......

Pensioni 2025, le novità in manovra da quota 103 a Opzione donna, Ape Social e TFR: delusione?

La Legge di Bilancio 2025 mantiene sostanzialmente invariato il quadro delle pensioni anticipate, confermando gli strumenti già esistenti da Quota 103 a Opzione donna fino all’Ape sociale, con alcune precisazioni e una novità significativa riguardante il Tfr per i lavoratori nel sistema contributivo. Il provvedimento, che dovrà ancora affrontare l’iter parlamentare nelle prossime settimane, delinea un sistema pensionistico che punta alla continuità.

Riforma Pensioni 2025, confermata in manovra Quota 103 e le sue criticità

La misura simbolo delle pensioni anticipate, Quota 103, viene confermata anche per il 2025 mantenendo invariati i requisiti principali: 62 anni di età e 41 anni di contributi. Tuttavia, l’opzione ha registrato un’adesione inferiore alle aspettative, principalmente a causa delle condizioni più restrittive introdotte. Il ricalcolo interamente contributivo dell’assegno comporta infatti una significativa riduzione dell’importo pensionistico.

Un elemento particolarmente penalizzante riguarda le finestre di uscita: i dipendenti del settore privato devono attendere sette mesi dalla richiesta prima di ricevere l’assegno, mentre per i dipendenti pubblici l’attesa si allunga a nove mesi. Questo significa che, di fatto, i contributi necessari salgono rispettivamente a 41 anni e sette mesi o 41 anni e nove mesi.

Il confronto con la riforma Fornero evidenzia come quest’ultima, pur richiedendo 42 anni e dieci mesi di contributi (41 anni e dieci mesi per le donne), garantisca un assegno pieno senza decurtazioni, con una finestra d’attesa di soli tre mesi. Questa differenza ha spinto molti lavoratori a optare per la pensione anticipata ordinaria invece di Quota 103.

Pensioni 2025 in manovra Opzione donna e Ape sociale: conferme e requisiti

L’Ape sociale viene rifinanziata confermando i requisiti attuali: 63 anni e cinque mesi di età e almeno 30 anni di contributi (che possono salire a 32 o 36 anni secondo la categoria professionale). La misura resta valida fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia o anticipata ordinaria e mantiene i requisiti di far parte di una categoria particolare di lavoratori: lavoro gravoso, lavoratori con un’invalidità civile almeno al 74% o lavoratori che assistono un parente o un coniuge con disabilità grave.

Opzione donna mantiene la sua struttura con requisiti di 61 anni di età – riducibili di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due anni – e 35 anni di contributi. L’accesso è riservato a specifiche categorie: donne che assistono familiari con disabilità grave, invalide civili con percentuale almeno del 74%, licenziate o dipendenti di aziende in crisi. Anche in questo caso, l’assegno viene ricalcolato con il metodo contributivo.

Infine l’unica vera novità della Manovra 2025 riguarda la possibilità di utilizzare i fondi complementari, incluso il Tfr, per incrementare l’assegno pensionistico. Questa opzione è riservata ai lavoratori completamente nel sistema contributivo che, pur avendo raggiunto i requisiti di età (64 anni) e contribuzione (20 anni), non raggiungono l’importo minimo pensionistico richiesto, attualmente fissato a circa 1.600 euro lordi mensili (tre volte l’assegno sociale). Questi lavoratori potranno utilizzare parte dei fondi complementari per raggiungere la soglia minima richiesta e accedere così alla pensione anticipata.

Pensionipertutti.it grazie alla sua informazione seria e puntuale è stato selezionato dal servizio di Google News, se vuoi essere sempre aggiornato sulle nostre ultime notizie seguici tramite GNEWS andando su questa pagina e cliccando il tasto segui.

30 commenti su “Pensioni 2025, le novità in manovra da quota 103 a Opzione donna, Ape Social e TFR: delusione?”

  1. E Durigon ha ancora la faccia tosta di rilasciare interviste ,affermando che questa non è la riforma che voleva la Lega!!Scusate ma voi siete al governo o all’opposizione?Fateci capire!!Vergognatevi fate meglio a tacere!

