passare sto decreto…la verità è che avete paura che perderete anche le europee…ormai in voi non ci crede più nessuno…sicuramente se il decreto non passa domani perderà anche la destra…ma non vincerà nessuno…vincerà l astensionismo…ergo…vedete cosa dovete fare per recuperare credito sia destra che sinistra…non si parla di partiti…si tratta della politica nobile quella che amministra per il bene del popolo e voi il popolo italiano l avete abbandonato…da quel dì…hai voglia…in nome della finanza…ma non dello stato italiano…solo per gli interessi di pochi…noi pensionandi abbiamo diritto che vengano mantenute le promesse perchè i nostri contributi li abbiamo versati per 41 anni per 42 43 44 e lo stato italiano come ha detto l Alessandrucci deve chiedermi scusa per non avermi permesso di studiare per aiutare una famiglia orfana di genitore senza redditi e aver iniziato a lavorare a 15 anni quando Martina prendeva ancora gli omogeneizzati…FATE PASSARE STO DECRETO DOMANI…lo chiedo in ginocchio come tutti coloro che sperano…precoci…donne…esodati…TUTTI.

      1. Giuseppe C.

        Prima la parola magica era “responsabilità”, poi “ce lo chiede l’Europa” e, poi, “dobbiamo farlo per il futuro dei nostri figli, per le future generazioni, per i giovani (quarantenni, che hanno già casa comprata da mamma e papà mentre io a 70 anni ancora devo pagare il mutuo per altri otto, e papà gli passa pure la paghetta per pagare le spese di casa e la movida…, devono essere “indipendenti … ,poveri giovani”!
        “Perché dovrei preoccuparmi delle future generazioni? In fondo, loro, cosa hanno fatto per me?” (Woody Allen).
        Volete la guerra tra poveri? Il Divide et Impera… No problem!

  5. Giuseppe C.

    ERRATA CORRIGE: CON RIFERIMENTO AL MIO COMMENTO SULLA DECISIONE DELLA CONSULTA PER IL TFS, LADDOVE SCRIVO IN MERITO AL FATTO CHE” MERCOLEDì 10 OTTOBRE la Consulta si esprimerà sulla causa promossa dal tribunale di Perugia con una ordinanza del 25 aprile 2017 sulla questione della legittimità costituzionale dell’art. 26, c. 19 della legge 448/98, relativa all’accordo collettivo nazionale quadro firmato dai sindacati confederali del 29 luglio 1999 e del conseguente art. 1, c. 3 del D.P.C.M. 20 dicembre 1999 che giustifica tale trattenuta a titolo di rivalsa, evidente discriminazione rispetto a quanto prescrive l’art. 2120 del Codice civile per il settore privato” PENSO CHE TALE NOTIZIA SIA VECCHIA E RIFERITA AD ALTRO ANNO.
    RIMANE VALIDA INVECE L’ATTESA PER LE DECISIONI DELLA CONSULTA IN MERITO AI TEMPI LUNGHISSIMI PER AVERE IL TFS.
    E NON E’ POCO!
    SCUSATE L’OCCORSO.

  6. Giuseppe C.

    Cari amici, sapevate che Mercoledì prossimo, 10 ottobre, la Corte Costituzionale si esprimerà sulla causa promossa dal tribunale di Perugia con ordinanza del 25 aprile 2017 sulla questione della legittimità costituzionale dell’art. 26, c. 19 della legge 448/98, relativa all’accordo collettivo nazionale quadro firmato dai sindacati confederali del 29 luglio 1999 e del conseguente art. 1, c. 3 del DPCM 20 dicembre 1999 che giustifica tale trattenuta a titolo di rivalsa, evidente discriminazione rispetto a quanto prescrive l’art. 2120 del Codice civile per il settore privato?
    INOLTRE:
    Fino a sei anni per incassare la liquidazione sembrerebbero davvero troppi: la seconda Sezione Lavoro del Tribunale di Roma ha sospeso il giudizio e trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale per un ricorso sollevato contro l’Inps in merito al caso dei ritardi esagerati con i quali lo Stato paga la liquidazione agli statali. Nel dispositivo della sentenza, con la quale il Tribunale ha sollevato la questione di legittimità davanti alla Consulta, si legge che una corresponsione dilazionata e rateale del trattamento di fine rapporto nell’ambito del pubblico impiego contrattualizzato non può che essere disposta in via congiunturale e programmatica e comunque temporanea, facendo specifico riferimento alla gravità della situazione economica in un certo periodo di crisi, MA NON IN VIA GENERALE, DEFINITIVA E PERMANENTE, COME INVECE STA ACCADENDO DA MOLTI ANNI NELLA REALTA’.
    QUINDI INCROCIAMO LE DITA E SPERIAMO CHE LA CONSULTA CI RESTITUISCA IL NOSTRO DIRITTO AD AVERE LA LIQUIDAZIONE SUBITO AL PENSIONAMENTO, E NON DOPO ANNI DI ATTESA!

