Il tema delle pensioni torna prepotentemente nell’agenda politica e in questi giorni in molti hanno parlato di cosa potrebbe succedere una volta scaduta quota 100 e di cosa fare per evitare lo spettro della Legge Fornero che porterebbe un nuovo scalone di cinque anni per l’uscita dal mondo del lavoro. Vediamo allora tutte le ultime notizie di oggi 22 settembre con le parole degli esponenti politici.
Ultime novità Riforma Pensioni 2022 : Le parole di Rixi su quota 100
Durante la trasmissione Coffee Break su La 7 è intervenuto a proposito della riforma delle pensioni 2022 il deputato della Lega Edoardo Rixi, ecco le sue parole: “Non è possibile tornare alla riforma Fornero perché vorrebbe dire che chi non è andato in pensione entro il 30 dicembre rischia dall’anno prossimo di andarci cinque anni dopo e quindi si lascerebbe un buco inaccettabile. Sul ricambio generazionale nel pubblico, i Comuni sono tornati a fare le assunzioni soprattutto tra i giovani. L’età nei concorsi non era molto bassa perché non si facevano da dieci anni”.
Rixi ha poi aggiunto a proposito del turnover Generazionale e delle pensioni: “E’ fondamentale svecchiare la macchina pubblica per ottenere efficienza. Il fattore umano è più forte quando c’è una spinta alla carriera. Nella pubblica amministrazione se non si liberano i posti non può entrare nessuno. Noi abbiamo uno dei tassi più alti nell’esercito rispetto ad altri paesi della Nato. Trasferendo le funzioni come fanno altri paesi si svecchia la macchina. Anche perché quando si va in pensione con 38-40 anni di contributo non è che siamo di fronte a un baby pensionato”.
Riforma Pensioni ultime oggi 22 settembre 2021: Revelli contro la Legge Fornero
Parere simile sulla necessità di cambiare la legge Fornero al più presto anche da parte del Politologo e giornalista Marco Revelli, da sempre sostenitore del centrosinistra e non certo della Lega: “La legge Fornero va cambiata perché era segnata da due grosse ingiustizie. La prima era tenere scarsissimo conto dei lavori usuranti, con una platea minima rispetto alla realtà. Chi fa un lavoro che segna il fisico è scandaloso che debba lavorare fino a 67 anni e non è utile nemmeno alle imprese avere persone fisicamente logorate. La seconda ingiustizia erano gli esodati“.
Revelli però non vorrebbe mantenere quota 100 e spiega: “Non sono sicuro che Quota 100 sia uno strumento idoneo perché è poco flessibile. A sua volta crea un problema simile alla legge Fornero, che aveva creato gli esodati. Si deve intervenire con uno strumento flessibile che tenga conto di diversi gruppi”.
Secondo voi quale sarebbe la soluzione giusta, equa e sostenibile dalle casse dello stato per permettere ai lavoratori di andare in pensione in anticipo rispetto ai requisiti della legge Fornero? Fatecelo sapere nei commenti sul sito, qui sotto l’articolo. Vi aspettiamo!
La nomino consulente del Governo OTTIME SOLUZIONI
41 anni di contributi per gli uomini e 40 per le donne (che hanno avuto 1 o più figli) ritengo siano un buon periodo di contribuzione per la pensione.
Buongiorno, sono un lavoratore dipendente in una azienda chimica, ho 57 anni e ho maturato 42 anni di contributi il 1 di Aprile di quest’anno. Spero che non si inventano qualche “bastardata” visto che si parla solamente di il dopo quota cento, Rita, Ape ecc… Voi che ne pensate?
Grazie.
Buongiorno
Penso che Lei abbia ragione, almeno nel caso pensino di fare qualche scherzetto addirittura sulla anticipata attuale prevista valida fino al 2026; obiettivo rimasto, al momento, per una persona che ha maturato 42 anni di versamenti e vanta una età anagrafica giovane.
Gente più esperta di me ritiene non succederà, però … mai dire gatto fino a che non lo hai nel sacco.
Saluti e auguri
Buongiorno a tutti, questa quota 100 è poco flessibile perché non doveva essere concepita in questo modo,la vera quota 100 per essere flessibile doveva essere senza paletti , ovvero somma anagrafica e contributi maturati dava come numero 100, ma non vogliono.