    Rispondi
    • Ti rispondo anche qua a un commento che mi hai fatto in un altro post, la quota 103 ha 7 mesi di finestra per il privato e 9 mesi per il pubblico sia per la versione del 2024 che io ho maturato che in questa del 2025 in cui è stata prorogata ad oggi, informati meglio tu,

      Rispondi
  2. Per quanto mi riguarda io lascio, sono arcistufo di tutte queste incertezze che mi stanno sfinendo……..a gennaio 2025 avro’ 62 anni di eta’ e 41 di contributi e quindi centrero’ quota 103. So che ci rimetto bei soldini ma so
    anche che se resto al lavoro troveranno il modo di fregarmi e probabilmente ancora di piu’.

    Rispondi
    • Tieni presente anche i 7 mesi di finestra se sei nel privato, la scelta è assolutamente personale ed ognuno fa giustamente le proprie valutazioni, l’importante è essere consci della propria scelta, in bocca al lupo!

      Rispondi
        • No caro Andrea, hai detto che sei veramente stufo per cui a gennaio, compiendo i 62 anni lasci; bene; per chi lascia con quota 103 ci sono una serie di problemi e adesso te li elenco: tutto contributivo per cui perdi i 13 anni circa di retributivo; i coefficienti di trasformazione sono rapportati ai 62 anni e non sono tanto generosi per quella età; finestre? ebbene si; mi pare che nel privato siano 7 mesi come dice Don; puoi pure non lavorare ma non ti pagano; ma tu per sicurezza vai da un patronato e non aspettare gennaio; tutto chiaro Andrea? saluti a te e ai gestori del sito

          Rispondi
  3. Rispondo a Paolo prof: ho 61 anni e 41 e mezzo di contributi (purtroppo ho perso 4 anni perchè i miei ex datori non mi versarono i contributi), ho vari problemi di salute e ti garantisco che NON ce la faccio più.
    Ci sono persone che a 60 anni sono in splendida forma e altri come me, che fisicamente non reggono più. Ritengo che 43 anni e qualche mese (42 anni, 10 mesi, + finestre varie), siano troppo tanti, e che bisogna lavorare per vivere e non vivere per lavorare. Fornero & Monti, hanno fatto una riforma con efficacia retroattiva, quindi chi come me doveva andare in pensione dopo 35 anni di lavoro e di contributi versati, s’è trovato all’improvviso un allungamento della “pena” di ben 8 anni… una “condanna” per certi lavoratori e per certi tipo di lavori. (8 anni in più sono tantissimi !!!).
    Io (ripeto) ho 61 anni e non ce la faccio più. La vita è una sola e riuscire a vivere gli ultimi 10/15 anni (salute permettendo) senza più timbrare il cartellino, dopo aver sputato sangue e versato contributi per più di 40 anni, mi sembra il minimo.
    Un caro saluto

    Rispondi
    • vedi Marco B, ci sono 2 ordini di problemi: il 1° riguarda quei 4 anni in cui i tuoi datori di lavoro non hanno versato i contributi e quello basterebbe da solo per i requisiti Fornero; il secondo problema è che tu, per l’età che hai, da chi comanda, sei considerato giovane per la pensione; che cosa vuoi farci? tu ragionavi sui 35 anni di contributi, loro ragionano sui 42 anni e 10 mesi più finestra; cosa vuoi farci? adesso sei ad un bivio; quota 103 o continuare? dai discorsi che fai, smettere; la decisione è tutta tua; in bocca al lupo, tieni duro e saluti a te e ai gestori del sito

      Rispondi
    • Marco B, ricordo che ha promesso di non leggermi e di non rispondermi più e la cosa mi dispiace, come mi dispiace che il suo stato di salute sia tanto precario. Detto questo però, non capisco la faccenda della riforma retroattiva. Perchè Lei doveva andare in pensione con soli 35 anni di contributi ? A me non risulta. Prima della legge Fornero- Monti, c’era la legge Sacconi – Brunetta i cui requisiti erano 40 anni di contributi + 1 di finestra, quindi al massimo la Fornero è aumentata oggi di 2 anni e 1 mese finestra compresa, non 8 anni come sostiene Lei. A titolo informativo, io sono andato in pensione con 43,2 e rispetto alla legge Sacconi c’è stato un aumento di soli 2 anni. Giusto per capire del perchè parla di 35. Nonostante la sua avversione …..Cordiali saluti.
      P.S. Anche io ho 2 anni di contributi non versati.

