Riforma pensioni 2023, e quota 41

Pensioni 2023, ultime news: Quota 41 a rischio anche per i precoci?

A questa precisa domanda lasciata sul portale dal Sig. Bruno: “I precoci potranno andare in pensione nel 2023 appunto con 41 anni di contributi con le regole del 2022 ?” ha dato risposta il nostro esperto previdenziale il Dott. Claudio Maria Perfetto, che ha fatto notare come difficilmente il Governo Draghi sebbene ancora non si sia espresso al riguardo potrebbe avere interesse a eliminare un’opzione che incide poco o nulla, vista la numerosità dei paletti da rispettare e le esigue persone che potranno usarla.

Ricorda dunque quali requisiti sono oggi e se confermati saranno nel 2023 necessari per accedervi e quali categorie possono beneficiarne. La domanda é nata dal fatto che in questo ultimo periodo si sta nuovamente facendo pressing, Lega in primis oltre ai sindacati, sulla necessità di concedere la pensione senza penalità e senza limiti anagrafici per quanti abbiano alle spalle 41 anni di contributi effettivi, indipendnetemente dal fatto di essere o meno precoci. Giacché il Ministro Orlando al momento non si é espresso al riguardo i lavoratori precoci, quanti hanno maturato almeno 12 mesi di contributi anche non continuativi prima dei 19 anni, temono venga tolta anche per loro la possibilità di optare per quota 41. Qui la risposta precisa del Dott. Perfetto

Pensioni 2023, i precoci potranno andarci con Quota 41 con le regole del 2022?

“Sebbene il Governo Draghi non si sia ancora espresso in merito a ciò per il 2023, la mia risposta è comunque affermativa: sì, i lavoratori precoci potranno andare in pensione nel 2023 con 41 anni di contributi versati, indipendentemente dall’età anagrafica, e con le regole del 2022.

Le spiego le motivazioni su cui fondo la mia risposta affermativa, sebbene il Governo Draghi non si sia ancora espresso in merito.

In base alla Circolare numero 28 del 18/02/2022 dell’INPS, il requisito per la pensione anticipata, dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2026, per i lavoratori “precoci” è di 41 anni (2132 settimane). “Il trattamento pensionistico anticipato in esame decorre trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei predetti requisiti” (cosiddetta “finestra” di tre mesi).

Più specificamente, il lavoratore precoce è colui che può vantare almeno un anno di contributi (derivanti da effettivo lavoro) prima dei 19 anni di età, e 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. Da gennaio 2019 gli anni di contribuzione avrebbero dovuto adeguarsi all’aspettativa di vita, ma il provvedimento che ha introdotto “Quota 100” ha sospeso l’aggiornamento fino al 31 dicembre 2026. Dal 1° gennaio 2027 il requisito di 41 anni dovrà adeguarsi all’aspettativa di vita.

Quali condizioni per poter accedere alla quota 41 nel 2023?

Sul sito dell’INPS https://www.inps.it/prestazioni-servizi/pensione-per-i-lavoratori-precoci si legge che i lavoratori “precoci” sono: “I lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria, alle forme sostitutive o esclusive della medesima, in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, che possono far valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19° anno di età e che si trovano in una delle seguenti condizioni”:

stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale;

invalidità superiore o uguale al 74%;

assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto 70 anni oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;

hanno svolto attività particolarmente faticose e pesanti ai sensi del decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67 (attività usurante di cui al decreto del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale 19 maggio 1999, addetti alla linea catena, lavoratori notturni, conducenti di veicoli di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti al trasporto collettivo);

sono ricompresi tra le categorie di lavoratori dipendenti di seguito elencate e hanno svolto l’attività lavorativa cd. gravosa per almeno sette anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa, ovvero, per almeno sei anni negli ultimi sette anni di attività lavorativa:
• operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
• conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
• conciatori di pelli e di pellicce;
• conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
• conduttori di mezzi pesanti e camion;
• personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
• addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
• insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
• facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati;
• personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
• operatori ecologici ed altri raccoglitori e separatori di rifiuti;
• operai dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca;
• pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative;
• lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nella normativa del d.lgs.67/2011;
• marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne.

Come chiunque può constatare, le condizioni in cui deve trovarsi il lavoratore precoce per potere andare in pensione con 41 anni di contributi versati sono talmente catastrofiche da lasciare nell’animo umano una sensazione di profondo turbamento.

Non credo proprio che qualsiasi Governo dinanzi all’errore commesso nello stendere questa lista di condizioni aberranti possa mai aggiungere l’orrore di cambiare l’attuale modalità di pensionamento dei lavoratori precoci.

Spetta ora ai Sindacati fare in modo di alleviare (se non può del tutto eliminare) tali condizioni aberranti.

