Pensioni 2019, ultimissime Fornero: ‘usare risorse per coprire buchi contributivi’

Le ultime novità sulla riforma pensioni al 23 luglio 2019, giungono dall’ultimo intervento di Elsa Fornero a UnoMattina Estate, la professoressa stamane ha preso parte, in collegamento da Torino, alla trasmissione tornando a parlare di possibili modifiche al sistema pensionistico italiano, puntando in primis l’attenzione sul problema delle pensioni per i giovani, a partite dallo spunto di riflessione offerto dalla presentatrice.

Valentina Bisti ha introdotto la prima domanda partendo dai dati emersi dallo studio della Cgil, ove risulterebbe che la riforma previdenziale, col passaggio dal sistema retributivo al contributivo e la tipica frammentazione contrattuale nel mondo del lavoro, renderà sempre più complesso per i giovani, si parla di quanti hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996, arrivare ad una pensione decorosa, tra i motivi, aggiunge la presentatrice, anche il vincolo che lei stessa , dice rivolgendosi alla Fornero, aveva imposto: ossia quello che lega l’età del pensionamento al valore effettivo della pensione. Roberto Poletti, presentatore insieme ala Bisti del programma, aggiunge ‘secco’: “rifarebbe la riforma in questi termini ?La professoressa prima di rispondere a Poletti ha voluto sottolineare quale sia il reale problema odierno, facendo dunque un ampia premessa.

Pensioni 2019, il vero dramma é il lavoro frammentato

Il Lavoro é il vero dramma, se ad una persona non si offre altro che una vita di lavoro precaria, sfortunata e mal pagata é difficile pensare che possa avere una buona pensione, se l’avrà sarà attravero un intervento di tipo pubblico assistenziale. Questo é il principio su cui si basa il metodo contributivo, che tutti elogiavano quando fu introdotto, salvo poi cominciare con il distinguo, dice una cosa semplice: la pensione é il riflesso di un risparmio obbligatorio, perché siamo in un sistema pubblico, accumulato dirante la vita lavorativa. Il presupposto é una vita lavorativa normale, sistema pubblico, se la vita lavorativa non é normale, ci vuole un intervento di sostegno, assistenza, la quale tra l’altro non deve essere finanziata con i contributi sociali che già sono troppo alti e rendono il costo del lavoro in Italia meno competitivo di altri paesi concorrente, ma deve essere finanziata dalla tassazione generale, ricorrendo al fisco sui redditi in modo che, a dispetto delle ipotesi di flat tax, che sono comunque una sciagura, chi é più ricco paga proporzionalemnte di più, che poi é il nostro principio costituzionale.”

Poi aggiunge: ” Il punto delle carriere discontinue non é garantire oggi a chi andrà in pensione tra 20/30 anni qualcosa, il punto é usare oggi delle risorse per coprire i contriuti non versati nei periodo di disoccupazione, se uno é disoccupata, é attivo, cerca lavoro ed é in connessione con il centro dell’impiego, se una persona é disoccupata ma attiva, lo Stato ricorrendo alla tassazione generale progressiva paghi i contributi senza aspettare di dare quella garanzia data oggi a 30 anni. Cosa vale una garanzia data oggi , sapendo che arriverà un nuovo governo e cambierà nuovamente tutto? ” Poi la domanda viene nuovamente posta: ‘ lei rifarebbe quella riforma oggi?” La professoressa indisponendosi e non poco per la mal formulazione della stessa, ha sentenziato: “Certo, Se le circostanze si ripresentassero come allora, la rifarei”. Come a voler sottolineare che ogni contesto é differente, e che all’epoca questa era la riforma più corretta da fare. Tornando allo studio della Cgil, l’allarme non ha stupito differenti esponenti politici che da tempo vanno sentenziando che i più sfortunati, a livello pensionistico, saranno certamente i giovani. Anche Cesare Damiano nei giorni scorsi ha chiesto l’abolizione delle soglie del 2.8 e 1.5 che legano la possibilità di accedere al pensionamento anticipato con il valore effettivo della pensione, limite penalizzante proprio per i giovani.

