Per la sezione l’esperto risponde oggi lasciamo spazio ad una domanda molto interessante posta dal Signor Alfredo al Dott. Perfetto, la questione riguarda il raggiungimento dei requisiti per la Quota 103 e dunque alcune richieste sulla durata della cristallizzazione del diritto raggiunto oltreché la richiesta di poter intergrare eventualmente l’assegno pensionistico se continuando a lavorare si raggiungessero poi i requisiti per l’anticipata Fornero, 42+10 mesi in seguito. Vi lasciamo a domanda e risposta, con la certezza possa risultare di interesse comune per la duplice interessante risposta.
Riforma pensioni, Quota 103, la cristallizzazione del diritto ha una scadenza?
Così Il Signor Alfredo: “Buongiorno, vorrei ottenere chiarimenti di un vostro esperto per quanto segue che, mi pare, possa essere di interesse generale:
1) il mese di 11/2024 raggiungo i requisiti per la pensione anticipata quota 103. (62 anni età + 41 anni di contributi)
2) il mese di 09/2026 raggiungo i 42 anni e 10 mesi per pensione anticipata Fornero – uomini
Domande:
a) cosa si intende per “cristallizzare” il diritto alla pensione quota 103, bisogna fare una sorta di richiesta? e per quanto dura il periodo di “cristallizzazione” entro il quale si può decidere di lasciare il lavoro e entrate in pensione?
b) Se decido di andare in pensione con quota 103, al 09/2026 posso usufruire del ricalcolo della pensione avendo maturato anche il requisito “Fornero”?
Grazie.
Riforma pensioni, se il diritto si cristallizza non ha scadenza, Ok integrazione con nuovi requisiti
Così Il Dott. Perfetto: “Sig. Alfredo in merito al suo PUNTO a) le rispondo:
– “cristallizzare il diritto alla pensione Quota 103” significa che lei potrà esercitare in qualsiasi momento il suo diritto che acquisirà (da sua informazione) l’11/2024 (quando avrà maturato 62 anni di età+ + 41 anni di contributi), anche se nel 2025 dovessero cancellare Quota 103 oppure dovessero introdurre modifiche penalizzanti rispetto alla Quota 103 oggi in vigore.
– Il periodo di “cristallizzazione” non ha una durata, non scade mai. Potrà andare in pensione con Quota 103, con lo stesso trattamento pensionistico dell’attuale Quota 103, quando vuole: nel 2025, o nel 2026, o nel 2027.
In merito al suo PUNTO b) le rispondo:
– Se (come da sua informazione) il mese di 09/2026 raggiungerà i 42 anni e 10 mesi per la pensione anticipata Fornero, lei potrà usufruire del ricalcolo della pensione avendo maturato anche il requisito “Fornero”. In altre parole, in data 09/2026 potrà decidere se andare in pensione con Quota 103 con il trattamento pensionistico previsto oggi nel 2024 (avendo “cristallizzato il diritto”, ovvero, avendo “cristallizzato i requisiti”), oppure potrà decidere di andare in pensione con l’anticipata Fornero (quella oggi in vigore prevede 42 anni e 10 mesi) con il trattamento pensionistico previsto per il 2026. Starà a lei decidere se andare con Quota 103 o con l’anticipata Fornero in base all’importo pensionistico che lei troverà essere più vantaggioso”
Ringraziamo il Signor Alfredo per aver compreso il senso della rubrica ‘l’esperto risponde’ avendo fatto una domanda utile a molti, e il Dott. Perfetto per aver trovato il tempo per rispndere in modo chiaro, preciso e puntuale.
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Se possibile vorrei fare una domanda al Dott. Perfetto. Ho 41 anni e 5 mesi di contributi e per motivi di salute vorrei sospendere il lavoro e accedere ai contributi volontari.
È possibile? Mi hanno detto che se viene accettata la domanda acquisirei il diritto alla pensione raggiunti i 42 anni e 10 mesi con la legge Fornero, è vero?
Grazie mille.
Rispondo al SIG. WAL (suo commento del 31 Agosto 2024 alle 15:23). Tempo di lettura 10 minuti.
Nell’articolo segnalatoci dal sig. Wal c’è un punto in particolare che mi preme commentare.
Il giornalista Aldo Torchiaro de “il Riformista” domanda al Prof. Marattin: “Si riduce la forza lavoro. E di molto: in pochi anni avremo cinque milioni di lavoratori attivi in meno. Un rischio di retrocessione generale, Pil e indici di produzione… come se ne esce?”
Risposta del Prof. Marattin: “Favorire la ripresa della natalità è essenziale ma tra poco non basterà: un bambino che nasce l’anno prossimo sarà forza-lavoro potenzialmente occupabile già oltre il periodo in cui il sistema collasserà. Per questo servono soprattutto immigrazione di qualità (ad oggi se guardiamo i dati neanche gli immigrati low-skilled vogliono rimanere in Italia, figuriamoci gli high skills) e miglioramento della produttività: siamo l’unico paese occidentale in cui essa non cresce da 40 anni”.
