Oggi per parlare di Pensioni anticipate vi riportiamo un lungo post di Orietta Armiliato, responsabile del Comitato Opzione Donna Social in cui l’amministratrice vuole “Esprimer il mio punto di vista su un paio di concetti che sono fondamentali quando si parla di rappresentanza, di tavoli di concertazione e di presenza agli incontri convocati dall’esecutivo con le parti sociali“.
Armiliato spiega che “Senza dubbio i comitati ed gruppi che si sono creati spontaneamente con l’avvento dei social per intercettare e raccogliere singoli specifici bisogni, sono stati motore di azioni a sostegno delle proprie istanze soprattutto quando era data loro la possibilità di interagire tramite le commissioni preposte di Camera e Senato laddove i membri che ne fanno parte, sono i rappresentanti ed i ‘porta voce’ di tutti i cittadini”.
Pensioni Opzione Donne, ultime dal CODS
Ecco il post di Armiliato che prosegue: “Questo, fino alla scorsa legislatura, avveniva normalmente e senza che fosse richiesta un specifica appartenenza ad un partito piuttosto che ad un altro, esattamente come deve essere in democrazia ed esattamente come deve essere quando si rappresentano gruppi laddove la trasversalità deve essere alla base delle regole della comunità in cui si entra a far parte in quanto, sebbene eterogenea, é accomunata da un bisogno condiviso che spesso non é neppure espressione di qualche partito politico.
Ora: leggo che alcuni gruppi avrebbero la pretesa di sostituirsi, a rappresentanza delle cittadine italiane, ai Sindacati ovvero a quelle sigle alle quali si devono moltissime se non tutte le conquiste fatte in anni ed anni di lavoro e che a partire dalla loro costituzione, hanno subito atti di violenza funzionali ad osteggiare la loro attività proprio perché, un’unità di intenti dei lavoratori ben organizzata e ben rappresentata, era (é) temibile per chi deteneva (detiene) il potere.
Ricordo che molti hanno pagato con la vita la loro militanza e ricordo che la parola sindacato deriva dal greco Sin (insieme) e Dikè (giustizia) e quindi significa “Insieme per la giustizia” e sono certa che nessuno voglia snaturare questo nobile principio. Ciò detto: perché alcune donne che rappresentano un bisogno espresso in un gruppo social e che, a dirla com’é senza che nessuno si debba offendere, é davvero un desiderata minuscolo rispetto alle mille problematiche di cui il mondo femminile é affetto e che subisce da anni, dovrebbero rappresentare la totalità della platea delle lavoratrici?“
Ultime novità Pensioni anticipate, il CODS sostiene i sindacati
Orietta Armiliato poi prosegue evidenziando il punto di vista del suo comitato: “Piuttosto perché non sosteniamo come a mio avviso si deve fare, le parti sociali che sono espresse da CGIL CISL UIL e che contano la delega di oltre 11,1 milioni di lavoratori (fonte ISTAT) che hanno le conoscenze e le competenze per portare e porgere nelle sedi deputate e nel giusto modo (ovvero complessivo, oggettivo ed avallato dai numeri che scaturiscono da studi ed analisi mirati e dalle logiche sociali ) in modo che TUTTE le istanze possano avere, da parte dell’esecutivo, la stessa giusta attenzione? Ora perché si dovrebbe sedere a quel tavolo qualcuna che dichiaratamente leghista o dichiaratamente pentastellata o dichiaratamente piddina o dichiaratamente quel che volete voi e dunque in qualche modo assoggettata e manovrabile e che soprattutto guarda solo ad un’istanza, per altro non rappresentativa del bisogno della stragrande maggioranza delle donne. Dopodiché ricordiamo che le necessità che ci coinvolgono tutte, sono rappresentate in una serie di articoli declinati nella piattaforma sindacale unitaria che é già stata presentata e spiegata lo scorso mese di Marzo al Ministro del Lavoro ed al suo sottosegretario durante un incontro tenutosi al MISE.
Noi del CODS non possiamo e non vogliamo sostituirci alle rappresentanze sindacali perché sarebbe un errore gravissimo, e gli errori si pagano.. .. né vogliamo essere diversamente rappresentate ma, continueremo a sostenere il nostro #lavorarePerlavorareCon consapevoli che siano necessarie per affrontare qualsiasi tema, competenze specifiche che non si possono e non si devono né sottovalutare né improvvisare, ma che altresì debbono essere sostenute da tutti i lavoratori e al meglio.
In ogni caso, cliccate sul link sottostante e prendete atto di quella che é la posizione degli altri gruppi che si occupano di previdenza al femminile, che riporta quanto scritto a seguito dell’annuncio fatto dal Ministro dell’Interno (e…anche di questo sarebbe il caso di parlarne) e poi se dissentite da quanto qui da me esposto, come sempre parliamone”. conclude Orietta Armiliato. Di seguito vi riportiamo il messaggio a cui Armiliato si riferisce.
Pensioni ultime news: la risposta a Salvini dal Gruppo ‘Movimento Opzione Donna’
Ecco quanto apparso sulla pagina facebook del Gruppo Movimento Opzione Donna: “Rispondiamo al messaggio del Vice Ministro Matteo Salvini, Entro luglio inviterò i sindacati al Viminale, con altri rappresentanti del lavoro, del commercio, dell’impresa e dell’agricoltura per confrontarci e ragionare insieme sulla prossima manovra economica». Firmato Matteo Salvini.
Se vuole tutelare le Donne di questo Paese, quelle che hanno salvato concretamente il Paese dal rischio default della fine 2011, allora deve convocare anche le Donne! Noi che ci occupiamo di cura e che moriamo di cura, Noi siamo l’unica Cura per questo Paese. Per mantenere in vita le Donne è necessario che la prossima manovra di bilancio provveda ad approvare la PROROGA DI OPZIONE DONNA AL 2019! Le Donne ne hanno diritto, in attesa che si trovino nuove forme di tutela e nuove garanzie! Firmato le Donne del #movimentopzionedonna”
Bisogna battersi oltre che per la proroga di opzione donna anche per la non penalizzazione della stessa..ovvero 58 e 35 interamente retributivo e incrementabile allora si che sarebbe una giusta vittoria per le donne ..come è ora è solo umiliante
La proroga non deve fermarsi solo per le donne nate nel 1961 ma anche per le donne nate in anni successivi. Non sarebbe giusto altrimenti ! Io sono nata nel 1962 e rischierei per un solo anno di rimanere fuori da ogni tutela. E come me altre donne.
Spero con tutto il cuore che quelle nate nel 61 riescono andare con requisiti nel2019 ,ma vi prego non lasciate indietro le altre che sono vicine a maturare i requisiti ogni volta che si arriverà a 58 anni saranno nella stessa situazione di essere stanche e sperino tutte di raggiungere almeno opzione donna con sacrifici 38 anni di servizio sono abbastanza e tutto diventa più faticoso con l’andare avanti con l’età si è nonni e la casa ecc ecc spero vivamente che facciano una legge x sempre e che lasciano a noi la decisione cordiali saluti
Buon giorno a tutte ..sono una lavoratrice precoce …volevo condividere il mio disappunto sul fatto che non esiste equità nelle manovre riguardanti le donne…ho 32 anni di lavoro continuativo ma per andare in pensione sono costretta a lavorare per altri quasi 10 anni….per un tot. Di 41 anni e 10 mesi ….senza considerare che alzeranno l’età col passare del tempo ….Non trovo giusto che alcuni riescono ad uscire con 35 anni ed altri invece ….solo perché iniziato a lavorare troppo presto. .