38 anni di contributi e minimo 62 di età è la cosa piu’ giusta da fare: fatevi due conti e la smettessero di dire che non ci sono i soldi per noi, per loro non hanno limite a prendersi benefici e stipendi oceanici.
Flessibilità per tutti! Chi fa lavoro usurante senza penalizzazione per quelli che invece fanno un lavoro non usurante con congrue penalizzazioni, ognuno deciderà secondo il suo stato esistenziale! W LA LIBERTA’
Alea iacta est!!! Les jeux sont fait!!! E’ tutto deciso, ma già lo sapevamo. Qualche categoria in più tra i gravosi e poi le solite scuse. Non facciamoci illusioni, inutile discutere, fra poco tornerà la Fornero e l’allungamento dell’aspettativa di vita. Funziona come la benzina, diminuisce al barile e non ce ne accorgiamo, aumenta il barile e aumenta subito alla pompa…..Potremmo morire tutti per pandemie, ne restassero solo 10, non gli darebbero mai quota 41. Governo e sindacati sono pappa e ciccia. D’altro canto abbiamo un banchiere a fare il primo ministro, Conte che faceva qualcosa è stato prontamente cacciato! I sindacati invece lottano per dare gratis il tampone a coloro che avendo come bibbia i social, non hanno ancora capito che bisogna vaccinarsi. Siamo vittime di ladroni!
Dagli amici mi guardi Iddio che dai memici mi guardo io…
é importante che in Italia i cardiopatici continuino a lavorare fino alla morte come avviene spesso ! così lo stato guadagna e chi Ha fatto le leggi per la pensione sono Soddisfatti !!
Andare in pensione dai 62/64. Concordo con il progetto di Tridico, che mi sembra il più accettabile dalla corte dei conti, all’età di 67 anni la quota pensionistica intera.
Opzione donna estesa ai maschi. Libertà di scelta se andare in pensione con calcolo contributivo pieno. Non costa niente nel lungo periodo!
opzione donna cancellatela completamente a queste condizioni disumane.
per lavorare siamo come gli uomini ,alla pensione , danno quattro soldi, e’ una vergogna dopo anni di sacrifici sia familiare che lavorativo.
l’unico paese che non considera le donne madri nel mondo del lavoro.
una giovane donna se ha avuto la fortuna di lavorare non ci pensa neanche a crearsi una famiglia, lo stato non le da’ l’opportunita’. complimenti a questi che ci governano
non esistono solo i lavori usuranti, i dirigenti sia nel pubblico che nel privato sono tutti usurati e logorati, al di la’ dei turni, il massimo di eta’ dovrebbe essere 65 anni.
Giusto anticipare i lavoratori che svolgono mansioni gravose, peccato che nessuno parli di anticipo pensionistico a coloro che sono dichiarati lavoratori fragili ed invalidi con una percentuale superiore al 50%.
Senza fare voli pindarici su quali siano i “lavori gravosi” mi pare che le donne siano comunque sempre penalizzate.
Nel corso della nostra vita sin da giovani dobbiamo far conciliare lavoro con maternità e famiglia
Quando si diventa “diversamente giovani” e i figli sono cresciuti, ci sono i genitori da accudire che diventano i nuovi figli e…tutto questo sempre lavorando dentro e fuori casa.
Mi chiedo, cosa si aspetta a pensare ad una politica pensionistica che prenda in considerazione questi aspetti.
La pensione è un diritto di tutti i lavoratori! fatto questa premessa esprimo il mio pensiero in merito:andare in pensione deve essere una scelta libera del lavoratore, ma bisogna avere delle regole di base, quindi si può accedere al pensionamento all’età di 62 anni con un minimo di 30 anni di contributi senza nessuna penalizzazione da parte del lavoratore, ciò consentirebbe realmente un ricambio generazionale dando la possibilità ai giovani di entrare nel mondo del lavoro, dando alle aziende e alla pubblica amministrazione risorse umane più motivate. Una seconda ipotesi potrebbe essere un uscita soft con riduzione dell’orario di lavoro del 50% mantenendo lo stesso stipendio per gli ultimi 4-5 anni di lavoro. In conclusione diciamoci la verità raggiunti i 62-63 anni la gente è stanca e demotivata meglio mandarli in pensione!