Sono d’accordo sul fatto che un bambino che nasce l’anno prossimo sarà forza lavoro occupabile come minimo tra 15 anni (in economia si considera la forza lavoro occupabile nel range 15-64 anni).
Sono d’accordo sulla possibilità di ricorrere alla forza lavoro di immigrati
regolari con elevata professionalità.
Tuttavia, proprio riguardo al ricorso della forza lavoro di immigrati, rilevo una possibile incongruenza della “soluzione” proposta del Prof. Marattin: da un lato egli conta sulla immigrazione con elevata professionalità, dall’altro lato nutre il dubbio che gli immigrati con elevata professionalità (con “high-skills”) possano rimanere in Italia.
Per quanto riguarda, invece, la soluzione relativa al “miglioramento della produttività”, quella l’abbiamo già: i Robot e l’AI hanno una produttività enormemente più elevata di quella dell’essere umano. È proprio quell’elevata produttività che induce le imprese a sostituire la forza lavoro umana con la forza lavoro robotica (che oltretutto riduce il costo del lavoro).
Ma il punto è un altro: la ricchezza derivante dall’aumento della produttività va ridistribuita sull’intera società.
Con tale aumento di produttività la ricchezza dell’impresa aumenta, e quindi l’impresa versa una IRES maggiore. Ma l’impresa non versa il 23% dei contributi previdenziali a fronte della maggiore ricchezza prodotta dalla forza lavoro robotica. In pratica, è come se all’impresa che utilizzasse Robot e AI il Governo concedesse la decontribuzione del 100% per una quota parte di lavoro (quella svolta da Robot e AI) che contribuisce alla produzione della ricchezza. L’impresa aumenterebbe i propri profitti, ma solo gli azionisti ne sarebbero i beneficiari, e con ciò verrebbe meno la “ridistribuzione della ricchezza” a beneficio dell’intera società (e non solo a beneficio degli azionisti).
La Proposta di Riforma Previdenziale Perfetto-Armiliato-Gibbin, facendo versare i contributi previdenziali anche a Robot e AI, ripristinerebbe la “ridistribuzione della ricchezza” che verrebbe riversata sull’intera società.
Per quanto riguarda il “ritornare ai tempi della Thatcher e di Reagan” (che è il dubbio del sig. Wal), che cosa si può dire?
Il Primo Ministro britannico Margaret Thatcher e il Presidente USA Ronald Reagan hanno trovato ispirazione nella filosofia politico-economica improntata al neoliberismo.
Uno dei più fervidi sostenitori del neoliberismo è stato l’economista austriaco Friedrich von Hayek.
Friedrich von Hayek ha fortemente criticato l’intervento dello Stato nell’economia, ritenendo che tale intervento statale limiti l’efficacia della libera concorrenza. Se, per esempio, un’impesa riceve aiuti dallo Stato (come accade in Cina) ed un’altra non riceve aiuti statali (come accade in Italia) si creano ostacoli alla libera concorrenza in quanto l’impresa che è priva di aiuti statali non può competere con un’altra che invece riceve aiuti statali (è quello che accade, per esempio, con i prodotti cinesi che, costando meno di quelli italiani, vengono preferiti ai prodotti italiani).
Contrariamente a quanto sosteneva von Hayek, l’economista britannico John Maynard Keynes (contemporaneo di von Hayek) riteneva necessario l’intervento dello Stato: se le imprese non investono, deve essere lo Stato ad investire per evitare che si crei disoccupazione. Dopo che l’economia si sarà ripresa, lo Stato potrà ritirarsi e lasciare via libera alla libera concorrenza tra le imprese. Questo è il vero pensiero di Keynes, che molti interpretano male e che forse non hanno nemmeno letto il libro nel quale è scritto, e cioè “Teoria Generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta” (si noti che nel titolo del libro la prima parola è “occupazione” il che significa che per Keynes il problema principale è la disoccupazione, a differenza dei monetaristi per il quali il problema principale è l’inflazione).
Ma cosa accade oggi in Europa?
Oggi in Europa spirano i venti del neoliberismo: lo Stato non deve intervenire nell’economia, le aziende pubbliche vanno privatizzate. I beni pubblici (le spiagge, per esempio) vanno cedute ai privati.
Solo alla BCE viene dato il potere di intervenire nell’economia, aumentando il tasso di interesse per evitare che l’economia si surriscaldi portando all’aumento dei prezzi; oppure, diminuendo il tasso di interesse per stimolare l’economia a consumare e a produrre beni e servizi.
Ma l’obiettivo della BCE è tenere il tasso di inflazione sotto-ma-vicino al 2%. L’obiettivo della BCE non è la piena occupazione. Anzi, la BCE non vuole la piena occupazione, la quale, qualora si verificasse, farebbe aumentare l’inflazione (in base alla curva nota come “Curva di Phillips”). Alla BCE interessa avere un lieve disoccupazione (il cosiddetto “tasso naturale di disoccupazione” – che espressione infelice!)
