Partiamo col dire che il Governo ha dato poco firmato il decreto che assegna 40 milioni di euro ai gestori dell’identità digitale (Identity Provider – IdP) dello SPID, una misura che ha lo scopo di riconoscere l’impegno dei provider nel garantire un servizio essenziale per cittadini e imprese. Questo intervento però come si legge nel comunicato diramato dal dipartimento per la trasformazione digitale si inserisce in un quadro ben più ampio di evoluzione dell’indentità digitale in Italia, che punta ad una ulteriore trasformazione. Sebbene lo Spid attualmente usato per moltissimi accessi, INPS, Agenzia delle entrate etc, resterà in vigore certamente per tutto il 2025, é possibile che si andrà verso l’addio dello stesso e la sua sostituzione con la Carta d’Identità Elettronica (CIE), ormai diffusa su larga scala, o ancor più verso l’IT Wallet. Questo passaggio potrebbe però comportare delle lamentele e delle difficoltà consistenti per milioni di italiani che oggi utilizzano lo SPID e sono stati costretti a registrarsi e a pagare per averlo, e chiaramente per i pensionandi/pensionati che per accedere al portale INPS oggi ne fanno largo uso, dopo aver imparato ad usarlo con non poche difficoltà. Quindi questo passaggio, che avverrà gradualmente, ma verso cui il Governo parrebbe propendere cosa comporterà per quanti usano lo SPID per accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione? Iniziamo col riportare il comunicato stampa diffuso in data 5 marzo dal dipartimento per la trasformazione digitale, ove si leggono altresì le dichiarazioni del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti
SPID stanziamento di 40 milioni di euro, parla Butti
“Questo intervento si inserisce in un quadro più ampio di evoluzione dell’identità digitale in Italia, che ha visto CIE superare i 50 milioni di emissioni complessive e il grande successo della prima versione di IT Wallet su AppIO, dove quasi 4.5 milioni di italiani hanno già caricato oltre 7.4 milioni di documenti. Strumenti sempre più centrali nell’accesso ai servizi digitali pubblici, che hanno permesso all’Italia di centrare l’obiettivo PNRR sull’identità digitale con due anni d’anticipo.
Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti, ha sottolineato l’importanza di questa misura: “abbiamo ascoltato e recepito le istanze dei gestori SPID, rimaste inascoltate per anni dai governi precedenti. Con questo decreto, riconosciamo il valore dello sforzo fatto dai privati per sviluppare e gestire un’infrastruttura essenziale per milioni di cittadini. Il nostro obiettivo è rafforzare il sistema di identità digitale in un’ottica di efficienza e interoperabilità, garantendo continuità e sostenibilità agli operatori del settore.”
L’assegnazione dei 40 milioni di euro ai provider SPID rappresenta un ulteriore tassello nella strategia del Governo per consolidare un’identità digitale moderna, sicura e accessibile a tutti.
“Il potenziamento dell’identità digitale è una delle grandi sfide dell’Italia digitale. I numeri di CIE e IT Wallet dimostrano che siamo sulla strada giusta. Questo Governo ha scelto di investire nel futuro, garantendo un ecosistema digitale solido per cittadini, PA e imprese”, ha aggiunto Butti“.
Da SPID a CIE o IT Wallet?
Sono diversi i titoli di giornali che fanno intendere questo passaggio, dandone connotazione diversa, alcuni vedono il passaggio come negativo, altri come assolutamente positivo, per chi avesse piacere di seguito oltre ai titoli una carrellata di articoli, con link di riferimento sui rispettivi titoli, che ben permettono di chiarire i differenti punti di vista. Si va dagli ottimisti, che vedono il passaggio come una sorta di panacea visto che nell’IT Wallet ci saranno tutti i documenti in formato digitale, ai pessimisti che, invece, credono questo passaggio creererà non poca confusione tra i cittadini, specie i più anziani, ormai abituati, dopo anni di obbligo ed insistenze, ad usare lo SPID: “Addio SPID nel 2026? Cosa cambia per l’identità digitale”, ” Identità digitale: diremo finalmente addio allo Spid? “, “Addio Spid, l’identità digitale cambia: quando avverrà il passaggio”, “Addio SPID nel 2026? Come lo spiegheremo agli italiani?”
La CIE, la carte di identità elettronica verso cui parrebbe propendere l’esecutivo, sebbene non avrebbe alcun costo, rispetto allo SPID, risulta troppo difficile da utilizzare in quanto occorrerebbe un PIN o PUK e soprattutto un apposito lettore o uno smartphone dotato di interfaccia NFC per accedere ai servizi delle Pubbliche Amministrazioni, che chiaramente non tutti hanno e metterebbe in difficoltà specie i più anziani o i meno avvezzi alla tecnologia. Ma in Europa si sta già cercando di ovviare al problema con il Digital Indentity Wallet, IT Wallet non è soltanto un altro sistema di identità digitale, come si precisa in più portali, si tratta di un portafoglio elettronico che potrà contenere molti documenti, trasformandoli da cartacei a digitali. Quindi, Carta d’identità, tessera sanitaria, patente di guida, tessera elettorale e passaporto passeranno dalle tasche agli smartphone dei cittadini.
L’Italia dovrà, e questo è certo, adeguarsi agli standard comuni per garantire un quadro normativo a livello europeo e modalità di accesso online più sicure, semplici e veloci, pare dunque che il passaggio sia pressoché obbligato.
