Anche oggi 28 maggio 2019 uno dei temi centrali del dibattito politico riguarda le pensioni anticipate, con particolare attenzione all’Opzione Donna e ai tagli agli assegni pensionistici che diventeranno realtà il prossimo primo giugno. Vediamo tutte le ultime novità e le importanti dichiarazioni a proposito arrivate dopo le elezioni europee.
Pensioni anticipate, ultime novità su Opzione Donna
Il gruppo Facebook Movimento Opzione donna ha pubblicato sulla sua pagina ufficiale “Movimento essere Donna” una interessante analisi post voto delle elezioni Europee, focalizzando l’attenzione sulla platea femminile chiamata alle urne: “Il 26 maggio 2019 sono stati chiamati 50.952.719 elettori italiani ad eleggere i rappresentanti italiani nel Parlamento europeo: 24.711.529 uomini e 26.270.873 donne. Esatto! 26,2 milioni di donne italiane hanno avuto la possibilità di scegliere un programma politico con chiari segnali per superare le diseguaglianze e la disparità di genere e misure di misure di politica economica per non escludere le donne. Avete ragione, è stato difficile trovare una ragione per sospendere i lavori di cura e andare a votare e d’altronde chi avrebbe potuto sostituirci, visto che i lavori di cura li intensifichiamo proprio la domenica perchè è il giorno che abbiamo più libero.
E poi, anche stavolta praticamente quasi tutti programmi elettorali hanno ignorato la questione femminile, come se l’Europa non riguardi le donne. E così la situazione è tristemente drammatica ed Il Movimento Essere aveva ragione: Le Donne avrebbero potuto fare la differenza con il loro voto! Perché, se non ce ne siamo accorte, ci sono 13 milioni di voti di donne che non sono andate a votare e uno dei motivi è certamente perché i programmi politici ed elettorali non hanno saputo trovare un motivo che le spingesse nelle urne elettorali per credere nel “sogno dell’Europa”. Ebbene, Noi vogliamo andare a cercare questi 13 milioni di donne, superare la loro diffidenza, convincerle che la politica può e deve parlare di donna e questo spazio virtuale vuole continuare ad accogliere e raccogliere la loro voce, quella delle donne “invisibili”. Perché 26,2 milioni di donne italiane, se sono una DIVERSITÀ’, possono fare sempre la DIFFERENZA! Perché la differenza non significa mai carenza!”
Pensioni anticipate e tagli: le parole di Tinagli e De Falco dopo le elezioni
Lasciate alle spalle le elezioni Europee Irene Tinagli, approdata all’Europarlamento nelle file del PD lancia il suo attacco al Governo, parlando di pensioni: “Il Governo giallo-verde aveva detto di voler aiutare i pensionati e invece li ha colpiti con tagli sulle rivalutazioni per finanziare le sue misure propagandistiche. Sei milioni di pensionati italiani rischiano di non vedere adeguate le loro pensioni, con una pressione fiscale tra le più alte d’Europa. E’ urgente e necessario assicurare nuove misure per la crescita economica in Europa, ma anche avviare una riflessione su come affrontare in modo nuovo e sostenibile il sistema di protezione sociale per le persone anziane”.
Anche Gregorio De Falco, Senatore ex M5S in un’intervista a TPI critica il Governo e analizza il calo del Movimento 5 stelle trovando nella riforma delle pensioni uno dei motivi: ” La campagna elettorale ha portato qualche punticino, ma quello che pesa veramente al momento del voto è ciò che è stato fatto. Aver tagliato le pensioni sopra i 1.522 euro non può aver portato voti al Movimento, né ha portato giovamento alle persone che vivono con quelle pensioni. Da quando il Movimento ha cominciato a perseguire una politica lontana da i propri ideali si è fatto sfrattare e vampirizzare dalla Lega.Il Movimento è ridotto a metà di quello che era. Si potrebbe dire M5S fratto due”. Infine De Falco conclude attaccando duramente il vice-Premier Di Maio: “Il capo politico del Movimento dovrebbe prendere atto della sconfitta e rassegnare le dimissioni, se avesse dignità”. Voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!
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Per la precisione, in merito al mio altro commento, se e quando verrà postato, preciso che l’Onorevole Tinagli fu deputata nel 2013 nel partito “Con Monti per l’Italia”; poi passò, sempre con Monti, in “Scelta civica per l’Italia” per, poi, nel 2015, insieme ad altri, passare nel PD.
Quindi trovo più che legittimo e giusto criticare l’ennesimo taglio alla rivalutazione delle pensioni effettuato dal Governo giallo verde rispetto alla legge, salvo errori, del 2003 in vigore nelle more per tre mesi in attesa dell’applicazione della legge giallo verde del dicembre 2018 per il 2019; non capisco, però, come si possa criticare chi, nel fare ciò, nel mio caso, mi ha tolto, indebitamente secondo la recente nota sentenza della Consulta, a conguaglio dei tre mesi, calcolando anche la restituzione Irpef di 3 centesimi, 1 euro e 5 centesimi, mentre i precedenti Governi Monti e PD, ove l’Onorevole Tinagli militò, fecero strage di centinaia di euro della mia pensione dal 2012 in poi, per tutto il resto della mia vita pensionistica; perché, il Governo Renzi, col Ministro Poletti, solo minimamente mi restituì quanto dichiarato incostituzionale dalla Consulta.
Se, poi, l’Onorevole Tinagli vuole solo criticare chi aveva detto di non tagliare le pensioni, ha ragione, perché un po’, purtroppo, lo hanno fatto anche loro; però, purtroppo, tanto promesso decisamente non mi pare: mi risulta che più volte il Ministro del Lavoro M5s dichiarò di voler addirittura tagliare le pensioni sopra un certo importo e di voler ricalcolarle a contributivo, addirittura quelle in essere; cosa che dichiarò di voler fare anche coi vitalizi. Tutto ciò a mio parere è incostituzionale e costituirebbe un pericolosissimo precedente per “tutti” i pensionati già in essere, indipendentemente dall’importo della loro pensione: forse questa critica sarebbe stata, posso sbagliare, più opportuna!
Leggo: “… “Il Governo giallo-verde aveva detto di voler aiutare i pensionati e invece li ha colpiti con tagli sulle rivalutazioni per finanziare le sue misure propagandistiche… “;
vero, ma…
per quanto riguarda la mia pensione, il taglio, seppur indebito secondo la recente sentenza della Consulta , rispetto alla legge momentaneamente applicata del 2003 in attesa di applicare quella del dicembre 2018, gialloverde, è stato di 0,36 centesimi il mese per tre mesi, 1 euro e 8 centesimi; tenuto conto che ho avuto indietro 0,3 centesimi di Irpef per la minor somma ricevuta e conguagliata, l’aumento, comunque indebito, nel mio caso è stato di 1,05 euro…
Una nullità rispetto a quanto operato in tagli sulla mia pensione dal 2012 ad oggi, sia dal Governo Monti (nel cui primo partito, se non erro, militava, prima di approdare al PD l’Onorevole Tinagli) e, poi, in seguito da quanto operato in tagli e da quanto non che parzialmente restituito, dopo la sentenza della Consulta, dal Governo PD, nel quale ora milita l’Onorevole Tinagli.
Diciamo che, se la mia pensione è tutta un taglio, e tale rimarrà in futuro, la colpa è, al novanta per cento, del Governo Monti e successivi Governi PD. E l’Onorevole Tinagli parla dal pulpito del PD!