L’obiettivo dello Stato, invece, è la piena occupazione. Ma se le imprese non assumono, e, al contrario, licenziano (a tal proposito, si legga l’articolo sulla società finanziaria svedese Klarna pubblicato su “la Stampa” in data 29 Agosto 2024: “Klarna usa l’intelligenza artificiale al posto dei lavoratori: licenziate 1200 persone” (https://www.lastampa.it/economia/2024/08/29/news/klarna_intelligenza_artificiale_lavoratori_licenziati-14589218/?ref=LSHEC-BH-I0-PA4-S5-T1), lo Stato è costretto a intervenire erogando sussidi di disoccupazione. E se l’Europa dovesse imporre ad uno Stato dell’Unione europea di non intervenire nel sostenere le imprese che non sono competitive rispetto ad altre imprese che impiegano sistemi di automazione (Robot e AI), lo Stato dovrebbe accollarsi anche le spese per l’erogazione di sussidi ai lavoratori licenziati dalle imprese che sono fallite perché non competitive, sacrificate nel nome del neoliberismo. Per erogare così tanti sussidi, lo Stato dovrebbe richiedere ingenti prestiti e il suo debito pubblico aumenterebbe a dismisura.
Il debito pubblico italiano, come oramai tutti sanno, è in continua crescita (sfiora i tremila miliardi), ma ciò non sembra preoccupare il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta (che ritiene il debito pubblico italiano “sostenibile ma comporta inefficienze se è così elevato” – https://www.adnkronos.com/economia/panetta-governatore-meeting-rimini-debito-pubblico-crescita_3wHtDYUusSDES5aMKX0mp0 – , né sembra preoccupare il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti (il quale lascerebbe intendere di voler portare quasi a copertura del debito pubblico il risparmio delle famiglie affermando che “il risparmio privato garantisce la stabilità del sistema economico” – https://www.milanofinanza.it/news/risparmio-privato-giancarlo-giorgetti-garantisce-la-stabilita-del-sistema-economico-italiano-202310311341557468).
Dunque, se il debito pubblico non preoccupa il Governatore di Bankitalia (perché è sostenibile) e non preoccupa il Ministro del Mef (perché ci sono i risparmi delle famiglie italiane), ebbene, il debito pubblico italiano sembrava invece preoccupare l’Europa già nel 2019, quando era di 2.410 miliardi di euro, ovvero 500 miliardi in meno rispetto al 2024. Ecco cosa si diceva nel 2019:
“In Germania, a Düsseldorf il 23 novembre scorso, alcuni economisti tedeschi – tra cui l’ex chief economist di Deutsche Bank, Thomas Mayer – hanno discusso di una Parallelwährung für Italien, una moneta parallela per l’Italia, per evitare che il Paese affondi il sistema dell’euro” (tratto dall’articolo di Paolo Becchi e Giovanni Zibordi pubblicato su “il Sole 24 Ore” in data 1 aprile 2019 con il titolo “Una moneta fiscale parallela per crescere senza fare debito – (https://www.ilsole24ore.com/art/una-moneta-fiscale-parallela-crescere-senza-fare-debito-ABI137iB?refresh_ce=1).
CONCLUSIONI
1. La Proposta di Riforma Previdenziale flessibile e strutturale Perfetto-Armiliato-Gibbin va incontro all’esigenza di ridistribuire la ricchezza prodotta, in modo che i benefici ricadano sia sulle imprese che sull’intera collettività. Inoltre, anche i costi derivanti dall’erogazione dei sussidi di disoccupazione, a seguito del rimpiazzo della forza lavoro umana con la forza lavoro robotica, vengono ridistribuiti tra Stato e imprese. Ciò si attua facendo versare i contributi previdenziali anche alla forza lavoro robotica (Robot e AI);
2. Nel mio libro “L’economista in camice” pubblicato in febbraio 2019 viene proposto l’utilizzo della moneta digitale di Stato, di tipo scritturale (come la moneta bancaria), gestita da un Ente centrale (quindi non in maniera distribuita come i bitcoin senza la garanzia da parte di un ente centrale – chi perde i bitcoin li perde per sempre), circolante parallelamente all’euro e solo in Italia (in accordo con le regole BCE), ancorata alle risorse reali del patrimonio statale (palazzi, spiagge, porti,…), non scambiabile sui mercati valutari (e quindi non soggetta a bolle speculative), recante come beneficio anche la riduzione dell’evasione fiscale quasi a zero (in quanto tutte le transazioni finanziarie vengono registrate);
3. La moneta digitale di Stato, la moneta fiscale, i mini bot, la cessione dei crediti hanno tutti come finalità lo sviluppo della domanda interna e quindi la crescita economica mediante la circolazione della moneta. Ma solo la moneta digitale di Stato da me proposta non crea debito pubblico, in quanto è ancorata al valore reale del patrimonio dello Stato che è esistente, visibile, tangibile e quindi “liquidabile” (cioè resa liquida, non già moneta “cristallizzata” ma moneta circolante).