Buongiorno ho 30 anni di contributi con 63 anni di età, lavoro nella sanità, sono trapiantato di fegato,sono molto stanco di fare il pendolare ,per quello che la vita oggi non da nessun spiraglio .diamo spazio al ricambio generazionale. Spero molto che si vada prima in pensione.
Grazie Giancarlo
40/41 più che sufficenti per tutti
41 per tutti ,senza limiti di età e senza penalità, abbiamo dato
Uscita flessibile x tutte le donne( lavoro fuori e dentro casa)dai 64 anni con un minimo di 33 anni di contribuzione ..chi ha più anni di contribuzione prenderà di più.. ma date la possibilità di uscita a un età in cui si ha ormai molto poco da dare al lavoro .. Non stiamo parlando di baby pensioni .
Dicono che quota 41 senza limiti di età sarebbe troppo. Ma mediamente inizi a lavorare a 20 anni, quindi per raggiungere quota 41 ne devi avere almeno 61.Quindi quota 102
L’aspettativa di vita non e’ uguale per tutti..! Ho 60 anni. 35 di contributi. Sono in attesa della riconferma di opzione donna. Sono diabetica di tipo 1. Faccio insulina. La mia aspettativa di vita non e’ uguale a quella di una persona “sana”.
Non credo che il governo accetti 41 per tutti, a patto che si abbiano i requisiti richiesti (lavori gravosi, legge 104 ecc.. Per la pensione anticipata penso che lasciare l’attuale 42 anni e 10 mesi (uomini) e 41 anni e 10 mesi (donne) con qualsiasi etá sarebbe giusto.
Grazie.
Come si fa a dare un futuro ai giovani se manteniamo un lavoratore sino a 70anni?aspettiamo che i primi raggiungano la maggiore età (50 anni) per assumerli? Certamente avremo una forza lavoro con una “certa” esperienza!!! Ma mi domando con quanta motivazione???
Ho 61 anni 42 di contributi quale riforma devo aspettare io la pensione me la merito
Come si fa a dare un futuro ai giovani se manteniamo al lavoro sino a 70 anni? Aspettiamo che i primi compiano la maggiore età (50 anni) per assumerli? Avremo certamente una forza lavoro con una “certa” esperienza!!! Ma con quanta motivazione?
Vanno bene: Pensioni anticipate con 41 anni di contributi con sistema misto (non solo contributivo come previsto dal Del Durigon) oppure è meglio la Fornero anticipata. Devono assumere giovani perché sono più svegli, più preparati, più veloci nell’apprendere compiti nuovi. I lavoratori anziani (dopo i 62 anni) non rendono sia nel privato che nel pubblico. Lavori usuranti lo sono tutti i lavori, dopo i 60 anni c’è un decadimento fisico e mentale che i politici/politologi dovrebbero considerare maggiormente senza contrapporre categorie di lavoratori le une alle altre.
Le casse dello stato devono reperire fondi non sottraendoli ai lavoratori che hanno già versato 41, 42 o 43 anni di contributi, decurtando le loro pensioni del 30-40%, questo io lo chiamo FURTO non equità.
Non se ne può più di questi politici che non sanno far di conto !!! Se tu mi metti un’età minima per l’accesso alla pensione, accadrà sempre che qualcuno dovrà lavorare anni in più di altri. Possibile che non ci arrivino ? Ma avranno pure dei figli o nipoti alle elementari che glielo possono spiegare ? Anche nei lavori gravosi succederà la stessa cosa. Se metti la quota 63-36 e questi sono i paletti che si devono raggiungere, sarà normale che alcuni la centreranno in pieno e altri che raggiungeranno i fatidici 63 anni ma magari con 41 anni di lavoro. Possibile questa differenza di 5 anni in più obbligatoriamente, tra due lavoratori che sono nello stesso posto di lavoro e con la stessa mansione ? Ma allora, quella mansione è gravosa o no ? Se è gravosa, perchè devo fare 5 anni in più del collega che ci è andato con 36 ? Roba da pazzi !!!! Allora la gravosità del lavoro non si misura sulla fatica, sulla pericolosità, sul fisico consumato !!! No ! Si misura sull’età. Se hai 63-36 sei consumato, ma se hai 62 anni e 41 anni di lavoro sei fresco come una rosa. Davvero incredibile, inconcepibile, indecente. Non ho più parole. Che schifo.
