Le ultimissime novità sulla riforma pensioni giungono dall’ultima intervista rilasciata da Landini a Il Giorno, in cui il sindacalista afferma che anche molti iscritti a Cgil, Cisl e Uil hanno votato per Lega e M5S nella speranza di vedere cambiamenti su lavoro e pensioni. Poi però precisa, come a dire che sarebbe bene non guardare solo il proprio orticello, che la sola quota 41 non è sufficiente, occorrono anche altre misure. Sul fatto che la famosa ‘Fase 3’ , enunciata tra le righe, debba ripartire laddove si è interrotto il dialogo con il Governo uscente convengono in molti, nei giorni scorsi erano intervenuti sulla questione Ghiselli,Segretario Generale CGIL, Armiliato amministratrice del Comitato Opzione donna sociale e Metassi, amministratore del comitato esodati licenziati e cessati. Ecco in dettaglio le loro dichiarazioni in merito.
Riforma pensioni 2018, in programma incontri per cambiare Job Act e Legge Fornero
Landini in una lunga intervista rilasciata al quotidiano Il Giorno, dice: “In Italia gli iscritti a Cgil, Cisl e Uil sono tra gli 11 e i 12 milioni (ma ci sono anche altri sindacati). È indubbio – spiega Landini – da quello che emerge che i partiti maggiormente votati, anche in queste aree, sono Cinque Stelle e Lega”. A breve, annuncia Landini, sono in programma anche incontri per modificare Jobs Act e la legge Fornero “non è che uno è alternativo all’ altro, non è che ora parte il giochino ‘o l’ uno o l’ altro’, bisogna ridare diritti a chi lavora, a parità di lavoro parità di diritti e retribuzioni, con le pensioni che restano una ferita aperta”.
Poi sottolinea l’ex segretario Fiom spiega come misure unitarie non sarebbero comunque sufficienti, dati i numerosi problemi dell’Italia su più versanti: “Il problema non si risolve dicendo ’41 anni e poi in pensione’, bisogna pensare anche a dare pensioni di garanzia ai giovani, perché un sistema puramente contributivo non esiste in nessun Paese del mondo e, soprattutto, bisogna ridare fiato agli investimenti per creare lavoro; sta tutto lì”. Ghiselli, invece, afferma:
Pensioni Ghiselli: si deve tornare a discutere anche di quota 41 e flessibilità in uscita
Ghiselli: “Vorrei precisare che l’auspicato confronto con il prossimo Governo dovrebbe partire dall’insieme della Piattaforma sindacale in quanto il verbale sottoscritto nel settembre 2016 trattava solo alcuni argomenti e traguardava il termine della precedente legislatura. Ad esempio, i temi dei 41 anni e della flessibilità in uscita per tutti devono tornare fra le cose da discutere.” Ecco cosa ne pensano gli amministratori del comitato opzione donna social e del comitato esodati licenziati e cessati.
Riforma pensioni, Armiliato: appena definito il Governo si riparta dai nodi irrisolti
Armiliato: “La fase 3 deve ripartire dal verbale sottoscritto nel Settembre 2016 che contiene capitoli risolti ed altri sui quali ancora si deve lavorare e che ha poi generato la Piattaforma Unitaria alla quale dalla sua presentazione ci riferiamo e che sancirà lo start, in questa nuova stagione di Governo.
Ora: non è che se cambia il Rettore dell’Università gli esami già dati non contano più, dunque non ci dovranno essere discussioni in questo senso se non quelle che necessariamente si genereranno per tentare di portare a casa il miglior risultato possibile e questo avverrà, naturalmente, quando sarà definito l’assetto del Governo.
Intentare azioni in questo momento non avrebbe alcun senso atteso che ancora nessuno le può accogliere meno che meno l’esecutivo uscente che è in carica solo per il disbrigo degli affari correnti”
Pensioni 2018, Metassi:basta fare settarismo, chi decide chi soffre di più?
Metassi rivolgendosi a quanti egoisticamente sembrano guardare solo ‘al proprio orticello’ senza preoccuparsi della sorte di chi ‘starebbe dai vetri’ afferma: “La cosa strabiliante è che perfino nel commentare le affermazioni della controparte c’è chi riesce a trasformarle in un conflitto interno. Sinceramente, di questo esasperato, ferale settarismo non se ne puó davvero piú. Personalmente, non mi ritengo autorizzato a decidere chi soffra maggiormente tra chi la pensione non ce l’ha perchè è stato espropriato di un diritto e chi invece è stato privato della possibilitá di procurarsi quello stesso diritto. Altrettanto non mi permetto di sindacare sulle soggettive scelte di vita di chicchessia e non soltanto delle donne. So peró che sono tutte persone che, per ragioni diverse avanzano legittime istanze ancorchè di diverso contesto. Queste persone vanno pertanto rispettate e non discriminate con arroganti pretese di primato”.
Sul suo Blog ‘il volo della fenice’ ha altresì precisato, ricordando il dramma dei 6.000 esodati senza salvaguardia: “Il Comitato è pronto al dialogo costruttivo, quale che sia l’interlocutore, perché anche il governo uscente, tutt’ora in carica, potrebbe risolvere la questione con un Decreto Ministeriale. A maggior ragione lo potrà fare il governo entrante dopo l’insediamento. Il piccolo problema diventa sostanziale: per il governo uscente alla ricerca del consenso perduto e per quello entrante che, se fa orecchie da mercante ad un così piccolo problema, figuriamoci che potrebbe fare nei confronti delle enormemente più impegnative promesse della campagna elettorale”.
Pensioni 2018, Fornero:”Un conto è promettere, un altro è fare davvero le cose“
La situazione di stallo attuale non aiuta i lavoratori, si alimenta l’ansia e sui social tutti confidano, donne, esodati, precoci, chi ha alle spalle 40 anni di contributi, che qualcosa possa essere fatto per la propria causa. Il problema è comprendere quanto davvero il nuovo Governo potrà fare, la stessa Elsa Fornero, nei giorni scorsi disse: “é cominciato il bagno di realismo. Un conto è promettere, un altro è fare davvero le cose”. Voi cosa ne pensate, esistono davvero misure che hanno la priorità sulle altre?