In merito alla questione cristallizzazione quota 103 e anticipata Fornero, io ad esempio avevo maturato la quota103 nel 2022 e con uscita ad agosto 2023. Ho maturato successivamente 42 anni e 10 mesi nel gennaio 2024. Il patronato a cui mi sono rivolto mi ha detto che anche se ho cristallizzato la quota 103, avendo successivamente raggiunto l’ anticipata Fornero, non sarebbe più possibile andare in pensione con l’istituto della quota 103, avendo nel frattempo maturato i requisiti per la pensione anticipata.
Buongiorno.
Visto che è stato aperto uno spazio per far domande all’esperto, riporto sotto il link di una intervista fatta a un giovane politico, esperto docente economista, collocabile, tuttora, nel terzo polo.
Da profano non ho compreso tutto (ovvio è che in un breve articolo non è facile per nessuno condensavi le idee economiche quando esperto).
Certe sono le affemazioni che: dobbiamo intervenire a viso aperto sulle pensioni (anche sulle baby), che sono 40 anni che non cresciamo, (sebbene, dico io, in 40 anni abbiamo privatizzato tutto o quasi il privatizzabile), che abbiamo problemi di produttività, che dovremmo affidaci alla immigrazione ma che guardando ai dati sia i: “low-skilled” che gli :“high skills” una volta qui non desiderano restare.
L’idea finale, che condenso oltremodo, sarebbe quella di “Una colossale opera di efficientamento della spesa pubblica da destinare integralmente alla riduzione delle tasse” …. .
Caro dottor Perfetto, qualora volesse commentare … io ho un dubbio, è come se -sotto sotto- dovremmo, almeno qui da noi, ritornare ai tempi della Thatcher e di Reagan?
Leggevo tra l’altro su diversi quotidiani che il nuovo primo ministro inglese abbia rimosso il ritratto della “Lady di Ferro” dal suo ufficio, “inquietante!”.
Mi raccomando, se qualcuno volesse dire il suo punto di vista … educazione!
https://www.ilriformista.it/marattin-annuncia-il-collasso-giorgetti-e-salvini-bluffano-sui-conti-fitto-diverso-rispetto-a-chi-parla-per-ore-senza-dire-nulla-435991/
Marattin anche se non è il mio politico ideale, soprattutto quando stava con Renzi, in questa intervista dice cose sagge secondo me, rimanendo nel discorso pensioni tra le pensioni baby e le assurde finestre difficile dargli torto.
Buongiorno a tutti, volevo solo fare notare che ormai da decenni siamo governati da incapaci, o meglio, da persone capaci solo fare il meglio per il loro portafoglio.
Il politico di professione non dovrebbe esistere, come non dovrebbero valere 25000€ / mese le poltrone che riempiono.
Tra le altre cose in parlamento si lavora dal martedì al giovedì( lunedì e venerdì sono giorni considerati di spostamento per raggiungere la capitale).
Purtroppo il panorama della politica, non offre alternative credibili, che si spendono per chi ha davvero necessità e non parlo di scansafatiche.
Io lavoro dall’agosto 1981 ininterrottamente, a parte un anno di disoccupazione, bene dai calcoli occorrendo 2227 settimane di contributi, me ne mancano ancora 80 circa.
Ormai ci ho fatto il callo agli slittamenti dell’età pensionabile.
Quando iniziai a lavorare ne erano sufficienti 35 e sei mesi, poi 38 ,poi 40, poi 41 ora 42 e 10 mesi (+3 di finestra), probabilmente ora la finestra sarà di (7 mesi).
Mi adeguerò, gioco forza, ma auguro a tutta la classe politica che ha causato lo scempio che stiamo vivendo, che tutto il denaro che stanno togliendo a noi poveri ed onesti lavoratori, gli occorra in medicinali e che si tolgano dalle scatole quanto prima.
AMEN.
I politici avranno le loro responsabilità, ineluttabile,ma un vecchio proverbio cita: CHI TACE ACCONSENTE, indi lamentele tante proteste poche o nulla..e allora….dopo 11 anni di Fornero speranze morte insieme al morale di chi scrive.
Roberto, condivido appieno ed aggiungo: come caspita possono pensare questi “politici” di fregarsene bellamente dei diritti acquisiti dai lavoratori e di peggiorare la già penalizzante legge Fornero ?? Non hanno il MINIMO RISPETTO.
Una sola parola: VERGOGNA.
Ci sono grandissime ingistizie che continuano ancora ora. Militari che vanno a 60 anni in pensione, bancari che usufruiscono di scivoli di 7 anni, sindacalisti e politici che giovanissimi riescono ad andare in pensione, grandi enti come le ferrovie di stato permettono scivoli significativi per ringiovanire il personale e poi altri lavoratori prigionieri di regole limitanti costretti a non poter scegliere ed obbligati a restare a lavor fino a 67/68 anni, Vergognatevi politici e sindacalisti del sistema messo su, arriverà il momento che la pagherete.
Una vera schifezza! Lo ribadisco a piena voce,
Mi arrendo alla censura moderatrice
Assolutamente vero!
