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Pensioni anticipate 2019, novità: confermato terzo paletto, sarà progressivo?

Le ultime novità sulle pensioni anticipate 2019 giungono post incontro tra Conte e Juncker, l’obiettivo dell’Italia è quello di evitare la procedura d’infrazione dopo la bocciatura della Manovra da parte dell’Unione Europea. Le ultime indiscrezioni hanno fatto emergere la possibilità, sebbene Salvini continui ad affermare il contrario, di un possibile e sempre più probabile slittamento della quota 100 e del reddito di cittadinanza dal mese di aprile anziché da gennaio 2019, questo permetterebbe un risparmio che andrebbe dirottato verso gli investimenti.

Inoltre ulteriori risparmi potrebbero derivare dalla conferma del divieto di cumulo di redditi tra pensione e lavoro per chi aderirà all’uscita anticipata con quota 100. La novità starebbe nella progressività della misura, ossia il divieto sarebbe direttamente proporzionale al numero di anni di anticipo rispetto alla pensione standard, cerchiamo di comprendere meglio il meccanismo verso cui parrebbe propendere il Governo.

Pensioni anticipate 2019, terzo paletto confermato e specificato

Su più fonti autorevoli come La Repubblica ed Il Messaggero, solo per citarne alcune, si evincono le prime modifiche in corso sulla quota 100, atte ad andare incontro alle richieste dell’Ue al fine di evitare contrasti maggiori e trovare la quadra su una manovra 2019 che continua a ricevere il veto da parte della Commissione Europea. Due i paletti ormai noti da tempo, ossia i 38 anni di contributi necessari per poter accedere alla quota 100, così come il limite minino dei 62 anni anagrafici. Una quota 100 dunque che non corrisponde alla mera somma tra età anagrafica e contributiva, ed il cui nome, continua ancora oggi a trarre in inganno alcuni lavoratori convinti di potervi accedere con 40 anni di contributi e 60 d’età. Per loro ribadiamo l’uscita anticipata non sarà possibile dal 2019.

Per tutti vi sarà anche un terzo paletto, ossia il divieto di cumulare l’assegno pensionistico con altri redditi da lavoro, siano essere collaborazioni saltuarie o da attività professionali. Lo scopo del Governo è permettere il turnover generazionale, chi esce per accedere prima alla pensione non può, almeno temporaneamente lavorare. Il divieto sarà progressivo, aumenterà a seconda degli anni di anticipo richiesti, dunque per fare un esempio chi anticiperà la quiescenza a 62 anni nel 2019, uscendo 5 anni prima rispetto all’attuale riforma Fornero, dovrà sottostare al divieto di cumulo per 5 anni. Sarà, per dirlo in altri termini, direttamente proporzionale agli anni di uscita, se si anticipa di un solo anno, si accede alla quota 100 a 66 anni, il divieto di cumulo tra reddito e pensione durerà solo 1 anno. In questo modo, il divieto di cumulo decadrà a 67 anni, quando scatta il requisito per la pensione di vecchiaia. Inoltre il risparmio di 1.6 miliardi rispetto ai 6.7 annunciati in manovra sul comparto pensioni, deriveranno anche dalla partenza della misura ad aprile e dal meccanismo dalle finestre mobili, ormai confermate.

Pensioni 2019, quota 100 uscita con finestre mobili

Il divieto di cumulo, stando alle ultime simulazioni e stime, potrebbe contenere le uscite pensionistiche intorno a 250-270 mila nel 2019 rispetto alle 400 mila previste, non tutti infatti, si ipotizza, accetteranno tale divieto. Per limitare ulteriormente l’impatto della spesa pensionistica, l’esecutivo starebbe ipotizzando uno slittamento ad aprile della partenza di quota 100 e poi a delle finestre mobili trimestrali, nel settore privato, che diverrebbero 6 mesi nel settore pubblico.

Un posticipo, dunque, ulteriore della fruizione dell’assegno (3-6 mesi) che andrebbe conteggiato rispetto al momento in cui viene maturato il diritto alla pensione, riportando appunto in auge il ‘meccanismo delle finestre’.  A contenere la spese concorrerà, infine, il blocco delle uscite dal settore scuola fino a settembre 2019. Basteranno queste modifiche a quietare l’Ue e a far partire le misure quanto prima?

