Sono giorni caldi sul tema delle Pensioni anticipate 2018, con il Governo che ha dichiarato per bocca di Di Maio che Agosto sarà il mese decisivo. A quanto sembra, nella prossima legge di stabilità i dettagli riguardanti quota 100 e quota 41 troveranno la loro definizione, anche se con dei paletti che non sembrano far felici i lavoratori e i sindacati. Sia Roberto Ghiselli della CGIL che Ivan Pedretti della Uil in queste ore hanno espresso i loro dubbi sulla manovra, vediamo cosa hanno detto.
Ultim’ora su Pensione anticipata 2018: parla Ghiselli della CISL su quota 100 e 41
Dopo la nostra intervista esclusiva a Ghiselli , il segretario è tornato sul tema delle pensioni in queste ultime ore e ha ribadito a RadioArticolo 1 che per superare la legge Fornero è necessario riaprire un tavolo di confronto tra Governo e Sindacati e ha poi espresso tutti i suoi dubbi: “Per cambiare le cose non basta parlare di quota 41 e di quota 100, tanto più con tutti quei vincoli, che, di fatto, non costituiscono una risposta. Oltretutto, la proposta del governo è assai discriminatoria, tutta sbilanciata a favore degli uomini che lavorano nelle regioni del Nord.”
Infine Ghiselli ha parlato anche dell’ APE Social bocciandola di fatto: “Non ha funzionato per via dei paletti troppo rigidi che sono stati messi per un accesso reale delle persone”. Per la CGIL è necessario ripartire “Dai correttivi al meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita, dalle future generazioni, dalle donne e dal lavoro di cura, ponendo nel contempo condizioni reali e accessibili di flessibilità in uscita per tutti”.
Pensione anticipata 2018 ultime novità da Ivan Pedretti della Uil
Anche Pedretti ha attaccato nelle ultime ore tramite un intervista al Manifesto l’attuale Governo e il sistema di Pensione anticipata. Il segretario generale dei pensionati dello Spi ha spiegato che i sindacati ripropongono “La radicalità della piattaforma con Cisl e Uil: serve una pensione di garanzia per i giovani – altro che reddito di cittadinanza – sostenuto da un lavoro dignitoso e meno precario da una parte; dall’altra riconoscimento del lavoro di cura per le donne che hanno figli e genitori non autosufficienti a carico”.
Inoltre per quanto riguarda le misure da prendere, Pedretti ha lanciato la ricetta della Uil che boccia quota 100 e quota 41: “Per rispondere alla condizione di povertà di milioni di pensionati meglio allargare il Rei. Bisogna inoltre rilanciare l’Ape social anche per altre categorie di lavoratori e rendere il sistema flessibile in uscita lavorando sui coefficienti di trasformazione e bloccando l’aspettativa di vita, mentre Quota 100 e Quota 41 aiutano poche persone. Il ricalcolo contributivo è sempre stato nella testa di Boeri: andrebbe a danneggiare milioni di lavoratori e operai che i contributi li hanno versati tutti”.