Cassa integrazione INPS e in deroga, il punto ad oggi: snellire la burocrazia

In questi giorni si é a lungo parlato di cassa integrazione INPS ed in deroga, dei ritardi dei pagamenti, delle difficoltà incontrate dai cittadini e dell’amarezza per le rate da pagare che si accumulano senza certezza sui tempi dell’accredito della Cig, molti quanti hanno ricevuto poco rispetto a quanto si aspettavano, alcuni ancora risultano in attesa del pagamento. Abbiamo, e di questo la ringraziamo, per ben due volte avuto anche il piacere di confrontarci con la Vice Presidente Inps l’onorevole Maria Luisa Gnecchi che si é dimostrata molto disponibile a rispondere ai nostri lettori e che si é offerta di monitorare alcune anomalie indicate dagli stessi. Oggi abbiamo chiesto all’esperto Claudio Maria Perfetto, a suo avviso, cosa potrebbe non aver funzionato nel corso di questa ‘corsa contro il tempo’ per tutelare tutti in questo contesto emergenziale, cosa invece vi é stato di buono in questa ‘macchina organizzativa’ e cosa si sarebbe potuto fare meglio. Eccovi le sue parole.

Cassa integrazione INPS: il punto e l’arrivo ad oggi 20 luglio

C’era un’emergenza da affrontare, dei piani da approntare, delle scelte da valutare, delle decisioni da prendere. Tutto nella massima rapidità e sotto elevato stress psicologico da parte della compagine governativa e dei funzionari di Stato ai più alti livelli dirigenziali.
Ma di piani, di scelte e di decisioni, nulla di tutto ciò interessa a chi ha la rata del mutuo che scade, bollette e affitto da pagare, figli da mantenere e non ha più un reddito su cui poter contare. La preoccupazione si trasforma in apprensione, perché il pagamento della cassa integrazione non arriva; e l’apprensione in frustrazione perché non c’è nessuno che risponde al telefono per dare informazioni. Non si sa che cosa fare.

Si dà la colpa alla burocrazia: manca un modulo e il processo si blocca. Manca il “modello SR41”, per esempio, quello che serve per la trasmissione telematica dei dati utili al pagamento della cassa integrazione che il datore di lavoro deve far sottoscrivere al lavoratore beneficiario. E senza SR41 i soldi non arrivano.

Cassa integrazione Inps e in deroga: la burocrazia si semplifica

Ecco allora la prima semplificazione introdotta dall’Inps: a partire dal 6 aprile 2020 «si dispone l’abolizione dell’obbligo di firma da parte del lavoratore del modello cod. “SR41”». Una semplificazione nata come conseguenza delle restrizioni di mobilità dei cittadini.

A questa farà seguito (ma non si sa ancora quando) un’altra semplificazione: il modello SR41 sarà abolito e tutti i dati utili al pagamento diretto della cassa integrazione avverrà tramite i flussi UniEmens (flusso di dati retributivi e di informazioni utili al calcolo dei contributi che deve essere inviato dal datore di lavoro all’Inps mensilmente, operativo già da maggio 2009).
Ridurre il numero dei modelli da usare è uno dei modi per semplificare la burocrazia. Si può fare di più.

La burocrazia è necessaria per gestire un’organizzazione, è fatta di processi, procedure, protocolli, circolari, moduli. Se un modulo manca, è corretto che il processo si blocchi, per evitare catene di errori. Quanto più è grande un’organizzazione tanto maggiore è la sua burocrazia, perché l’organizzazione ha più soggetti con cui interagire e quindi più interazioni da gestire. Poiché anche gli altri soggetti, le altre organizzazioni, hanno le proprie burocrazie, ne consegue che se la burocrazia di un’organizzazione cambia (cioè se cambia il modo di funzionare di un’organizzazione) anche le burocrazie degli altri soggetti interagenti devono cambiare, adattarsi al cambiamento. Perciò, se l’Inps interagisce con aziende, Regioni e banche e cambia la propria burocrazia, allora anche le aziende, Regioni e banche dovranno cambiare i loro processi, procedure, protocolli, circolari, moduli. Si può solo tentare di immaginare come tutto ciò possa essere così complicato da attuare in tempi assai rapidi. Questo stravolgimento delle procedure ha un forte impatto sul flusso dei pagamenti che, inevitabilmente, andranno incontro ad un aumentato rischio di subire ritardi.

Cassa integrazione,la chiave per snellire il processo? ridurre il numero di soggeti che interagiscono tra loro

Così conclude Perfetto: “C’è un modo per rendere la burocrazia ancora più “agile” di quanto già la rendano la riduzione dei modelli da usare, e consiste nel ridurre il numero dei soggetti che interagiscono tra loro. L’Inps, per esempio, potrebbe interagire (e di fatto ora interagisce) con le aziende direttamente, senza passare dalle Regioni, per provvedere all’erogazione della cassa integrazione in deroga (quantomeno nella seconda fase, dopo che i datori di lavoro siano già stati autorizzati dalla Regione a trattamenti di CIGD per le prime nove settimane).

Una cosa è certa: la pandemia ha accelerato la digitalizzazione dei processi. La digitalizzazione favorisce la disintermediazione (il contatto diretto tra cliente e produttore) e l’Inps, impostando nuove procedure digitali e ricevendo i flussi digitali direttamente dalle aziende, diviene in grado di disintermediare le Regioni.
A seguito della pandemia altre classi di lavoratori si sono ritrovate in difficoltà tra cui autonomi a partita Iva, colf, badanti, stagionali, professionisti iscritti a casse private (commercialisti, giornalisti). Lo Stato avrebbe potuto aprire per loro gratuitamente un conto presso le Poste e accreditare i bonus lì, anziché in banca, la quale non si lascia di certo sfuggire l’occasione di attingere a quei soldi per recuperare l’eventuale scoperto che il beneficiario ha sul conto. Oltre alle Regioni lo Stato avrebbe potuto disintermediare anche le banche. In estrema sintesi, suggerisce l’esperto a conclusione della sua disamina: “Semplificare la burocrazia vuol dire ridurre il numero dei modelli. Ma anche il numero degli intermediari“:

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