    1. Giuseppe C.

      Questo rimane valido:
      Fino a sei anni per incassare la liquidazione sembrerebbero davvero troppi: la seconda Sezione Lavoro del Tribunale di Roma ha sospeso il giudizio e trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale per un ricorso sollevato contro l’Inps in merito al caso dei ritardi esagerati con i quali lo Stato paga la liquidazione agli statali. Nel dispositivo della sentenza, con la quale il Tribunale ha sollevato la questione di legittimità davanti alla Consulta, si legge che una corresponsione dilazionata e rateale del trattamento di fine rapporto nell’ambito del pubblico impiego contrattualizzato non può che essere disposta in via congiunturale e programmatica e comunque temporanea, facendo specifico riferimento alla gravità della situazione economica in un certo periodo di crisi, MA NON IN VIA GENERALE, DEFINITIVA E PERMANENTE, COME INVECE STA ACCADENDO DA MOLTI ANNI NELLA REALTA’.
      QUINDI INCROCIAMO LE DITA E SPERIAMO CHE LA CONSULTA CI RESTITUISCA IL NOSTRO DIRITTO AD AVERE LA LIQUIDAZIONE SUBITO AL PENSIONAMENTO, E NON DOPO ANNI DI ATTESA!
      L’altro da me postato, invece (Mercoledì prossimo, 10 ottobre, la Corte Costituzionale si esprimerà sulla causa promossa dal tribunale di Perugia con ordinanza del 25 aprile 2017 sulla questione della legittimità costituzionale dell’art. 26, c. 19 della legge 448/98, relativa all’accordo collettivo nazionale quadro firmato dai sindacati confederali del 29 luglio 1999 e del conseguente art. 1, c. 3 del DPCM 20 dicembre 1999 che giustifica tale trattenuta a titolo di rivalsa, evidente discriminazione rispetto a quanto prescrive l’art. 2120 del Codice civile per il settore privato) si dovrebbe riferire ad una notizia vecchia che io, erroneamente, credevo fosse attuale, scusatemi.

  7. ANTONIO

    CERTO CHE QUESTI DUE SOMARI ( i nomi penso che sappiate chi siano ) AVESSERO SCELTO UN MINISTRO DEL TESORO UN PO PIU’ SVEGLIO, QUESTI RITARDI, DOVUTI AI CONTI CHE NON TORNANO NON CI SAREBBERO. OGNI SETTIMANA MANCANO 5 CENTESIMI DI EURO E ALLORA LA MANOVRA NON SI PUO’ FARE. ANDATE ALLA CARITAS A RISCUOTERE IL COMPENSO, COSI’ SI POTRA’ DELIBERARE E AVVIARE LA RIFORMA

    1. Giuseppe C.

      Allora avevano la bacchetta magica … ora non più!

  8. Renato

    UNA DONNA A PARTORIRE CI METTE MENO TEMPO DI QUESTI INCOMPETENTI A RIFARE UNA LEGGE . IL BLOCCO DELL’AdV LO SI DOVEVA CONGELARE NELLA LdB PRIMA DI NATALE , CHE SENSO HA FARLA ENTRARE IN VIGORE PER BLOCCARLA DOPO UN MESE ??? UNO CHE HA MATURATO I REQUISITI AL PRIMO GENNAIO DEVE ASPETTARE I PORCI COMODI DI DUE BISTICCIONI CHE NON SI ACCORDANO SU NIENTE !!!!!!!! COSA CENTRANO “TRIVELLE ” , “TAV “, LA SICUREZZA , ECC. ECC. CON LE PENSIONI ?????? DILETTANTI ALLO SBARAGLIO CHE GIOCANO CON LA VITA DI PERSONE CHE HANNO LAVORATO PER 42/42 E DOVRANNO PURE ASPETTARE UNA FINESTRA . IMBROGLIONI MATRICOLATI E BASTA :

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