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Riforma pensioni, ultime su piano Colao e flessibilità in uscita: parla Proietti (Uil)

Le ultime notizie sulla riforma pensioni, giungono da un interessante intervento di Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, che analizza e commenta il ‘piano Colao’ che avrebbe l’obiettivo di rilanciare l’Italia nella ripresa a seguito del Covid 19. Si tratta di un documento estremamente articolato che consta di 121 pagine, suddivise in sei macro obiettivi e sei macro settori, il titolo ‘Iniziative per il rilancio Italia 2020/2022’ chiarisce lo scopo dello Studio degli esperti guidati da Vittorio Colao. Per Proietti mancano dei punti che non possono essere dimenticati se si vuol parlare davvero di ripartenza: “una complessiva riforma fiscale e della lotta all’evasione ed una diffusa flessibilità di accesso alla pensione“.

Piano Colao, mancano 2 macro temi: riforma fiscale e riforma pensioni

Il Comitato di esperti in materia Economica e Sociale, sotto la guida di Vittorio Colao, ha consegnato alla Presidenza del Consiglio il rapporto finale suggerendo, come da richiesta, visione, strategia e iniziative atte a facilitare e rafforzare la fase di rilancio post Covid19.

Tre gli obiettivi trasversali del documento, che compaiono sulla copertina del testo: “digitalizzazione e innovazione; rivoluzione verde; parità di genere e inclusione“. Nello specifico i 6 macro settori e i 6 corrispondenti obiettivi indicati per la ripartenza dell’Italia che sia ‘più forte, resiliente ed equa‘ in questa Fase 3 di ripartenza sono: Imprese e lavoro come “motore dell’economia”. Infrastrutture e ambiente come “volano del rilancio”. Turismo arte e cultura come “brand del Paese”. Una Pubblica amministrazione “alleata dei cittadini e imprese”. Istruzione, ricerca e competenze “fattori chiave per lo sviluppo”. Individui e famiglie “in una società più inclusiva ed equa”. Per Proietti, Uil, mancano nell’elenco almeno due aspetti fondamentali per poter parlare di equità e rilancio. Eccoli nel dettaglio.

Riforma pensioni e piano Colao: le parole di Proiettti (Uil)

In una nota stampa il segretario confederale della Uil spiega dettagliatamente cosa a suo avviso manca nel Piano Colao, riportiamo qui le sue parole: “Il piano Colao ignora due temi fondamentali per promuovere la ricostruzione economica e produttiva dell’Italia. Il primo è quello di una complessiva riforma fiscale e della lotta all’evasione. Senza una riforma fiscale, infatti, che tagli le tasse a lavoratori dipendenti, pensionati e imprese, e una svolta nella lotta all’evasione senza proporre condoni, il nostro Paese continuerebbe a essere vittima di tutte le iniquità e le ingiustizie conosciute negli ultimi decenni“.

Domenico Proietti, Unione Italiana del Lavoro, aggiunge: Il secondo tema ignorato è quello di introdurreuna diffusa flessibilità di accesso alla pensione. In Italia, si va in pensione quattro anni sopra la media europea e questa è una pesante penalizzazione per i lavoratori del nostro Paese.

Poi conclude serve: “Una flessibilità pensionistica diffusa sarebbe preziosa per gestire le aree di crisi proprio nella fase di ricostruzione con un beneficio anche per molte imprese. Non affrontare questi due temi, anzi ignorandoli deliberatamente costituisce un grande limite all’efficacia del piano”.

Cosa ne pensate delle parole di Domenico Proietti, il piano Colao sarebbe effettivamente più completo con queste 2 aggiunte o a vostro avviso mancano altri settori/ tematiche non citati? Fatecelo sapere nell’apposita sezione commenti.

Erica Venditti

Mi chiamo Erica Venditti, classe 1981. Da aprile 2015 sono giornalista pubblicista Scopri di più

Questo articolo ha 19 commenti

  1. Nanni

    Condivido tutto ma secondo voi quelli che ci sono al governo oggi sarebbero in grado di fare una riforma delle pensioni.. La maggior parte non ha mai lavorato non si rende conto cosa vuol dire lavorare 41.42.43 anni perché cari signori questi ci mandano in pensione a 42,1 mese le donne 43’1 mese gli uomini oppure a 67 anni oppure a 41 anni se hai tutte le credenziali che hanno messo cioè non ci andrai più.. E voi pensate che questi vi mandino con 25 /30 anni di contributi. Io ve lo auguro ma il loro obbiettivo e che schiattiamo il.prima possibile così non dovranno più dare niente… Il bello che sono soldi nostri… Oramai io a questo paese non ci credo più sono tutti uguali..