Massimo 61 anni di età e 41 di contributi… sono in totale 2 anni in più di quota 100 , non si può chiedere di più
la pace contributiva sia anche per i periodi del retributivo ante 1996 se comprovati , mi pare il minimo per essere equi
Dovrebbero essere aiutate le donne ad uscire dal mondo del lavoro, chi poi vuole rimanere dentro fino ai 41 e 10 mesi ben venga, ma le altre lasciamo si godano qualche anno in salute e pace.
40 anni di contributi versati e 62 anni di età, non basterebbero per godersi un po’ la pensione? A 62 anni di età penso che sarebbe anche giusto riposarsi e godersi la propria famiglia, i propri nipoti. Per i lavoratori che x 40 anni hanno fatto lavori “ PESANTI”, li vogliamo fare “ morire “ sul posto di lavoro? Se non c’è svecchiamento, i giovani a che età devono iniziare a lavorare? Per loro a che età prenderebbero la pensione, sempre che ci riuscirebbero. RIFLETTERE, RIFLETTERE, RIFLETTERE
quale la soluzione? ce ne sarebbero tante; dicono che quota 100 non si può tenere; per 3 anni l’hanno tenuta; potrebbe essere 101-102 ma se si aumenta l’età a 63 anni noi del 1960 , già inculati quest’anno, veniamo 2 volte inculati; poi c’è la proposta tridico: a 63 anni con il contributivo e a 67 anni il retributivo; bel numero 63 e così noi del 1960 triplamente inculati; e allora? quest’anno è il nostro turno; qualsiasi soluzione che non preveda uscita di noi del 1960 è una semplice PORCATA; io comunque me ne vado con la RITA; ma non è giusto dovermi erodere una pensione integrativa con oltre 40 anni di contributi .
Secondo me la soluzione potrebbe essere, semplicemente, una ‘vera’ Quota 100, a partire dai 58 anni.
Quindi:
58 anni + 42 di contributi
59 anni + 41 di contributi
60 anni + 40 di contributi
61 anni + 39 di contributi
62 anni + 38 di contributi
63 anni + 37 di contributi
64 anni + 36 di contributi… eccetera
Perché i lavoratori della ristorazione non sono stati inseriti nella lista dei lavori usuranti o gravosi ? Visto che è un lavoro pesante.
Per chi dice 41 anni, io non sono d’accordo. Se inizio a lavorare a 30 anni di età , ti tocca poi andare in pensione a 71 anni ( se sei ancora vivo!!).
meglio una quota 101 (38 + 63 ) o anche 102 ( 39 +63).
Entrambe in abbinata libertà di scelta mi sembra equa
Per chi ha versamenti contributivi prima del 1996 fisserei a 62 anni di età il limite anagrafico con flessibilità di anni di contributi versati da 35 anni in su.
Per chi ha meno di 62 anni e contributi versati maggiori di 40 anni in pensione da subito.
Per i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1996 limite età 64 anni e contributi versati da 30 anni in su.
Questa favola che non ci sono soldi deve finire. Se ho versato, devo avere e dopo 41 anni ancor di più. Quando sono entrato potevo andare con 35 anni, ora mi dite che non bastano 41? Siete degli ipocriti e incapaci e in malafede.
Raga, ma vogliamo capirla che questa storia dei lavori gravosi è l’ ennesima presa per i fondelli ? ma avete visto le mansioni considerate ? Sono pagliacciate ! Ma come si fà determinare seduti in una commisione ? Avranno considerato almeno le denuncie d’ infortunio INAIL ? E poi basta con la storia che non ci sono i soldi! Chiuque ha fatto un pò di relazioni sà benissimo che i dati li manipoli come vuoi. Ci dicono come arrivano ai numeri della previdenza che precedono? Moltiplicando gli attuali 41nisti per gli anni di aspettativa di vita ? Ma questi sono numeri del lotto. Sempre parlando dei lavori gravosi non si capisce che vogliono fare. La pensione deve essere un importo in base ai contributi versati e alla loro rivalutazione (come i soldi che si danno all’ assicurazione). Anche la parte lavoratori gravisi NON è previdenza, ma da considerare come assistenza che deve “pesare” sulla fiscalità generale. Ci raccontano solo un sacco di balle!
