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Riforma Pensioni news oggi 5/10, Acli: ‘Post quota 100 penalizzazioni per chi esce prima’

In una recente intervista a Repubblica, il presidente dei patronati ACLI,  Emiliano Manfredonia, è tornato a parlare della riforma delle pensioni, giudicando negativamente la quota 100 (penalizzante in questi anni per le donne) e parlando di come riformare il sistema una volta che la misura attuata dalla Lega finirà la sua sperimentazione nel 2022. Per Manfedronia è necessario inserire misure che non siano troppo selettive, ed una flessibilità con penalizzazioni per chi esce in anticipo dal mondo del lavoro. Ecco i passaggi più importanti della sua intervista.

Ultime novità Riforma Pensioni oggi 5 ottobre 2020: ACLI su quota 100

Le prime parole di Manfredonia sono sulla quota 100: “Innanzitutto non ha dato i risultati attesi: sia dal punto di vista numerico – perché ha aderito un terzo della platea prevista – sia nell’apertura del mercato del lavoro ai giovani. Non c’è stata la ‘sostituzione’ tra uscite e nuove entrate: non ha raggiunto tutti gli obiettivi prefissi. Certo, per le persone che hanno aderito c’è stata una opportunità importante di eludere la rigidità introdotta dalla riforma Fornero. Ma avere 38 anni di contributi non è da tutti: è stata accessibile a coloro che hanno avuto una carriera stabile. Infatti le donne hanno avuto difficoltà. Ragione ulteriore per cui il nostro giudizio su questa sperimentazione è che è stata eccessivamente selettiva

Poi viene chiesto quali soluzioni si possono attuare una volta finita quota 100 per evitare lo scalone. in questi giorni si è parlato ad esempio di quota 101-102 : “Sono sempre soluzioni che prevedono una quota di anni di contribuzione molto alta. La nostra proposta è che ci sia una possibilità d’uscita realmente flessibile. Che si individui una età – che sia tra i 63 e 65 anni – alla quale si possa accedere alle prestazioni previdenziali con il possesso di un minimo di 20 anni di contribuzione prevedendo una penalizzazione per le pensioni da liquidarsi con il sistema misto: si può immaginare l’1-1,5% di taglio della quota retributiva dell’assegno per ogni anno di anticipo rispetto alla soglia dei 67 anni.

Riforma Pensioni ultime news oggi: flessibilità post quota 100 con penalizzazione?

Manfredonia poi spiega meglio la sua proposta, per evitare che si creino ‘pensionati poveri’: “Già oggi è previsto il raggiungimento di importi-soglia per accedere alla previdenza, che costringono di fatto a lavorare ancora chi ha avuto una carriera più debole dal punto di vista contributivo. Un cambiamento radicale sarebbe rendere strutturale il sistema previdenziale complementare e la reintroduzione di una ‘pensione minima’. Poi sulla riforma post quota 100 spiega: “Una riforma previdenziale si fa pensando non all’oggi, ma ai prossimi trent’anni. Le parti deboli sono i giovani e le donne, con le loro carriere discontinue e buchi previdenziali. Oltre a Quota 100, anche Ape sociale, lavoratori usuranti e precoci sono stati un supporto importante per chi ha difficoltà o carichi familiari, ma eccessivamente selettivi. Vorremmo un sistema che garantisca una flessibilità in ottica universalistica.

POi si torna a parlare delle pensioni femminili: “Certamente l’origine del problema è il gap retributivo e di prospettiva di carriere che condiziona le rendite future. Posto che va risolto in ambito lavorativo, il sistema previdenziale può aiutare prevedendo coperture integrative figurative a carico della fiscalità generale per i periodi in cui le donne si astengono dal lavoro per i carichi di cura familiare. Oppure, per le neo-madri si potrebbe introdurre un cuneo fiscale ad hoc che permetta di alzare il reddito netto, bilanciando il versamento dei contributi da parte della fiscalità generale”. Infine le ultime proposte: “Una pensione di inclusione: un trattamento di garanzia che assicuri, in presenza di uno stato di bisogno economico, un reddito dignitoso. Con il passaggio al contributivo, questa garanzia va reintrodotta. Serve una tutela sociale per chi andrà in pensione a 63-65 anni con un minimo di 20 anni di contributi versati“. Voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti qui di seguito!

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Stefano Rodinò

Classe 1981, ho studiato scienze politiche ad indirizzo Comunicazione Pubblica. Scopri di più

Questo articolo ha 29 commenti

  1. Bruno

    Tra convocare e fare c’ è di mezzo il mare!

  2. Beatrice

    Mi associo a coloro che (nati nel 1960) avranno 62 anni nel 2022 e, come nel mio caso 41 anni di contributi… Perchè devo andare in pensione con 64 anni (non rientranbdo nella quota 100 per soli 6 mesi…) e 42 di contributi? non basta aver lavorato 40 anni?? e aver inziato a 23 anni? lavorando e studiando allo stesso tempo?