Caro Umberto per quanto riguarda i bancari e i vari scivoli non sono a carico della collettività perchè vengono pagati dalle banche e dai dipendenti delle banche che versano direttamente nel fondo esuberi soldi loro mentre hai ragione per i militari. Quindi se non sai le cose informati prima di dire stupidate,
Io penso che dopo 40 anni di contributi sei ha posto con il mondo. Semplice motivo che se dopo 2 anni sei sfigsto e volti i zampetti. Almeno 2 anni li hai vissuti come dio comanda
Guardo quello che accade realmente…alla fine c’e un sistema che permette notevoli disparità tra categorie di lavoratori. Sui soldi loro (delle banche), ci sarebbe da puntualizzare da dove e come arrivano i grandi utili che fanno sulla nostra pelle e il perché i sindacati hanno permesso di accrescere queste differenze tra categorie. Un buon governo dovrebbe prima lavorare sulla riduzione di queste differenze e poi chiedere alla comunità continui sacrifici. Non è populismo ma richiesta di giustizia sociale, di uguali trattamenti, di ridotte disparità.
indubbiamente caro Stefano, tu sei più informato di noi in questo merito probabilmente perchè lavori in banca; anch’io conosco persone diciamo in esodo bancario; a me viene in mente una volta, tanti anni fa, quando una persona aveva il dubbio se fare l’insegnante o lavorare in banca; chiese, per informarsi, dell’ultimo stipendio a fine carriera di un docente e a quel punto disse: vado a lavorare in banca: il 1° stipendio è superiore all’ultimo dell’ultima fascia di stipendio di un docente; ma forse adesso le cose sono cambiate; saluti a te e ai gestori del sito
Umberto,fidati,bancari con sette anni di scivolo non esistono piu…al massimo ti danno tre anni…
Per i militai e affini questa è la situazione Europea.
Pertanto ci sarà pure una ragione.
Lei pensa che per la categoria, ad esempio ,di ballerini e atleti possano valere le nostre regole?
https://www.ficiesse.it/home-page/6738/pensioni-dei-militari-e-dei-poliziotti_-in-europa-funziona-cosi_—-di-eliseo-taverna
La domanda giusta da farsi é:
la reale situazione dei conti statali é tale da costringere il Governo a peggiorare la Fornero ?
Ricordate quanto accadde al tempo del golpe Monti.
Si é ritenuto opportuno adottare un estremo rimedio ad un estremo male.
Il fallimento economico dello stato Italiano era imminente.
Ciò significa che, in questo momento, ci troviamo nella medesima situazione.
Che cosa stà succedendo. Cosa ci stà chiedendo l’Europa che noi tutti non capiamo ? Quanto grande é il buco lasciato dal 110 %.
La Guerra sta per stritolare l’economia nazionale ? La rivoluzione verde sta per sotterrarci tutti ?
Macché, dopo la democrazia, la più grande truffa della storia dell’umanità è la creazione del denaro dal nulla! Meditate gente, meditate, mentre loro ci fottono ( e non mi riferisco ai politici, squallidi esecutori di provvedimenti che manco comprendono tanto sono ignoranti ed inetti).
Belle domande Julius!
Domande legittime, in questi giorni i giornali e le televisioni ci stanno bombardando sulle peggiori sventure, restando nel campo pensionistico ieri per esempio a Sky tg 24 economia c’era un giornalista della stampa che fanfarava che era giusto aumentare le finestre di uscita della Fornero… visto il quadro generale… insomma i sacrifici sempre sulle spalle dei soliti, anche basta, mah!
Campagne elettorali roboanti, poi in conclusione vogliono peggiorare la legge Fornero .Io proporrei di togliere 103 visto la penalizzazione e magari quota 105 oppure 42 anni di contributi per tutti con il calcolo misto in questo modo sarebbe una pillola meno amara da ingoiare
Ma perché non quota 110, attenzione che gli scemi al governo poi pensano che sia cosa buona e giusta, sicuramente per accompagnarci al creatore!
Buongiorno io credo che i nostri governanti si dovrebbero solo vergognare ,pensare di allungare di 6 o7 mesi la finestra di uscita dopo 42 anni e 10 mesi di lavoro
Sono senza vergogna e il problema è che hanno tanti seguaci…
Quello è pacifico, ma credo che una mossa del genere potrebbe far cadere il governo, per la lega, visto le ultime dichiarazioni sarebbe troppo contro i loro proclami, in pratica secondo me gli costerebbe un sacco voti in meno, non che l’attuale quota 103 sia una meraviglia…
MIE RISPOSTE AI SIGNORI: STEFANO, VITO TRABACE, CLAUDIO
RISPONDO AL SIG. STEFANO (suo commento del 29 Agosto 2024 alle 3:59).
Sig. Stefano, le rispondo che mandare in pensione anticipata senza nessuna penalizzazione i lavoratori anziani a 63 o a 64 anni è senz’altro una cosa intelligente. Ciò viene contemplato nella Proposta di Riforma Previdenziale Perfetto-Armiliato-Gibbin.
La cosa è intelligente perché effettivamente i nonni sono essenziali oggi per aiutare figli e nipoti.