41 anni di lavoro devono bastare, tanto nessuno più potrà lavorare tanto con il mercato del lavoro attuale; poi si decide un’ età appena superiore ai 60 con un minimo di contributi per la pensione. Chi non ha versato almeno 20 anni di contributi dovà pesare sulla fiscalità generale con una pensione che gli permette di vivere. Tutto il resto sono fandonie.
Dopo il compimento dei 62/63 anni anche il lavoro da impiegato diventa gravoso quindi a quell’età il lavoratore dovrebbe poter andare in pensione senza penalità
Per me, non è la questione è più complessa. Si potrebbe andare in pensione a 65 anni anche con 35/37 anni di contributi. Bisogna tener conto che le donne siamo penalizzati con quota 100 e altro.
Se una donna ha lavorato in modo discontinuo, è perchè doveva crescere i figli e non poteva permettersi un aiuto. Spesso si era costretti a lasciare il lavoro, oppure se lo cercavi eri scartata perchè avevi i figli da gestire. Certo chi aveva il posto fisso, tra maternità e assenze x malattie, ha accumulato lo stesso i contributi. Chi ha trovato lavoro solo dopo aver cresciuto i figli, non arriverà neanhe a 70 anni ad avere 40 anni di contributi. Quindi sarebbe giusti abbonare un anno per ogni figlio.
Arrivati a 64/65 anni si è stanchi,. Noi donne facciamo il doppio lavoro. Figli, Casa e lavoro,
Un tempo si andava in pensione con 40 di contributi e 60 anni di età io ho 40 anni di contributi e 61 anni di età 62 a gennaio e no ho potuto usufruire di quota 100 ….. assurdo
Come già detto, anche io ritengo che dopo 41 anni di lavoro sia sacrosanto accedere alla pensione, purtroppo dagli ultimi rumors sulla questione pare che si allargherà la platea dei beneficiari a lavori ritenuti usuranti mentre non si terrà più conto dei versamenti pagati per tutti gli altri; perciò, chi non rientrerà nelle nuove categorie dovrà come minimo aspettare la pensione anticipata secondo Fornero (42 anni e 10 mesi). Il dubbio che si cerchi di fare come sempre propaganda, pubblicizzando con scopo elettorale il raggiungimento di mirabolanti accordi che nel concreto raggiungeranno il minor possibile di utenti co il massimo del risparmio a discapito di tutti gli altri. Com’e che quota 41 così tanto acclamata è sparita dai radar? Eppure con quota 100 pare sia stati risparmiati 7 miliardi, non possono essere usati allo scopo?
41 anni di contributi (oltretutto pagato alcuni anni per il conteggio totale) mi sembrano più che sufficienti , se vogliamo anche andare incontro alle donne che hanno avuto figli con uno sconto non sarebbe niente male
40 o 41 per tutti o volete che la gente crepi lavorando???….senza parlare si un papà vedovo con figli piccoli che lavora da quasi 40 lasciatelo invecchiare in pace…
Sono d’accordo con l’ultimo argomento 62 di età e 20 anni di contributi.
Ai lavoratori gravosi 35 anni e 62anni.
Ai lavoratori usuranti 35 anni dovrebbero bastare.
62 anni o 40 di contributi minimo 20 anni
40 ANNI DI CONTRIBUTI PER CHI LI HA POTREBBE ESSERE LA SOLUZIONE , O 63 CON ALMENO 36\37\ ANNI DI CONTRIBUTI UNA SOLUZIONE LINEARE CHE RISPETTA SOPRATTUTTO CHI HA LAVORATO PER 40 ANNI
A 62anni poter scegliere di continuare o proseguire
Lavori usuranti e casi limite a parte, direi che 40 anni minimo di contributi e 62 anni minimi di età sarebbe un’opzione accettabile.
A tutti quelli che continuano a sostenere che quota 41 a qualsiasi età sarebbe troppo gravoso per la cassa del INPS, volevo solo ricordare che se ci vado con 42 e 10 mesi, forse ma dico forse,
Sarei ANCOR PIU’ GRAVOSO, o sbaglio?