È comunque, conclude il Dott Perfetto, buona prassi, buona regola, verificare con il Patronato di possedere effettivamente tutti i requisiti per poter andare in pensione“.

Da parte nostra non possiamo che ringraziare sentitamente il nostro esperto previdenziale che con la solita maestria nelle parole é in grado di rendere semplice anche il complesso e soprattutto dare risposte pratiche ai nostri lavoratori prossimi alla pensione, perché in fondo quel che conta si sa non é nemmeno tanto sapere a che circolare affidarsi, ma comprendere le linee guida in modo semplice al fine di capire se si può almeno provare a fare domanda per la quiescenza. Talvolta il linguaggio é talmente complesso e le condizioni/paletti per accedere alle misure pensionistiche così eccessive che le persone si perdono nei meandri del ‘burocratese’ e non riescono a racappezzarsi. Ottimo il suggerimento, dato che noi non siamo un patronato, di rivolgersi sempre e comunque, avendo le idee un pò più chiare sulle misure a cui poter accedere, agli esperti che compiono questo lavoro quotidianamente e dunque ai patronati di fiducia.

Nella speranza che questo articolo possa tornarvi utile, vi ricordiamo che é attiva la sezione ‘commenti’ sul sito ove potete lasciare idee, suggerimenti, fare domande o dire semplicemente la vostra.

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8 commenti su “Pensioni 2023, ultime news: Quota 41 a rischio anche per i precoci?

  1. Buongiorno.
    Sentendo sempre le solite chiacchiere, una volta possibilisti, una volta e più l’esatto contrario, mi viene semplicemente da dire quanto segue:
    – se non viene concesso 62 anni o 41 di contributi senza penalizzazioni (o almeno piccolissime penalizzazioni) allora valgono questi concetti:
    1) I SINDACATI NON SERVONO A NULLA E SONO SUCCUBI DEL GOVERNO;
    2) I PARTITI POLITICI NON HANNO ALCUNA FORZA E SONO VASSALLI DEL GOVERNO;
    3) IL GOVERNO E DRAGHI IN PARTICOLARE NON HANNO/HA ALCUNA ONESTA’ INTELLETTUALE, altro
    che agire come buon padri di famiglia, l’importante è che si facciano i fatti loro stando ben incollati
    alle poltrone.
    Sono proprio disgustato e demoralizzato.
    Saluti.

    1. Sono in perfetta sintonia con Salvatore, parole sacrosante che descrivono la triste realta’ che noi sfortunati lavoratori , ultrasessantenni e appartenenti alla generazione più scarognata della storia ,stiamo vivendo con questi aguzzini che ci tormentano

  2. Per favore lasciate perdere quota 41,42 etcc. Non serve a niente. Puntiamo alla flessibilità in uscita. Dopo i 60 anni una persona non è più così efficiente come un trentenne. Chiedete ai datori di lavoro. Per quanto mi riguarda, con i miei 63 anni , non riesco più a reggere i turni. Ho una piccola arma da utilizzare ” certificati medici” . Conviene al governo??

  3. Molte grazie al dott.Claudio Maria Perfetto per la risposta data alla mia domanda è cioe’ se i lavoratori precoci possono ancora andare in pensione con i requisiti attuali nel 2023, risposta molto precisa e esaustiva come mi aspettavo in quanto lo reputo una persona serissima perché fa’ sempre del suo meglio rispondendo in modo preciso e sempre corretto.
    Grazie ancora per tenere noi lavoratori e futuri pensionandi sempre al centro, dimostrazione della persona seria quale lei è. Complimenti anche al sito che come dico sempre ci da voce.
    Saluti
    Bruno. (lav. Precoce)

  4. Bungiorno a tutti .Quando vedo quei numeri tipo 40,41,42,43 attribuiti ovviamente a gli anni di Lavoro che una persona ha fatto ,magari su una catena di montaggio alzandosi alle 5 del mattino o per esempio una mansione tipo un elettricista facendo turni eccetera ,poi vedo e sento delle persone che commentano questi numeri come se fosse il gioco del lotto ,sono pochi ,bisogna applicare una penalizzazione eccetera.
    Ma queste persone,che magari decideranno su una eventuale riforma , nella loro vita hanno mai lavorato?sanno veramente cosa significa? secondo me no,ecco perche’sono cosi’ disinvolti ,stupidi non lo sono ,c’e’ la seconda risposta al quesito ,se ne fregano altamente dei Lavoratori.
    Buon Lavoro

    1. sono stupidi? assolutamente no; hanno mai faticato in vita loro? assolutamente no; se ne fregano dei lavoratori? assolutamente si; in che mani siamo; saluti a te e ai gestori del sito

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