Le ultime novità sulle pensioni anticipate e nello specifico su quota 100 ed il destino della misura al termine del 2021, naturale scadenza del provvedimento, gungono da un’ intervista che Pasquale Tridico ha rilasciato a Il Corriere della Sera.
Il Presidente dell’Inps ha fatto notare non solo come le domande presentate per l’uscita anticipata con quota 100 siano in realtà state molte meno di quelle preventivate inizialmente, e dunque questo abbia permesso risparmi già solo per il 2019 di oltre 1 miliardo, ma ha ribadito che sarebbe auspicabile tali denari venissero riallocati nel settore pensionistico. Come? Dopo il 2021 allo scadere di quota 100, le iptesi potrebbero essere differenti, tutte ancora al vaglio, le considerazioni e le parole di Tridico.
Pensioni, quota 100: solo 193 mila domande, resta più di 1 mld
Così Tridico: “Per Quota 100 fino a ottobre sono arrivate 193mila domande. Quasi 100mila meno del previsto, cio’ consente un risparmio, gia’ accantonato per il 2019, di oltre 1 miliardo, sui 4 stanziati. Nel 2020, con lo stesso tasso di adesione, l’Inps stima non meno di 2 miliardi di risparmi su circa 8 di spesa prevista. Cosa bisogna fare dei risparmi compete alla politica. Mi aspetterei una riallocazione nel settore pensionistico”
Poi Il Presidente Inps prosegue dando suoi suggerimenti su come potrebbero essere riallocati tali soldi residui, il pensiero va ai già pensionati ed ai giovani:“I campi non mancano: riprendere la perequazione piena, o comunque rafforzarla o pensare ad un fondo di garanzia per giovani con carriere instabili e precarie“
Pensioni 2020, scenario post quota 100: 2 anni per riflettere
Per lo scenario post-Quota 100,vi é ancora tempo, spiega Tridico, ed é l’occasione giusta per riflettere e condividere proposte con le parti sociali : “ci sono 2 anni per riflettere e condividere proposte con le parti sociali, una grande occasione. Si puo’ pensare- prosegue il Presidnete Inps- ad una revisione piu’ complessiva del sistema, al fine di inserire la necessaria flessibilita’ in uscita. Inoltre, si puo’ iniziare a riflettere su un argomento molto piu’ complesso e delicato: il nostro sistema pensionistico e’ fondato su contributi versati da imprese e lavoratori, in base ai salari“.
Poi scendendo nel dettaglio, spiega: “Negli ultimi 30 anni abbiamo assistito ad una progressiva riduzione della quota lavoro sul Pil, di 10 punti percentuali. Sono altre invece le remunerazioni in forte aumento e che spesso sfuggono al sistema fiscale e previdenziale. Pensiamo alle rendite finanziarie, ai grossi capitali internazionali che si muovono con molta velocita’, ai giganti del web, all’utilizzo di robot che sostituiscono lavoro. A mio parere il sistema pensionistico deve potersi reggere anche sulla partecipazione fiscale che deriva da queste nuove fonti”
Anche per Tridico, come per Cesare Damiano, di cui vi abbiamo risportato le parole stamane, Quota 100 deve rimanere intatta fino a scadenza per evitare nuovi esodati: ” In caso contrario, ci si espone al rischio di esodati, si frustrano legittime aspettative di pensionandi e si creano potenziali conflitti di cui non c’è bisogno”.
Voi cosa ne pensate delle parole di Tridico, quale misura vorreste vedere realizzata allo scadere di quota 100 e soprattutto come vorreste fossero riallocate quelle risorse in eccesso?
Per me sarebbe giusto quota 100 senza vincoli ossia 40 di lavoro e 60 di età per esempio.
Non capisco perchè io che ho già 39 anni di lavoro ma 59 di età debba aspettre altri 3 anni per poter andare in pensione ossia con quota 104.
E’ una cosa ingiusta.
Ma po……….ca miseria è possibilile che si parla di contributi da versare 40 41 42 questa è fantascienza nessuno arriverà a questi numeri bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa 62 anni senza paletti di uscita vanno più che bene e 35 di contributi vanno benissimo largo ai giovani altrimenti tra 20 anni nessuno andrà più in pensione.
Tridico , finalmente un grande dirigente all’INPS dopo le miserie di Boeri
La miglior soluzione per me sarebbe quota 100 senza vincoli
Io dico che 35 anni di lavoro dipendente, senza soddisfazioni e con stipendi miserabili sono già una bella mazzata.
Stimo essere una osservazione molto intelligente quella fatta da Tridico quando afferma che guardando avanti il finanziamento delle pensioni debba essere allargato anche ai flussi di produzione di ricchezza assorbiti dalla automazione e dalla intelligenza artificiale. E’ chiaro a tutti come un rapporto prossimo a 1 a 1 tra lavoratori in attività e pensionati non può assolutamente reggere. Sarebbe quindi un bene iniziare a pensarci già da ora.
Condivido, Signor Giuseppe tutto quello che ha scritto!!! I lavoratori vanno rispettati!!!
Io penso che la soluzione migliore sarebbe quella dei 40 anni di contributi col requisito anagrafico di almeno 60 anni. Se un lavoratore raggiunge i 40 anni di contributi ma ha solo 59 anni uscirebbe a 60 anni con 41 anni di contributi. Allo stesso modo se uno ha 60 ma solo 39 anni di contributi lavorerebbe fino a 61 anni con un massimale di 65 anni e/o 45 anni di contributi. E’ sacrosanto che se uno lavora per 40 anni è più logorato di uno che ne ha lavorato solo 38.
Credo proprio che le risorse in eccesso dovrebbero rimanere a disposizione delle pensioni, sono soldi nostri, che abbiamo versato anno dopo anno.
Inoltre, riguardo al post-Quota100, proprio su questo sito avevo letto poco tempo fa un suo articolo, Erica, in cui riferiva del Ddl 857 dell’on. Cesare Damiano (proposta del 2013).
Mi sembrerebbe la soluzione perfetta! Così spiegava Damiano: “Nella scorsa legislatura, insieme a Pierpaolo Baretta e Maria Luisa Gnecchi, ho presentato una proposta di legge, la 857 del 30 aprile 2013, che prevedeva una uscita a partire dai 62 anni, avendone almeno 35 di contributi, con una penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. Ragioniamoci”.
Purtroppo non ne ho più sentito parlare…
Quota 41per tutti senza vincoli di età……ma porca miseria non ne parla più nessuno?
41 sarebbe la soluzione giusta x gli uomini, x le donne 40.
Un’altra alternativa 100 x tutti senza vincoli.
Perché si va a colpire sempre chi lavora e paga le tasse dopo 41 anni in fabbrica penso che sia sacrosanto andare in pensione
Prima 35 anni di contributi
Poi 38 poi 40 poi 42 e 10 mesi siamo stanchi e stufi di pagare sempre noi