Aumento Pensioni a marzo 2025: verità o illusione? Il punto su corte costituzionale e Irpef

Negli ultimi giorni, si rincorrono notizie su presunti aumenti delle pensioni previsti per il mese di marzo. Ma si tratta di un’informazione fondata o di una semplice fake news? La realtà, come spesso accade, è più complessa: per la maggior parte dei pensionati, l’importo del rateo di marzo rimarrà invariato rispetto a gennaio e febbraio. Tuttavia, esistono alcuni casi specifici in cui potrebbero verificarsi degli incrementi. Vediamo nel dettaglio la situazione.

Aumenti e arretrati Marzo 2025: chi potrebbe riceverli?

L’unico vero aumento delle pensioni, già entrato in vigore a gennaio 2025, riguarda la rivalutazione annuale basata sull’inflazione, che ha determinato un incremento dello 0,8%. Tuttavia, alcuni pensionati potrebbero ricevere un conguaglio a marzo nel caso in cui non abbiano percepito la rivalutazione nei primi due mesi dell’anno. Si tratta di una casistica ristretta, probabilmente limitata a coloro che, per un errore amministrativo dell’INPS, non hanno ricevuto l’adeguamento previsto. Ricordiamo il meccanismo della perequazione in vigore dal 2025:

  • 100% di rivalutazione per pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • 90% per la quota eccedente fino a 5 volte il minimo;
  • 75% per la parte oltre 5 volte il trattamento minimo.

Se a marzo alcuni pensionati dovessero ricevere un importo maggiore, ciò sarebbe dovuto esclusivamente al riconoscimento degli arretrati di gennaio e febbraio.

Pensioni marzo 2025: taglio dell’IRPEF, un’ipotesi per ora poco concreta

Un altro possibile motivo di aumento delle pensioni potrebbe essere legato al taglio dell’aliquota IRPEF per il secondo scaglione, che il governo ha annunciato come misura per il ceto medio da tempo. L’idea sarebbe quella di ridurre l’aliquota dal 35% al 33% e di innalzare la soglia del secondo scaglione da 50.000 a 60.000 euro.

Se questa modifica fiscale venisse introdotta a partire da marzo, cosa altamente improbabile, i pensionati con un reddito annuo superiore a 28.000 euro potrebbero beneficiare di una riduzione dell’imposta e, di conseguenza, di un aumento dell’importo netto percepito. Al momento, ripetiamo che si tratta solo di ipotesi, in quanto non vi sono conferme ufficiali sull’entrata in vigore della misura nel breve termine.

Aumento pensioni e corte costituzionale: rimborsi legati alla perequazione 2024?

Un ulteriore elemento da considerare riguarda il ricorso presentato alla Corte Costituzionale da un contribuente contro il meccanismo di perequazione stabilito per il 2024. Il sistema attuale ha penalizzato maggiormente i trattamenti pensionistici più elevati, applicando le seguenti percentuali di rivalutazione:

  • 100% fino a 4 volte il minimo;
  • 85% tra 4 e 5 volte il minimo;
  • 53% tra 5 e 6 volte il minimo;
  • 47% tra 6 e 8 volte il minimo;
  • 37% tra 8 e 10 volte il minimo;
  • 22% oltre 10 volte il minimo.

Se la Consulta dovesse dichiarare incostituzionale questo sistema, il governo potrebbe essere costretto a prevedere rimborsi per i pensionati penalizzati, analogamente a quanto avvenuto con il bonus Poletti post-riforma Fornero. L’ipotesi di un rimborso immediato a marzo è altamente improbabile, e comunque riguarderebbe solo coloro che percepiscono pensioni superiori a 4 volte il trattamento minimo, ovvero sopra i 2.400 euro lordi.

Aumento delle pensioni a marzo? Solo per pochi

In sintesi, l’aumento generalizzato delle pensioni a marzo è una notizia priva di fondamento. Eventuali incrementi potrebbero riguardare solo quei pensionati che non hanno ricevuto la rivalutazione a gennaio e febbraio o che potrebbero beneficiare di un futuro taglio dell’IRPEF. Per tutti gli altri, l’importo della pensione resterà invariato. Chi sperava in un incremento immediato dovrà dunque attendere ulteriori sviluppi.

2 commenti su “Aumento Pensioni a marzo 2025: verità o illusione? Il punto su corte costituzionale e Irpef”

  1. Buonasera! Mi auguro che il Governo Italiano, incrementi, al più presto, gli importi degli assegni di invalidità civile parziale. Ringrazio tutti vivamente.

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  2. Una vergogna avendo lavorato per 43 anni nessun aumento si aumenta le minime e quelle che son già alte. Chi non ha mai lavorato prende più di chi si è fatto una mazza .

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