Per fortuna che siamo in mano a gente veramente competente…. meditate, meditate
41 anni di contributi sono più che sufficienti magari con 61 – 62 anni di età minima
Se poi non ci sono i soldi, come qualcuno dice sarebbe da rivedere il reddito di cittadinanza
che in fin dei conti viene dato a chi non ha versato niente
Presidente subito … il RdC è peggio delle baby pensioni Si lamentano degli errori fatti dai precedenti Governi … ma con il RdC a scapito dei futuri pensionati hanno fatto anche peggio.
Credo che aver lavorato e versato contributi allo Stato per 40 anni ( come era fino a qualche anno fa ) sia più che sufficiente per andare in pensione.
Comunque io mi acconteterei anche di 41 anni di contributi per tutti indipendentemente dall’età.
Vi sembra poco aver lavorato per 41 anni ininterrottamente ??????
Commentare all’infinito .. non costa nulla ..
Nel mondo reale invece .. I DIRITTI PERSI (scippati) non si riconquistano – purtroppo – recitando la poesia di Natale ..
Ad ogni buon conto, il popolo: CITTADINI – LAVORATORI – PENSIONANDI ecc. .. senza un REFERENDUM (abrogativo) non andra’ da nessuna parte!!
Resta comunque il fatto che (probabilmente) in EU si staranno chiedendo perche’ i lavoratori italiani vogliono/vorrebbero cambiare il “menu'” di un pranzo “inpiattato” un decennio fa …
63 anni di eta’ con minimo 20 anni di contributi per tutti.
Non capisco l’affermazione su “Quota 100” di Revelli: “A sua volta crea un problema simile alla legge Fornero, che aveva creato gli esodati” ,,,,cosa ?!? da quando ci sono “esodati” per la Quota 100 ???
Ma vogliamo lasciare un elemento di flessibilità come la Quota 100 senza trascurare le altre…Opzione Donna, APE allargata, lavori precoci, ecc. ? E non mi dite che non ci sono le risorse… un po’ di onestà intellettuale!
Dopo 41 anni di fabbrica penso che sia giunto il momento della pensione.
Non siamo mica deputati o senatori seduti alle poltrone
Chi contribuisce alle casse dell’Inps per 40/41 anni ha già dato tanto, non si può pensare di caricare il peso contributi sempre sugli stessi disgraziati. Farci lavorare per 43 anni e passa é disumano oltre che ingiusto e iniquo.
Siamo il paese dei baby pensionati, delle pensioni d’oro che non trovano alcuna giustificazione contributiva, dei privilegi per alcune categorie di lavoratori che si vedono regalare anni di prepensionamento, di politici che hanno contribuito per un quarto degli anni che impongo a noi. Oltre naturalmente ad essere il paese dei grandi sprechi di denaro pubblico.
Come si può avere fiducia nello Stato e nelle istituzioni di fronte a tutto questo?
PROROGATE OPZIONE DONNA ALMENO PER IL 2022, VISTO CHE LA QUOTA 100 MUORE
È una teoria che porto avanti da oltre 20 anni. Incontro governo e parti sociali con studio dei lavori usuranti. Stilare una graduatoria con bonus diversificati in base al tipo di lavoro usurante. I bonus si cumulano anno per anno, creando un tesoretto personale da spendere per ridurre l’età pensionabile. Si parte però da un età pensionabile uguale per tutti. I bonus potrebbero essere cumulati automaticamente dall’inps, mettendo un codice o un numero in una apposita casella sulle denunce mensili contributive(uniemens). Chiaramente l’inps dovrà fare a campione controlli onde evitare frodi. Saluti a tutti
Giovanni ex dipendente inps
Soluzione? Penalizzazione del 3% (o simile, basta fare due calcoli attuariali) per ogni anno di anticipo rispetto alla Fornero (preciso rispetto alla anticipata Fornero, non alla vecchiaia che sono altri anni sul groppone). SE la pensione cosi decurtata mi basta ci vado, altrimenti continuo. Per gli usuranti (veri non quella presunta lista che circola in questi giorni, altrimenti io posso garantire che lavorare in ufficio con capi e colleghi idioti – PER ANNI – è usurante oltre che deprimente) e precoci no alla penalizzazione ed introduzione di un max 40 anni di contributi. Non dovrebbe essere cosi difficile…
1- Quota 41 solo al raggiungimento dei 62 anni;
Ricordo che sono comunque 3 anni in più rispetto ai 38 anni richiesti attualmente fino al 31/12/2021. Praticamente una Quota 103 ! Se è vero che tutti vogliono evitare lo scalone dei 5 anni e tenere in considerazione l’aspettativa di vita che secondo gli ultimi dati Istat si è abbassata di un anno e mezzo.. questa è la soluzione sostenibile più seria !