Se lei ha tempo di leggere l’articolo a firma di Erica Venditti pubblicato in data 13 aprile 2024 al seguente link: https://www.pensionipertutti.it/pensioni-anticipate-2024-2025-perfetto-nostra-proposta-parte-dal-ricambio-generazionale/ noterà una figura che contiene due scritte: “Più nonni potenziali” e “Più sostegno per futuri nipoti”.
La Redazione di Pensionipertutti ha ripreso l’immagine di copertina dell’articolo (che le ho citato) da una mia Presentazione che ho inviato al Direttore Generale dell’INPS, Dott. Vincenzo Caridi, in data 5/12/2023 tramite Posta certificata avente per Oggetto “Economia Informatica e Pensioni”.
Potrà trovare, sig. Stefano, altre interessanti osservazioni al suo commento leggendo l’articolo a firma di Luca Cifoni pubblicato su il Messaggero in data 7 agosto 2023 con l’eloquente titolo: “Pensione, alzare l’età mette un freno alla natalità: lo studio di Bankitalia” (fonte: https://www.ilmessaggero.it/economia/news/pensione_eta_natalita_perche_cosa_succede-7562886.html)
Sig. Stefano, lei domanda: “Al governo non ci pensano?” (ovvero, non ci pensano che i nonni sono essenziali oggi per aiutare figli e nipoti?)
Ebbene, sig. Stefano, il Governo ritiene di poter aumentare le nascite aiutando le famiglie con i bonus bebè o con altri tipi di incentivi.
Ma le famiglie fanno nascere bambini se vedono meno incertezze per il futuro, e se vedono per i loro figli un futuro fatto di lavoro e ben pagato.
Ma è proprio il lavoro il punto debole, il tallone di Achille del Governo Meloni (ma anche di Governi di altre formazioni politiche). I Governi non sanno come creare lavoro nell’era dell’economia digitale.
Proprio perché i Governi non sanno come creare lavoro nell’era dell’economia digitale dominata dall’automazione (Robot e AI), tendono a mantenere i lavoratori quanto più a lungo possibile al lavoro (anche a causa, anzi soprattutto a causa della denatalità).
CONCLUSIONE: meno nonni, e meno nascite; meno nascite, e sempre meno nonni (il cane che si morde la coda).
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RISPONDO AL SIG. VITO TRABACE (suo commento del 29 Agosto 2024 alle 8:41).
Sig. Vito, la sua è una domanda molto specifica e va inoltrata ad un Patronato.
Io non ho sottomano procedure che mi consentano di dare risposte puntuali a fronte di leggi che potrebbero cambiare di anno in anno, né frequento ambienti entro i quali potermi consultare con altri esperti.
Inoltre, io guardo in avanti; il nostro passato risalente a Sacconi e a Maroni è stato cancellato dalla Economia Digitale (anche se il Governo Meloni non se n’è ancora accorto).
L’Economia digitale mette fuori gioco tutto ciò che è stato acquisito sino ad oggi, compresa la Legge Fornero, Quota 100, Quota 101, Quota 102, Quota 103, Opzione Donna.
È sotto gli occhi di tutti il profondo smarrimento del Governo Meloni, del CNEL, dei policy maker: essi non sanno che cosa fare, e la cosa migliore che riescano a ideare è allungare l’età pensionabile attraverso l’allungamento delle finestre di attesa, ridurre il numero delle pensioni attraverso disincentivi, offrire l’incentivo a restare più a lungo al lavoro, concedere bonus Maroni e bonus bebè come quando si getta un avanzo di coscia d’agnello ad una bestiola che si lecca le ferite.
Ad ogni modo, sig. Vito, la sua domanda è più che legittima, perché tocca la sua vita reale, e merita senz’altro una risposta.
E allora, nella speranza che la Redazione di Pensionipertutti non la prenda come uno sgarbo, la indirizzo verso il servizio “L’esperto risponde” offerto dal sito pensionioggi.it: https://www.pensionioggi.it/esperto-risponde
Può darsi che l’altro esperto sappia darle la risposta che lei cerca.
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RISPONDO AL SIG. CLAUDIO (suo commento del 28 Agosto 2024 alle 22:12).
“Sangue freddo…hai esagerato perdi di credibilità”.
Non saprei dire se questo suo commento sia rivolto alla Redazione di Pensionepertutti – che con la nuova categoria “l’esperto risponde” ha aperto una nuova finestra sul mondo pensioni – oppure se sia rivolto all’“esperto” che potrei essere io.
Nel caso in cui il commento fosse rivolto a me, questa è la mia risposta: non si può perdere ciò che non si ha (e questo lo sanno tutti).
Non ho mai desiderato di avere credibilità, o di essere credibile come persona.
È l’idea che esprime la persona che deve essere credibile.
Le mie idee sono sostenute e garantite dai miei modelli matematici – fino a prova contraria, ovviamente. Ovvero, fino a quando qualcuno non me li confuterà.
Pertanto, sig. Claudio, se il suo commento è rivolto a me, la inviterei a portare a confronto i suoi modelli matematici con i miei modelli matematici.