    1. ornella biagi

      Effettivamente pensioni ed evasione sono i nodi cruciali di qualsiasi riforma, non menzionarli affatto la dice lunga sulla completezza del piano, che resta parziale e quindi ragionevolmente popolare. Entrare nel merito della riforma delle pensioni, ad esempio, resta prerogativa di un Governo disposto a scelte difficili e sicuramente preparato alla conseguente esposizione mediatica.

  2. Angela

    All’inizio dell’anno c’erano le forze sindacali unite per chiedere la flessibilità di uscita a 62 anni, anche con qualche penalità di percentuale in base agli anni di anticipo.
    Siete ancora uniti? Siete disposti ancora a chiedere questo tutti assieme senza mollare? Siete pronti a tornare forti e decisi come eravate una volta?
    Per quanto mi riguarda sarei anche disposta a rimetterci qualcosa pur di andare in pensione prima con i miei 25 anni di contributi, perchè a 60 sono già sufficientemente stanca.
    E che non ci vengano a parlare di crisi, che si taglino loro le pensioni e non che non vengano a chiederci come ha fatto la Fornero lacrime e sangue, quando a loro i soldi avanzano in abbondanza a fine mese, per aver fatto poco e niente. Noi abbiamo già dato.
    Lasciate a noi il diritto di decidere quando ritirarci dal lavoro se vogliamo anche con piccole cifre, perchè non ce la facciamo più, perchè la vita ci ha già provate abbastanza.
    Rivolgo un’invito a tutte le forze sindacali: rimanete uniti nella richiesta di flessibilità, uniti e forti come eravate una volta.
    Ci sono donne, come me, che per vari motivi non arriveranno mai ai 38 anni di contributi, e non ce la faranno ad arrivare ai quasi 68 per la pensione di vecchiaia.
    Grazie

  3. Massimo

    Concordo con tutto, ma dobbiamo mandare un messaggio fortemente sentito da tutti per poter portare l’Italia fuori da questo sistema di controllo condizionato da questioni di interesse personale.

  4. Giambattista

    Bisogna valutare anche le persone disabili che faticano ad andare al lavoro e si parla di fatica fisica dopo 30 anni di lavoro una persona con disabilità è sottoposta ad uno sforzo superiore rispetto ad un normo dotato .
    Bisogna conoscere bene la realtà

    1. Bruno

      Vero, 💪🇮🇪

  5. Maria Angela Catarraso

    Tutti i governi che si sono succeduti da dopo tangentopoli e anche prima di allora, hanno solo depauperato le casse dello Stato e adesso volete farci morire a lavoro. Se non si raggiungono gli anni pensionistici e’ solo colpa delle vostre ruberie politiche e manageriali tanto che se restituiste tutto ciò che avete prelevato, ingiustamente, in questo quarantennio; gli italiani non conoscerebbero nemmeno la disoccupazione, e adesso ci dite che le pensioni sono un costo per lo stato e che dovremmo andare dopo i 67 anni (forse) in pensione! Voi siete folli e stupidi privi di intelligenza costruttiva, possedete dolo l’intelligenza delle scimmie e peraltro quella distruttiva. Se penso che prima andavate ragazzini in pensione, date le rendite ai figli dei senatori, quando con dieci politici per regione, con popolazione superiore a cinque milioni e quattro tutte le altre regioni, potremmo avere un solo organo governativo e peraltro senza colori partitici. Portando al governo solo coloro che ottenuto più voti e quindi stilando una graduatoria elettorale con il totale voti ottenuti per governare tutta l’Italia, cosicché almeno mille parlamentari e Co& andrebbero a lavorare senza distruggere lo stato italiano. Ci vuole poco per cambiare e in meglio bastano poco più di cento senatori e un presidente abbinati ad una magistratura sana e libera che non sia politicizzata ma autonoma, con un solo organo supremo che funga da supervisore per gli stessi giudici che l’Italia tornerebbe ad imperare nel mondo. Non vogliamo morire sui posti di lavoro fate si che siamo noi a scegliere quando andare in pensione. Io con 22 anni di lavoro ho versato molto di più se avessi insegnato per più di quarant’anni e quindi…, io potrei già essere in pensione se foste giusti. Noi abbiamo solo bisogno di persone per bene e oneste che non pensino a come fare soldi per se ma soldi per lo Stato dovrebbero fare e l’Italia può farlo. Grazie