Pensioni 2019, si pensi a coprire buchi contributivi giovani

L’allarme che é stato lanciato dallo studio della Cgil a partire dal fatto che i 40enni di oggi andranno, se va bene, in pensione a 73 anni con pensione ‘da fame’, trova l’appoggio anche di alcuni esponenti politici, come Nicola Frantoniani che sui social ha commentato la notizia dicendo ‘In questo paese vi é una questione generazionale, per questo noi abbiamo una risposta’
L’ex Segretario di Sinistra Italiana spiega che “bisogna coprire i buchi contributivi dei giovani precari, con carriere discontinue. Altrimenti il futuro sarà più nero di un presente già senza diritti e certezze”.

La Cgil punta molto sulle nuove generazioni, tanto che con lo slogan “Rivolti al Futuro”, ha deciso di organizzare differenti iniziative volte ad aprire un confronto sui temi previdenziali, lo scopo primario portare al superamento della Riforma Fornero dando però un futuro pensionistico ai giovani, alle donne e ai lavoratori gravosi. Tra le proposte primarie emerge proprio quella di Istituire una pensione contributiva di garanzia, chissà se la Fornero, che sostiene fermamente che bisognerebbe pensare maggiormente ai servizi ed al welfare piuttosto che alla pensioni, appoggerebbe maggiormente una modifica previdenziale posta in questi termini, ossia volta a tutelare maggiormente i giovani e i loro buchi contributivi.

Voi cosa ne pensate delle sue affermazioni? il problema primario del sistema previdenziale italiano, a vostro avviso, in cosa consiste? Su cosa agireste in primis per renderlo maggiormente equo e sostenibile?

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6 commenti su “Pensioni 2019, ultimissime Fornero: ‘usare risorse per coprire buchi contributivi’”

  1. Anziché inventare altre categorie di pensionati e pensionandi, bisognerebbe unire tutti in una legge unica uguale per tutti (come recita la costituzione): vorrei sapere perché chi lavora nei ministeri nei corpi militari e polizia ha ancora diritto ai 35 anni, prima dei buchi contributivi senza lavoro, io coprirei i buchi di chi ha lavorato e non gli sono stati versati come metà dei giovani degli anni 60-70. la mia riforma generale delle pensioni prevede contributi uguali per tutti i lavoratori e pensioni per tutti uguali di 1000,00 euro di assegno con contributi correlati, poi se uno guadagna di più può versare quello che vuole oppure no peravere lo stile di vitache desidera Es io guadagno 100.000 annui e sono obbligato a versare 7.000 per una pensione obbligatoria di 1000,00 euro se voglio di più verso di più.

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  2. Sono discorsi ragionevoli quelli della professoressa ma come il solito il politico sa benissimo cosa va fatto solo quando gli elettori lo hanno mandato a casa preferendo altri e altre idee.
    Lei non ci sta e si adopera (pagata ad ogni ospitata) a dimostrare sulla carta quanto fosse giusta la sua riforma.
    Cara prof. sulla carta sono tutti capaci a governare, ma ci sono anche le persone, non solo le cifre!

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  3. Che idiozie, già CIG, RDC, pensione di cittadinanza, esodoti, bonus e contributi figurativi, già di fatto coprono, ANCHE TROPPO, IL TEMPO NON LAVORATO, che di contro PAGANO I PRECOCI, ma è tempo sprecato, I tifosi di questo governo non vedono che “assistenza crea INIQUITÀ E INGIUSTIZIA.

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  4. Molti passano una vita a lavorare per vivere magari con stipendi bassi e poi quando sarai quasi alla fine della tua vita avrai una pensione da fame e avrai anche bisogno di assistenza e di aiuti economici di chi è la colpa? Poi vi chiedete per che molti lavorano in nero??

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