      Rispondi
      • Vedi Franco Giuseppe, segui questo ragionamento: Marco B ragionava sui 35 anni perchè quello era il limite minimo prima della legge Fornero; era abbinato ai 57, 58, 59, 60 anni nel corso degli anni; poi c’era quello che dici tu come tetto massimo; i 7 anni sono riferiti alla differenza dai 42 ai 35; poi arrivò la legge Sacconi brunetta e poi la legge Fornero; con la legge Fornero sparirono i 35 anni e rimase solo il requisito massimo; tutto qui; tutto per la precisione; saluti a te, a Marco B, ai gestori del sito

        Rispondi
        • No, caro Paolo Prof, i requisiti minimi prima della Fornero erano quelli della legge Sacconi e non i 35 anni minimi della Legge Maroni. Quindi l’aumento subito dalla Fornero era di soli 2 anni e non 8. Anche io che mi sono pensionato con i 43,2 dovrei allora dire che ho subito un aumento di 8 anni ? Ma non è vero !!! Ho subito un aumento di 2,1 anni rispetto alla Sacconi, di 8,1 anni rispetto alla Maroni e di 24 anni rispetto alle baby pensioni. Ma non si può ragionare così indietro nel tempo.

          Rispondi
  4. Ho 68 anni con 14 anni di contributi versati dal 1972 al 1986. Ho fatto quasi 2 anni di servizio di leva nella marina. Con tutte queste leggi che cambiano non ci capisco piu’ niente. Ho diritto a qualcosa di pensione dopo i 71 anni , o no ! C’e’ qualcuno che ne sa qualcosa ? Grazie.

    Rispondi
    • caro Loris Nicola; il consiglio che ti do è di andare da un patronato e chiedere informazioni a loro; in bocca al lupo e saluti a te e ai gestori del sito

      Rispondi
  5. Incredibile ma vero, almeno per quest’anno si tira un sospiro di sollievo. Finalmente i capibastone si sono dati una calmata. Dopo anni di diaboliche trovate per sconquassare un sistema già pesante, abbiamo almeno qualche certezza e questa certezza si chiama legge Fornero. Guardiamola pure come una legge dura ma è una legge equa che guarda tutti senza fare figli e figliastri.

    Rispondi
    • Mi dispiace deluderla ma quella odiosa legge non è equa e non guarda tutti senza figli e figliastri. Il mio amico finanziere con i miei stessi anni di età, con 36 anni di lavoro effettivi e un’età di 56 anni è andato in pensione e al mese prende lo stipendio pieno. Io ci andrò 8 anni dopo di lui , con 43.3 anni di lavoro effettivi + finestra e con una pensione se va bene pari all’80 % del mio stipendio.
      La Fornero poteva benissimo essere veramente equa e fare una via di mezzo tra i figliastri ( noi lavoratori comuni) e i molti figli (lavoratori privilegiati per la pensione) in modo da suddividere i sacrifici. Sarebbe stata un’altra storia per tutti dal 2012 ad oggi !
      Ma invece questa è la solita storia.

      Rispondi
      • Si, è vero. Alcune categorie non sono state minimamente toccate. Chi indossa una divisa ha delle prerogative diverse che possiamo catalogare come lavoro gravoso. Non so che lavoro faccia Lei, ma è indubbio che i sopracitati siano soggetti a turnazioni, sabati, domenica e festivi in presenza e alcuni anche notturni. Lei ha lavorato di notte il giorno di natale ? Ricordiamoci che la Fornero è venuta dopo la Sacconi-Brunetta che aveva come requisiti i 40 anni + 1 di finestra, e a me personalmente la pena è aumentata di 2,2 anni. Alla luce dei nuovi avvenimenti continuo a credere che la Fornero sia comunque una buona legge ed equa.