    1. Antonio

      Maria Angela, lo sfogo che hai commentato non ha punti sbagliati e condivisibili penso da tutte le persone con un cervello, ma siccome come dici la testa dei nostri governanti è equiparata alle scimmie non vedo all’orizzonte nuove modifiche di veduta. Io tempi passati avevo esposto già il mio pensiero, l’italia va governata da figure con carattere propense al bene/interesse del popolo e qui dico a persone /politiche dei paesi del nord europa. (i fatti lo dimostrano). Noi abbiamo al governo gente improvvisata alla politica che non sa nemmeno di cosa parla figuriamoci a fare. Comunque in questa situazione le colpe se vogliamo chiamarle così le attribuirei al presidente della repubblica che vede il malcontento generale e quello che non fa il governo e come al solito porta le corone ai defunti o inaugura scuole ecc….

  6. Alessandro

    Buongiorno, condivido!!

  7. Bruno facchini

    Nel 2o19 sono stato colpito da 2 ictus ischemici e al primo tentativo di invalida civile INPS di vr ma dato il 46%di invalidità civile a 2 tentativo 67x cento che purtroppo sono pochi per essere in pensione anticipata. Cmq il. È lavorando 35 anni come artigiano muratore desfandomi tutti i muscoli e nervi x lavoro gravoso sento dire dai fenomeni Inps e cafdi fare ricorso stragiudiziale pagando i avvvaf e medici legali ecco perché non sei purtroppo tutelato ramo autonomo artigiano soprattutto io dico. A dove art. 38 costituzione 🇮🇪tutelare invalidi solo per loro esiste… Veramente ho fatto 130 giorni di ospedale e 120 di riabilitazione dura x riprendere a alzarmi

  8. Upal

    Sono molto deluso dai 5S,era il piano di battaglia della cancellazione fornero.Non voterò più nessuno in futuro.

  9. Alessandro

    Gli assegni delle pensioni non sono un regalo dello stato, ma sono i soldi versati per anni e anni dai lavoratori. E bene che questi eminenti consulenti come il sig. Coalo, se lo ricordino (tra l’altro la consulenza che sta facendo, penso che la stiamo pagando noi italiani). Aumentano le spese militari, si riduce la spesa nella sanità, (con la crisi covid 19 si è visto l’effetto), ovviamente chi va in pensione, per questi signori, è un costo. Vergogna con gli esodati!!!!
    Il costo vero che stiamo sostenendo sono stipendi alti di dipendenti e manager statali, oltre che per le spese, varie, nella politica.
    Si ricorda che noi cittadini siamo i datori di lavoro del settore pubblico, dei politici a tutti i livelli e non il contrario.

  10. Emanuela

    Mi sembra che purtroppo il Piano Colao si sia dimenticato delle donne!
    Proroga opzione donna al 2023! E andiamo.

    1. Maria

      Ma i 41 anni di contributi se li sono dimenticati e’ ora che se lo ricordino mandateci in pensione non c’è la facciamo più ci volete vedere morti vergognatevi

  11. Roberto

    Sono un lavoratore del turismo, 60 anni, 41 anni di contributi versati, da tre mesi in FIS e non è’ ancora prevista una mia reintegrazione al lavoro. Ho a carico un familiare con 100% di inabilità. Qualcuno mi può dire cosa devo fare dopo il 24 luglio alla scadenza dei secondi 9 mesi di cassa integrazione se non vengo reintegrato ?

    1. Erica Venditti

      Provi a contattare Domenico Cosentino, gia presidente del patronato, su messanger. Dica che la mando io. Saluti

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