2 – Eliminazione delle finestre;
3 – Abbassamento a 42 anni e non a 42 e 10 mesi per l’uscita anticipata (41 per le donne);
Occorre mandare in pensione le persone dopo i 62 anni di età perché dopo i 60 anni qualsiasi lavoro è gravoso. Anche chi va in udienza e verbalizza 8/ 10 ore di seguito dopo i 60 anni non può reggere tale peso ed essere in servizio occupando un posto di lavoro che potrebbe ben essere occupato da un giovane è un dispendio di soldi che potrebbero essere impegnati per remunerare gente giovane.
Buongiorno a tutti!
con 41 anni di contributi onestamente ( e obbligati a versarli ) sono più che sufficiente.
1) lasciamo i posti ai giovani stanno scappando all’estero ( non vi accorgete?) l’Italia si sta svuotando
2) abbassate le pensioni ai politici
grazie
La prospettiva dei lavori usuranti che verrà aggiunta a quelli in oggi gia presenti, ennesima presa per il culo a tutti i lavoratori che non rientrano in essi ma questi a decidere cevello 0 assoluto chi pensano che siamo ??? non aggiungo altro…………………….
bidelli; saldatori; tassisti; falegnami; conducenti di autobus e tranvieri; benzinai; macellai;
panettieri; insegnanti di scuole elementari; commessi e cassieri; operatori sanitari qualificati; magazzinieri; portantini; forestali; verniciatori industriali.
A 62 anni libero di scegliere di andare in pensione con un minimo di 38 anni di contributi. Ovviamente senza penalizzazioni.
Ma se uno decide di andare in pensione si va in pensione e basta, non si può diventare consulenti o altro prendendo la partita Iva.
Tutte baggianate rimarrà la fornero e qualche scorciatoia per pochi.
È non prendete per i fondelli quelli che continuano a pagarvi gli stipendi.
Secondo me potrebbe anche andar bene i 63 anni con 35 di contributi per la anticipata. Ho letto nei giorni scorsi che questa era una ipotesi che stavano prendendo in considerazione….
Dopo 62 anni e oltre 40 anni continuativi di lavoro, è giusto che si vada in pensione. Per tutte le categorie (soprattutto per chi svolge lavori assai usuranti) è giusto andare in quiescenza a 62 anni di età o, con 40/41 anni di contributi.
per me un uscita dal lavoro a 64 anni e almeno 30 di contributi sarebbe la misura piu giusta
41 anni di contributi versati, senza distinzione di sesso o lavoro, per rendere equivalenti e semplici le regole per tutti, assicurando giustizia ed equità
Pensioni per tutti o per pochi?
Il Governo ci sta prendendo in giro: Ape sociale a 63 anni per i lavori gravosi come i BIDELLI è una barzelletta con un importo massimo di 1.500 euri lordi che a netto verrebbe circa 1.100. Facciamo barricate al più presto come i Francesi che hanno ottenuto la pensione a 62 anni con un aumento del 30%.
Non vogliamo l’ape sociale restituiteci tutti i contributi versati perchè rifiutiamo di andare in pensione a queste condizioni. Ed i sindacati che fine hanno fatto? Sono stati bloccati? mancano due mesi ed è tutto silente. Ci sono tante idee ma quella del governo è una sola: Non vi vogliamo mandare in pensione. Allora avremo i giovani e i disoccupati fermi e gli anziani al lavoro. L’Inps ci ha guadagnato con i tanti morti di covid. Ma questi governanti sono esperti di pensioni? NO.