L’avverto, però, sig. Claudio, che nel confronto lei perderà: i miei modelli matematici sono robusti; essi sono non solo teorici, ma sono anche sperimentali, nel senso che spiegano i risultati sperimentali ottenuti mediante VERI esperimenti di economia digitale condotti in Centri di Elaborazione Dati (utilizzati come laboratori reali) dotati di computer IBM della classe mainframe (con Sistema Operativo z/OS, impresa artificiale) capaci di gestire migliaia di utenti contemporaneamente (forza lavoro, sia umana che robotica), centinaia di migliaia di transazioni all’ora (PIL) utilizzando come mezzo di scambio le service unit (la moneta digitale che si usa nel Centri di Elaborazione Dati da almeno 50 anni e passa) onorando l’obiettivo di non fare aumentare il tempo di risposta (inflazione) oltre un determinato livello di soglia stabilito dal Management (Governo/Banca Centrale).
Chiedevo se, maturando il 14 novembre di quest’anno i 42.10, i miei mesi di finestra sono i 3 cristallizzati fino a febbraio2025, oppure si allungheranno in base a quanto verrà ipoteticamente deciso per l’anno prossimo.
Molte grazie
Con le regole di quest’anno perché cristallizzi il diritto
Sig. Eros Vitali, vedo che le ha già risposto il sig. Don.
Poiché lei maturerà i 42.10 mesi il 14 novembre 2024, lei potrà andare in pensione con le regole attuali, e quindi anche i 3 mesi di finestra verranno cristallizzati.
Anche qualora decidessero di portare le finestre di attesa da 3 a 7 mesi, la sua finestra di attesa rimarrà di 3 mesi, stabile, anche ben oltre febbraio 2025.
Buongiorno ,
mi rifaccio alla richiesta fatta dal sig Alfredo di cui al punto b)…..
Mi pare di capire che intendesse usufruire della 103 ora…. e poi , una volta raggiunto i requisti Fornero , la pensione calcolata con il metodo 103 , passasse al metodo Fornero…. penso proprio che la cosa non sia possibile : l’esperto poi risponderà. Grazie a tutti.
ps. : a chi si arrabbia sulla tastiera dico che non serve a nulla…. occorre appoggiarsi ai sindacati per chiedere di dare voce ai lavoratori delusi.
Il fatto è che, se passasse il “peggioramento della legge Fornero”, sarebbe il caso di passare dalla tastiera alla piazza, stile Francia…
quali sindacati? cosa hanno fatto finora? perfettamente nulla.
AMEDEO SEI UN GRANDE!
Salve, sono andato in pensione ad aprile 2022 dopo 43 anni di contributi, non avendo al 1 gennaio 1996 18 anni di contributi il calcolo della mia pensione da quella data e’ stato solo contributivo.
Con il risultato che ad oggi ricevo un assegno di 923 euro. Risultato mi sono rimesso a lavorare per campare
l criterio di calcolo della pensione varia a seconda dell’anzianità contributiva maturata dal lavoratore al 31 dicembre 1995.
La pensione è calcolata con il sistema di calcolo contributivo per i lavoratori privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e per coloro la cui pensione è calcolata col suddetto sistema in base agli istituti vigenti.
La pensione è calcolata con il sistema retributivo e misto (una quota con il sistema retributivo e una quota con il sistema contributivo) per i lavoratori con anzianità contributiva al 31 dicembre 1995.
Dal 1° gennaio 2012, a tutti i lavoratori viene applicato il sistema di calcolo contributivo sulla quota di pensione corrispondente alle anzianità contributive maturate a decorrere dal 1° gennaio 2012.
No, fabrizio, hai detto delle cose errate e adesso ti spiego il perchè: sei andato in pensione con i requisiti Fornero; il discorso dei 18 anni è questo: ti è stato applicato il sistema misto invece del retributivo fino al 2011 perchè avevi meno di 18 anni di contributi nel 1996; perchè prendi così poco di pensione? te lo spiego: 1) dipende dal lavoro che hai fatto e quanto prendevi di stipendio 2) gli anni di contributivo sono tantissimi e il sistema è penalizzante 3) a che età sei andato in pensione? i coefficienti di trasformazione della parte contributiva vanno in base all’età; a mio parere sono scarsi a 60 anni, mediocri a 63 anni, discreti a 67 anni e buoni a 70 anni; tutto chiaro? cosa vuoi farci? maledirli è dir poco; saluti a te e ai gestori del sito
Buon giorno vado subito al punto io nel mese di Luglio 2025 maturerò i famosi 42 anni e 10 mesi con l’età di 62 anni sarà ancora così o dovrò uscire dalla fabbrica in orizzontale ?.Grazie attendo una vostra risposta.
Se non sono usciti “in orizzontale” come dici tu quelli che nel 2011 hanno beccato la Fornero da un giorno all’altro, tu al massimo arriverai a fine anno, o poco più, comunque in verticale.
