Riforma pensioni 2019, ultimissime su quota 41, esodati e donne

Le ultime novità sulla riforma pensioni giungono da più fronti, le categorie più attive sui social, che chiedono i riflettori non vengano in alcun modo abbassati sulle loro problematiche previdenziali, sono gli attuali esclusi dalla legge di bilancio 2019: esodati, precoci e donne nate nel e dal 61 in poi. Questi lavoratori attendono la prossima legge di bilancio ponga fine alle anomalie ancora vigenti e cambi davvero la riforma Fornero, come era stato inizialmente promesso in campagna elettorale dai due vicepremier.

Sul profilo di Durigon, sottosegretario al Ministero del Lavoro, ad esempio si leggono post di donne che chiedono con insistenza l’opzione donna venga almeno prorogata per le donne del 61, si tratta delle iscritte al gruppo opzione donna le escluse, e poi vi é anche chi come l’amministratrice del CODS Orietta Armiliato chiede invece la misura venga prorogata fino al 2023 per evitare l’ansia delle misure di ‘anno in anno’ e perché tale misura, essendo basata su contributivo, vedrebbe la fine del suo senso logico appunto dopo il 2023. I lavoratori precoci, invece, continuano a commentare sotto ai profili di Durigon, Salvini e Di Maio, ogni qualvolta appaiano post entusiastici relativi alla quota 100, che in realtà questa misura li ha ulteriormente beffati. Gli esodati, invece dalla loro, ci tengono a precisare quanto sia importante, oggi più che mai in un momento così delicato, non confondere i termini, gli esodati, sono solo quelle 6.000 persone che attendono la nona salvaguardia e che hanno incominciato il loro calvario previdenziale con l’entrata in vigore della Legge Fornero, tutti gli altri non possono essere definiti tali. I dettagli al 4 luglio 2019.

Opzione donna, Durigon siamo certi che manterrà le promesse

Simonetta scrive sul profilo social di Durigon: “Caro onorevole Claudio Durigon gruppo od le escluse ha la massima fiducia in te, attendiamo pacificamente e serenamente la proroga al 31/12/2019. Buona estate e buon lavoro”

Paola Viscovich, amministratrice del gruppo opzione donna le escluse, scrive nell’home del gruppo un post in cui aggiorna sul numero di iscritte raggiunto, ribadisce gli obiettivi del gruppo e indica le modalità con cui fare ‘pressing’:” Con molto piacere noto che abbiamo superato le 1800 iscritte. A fine ottobre 2018 quando abbiamo iniziato il nostro percorso eravamo poche ma con una grinta e determinazione pazzesche. Ci siamo messe a lavorare senza risparmiarci e piano piano in soli otto mesi siamo aumentate di oltre 1800 unità. Noi ci crediamo e desideriamo la proroga al 31/12/2019 con tutte noi stesse. Vi ricordo che siamo anche su instagram: opzionedonnaleescluseofficial, mentre su Twitter ci sono le meravigliose slide di Nicoletta Caprioli vi invito a twittare. Il nostro hastag: #escluseOD
GRAZIE DONNE DI ESSERCI ❤, LA NOSTRA PAROLA D’ORDINE #ODPROROGA2019″

Pensioni: obbligo d’uscita con 41 anni subito, no Quota 41 dal 2022

I lavoratori precoci continuano, invece, a ribadire che la quota 100 non ha affatto soddisfatto la loro richiesta, ossia la possibilità di accedere alla queiscenza con 41 anni di contributi versati, indipendentemente dall’età anagrafica. Anzi ha beffato ulteriormente quanti sono andati a lavorare in giovane età, dando una chance di uscita a chi ha oggi 38 anni di contributi e 62 d’età, relegando invece al lavoro quanti hanno già 40/41 anni di contributi , ma sono anagraficamente più giovani.

Antonio, sul nostro sito, ha fatto la sua proposta per la prossima legge di bilancio: rendere obbligatoria l’uscita dal mondo del lavoro per chi ha 41 anni di contributi, affinché vi sia anche quel giusto ricambio generazionale. In tanti poi ribadiscono che non si può certo attendere che la quota 41 venga concessa al termine della misura sperimentale quota 100, altrimenti i precoci ‘ saranno estinti’. Occorre dicono, mantenere da subito le promesse elettorali, e concedere nella prossima legge di bilancio la quota 41 per tutti senza paletti.