Si potrebbe andare con quota 102: 62 anni di età e 40 anni di contributi. Con soli 41 anni di contributi che sono tanti: provate a contare da 1 a 41 e vedrete che non arriverete alla fine. Provate. Ma il Governo invece vorrebbe la nostra fine non appena percepiremo la pensione. Non si capisce perchè sono contro i cittadini che tra l’altro li votano.
Recuperate i soldi dal reddito di cittadinanza (tra sfaticati e delinquenti) Recuperate i soldi dai tanti parlamentari che stranamente non sono stati piu’ ridotti di numero. Recuperate i soldi dai tanti imprenditori ed artigiani che guadagnano milioni in nero. E forse sarà meglio trasferirci in Francia per goderci prima la pensione. Viva la Libertè, egalitè ,fraternitè, ciò che manca all’ Italia.
Penso che 41 anni di contributi sia giusti x tutti,ma soprattutto sono troppi x le donne e i lavori usuranti e gravosi
Penso che 41 anni di lavoro siano sufficienti per andare in pensione a prescindere dall’ età
andare con 41 anni di contributi e 62 anni di eta’
Buongiorno,sono condivido che quando una persona ha’ lavorato 41 anni di fila a prescindere dall età è giusto che si goda la meritata pensione, sono convinto che se la sia guadagnata.pensiamo agli errori fatti in passato dal governo che ha mandato in pensione gente con 30 anni di contribuzione.
0) 41 e 62 senza penalizzazioni. In alternativa:
1) 62 anni di età volontariamente con quanto maturato inps, e con l’aggiunta di quanto maturato in eventuali fondi pensione. Chi non vuole, può lavorare fino a 67 anni, versando contributi che progressivamente alzano l’importo della pensione.
2) 41 anni di contributi a qualsiasi età, con sola pensione contributiva fino a 62 anni, e poi anche quella retributiva; chi vuole restare al lavoro può farlo fino ai 67 anni di età, versando i contributi che progressivamente alzano l’importo della pensione.
3) per i lavori gravosi i punti 1 e 2 vanno portati a 60 e 40, salvo tutte le norme già esistenti che siano a maggior favore del lavoratore.
Togliere il reddito di cittadinanza agli stranieri e a tutti gli altri che non vogliono lavorare e mandare i 60enni in pensione per creare posti di lavoro
Falso, falso, falso. Edoardo Rixi è una persona falsa e vergognosa. Quando dice che i lavoratori che non sono andati in pensione entro la fine dell’anno rischiano di trovarsi lo scalone e lavorare 5 anni di più, dice una grandissima falsità. In questi tre anni di quota 100, già migliaia e migliaia di lavoratori hanno subito lo scalone e sono stati costretti a lavorare fino a 5 anni di più di un quota 100. Lo scalone è già presente, non nascerà con la fine della quota. Sono andato in pensione lo scorso anno obbligatoriamente con la Fornero con 62-43,2 e non con la quota 62-38, quindi con 5,2 anni in più di lavoro rispetto ad un quota 100. Questo a casa mia si chiama scalone, a casa di Rixi possono chiamarla tranquillamente porcata.
41 anni di contributi devono essere un limite invalicabile.
Per chi non può arrivare a così tanti anni di contributi la possibilità di uscita a partire dai 62 anni.
Lavori gravosi e donne fino a 3 anni in meno.
Il tutto senza paletti, finestre odiose e penalizzazioni.
per me la migliore e quota 41 per tutti senza limite di età . uno che ha lavorato 41 anni in una azienda
metalmeccanica cosa deve dare di più si arriva logorati alla pensione .
D’accordo se vogliono fare una legge giusta via libera per chi ha lavorato 41 anni, e per i lavori usuranti 35 anni, questa è la soluzione, se no significa perdere la credibilità nella nostra politica e nei nostri sindacati.
Buongiorno!
Innanzitutto chi svolge un lavoro usurante/gravoso dovrebbe andare in pensione con 35 anni di contributi, perché le sue aspettative di vita sono ben diverse da chi non svolge tali lavori. Per tutti gli altri 40/41 bastano e avanzano, con questi anni di contributi me la sono ben pagata la pensione. Questa favola che si campa di più non regge.
Grazie!
40 anni di contribuzione o 62 anni di età con 20 anni di contributi.
Giustissimo.