Caro Marco; chiedi se sarà così oppure no? bella domanda; avrai un’idea abbastanza chiara tra qualche mese con le norme per la pensione nel 2025; parlano di aumentare la finestra dai 3 mesi attuali ai 6-7 mesi; questa è la situazione meno peggiore; non ti resta che attendere e sperare; saluti a te e ai gestori del sito
Buongiorno, sono una dipendente pubblica che ha cristallizzato il diritto ad opzione donna ma, avendo usufruito di aspettativa senza assegni nel triennio 1993/1995 (periodo di riferimento per il ricalcolo contributivo di tutti gli anni antecedenti il 1995), subirei un taglio dell’ importo pensionistico pari a dodici anni di contribuzione. Ora, se anche la pensione anticipata 41 e 10 mesi dovesse essere ricalcolata col contributivo puro (magari con 41 anni di anzianità e nove mesi di finestra mobile ), dovrei necessariamente aspettare la pensione di vecchiaia, più aggiornamenti dell’ aspettativa di vita, più eventuali finestre, più riforme più stringenti ecc. Può darmi conferma che il ricalcolo contributivo avviene con riferimento ai soli anni citati?
Buongiorno a tutti. Quando si sente dire Pensioni Anticipate con 42 e 10 mesi (uomini) più finestra,mi viene una risata nervosa,non contenti vogliono allargare la finestra e portarla a 7 mesi ,da i 3 attuali.Io non mi fido più di niente, personalmente come posso uscire me la faccio a gambe levate senza girarmi indietro.
Carissimi saluti a tutti.
I complimenti vanno a coloro che hanno votato questi politici incapaci. Comunque pare che all’interno della maggioranza ci siano delle posizioni contrarie al peggioramento della legge Fornero. Forse hanno capito che sarebbe la loro fine politica. Ovviamente la loro preoccupazione è mantenere le poltrone, non lo farebbero per venire incontro alle esigenze di chi deve andare in pensione. In caso contrario, ci vorrebbe una presa di posizione alla “francese”.
Una cosa non è chiara, esiste la possibilità che eliminino la Fornero con il ricalcolo interamente contributivo per tutti togliendo la possibilità dei 42 anni e10 mesi con il calcolo misto agli aventi fino ad oggi diritto?
La possibilità esiste ma io credo che politicamente sia un suicidio perciò penso che non la faranno…. Adesso tocco ferro subito.
Ci spero tanto di andare in pensione con la la legge Fornero dato che nel 2026 maturerò i requisiti non mi va proprio giù di continuare dopo 42 e10 mesi speriamo benegiovanni
Buongiorno, anche io come lei ad ottobre del 26 raggiungo i 42 e 10, speriamo non tocchino niente anche perché ho iniziato a 14 anni a lavorare e ho sempre fatto lavoro pesante e sono abbastanza stufo. Io sinceramente spererei in una 41 per tutti senza paletti…… Speriamo
Sui 41 senza penalizzazione e con il misto te lo auguro davvero, ci speravo anch’io prima di raggiungerli e sono rimasto fregato, quando li avevo raggiunti avevo 61 anni di età e non andava bene per la quota 103 versione decente, adesso ne ho 42 di contributi e 62 di età a hanno messo una quota 103 devastata tutta contributiva per cui passo, speriamo non facciano porcate sulla Fornero a questo punto.
Ed hai pienamente ragione!
Cosa si intende per ricalcolo quando si è raggiunti i 42 anni e 10 mesi!??? Sempre se sì farà. Dovrebbe prendere un assegno più corposo, perché ha lavorato così tanto un operaio!!? Ho deve prendere un assegno più miserabile?
Buongiorno sig. Perfetto e sig. ra Venditti, una cosa molto intelligente sarebbe quella di mandare in pensione anticipata senza nessuna penalizzazione i 63 o 64 enni che hanno un nipote di due tre quattro o cinque anni. I nonni sono essenziali oggi per aiutare figli e nipoti. Al governo non ci pensano? Grazie. Stefano
Buongiorno sig. Perfetto,
La sua risposta mi ha tolto dei dubbi, me né rimane un’ altro e cioè:
Maturato nel 2024 i requisiti di quota 103, volendo usufruire del bonus Maroni, l’anzianità contributiva và comunque avanti?
Tra due anni raggiungo i requisiti per usufruire della legge Fornero?
O accettando il bonus Maroni blocco l’avanzamento contributivo.
Grazie mille per il suo servizio.
Sangue freddo…hai esagerato perdi di credibilità.
Sangue freddo…hai esagerato perdi di credibilità, a chi sarebbe rivolto Claudio?
Politici , noi, a qualche lettore? solo per capire chi dovrebbe risponderle nel caso, grazie!
Io credo o almeno io l’ho capita così ma ti risponderà lui nel caso sia rivolto al lettore Amedeo qua sotto che effettivamente è andato un po’ oltre le righe….
Questi cani immondi figli di zoccole devono aunentare la loro morte ,vogliono togliere i diritti acquisito io ad aprile 2025 ho 42 anni e 10 mesi di contributi se cambiano il prolungamento delle finestre di quelle troie delle loro madri un rimedio ce armarmi e spararli
Si ma calmati,tutti siamo incazzati,ma c’è un limite a tutto
Complimenti hai detto bene
Bene avere sempre informazioni puntuali e precise oltre che chiare.