Voi cosa ne pensate? Credete che l’abbandono dello SPID per le persone più anziane possa creare dei problemi o ritenete che il nuovo sistema, IT Wallet, potrebbe in realtà avvantaggiare gli aspetti burocratici, croce generalmente degli italiani?
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Secondo il Dipartimento per la Trasformazione Digitale, il passaggio da SPID a CIE sarebbe giustificato dall’ottimizzazione dei costi e dall’efficienza operativa. Attualmente, sono 40 milioni le identità SPID attive, mentre le CIE emesse hanno raggiunto quota 51 milioni. Inoltre, il governo punta a sviluppare IT Wallet, un portafoglio digitale integrato nell’app IO, che dal 2026 dovrebbe allinearsi agli standard europei dell’identità digitale.
Addio SPID nel 2026, le criticità della transizione: come lo spiegheremo agli italiani?
“Hai pagato per SPID? Ecco cosa potrebbe accadere nel 2026”
Uno dei problemi più grandi della transizione riguarda la comunicazione con i cittadini. Molti utenti hanno pagato per ottenere o mantenere attivo il proprio SPID, affrontando non poche difficoltà nell’adozione del sistema. Il passaggio forzato alla CIE rischia di generare confusione e malcontento, soprattutto per coloro che si sono adattati da poco al servizio. Inoltre, piattaforme come INPS e Agenzia delle Entrate hanno reso SPID praticamente obbligatorio, rendendo difficile un cambiamento repentino senza un piano di accompagnamento adeguato.
Esperienza utente e difficoltà tecniche
“SPID addio, ma la CIE sarà davvero più semplice?”
A differenza di SPID, che permette l’accesso con una semplice username e password, l’uso della CIE richiede un lettore NFC o uno smartphone compatibile. Questo potrebbe rappresentare un ostacolo per chi non ha dispositivi adeguati o per chi non è particolarmente esperto di tecnologia.
Inoltre, mentre con SPID si può accedere a servizi digitali ovunque, la CIE necessita di strumenti specifici per l’autenticazione. Questa differenza potrebbe generare nuove difficoltà, in particolare per le fasce meno digitalizzate della popolazione.
Sicurezza e affidabilità della CIE rispetto a SPID
“SPID vs CIE: quale sistema garantisce più sicurezza?”
Uno degli aspetti cruciali della transizione riguarda la sicurezza dei dati e l’affidabilità dei sistemi. SPID è stato sviluppato con standard elevati di protezione, garantendo l’accesso ai servizi pubblici con un sistema di autenticazione a due fattori.
La CIE, pur essendo un documento fisico con microchip, dovrà dimostrare di essere altrettanto sicura nel contesto digitale. Inoltre, rimane da chiarire come verranno gestite eventuali problematiche come il furto o lo smarrimento del documento e il conseguente blocco dell’identità digitale.
Piano di transizione del governo
“SPID sparirà: ecco come avverrà il passaggio alla CIE”
Uno degli interrogativi più pressanti riguarda come verrà gestita la transizione. Il governo ha previsto un periodo di sovrapposizione tra SPID e CIE? Gli utenti riceveranno istruzioni dettagliate su come effettuare il passaggio? Saranno previsti incentivi o agevolazioni per chi dovrà attivare la CIE?
Al momento, non esistono linee guida chiare su queste questioni. Una mancata pianificazione rischia di creare disagi, soprattutto per chi ha già investito tempo e denaro nell’adozione di SPID. La comunicazione sarà un elemento chiave per garantire una transizione fluida e senza intoppi.
Numeri a confronto: SPID, CIE e il futuro digitale
“40 milioni di SPID vs 51 milioni di CIE: quale sarà il futuro dell’identità digitale?”
L’adozione di SPID ha richiesto anni di campagne di sensibilizzazione, con una crescita costante dal 2016 a oggi. La CIE, invece, essendo un documento fisico, ha avuto una diffusione più naturale grazie alla sua necessità per l’identificazione personale. Nel 2026, con l’arrivo del portafoglio digitale europeo, il governo mira a rendere la CIE l’unico strumento ufficiale per l’identità digitale, eliminando di fatto SPID.
Cosa succederà dopo il 2026?
“SPID scompare? Ecco cosa fare per prepararti al cambiamento”
Ad oggi, il decreto firmato dal governo garantisce la sopravvivenza di SPID solo fino al 2025, ma senza ulteriori stanziamenti, il sistema potrebbe essere dismesso. Il Sottosegretario Alessio Butti ha confermato che la strategia punta su un’identità digitale più efficiente e interoperabile, sostenuta interamente dallo Stato. Ciò significa che gli italiani dovranno presto abituarsi a usare la CIE e IT Wallet per accedere ai servizi pubblici online.
Conclusione
L’addio a SPID potrebbe segnare una svolta nell’identità digitale italiana, ma anche creare difficoltà per chi si è adattato con fatica al sistema. Il passaggio alla CIE e a IT Wallet sarà inevitabile, ma richiederà una strategia di comunicazione chiara ed efficace. Sarà interessante vedere come il governo gestirà questa transizione, cercando di non lasciare indietro nessun cittadino.
di peggio a molto peggio; già adesso è complicato, figuriamoci nel futuro; poveri noi, in che mani siamo; saluti ai gestori del sito