Pensione minima 2024: importo, aumenti e cosa cambia nel 2025?

La pensione minima, un tema che spesso risuona nelle discussioni sulla previdenza sociale, continua a essere al centro dell’attenzione anche nel 2024. Ma cosa significa esattamente e come influisce sul calcolo della pensione? Quest’anno, grazie alla rivalutazione del 5,4% applicata a inizio anno, l’importo della pensione minima ha raggiunto quota 598,61 euro mensili, equivalenti a 7.781,93 euro annui. Nel 2025 vi sarà un ulteriore aumento?

Pensioni minime 2024-2025: l’integrazione al trattamento minimo

Il concetto chiave è l’integrazione al trattamento minimo. In pratica, se la vostra pensione è inferiore a questa soglia, potreste avere diritto a un incremento. Ad esempio, chi percepisce 300 euro potrebbe beneficiare di un aumento di 298,61 euro, arrivando così al minimo stabilito. Ma non è tutto oro quel che luccica: per accedere a questa integrazione, è necessario che almeno una parte della vostra pensione sia stata calcolata con il sistema retributivo, ovvero con contributi versati prima del 31 dicembre 1995.

L’entità dell’integrazione dipende anche da altri redditi. Se il vostro reddito complessivo è inferiore a 7.781,93 euro l’anno, l’integrazione sarà piena. Se invece supera questa cifra ma resta sotto i 15.563,86 euro (il doppio del minimo), l’integrazione sarà parziale. Il calcolo? Si sottrae il vostro reddito complessivo da 15.563,86 e si divide il risultato per 13.

Facciamo un esempio concreto: immaginate un pensionato che riceve 250 euro mensili di pensione e guadagna altri 600 euro con un lavoro part-time. Il suo reddito totale è di 11.050 euro. In questo caso, avrà diritto a un’integrazione di 347,22 euro, portando la sua pensione a 597,22 euro, appena sotto il minimo.

Pensione minima 2024 e rivalutazione straordinaria: come funziona e cosa succede nel 2025

Ma le novità non finiscono qui. La legge di Bilancio 2023 ha introdotto una rivalutazione straordinaria del 2,7%, senza limiti di reddito o requisiti contributivi. Questo significa che ogni pensione sotto il minimo gode di un ulteriore aumento: la pensione minima può salire fino a 614,77 euro (16,16 euro in più), mentre una pensione di 300 euro cresce di 8,10 euro, e una di 400 euro di 10,80 euro.

Guardando al futuro, cosa ci riserva il 2025? Secondo le stime del Def (Documento di Economia e Finanza), è previsto un incremento dell’1,6%, che porterebbe la soglia minima a 608,18 euro (circa 7.906 euro l’anno). Ma c’è un’incognita: il governo dovrà decidere se confermare anche la rivalutazione straordinaria del 2,7%. Se così fosse, la minima potrebbe raggiungere i 625 euro; in caso contrario, paradossalmente, l’importo sarebbe addirittura inferiore a quello attuale (614 rispetto a 608 euro). La palla ora passa al governo: saprà trovare le risorse per mantenere e potenziare questi aumenti, garantendo una vecchiaia più serena ai pensionati italiani?

4 commenti su “Pensione minima 2024: importo, aumenti e cosa cambia nel 2025?

  1. il paradosso è chè chi ha versato contributi da lavoratore autonomo, viene paragonato a chi non ha mai versato contributi. Se si continua su questa linea non conviene versare la contribuzione tanto dopo tanti sacrifici di lavoro autonomo vieni paragonato ad un nullafacente.

  2. Ho letto da più parti che nel 2025 per il calcolo dell’assegno pensionistico si potrebbe optare per il sistema contributivo per tutti. Quale condotta si adotterà verso quanti si trovano attualmente in isopensione ex art. 4 legge Fornero in base ad accordi già sottoscritti in precedenza e in attesa di pensione? Ci saranno delle tutele? Nel mio caso dal 1° ottobre 2022 godo di assegno di esodo (isopensione) e andrò in pensione a decorrere dal 1° luglio
    2027 con il sistema misto.

  3. Speriamo che il governo non tagli gli aumenti anche sulle minime;
    visto quello che era stato promesso in materia di pensioni prima delle
    elezioni e quello che invece è stato fatto …i tetti agli assegni li
    hanno già sperimentati ..

    Riporto le parole dell’on. Mari – uno che dice pane al pane – alla
    comminssione lavoro della Camera (riportate da Ansa):

    “Dopo la finta tredicesima di Meloni è in arrivo il grande imbroglio
    sulle pensioni, quello che il sottosegretario Durigon chiama quota 41.
    La Lega, infatti, sta studiando il superamento della legge Fornero
    basato, tuttavia, sull’estensione spinta del sistema contributivo.

    E’ inutile creare la suspense: sappiamo già di cosa si tratta.
    Consisterà sicuramente nella possibilità di andare in pensione prima
    ma con quattro spiccioli che non ti consentono nemmeno di fare la
    spesa al discount… “

  4. Speriamo che il governo aumenti almeno le minime e non faccia tagli anche sull’adeguamento delle stesse.
    Purtroppo quando si cerca di tagliare le uscite dal bilancio statale i pensionati e i lavoratori dipendenti sono tra i più facili da penalizzare …
    Riporto in proposito le parole dell’on. Mari – uno che dice pane al pane – alla comminssione lavoro della Camera (riportate da Ansa):
    “Dopo la finta tredicesima di Meloni è in arrivo il grande imbroglio sulle pensioni, quello che il sottosegretario Durigon chiama quota 41. La Lega, infatti, sta studiando il superamento della legge Fornero basato, tuttavia, sull’estensione spinta del sistema contributivo.
    E’ inutile creare la suspense: sappiamo già di cosa si tratta. Consisterà sicuramente nella possibilità di andare in pensione prima ma con quattro spiccioli che non ti consentono nemmeno di fare la spesa al discount… “

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