Pensioni, troppa confusione, ecco chi sono i veri esodati

Elide Alboni ci tiene a precisare che da parte del Comitato esodati licenziati e cessati vi é il massimo sostegno per i commenrcanti che hanno chiuso l’attività nel 2017-2018 e che si vedono negato l’indennizzo a causa di una circolare Inps che dà un’interpretazione restrittiva alla legge di bilancio 2019, ma che é doveroso non confondere le ‘mele con le pere’, ossia di esodati si può parlare solo in un caso. “Questo non si può leggere : “…nuovi esodati.” Hanno idea normativa costoro chi siano gli esodati ? Leggano la sentenza 822/88 della C.C. Poi per il resto massima partecipazione perché venga risolto il problema restrittivo dell’ indennizzo negato ai commercianti che chiusero nel 2017 e 2018″ . Poi l’esodata Elisabetta Rombolà, spiega quanto sia importante non confondere i termini, in quanto chi é in attesa della nona salvaguardia esodati sta patendo le ‘pene dell’inferno’ da anni, e per ragioni differenti che nulla hanno a che vedere con un mancato indennizzo, il confondere i termini può addirittura divenire pericoloso per quanti, i veri esodati, rischiano di essere confusi. ” Il problema dell’utilizzo “a sproposito” del termine esodato si sta presentando ripetutamente in questi ultimi tempi. Ho letto che coloro i quali sono rimasti gabbati da Q100, 38 anni ma 35 di lavoro effettivo, sono stati inizialmente definiti “nuovi esodati”, poi per fortuna questa definizione giornalistica è caduta, di contro questo uso improprio che viene fatto dai commercianti si può definire quantomeno pernicioso. Da un lato abbiamo la coda residua di 6000 persone e relative famiglie che da 8 anni arrancano sempre più disperate ed oggi totalmente esauste nello spirito e nelle finanze, che ancora lottano per il riconoscimento di un diritto. Dall’altro abbiamo una platea di persone che si sono viste negare l’accesso ad un fondo per il quale hanno pagato, al quale hanno certamente diritto, ma si tratta di situazioni personali e normative (permettetemi l’uso del termine) diametralmente opposte.

Noi siamo ex-lavoratori dipendenti, i commercianti sono imprenditori e tutti noi siamo certamente incappati in congiunture socio economiche devastanti. Gli esodati sono il “danno collaterale” della retroattività della Legge Fornero. Sono certamente solidale con gli accadimenti dei commercianti, ma l‘uso improprio del termine con il quale si sono fregiati da adito a confusioni potenzialmente molto dannose, sia dal punto di vista della comprensione del pubblico, che dal punto di vista dei giornalisti, ma quel che è peggio da parte delle istituzioni con le quali tutti noi abbiamo un colloquio aperto al fine di giungere alla soluzione del proprio dramma. La soluzione che ci riguarda è l’accesso alla pensione con le regole ante-Fornero, quella dei commerciante è la riapertura dell’accesso al fondo, almeno così mi pare di aver capito. Non sono due situazioni che si possono confondere, sono normativamente diverse. Comprendo che la parola esodato possa indurre le istituzioni ad un maggiore ascolto, ma non possiamo neanche lontanamente pensare che le due platee si sovrappongano o una prevarichi l’altra, sarebbe una inaccettabile guerra fra poveri che andrebbe a discapito di tutti, inducendo certamente l’interlocutore istituzionale a rimanere in attesa dei dovuti chiarimenti o peggio risolvendone una ritenga di averle risolte tutte.

Mi è stato chiesto se abbiamo registrato il “marchio” della parola esodato, perdonatemi non è una questione di marchio, è una storia normativa lunga ben 8 provvedimenti legislativi di tipo previdenziale che ci definisce e ci differenzia da chiunque altro si autodefinisca esodato. Sarebbe opportuno per tutti noi, esodati e commercianti, partire da definizioni del proprio status attinenti alla propria realtà, noi la nostra ce la siamo “guadagnata” sulla nostra pelle in 8 anni di stenti

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6 commenti su “Riforma pensioni 2019, ultimissime su quota 41, esodati e donne”

  1. Pur avendo 38 anni di contributi e 62 anni di età Non posso accedere a quota 100 perché avendo avuto una parafarmacia ed essendo stata obbligata dall’Enpaf ente dei farmacisti a versare i contributi solo a detto enpaf e non all’Inps non mi accettano il cumulo con i miei contributi Inps dicendo che il cumulo lo faranno solo per la pensione di vecchiaia legge foriero che schifo dopo tutto quello che ho versato tra Inps ed enpaf devo aspettare 67 anni .l’ enpaf tutela solo i farmacisti titolari e non i dipendenti

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  2. Sono anch’io un precoce come tanti, quasi 41 anni di contributi effettivi, e mi ritrovo a dover lavorare ancora 2 anni per raggiungere la soglia della pensione…. E’ una vera vergogna! Ma quando si porrà fine a queste ingiustizie?

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  3. Per salvarvi la faccia fate per i precoci 41 e 10 mesi SUBITO togliete almeno un anno poi il prossimo passo 41 per tutti.Buona giornata

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  4. Una ennesima presa per i fondelli per noi lavoratori precoci. Non vi dico la rabbia di veder andare in pensione colleghi con 38 anni mentre io con 40 effettivi devo rimanere in azienda. Una vergogna e non andrò più a votare nessuno .

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  5. Ma le donne nate dopo il 1961? Non valgono allo stesso modo di tutte le altre nate prima? Anche loro hanno versato contributi per 35 o più anni. Hanno diritto anche loro di poter scegliere se rientrare in opzione donna . Perciò la proroga deve andare oltre il 2019. Altrimenti sarebbe un’ingiustizia..

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  6. Personalmente ritengo troppa confusione cavilli finestre graduatorie ecc.sulla mia esperienza lavoro gravoso 42 7mesi lavorando tuttora inps mi dice tramite mail elaborazione positiva poi dice graduatoria ma non sanno quando .cornuto e mazzato.ditemi voi

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