Erica Venditti

Mi chiamo Erica Venditti, classe 1981. Da aprile 2015 sono giornalista pubblicista Scopri di più

Questo articolo ha 21 commenti

  1. massimo

    RISPONDO A FRANCO GIUSEPPE:
    SE HA SEGUITO I MIEI COMMENTI AVRA’ POTUTO NOTARE CHE SIN DALL’INIZIO SONO STATO UNO TRA I TANTI CHE HANNO AVUTO MODO DI CONTESTARE IL PROGETTO DI QUOTA 100 IN QUANTO NON RISPETTOSO DELLE ANTICIPAZIONI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE. HO ANCHE SCRITTO DIVERSE VOLTE E CONTINUO A SOSTENERLO CHE UN LAVORATORE CON 41 ANNI DI CONTRIBUTI HA IL SACROSANTO DIRITTO DI ANDARE IN PENSIONE A PRESCINDERE DALL’ETA’ ANAGRAFICA, COSI’ COME HO SEMPRE SOSTENUTO UN DIVERSO TRATTAMENTO PER LE SOLE DONNE. ORA E’ CHIARO CHE LA REALTA’ DEI CONTI CI OBBLIGA A PARTIRE CON I COSIDDETTI “PALETTI” MA E’ COMUNQUE UN PRIMO PASSO VERSO UNA LEGGE CHE PUO’ SOLO ESSERE MIGLIORATA.
    LA RIFORMA FORNERO NON E’ STATA STRUTTURALE MA DISTRUTTURALE ( SI INFORMI DI QUANTE FAMIGLIE SI SONO TROVATE IN DIFFICOLTA’)
    RIGUARDO IL RIFERIMENTO AI PAESI NORDICI ABBIA UN PO’ DI ORGOGLIO NAZIONALE. E’ ARRIVATO IL TEMPO DI FINIRLA COL PENSARE CHE I NORDICI CI INSEGNANO L’EDUCAZIONE CIVICA E MORALE; SENZA VOLER GENERALIZZARE UN ESEMPIO SU TANTI: IO ABITO NELLA BELLISSIMA REGIONE CHE SI CHIAMA SARDEGNA E POSSO GARANTIRLE CHE MOLTI TURISTI DEL NORD EUROPA SI COMPORTANO COME DEI BARBARI( RIFIUTI-ACCESSI CON MEZZI NON CONSENTITI FURTI DI SABBIA E QUANT’ ALTRO). ED IO DOVREI PRENDERE ESEMPIO DA LORO? A ME PARE CHE SIA LEI SOTTO QUESTO ASPETTO MOLTO INGENUO.
    UN ULTIMA CONSIDERAZIONE. QUANDO RAGGIUNGER0′ LA PENSIONE NON SI PREOCCUPI, NON TOGLIERO’ DI CERTO IL LAVORO AI TANTI DISOCCUPATI DELLA MIA TERRA E MI GODRO’ IL MERITATO RIPOSO NEL PARADISO DELLA MIA REGIONE

    1. Franco Giuseppe

      Gentile Massimo, Lei ha ipotizzato che questa riforma è solo un piccolo passo ma il problema è che su questo argomento non si possono fare passi sbagliati, dannosi e ingiusti. Sbagliati perchè non correggono alcuni errori commessi dalla Fornero, dannosi per i conti dello stato che poi pagheremo noi e ingiusti perchè si favoriscono alcuni a danno degli altri. Giusto tutelare chi ha perso il lavoro ad età avanzata e che un lavoro non troverà più, giusto sarebbe stabilizzare opzione donna che invece viene prorogata di anno in anno, giusto sarebbe che un lavoratore con 41-42 anni di contributi possa scegliere di andare in pensione anche con una penalizzazione. Perchè consentire a chi il lavoro lo ha ancora di andarsene con soli 38 anni seppure con penalizzazioni ed ad un’altro con 42 invece no? Lo sa cosa vuol dire andarsene con la fornero? Sono 43,3 anni, ben 5,3 anni in più di lavoro. Io oggi ho 41 anni di contributi non 38 ma seppur accettassi una penalizzazione non mi è consentito andarmene ed allora come vede non c’è la libera scelta.
      P.S. Anche io vivo in Sardegna.