        Rispondi
  6. Ormai siamo al punto che Monti e Fornero a volte sbeffeggiano Salvini anche in TV, senza che quest’ultimo risponda con argomenti o fatti concreti.
    Dopo tutti questi anni i rinvii suonano come una presa in giro per i lavoratori, secondo me , un classico ‘campa cavallo…’. Rivolto ai lavoratori

    Rispondi
    • Che sia rimasto tutto come l’anno scorso è quasi positivo….il problema è la prossima riforma….non si può vivere nell’incertezza più totale dopo i 62 anni…crediamo forse che ci sia una forza politica che possa far sperare in un miglioramento della situazione attuale? Pura illusione purtroppo

      Rispondi
    • Salve.Non a volte ma in ogni occasione.Hanno raccontato,anzi stanno raccontando tante di quelle balle che mi pare di vivere circondato da pinocchi.Fac59

      Rispondi
  7. L’Ape Social dovrebbe essere estesa a tutti i disoccupati che hanno raggiunto 63 anni e 5 mesi con i contributi richiesti, anche a chi aveva un contratto di collaborazione coordinata e continuativa. Anche noi abbiamo bisogno di arrivare ai 67 anni per accedere alla pensione di anzianità e quando si ha 63 anni non c’è altra possibilità. È una stortura da sistemare questa.

    Rispondi
  8. Personalmente auspico che questi signori spariscano al più presto dalla vita politica,siccome so che è molto difficile spero che non facciano niente, perchè da due anni a questa parte sulle pensioni(e non solo) hanno peggiorato quello che c’era.Per finire dovrebbe essere lo stato a garantire una pensione dignitosa,aumentando i salari prima e abbassando le tasse sulle pensioni poi e rivalutandole il giusto,invece dobbiamo usare i soldi del tfr o dell’eventuale fondo pensionistico(soldi del lavoratore)per arrivare ad avere una pensione da fame:Vergognatevi

    Rispondi
  9. a questo punto (è brutto da dire) speriamo non peggiorino ulteriormente la già tanto crudele legge Fornero. E’ vergognoso, far lavorare i sessantenni, dopo ben oltre 40 anni, invece di lasciare il posto ai giovani

    Rispondi
    • caro Marco B, per precisione è giusto che lavorino i 60 enni; il problema è quando sono quelli di 65, 66, 67 etc; tra le 2 età passa un oceano, o sbaglio? saluti a te e ai gestori del sito

      Rispondi
      • Oh, oh, Paolo Prof, Lei che ha sempre difeso la quota 100 adesso ci viene a dire che i 60enni devono ancora lavorare ? Le ricordo che quella quota ha mandato in pensione chi aveva 62 anni e tenuto al lavoro chi ne aveva 65-66. Bentornato nell’equità.

        Rispondi
  10. Personalmente che non sia cambiato nulla sulla Fornero anticipata ne sono felice raggiungendo tali requisiti nel 2025, la quota 103 l’ho rifiutata già quest’anno troppo penalizzante sull’importo netto mensile per me, l’avrei presa solo se avessero fatto gravi danni nel 2025 sulle pensioni ordinarie.
    Qualsiasi cosa faranno sulle pensioni in futuro secondo me saranno peggiorative dello status quo, lo hanno dimostrato in questi 2 anni, contento di sbagliarmi nel caso.

    Rispondi
    • caro Don, il loro disegno era chiaro: eliminare quasi del tutto i pensionamenti anticipati tipo quota 103 o renderli talmente onerosi da convincere le persone a non prenderli; ci stanno riuscendo e a loro va bene così; ; altro ragionamento che fanno è convincere, dico una cifra a caso, 50 mila persone che potrebbero andare in pensione con i requisiti Fornero a rimanere a lavorare; ci riescono? forse si; tra quelli che sono spaventati dal: cosa faccio dopo? come occupo il tempo? a quelli che dicono: così, lavorando, mi sento attivo; saluti a te e ai gestori del sito

      Rispondi
  11. Come era stato pronunciato non ci saranno grossi cambiamenti. La riforma delle pensioni è rimandata a fine legislatura o comunque ai prossimi anni

    Rispondi

Lascia un commento