    1. Roberto

      Perchè siamo la generazione che devono “trombare”; dopo di noi si è iniziato a lavorare a 30 anni ..
      Stessa mia situazione; non prendo quota 100 per 5 mesi, ma a 64 anni avrò 45 anni di contributi = quota 109 e sei mesi .. ma vi sembra possibile ?

    2. antonio

      io sono nato il 25 gennaio 1960 (fuori quota 100 per 25 giorni) e avro’ 42 anni di contibuti senza poter andare in pensione

  3. Rossella

    Buongiorno a tutti….si continua a dire che quota 100 penalizza le donne…ma nel 2022 che si farà per loro? Opzione donna? È un furto…..allora? Sono nata ad aprile 1960 ho commesso un reato? Nel 2022, con i 62 anni, avrò anche 40 anni e 4 mesi di contributi…..se non bastano sugnifica che non interessa più nulla…..

  4. Mog

    Peraltro con 38 anni di contributi già versati

  5. Og

    Ricordiamoci sempre di chi 60 anni o più e ha perso il lavoro che per inciso difficilmente ritroverà.
    Questa categoria non mi sembra presa molto in considerazione perché considerando i 63/64/65 anni per andare in pensione come vedo menzionare ci sono appunto 3/4/5 anni nei quali chi è senza lavoro come sopravvive?

  6. Lori60

    Salve, Sono anche io una sessantenne con 41 anni di contributi, purtroppo ho lavorato “solo” 3 mesi quando avevo 18 anni e non rientro tra i precoci, quindi dovendo aspettare 41 anni e dieci mesi, e lavorando nella scuola andrò in pensione il 31/08/2022 con quota 103 e 10 mesi!!! Vi prego approvate quota 41 senza requisiti d’età!!! Ma non basta aver lavorato 41 anni e noi donne che facciamo il doppio lavoro considerando anche la casa!!!

  7. max

    Chi ha il potere decisionale e’ interessato esclusivamente al proprio stipendio e alla propria pensione… gli altri milioni di contribuenti, si arrangino…

  8. Nero

    andare in pensione tra i 62 e i 64 anni con appena 20 di contributi mettendo in conto anche penalizzazioni e come dire lavorate fino ai 67 anni provvedimenti completamente inutili al limite possono essere sfruttati solo da chi è rimasto senza lavoro

  9. giuseppe

    ok per la proposta per coloro che hanno più di 63 anni ma occorre fare qualcosa anche per coloro che hanno più di 40 anni di contributi altrimenti si creano delle vere ingiustizie come hanno scritto sopra .
    cosa fare è complicato sopratutto se non si vuole mandare in pensione queste persone che hanno una quota retributiva importante . se viene introdotta una penale sul retributivo a chi vuole andare in pensione ha gli anni ma ha pochi contributi minimo 38 forse se si introduce una penale sul retributivo a chi ha i contributi ma non ha gli anni si pareggia. Lo so che è una proposta indecente ma almeno chi vuole va in pensione accettando una penale ci va . Tanto vogliono eliminare il retributivo in anticipo .

  10. roby

    sensato pesnsionarsi a 65 anni ma 20 anni di contributi sono pochini direi 65 anni e 30 di contributi sena penali almeno ci allineiamo all’europa .poi chi vuole continuare a lavorare è libero di farlo ma almeno avere una scelta.

    1. Filippo

      insensato in quanto presupporrebbe che hai iniziato a versare contributi a 35 anni. Più logico 63/64 con 34/35 anni di contribuzione anni .

  11. Alessandro

    Ma che diavolo di pensiero di riforma è quello? Prima Lei scrive che la quota 100 non ha raggiunto i risultati attesi “ perché ha aderito un terzo della platea prevista” e poi il suo suggerimento è portare a 63-65 anni e in più penalizzare se vai a 65 anzichè 67 ??
    Ma crede in quel modo di ampliare la platea di chi possa scegliere?

  12. Roberto

    Ci mancano solo le ACLI per mandarmi in pensione con 45 anni di contributi! Ma parlano solo per dare aria ai polmoni ?

  13. Claudia

    Individuare un’età tra i 63 e 65 anni con minimo 20 anni di contributi con una minima penalizzazione per arrivare alla soglia dei 67 anni.