  2. massimo

    RISPONDO VOLENTIERI ALLA GENTILISSIMA ERICA; HO SENTITO LA NOTIZIA IERI SERA DURANTE LA DIRETTA ALLA TRASMISSIONE ” DI MARTEDI ” SULL’EMITTENTE LA 7 . LA PRECISAZIONE E’ STATA FATTA PERSONALMENTE DAL SOTTOSEGRETARIO DURINGON.

    1. Erica Venditti

      ok ci informeremo al riguardo, ma credo si tratti del classico limite dei 5000 euro già vigente per le prestazioni d’opera occasionale, che non muta con la quota 100. Noi parlavamo di prestazioni differenti, il classico dipendente che va in pensione ed avendo partita iva continua a fare consulenza, questo sarà impedito. Cmq vediamo di approfondire. Grazie nel mentre Massimo 🙂

  3. Lorenzo

    Vincenzo… Tu sei a posto…. hai 62 anni e 42 di contributi…. puoi andare in anticipo…

  4. massimo

    RIBADISCO PER L’ENNESIMA VOLTA CHE LA QUOTA 100 DA’ LA POSSIBILITA’ DI SCELTA AL LAVORATORE SE ABBANDONARE IL LAVORO UNA VOLTA RAGGIUNTI I REQUISITI. SOTTO QUESTO PUNTO DI VISTA MI SEMBRA UNA COSA SENSATA. CI SARA’ POI TEMPO PER PERFEZIONARLA MA LA STRADA DA PERCORRERE E’ QUESTA . DICO INOLTRE CHE QUOTA 100 DEVE ESSERE STRUTTURALE IN MODO CHE NON SI METTA PIU’ MANI SULLA RIFORMA PENSIONISTICA. PER QUANTO RIGUARDA IL CONTENUTO DELL’ARTICOLO C’E’ UNA GRANDE INESATTEZZA. NON E’ ASSOLUTAMENTO VERO CHE CHI VA IN PENSIONE CON LA QUOTA 100 NON PUO’ PIU’ LAVORARE. IL SOTTOSEGRETARIO DURINGON HA CHIARITO IL PUNTO DICENDO CHE SI POSSONO FARE DELLE COLLABORAZIONI FINO AD UN IMPORTO MASSIMO DI EURO 5.000,00

    1. Erica Venditti

      Massimo ci giri in link da cui ha tratto la notizia, noi ci siamo attenuti alle grandi testate Sole 24 Ore, La Repubblica, tutti menzionano il limite così descritto, se abbiamo commesso un errore involontario e ci fornisce la fonte provvediamo ad integrare il pezzo. Ma ci occorre fonte certa non le parole per sentito dire, grazie. Metta qui il link della notizia.

      1. Renato

        IERI SERA L’HA CONFERMATO DURIGON ALLA TRASMISSIONE ” DI MARTEDI’ “

    2. Franco Giuseppe

      Sig. Massimo, non so quanti anni Lei abbia, ma mi sembra di una ingenuità che nemmeno i bambini delle elementari e lo dico senza offesa.
      La quota 100 non dà a priori la scelta al lavoratore perchè ci saranno dei paletti ed inoltre la quota non sarà per tutti perchè ci saranno persone che con quota 103 non potranno andare comunque. Quindi questi non avranno scelta ma dovranno subire una riforma scritta con i piedi. Che poi dica che la riforma deve essere strutturale fa semplicemente sorridere. Negli ultimi anni le riforme sono state tutte strutturali e comunque ogni governo ha varato la sua nuova riforma strutturale. Anche la Fornero lo è. Per quanto riguarda il cumulo di reddito, anche ci fosse il divieto, Lei crede davvero che gli italiani rispetterebbero tale divieto ? Ma dove vive Lei, nei paesi nordici?
      Vabbè, abbiamo capito che Lei è uno di quei fortunati che usufruirà di questo regalo pensionistico e che ha già in programma di continuare a lavorare regolarmente fino a 5000 euro ( ? da crederci ? ) o in nero e di portarsi a casa così due redditi. Faccia quello che vuole ma non si permetta di dire che questa riforma sia una riforma sensata perchè Lei magari andrà con 38 ma ci sono persone che a 42 di contributi non hanno diritto alla stessa scelta.

    3. riccardo

      Quando riportato da massimo è corretto anche se occorre precisare che il limite di 5.000 euro fa riferimento a prestazioni occasionali operate con ritenuta di acconto e che tale importo è il limite massimo per anno solare non per singola attività. Queste prestazioni occasionali sono peraltro possibili per tutti: pensionati, lavoratori dipendenti, studenti, disoccupati, …. E’ vero che 5.000 euro all’anno non sono una gran cifra e rappresentano il limite oltre al quale è richiesta partita IVA e il committente deve versare i contributi previdenziali.

  5. Francesco

    Che fregatura abbiamo preso con questi due ciarlatani!!!!! Alla fine faranno più danni che altro… L’unica cosa di cui gli italiani non sentivano il bisogno e di avere al governo due incapaci come sti due signori. Speriamo che vadano presto a casa…..

  6. vincenzo

    Io 62 anni e 42 di contributi devo aspettare ancora quanto mandiamo in pensione gente con 38 anni di contributi e io andrò con la Fornero?

  7. Enzo

    Ma che strano si comincia a posticipare il tutto a breve ci diranno dopo le europee i furboni per non perdere voti ola ricomincia la propaganda quota 41 senza se e senza ma opzione donna reddito di cittadinanza pensione di cittadinanza tanto noi beviamo tuto come sempre. Peccato siano già passati 9 mesi Vergognoso.

  8. Franco Giuseppe

    Quindi se non ho capito male, mi aiuti Lei Sig. Venditti, lo slittamento di 3-6 mesi al pagamento della pensione rispetto alla data di maturazione della pensione, vuol dire che : O bisogna lavorare 3-6 mesi in più o si va in pensione 3-6 mesi prima ma non si percepisce la pensione in quei mesi ?
    Scusate la mia ignoranza.
    Ultimo dilemma: Ma se uno si sorbisce la Fornero fino in fondo con 43,3 anni di contributi, dovrà necessariamente passare per le finestre? Non è che i precoci dipendenti pubblici si devono sorbire anche 6 mesi in più di lavoro o in alternativa stare 6 mesi senza reddito?

    1. Erica Venditti

      Esatto Franco ha capito benissimo la logica delle finestre, si maturano i requisiti, ma la pensione si potrà percepire solo 3 mesi dopo nel privato/6 nel pubblico, oppure potrebbe continuare a lavorare come fanno molte donne che hanno optato per opzione donna e non possono permettersi di aspettare le finestre pensionistiche per avere un reddito. Per la pensione anticipata con 43 anni e 3 mesi al momento non si è parlato di finestra, il dubbio era sorto quando era emersa la possibilità di uno stop dell’adv per le anticipate dal 2019 e uscita a 42 anni e 10 mesi con possibili finestre. Ma poi non si è più detto nulla, dunque non si è nemmeno compreso se questo stop parziale dell’ adv per anticipate e precoci vi sarà o meno, quel che è certo è che se non vi sarà a breve un emendamento alla legge di bilancio dal 2019 scatteranno i 5 mesi in più. Se ha trovato utile la nostra risposta Franco le chiederei se le fosse possibile di sostenere il sito attraverso una piccola donazione con un bonifico bancario su Istituto Bancario: Fineco Bank
      IBAN: IT82D0301503200000005830165 intestato a: Erica Venditti. Per voi si tratterebbe di un piccolo gesto di riconoscenza, per noi avrebbe un valore enorme e ci permetterebbe di continuare a dedicarvi il giusto tempo. Grazie se potrà aiutarci.

  9. Sergio

    Terzo paletto???
    Benissimo, sarà incrementato il lavoro nero.

  10. carla

    voglio andare in pensione non ce la faccio piu disoccupata da quasi 2 anni prorogate ape sociale matteo ti ho votato non farmene pentire

  11. Renato

    ALTRO CHE SMONTARE LA FORNERO IN 15 GIORNI , QUI SI PARLA SOLO DI PALETTI PER UN INGIUSTA QUOTA 100

  12. Lina

    Ape sociale ci sarà??

    1. Erica Venditti

      Nessuna conferma per ora in Manovra, solo qualche annuncio da parte degli esponenti del Governo, ma sta di fatto che il 31/12/2018 scadrà e se non verrà prorogata attraverso un emendamento alla Legge di Bilancio non sarà più spendibile, purtroppo, dal 2019.

  13. giorgio

    Stanno calando le “braghe” !!!

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