  14. Emilio

    Ennesima proposta indecente.
    Come si può presentare una proposta dicendo “con un età tra i 63 e i 65 anni”, o è 63, o è 64 o 65, bisogna decidere. Dire così è come dire che la pensione la prendi tra la data di nascita e quella di morte, forse, ma dai.
    Inoltre con, ipotizziamo 63 anni e 20 di contributi, diciamo una sorta di quota 83 hai diritto alla pensione con un taglio tra il 4 e il 6% (1/1,5% x 4 anni) mentre una donna che sceglie opzione donna che prevede 58 anni e 35 di contributi (quindi quota 93) va in pensione col calcolo interamente contributivo che prevede un taglio decisamente superiore, bisognerebbe vergognarsi prima di aprire la bocca e fare una simile proposta a dir poco oscena.
    E’ altresì offensivo nei confronti di chi ha maturato quote superiori che sono ancora in pensione, pensiamo ad esempio ad un 60enne con 41 anni di contributi, quindi quota 101 che deve fare ancora un anno e 10 mesi di lavoro più tre di finestra prima di poter godere della strameritata pensione, arrivando a ben quota 105.
    Vergogna!!!!!!

    1. Paolo ceccherelli

      Oh oh!
      Noi nati nel 1960 con 41 di contributi ad oggi;
      non precoci, fuori da quota 100…;
      A 63 anni avremo lavorato 44 anni (pari a quota 107)
      A 65 anni avremo lavorato 46 anni (pari a quota 111)!!!!!
      Vi sembra normale e giusto?
      Che proposta è
      Studiate meglio per favore.

      1. Carlo Capponi

        Bravissimo, parole sante per questi stolti. Tutti trascurano la nostra categoria, quella di chi per pochissimi giorni non può accedere all’attuale quota 100 sebbene maturerà a fine 2021 non 38, ma ben 40 anni di contributi ma per qualche giorno non ha ancora i 62 anni di età.
        A 63 anni avrò quota 104 (63+41);
        A 64 anni avrò quota 106 (64+42);
        A 65 anni avrò quota 108 (65+43) e così via !!!!
        Quell’unico neurone che hanno funziona anche male !!!!
        Invece vorrebbero far accedere alla pensione lavoratori anche con 20 anni di contribuzione o quota 98 o peggio 96 ecc…
        Se non è follia questa !!!!
        Non devono studiare di più, devono collegare il cervello !!!

  15. Cefa

    Per noi quota 100 non è affatto fallita: conosco tanta gente che la pensa come me! Io che nel 2022 avro’ 62 anni e sono del 1960 voglio andare in pensione perché ho già 38 anni e piu’ di contributi!!!! Vai Salvini!!! Io non sono della Lega!

    1. carmelo

      mi sa che non hai capito!!! quota cento sparirà nel 2021 , tu in pensione ci andrai con 42 anni e 10 mesi

  16. gino

    Io non capisco il motivo per il quale, volendo favorire chi ha pochi anni di contributi, si deve penalizzare chi, invece, ne ha tantissimi…

    1. Barbara 63

      Sfugge il razionale anche a me…
      sempre più basita!

    2. Marco

      Gino, non mi è chiara la tua osservazione, con la flessibilità proposta da Manfredonia non si va a penalizzare agendo sulla quota contributiva ma su quella retributiva che non dipende dai contributi versati. Mi sembra che abbia una sua logica.

    3. Veronica

      Esatto, e poi che razza di pensione può avere uno che ha solo 20 anni di contributi…? Non vogliono più erogare l’assegno mensile, allora diano la possibilità di ritirare il proprio montante contributivo!! Ma basta con le penalizzazioni, gli stipendi sono già bassi! E basta anche con i 41 anni e i 67 anni, sono fuori dal mondo!

    4. Veronica

      Esatto, e poi che razza di pensione può avere uno che ha solo 29 anni di contributi! No vogliono più versare l’assegno mensile, allora diano la possibilità di ritirare il proprio montante contributivo, ma basta con le penalizzazioni, gli stipendi sono già bassi!! E basta anche con i 41 e i 67 anni che molti purtroppo (già rane bollite?) danno per scontati! 40 anni dovrebbero essere un limite invalicabile, signori miei!!

    5. antonio

      e’ pazzesco…per noi nati nel 1960 (io in gennaio) e’ una beffa….meglio non pensarci se no esplodo

  17. Lucia

    Che si individui una età – che sia tra i 63 e 65 anni – alla quale si possa accedere alle prestazioni previdenziali con il possesso di un minimo di 20 anni di contribuzione prevedendo una penalizzazione per le pensioni da liquidarsi con il sistema misto: si può immaginare l’1-1,5% di taglio della quota retributiva dell’assegno per ogni anno di anticipo rispetto alla soglia dei 67 anni
    MI SEMBRA UNA PROPOSTA RAGIONEVOLE ANCHE SE PER LE DONNE SI POTREBBE IPOTIZZARE, PER CHI HA AVUTO FIGLI DURANTE LA LORO CARRIERA LAVORATIVA, DI NON PENALIZZARE GLI ULTIMI 4 ANNI.

    1. Marisa

      Esatto, mi sembra molto sensato.

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